domenica, marzo 15, 2009
Madonna del Monte: affacciata su più mari è la chiesetta più romantica della Gallura
Nei primi del '700, a Rudalza, si erano stabiliti due fratelli, provenienti dalla Barbagia, Pietro e Giovanni Maria Deiana. Erano discendenti di un Giovanni Deiana al quale, tre secoli prima, la Giudichessa Eleonora d'Arborea aveva assegnato il Giudicato del Mandrolisai e della Barbagia. Probabilmente i due fratelli barbaricini decisero di stabilirsi in questa zona spopolata della Gallura per sfuggire alla giustizia. Sempre nel Settecento a Rudalza si stabilì una famiglia di boscaioli e contadini, i Serreri che si insediarono nella zona dove sorge oggi il distributore di Fundoni e in altre due località rudalzine: "Su Donigheddu" vicino al Golfo di Marinella e "Sa Pischinaccia", verso il Golfo di Cugnana. Fino agli inizi degli anni '60, i Deiana e i Serreri erano gli unici abitanti di Rudalza. I loro antenati coltivarono la terra, allevarono il bestiame e costruirono, tra il Settecento e l'Ottocento, una decina di stazzi, sparsi tra la zona dell'attuale ferrovia, il Golfo di Marinella, Monte Ladu e Aldia Manna. Si tenevano lontani dal mare per paura delle incursioni dei predoni ma anche perché le terre coltivabili, e quindi più appetibili, erano più arretrate rispetto alla fascia costiera. Dal 1798 i rudalzini, per le loro pratiche di pietà, si recavano alla non vicina chiesetta della Madonna del Monte, fatta edificare come ex-voto dal comandante di un veliero scampato ad un naufragio nel Golfo di Marinella. Un'anziana parente dei Deiana ci ha regalato un ricordo,ancora molto vivo, di quei giorni lontani:
" La chiesetta della Madonna del Monte, affacciata sul Golfo di Marinella da un lato e su Golfo Aranci dall’altro, era per noi un punto di ritrovo molto importante. Ci si andava con i carri a buoi o a piedi per la novena di maggio. Trascorrevamo lì, tra le cumbessias, la chiesetta e il grande esterno dalla vista mozzafiato, nove giorni e nove notti. Ci portavamo dietro i materassi, le coperte e le cose più belle del corredo, oltre al vino di proprietà e al cibo, per il nostro uso e da offrire.
Ogni famiglia aveva la sua vigna e produceva il suo vino. Una volta alla settimana, a turno, le famiglie ammazzavano una bestia e dividevano la carne. C'era una grande cultura del pane e della pasta che si preparavano in tutti i modi e in tutte le occasioni. Specialità del posto erano la zuppa gallurese, la cacciagione cucinata in vari modi e tantissimi tipi di dolci, anche molto fantasiosi e decorati.
Allora c'era una vera e propria venerazione per gli ospiti che si trattenevano anche a dormire. Già a metà dell'Ottocento, a Punta Marana, un Deiana aveva impiantato uno dei primi caseifici della Gallura. Il caseificio era nella grande pianura di Marinella dove c'erano tantissime pecore, nel '900, poi, arrivò anche la ferrovia. Ogni tanto si organizzava qualche ballo a Punta Marana, nello spazio molto grande e panoramico adiacente al caseificio."