Le foto e il testo di Marella Giovannelli in www.marellagiovannelli.com
Pasqua Palimodde, insieme alla figlia Giovanna, è il cuore pulsante, il motore creativo dell’ Hotel-Ristorante “Su Gologone” di Oliena, fondato dal marito Peppeddu, scomparso qualche anno fa. La vestale della cucina barbaricina continua a sorprendere. Recentemente ha lanciato un’iniziativa per la riscoperta dei “menu deleddiani”, alla quale hanno aderito altri ristoratori di Oliena. La signora Pasqua ha riletto le opere della scrittrice nuorese, ricopiando diligentemente le ricette riportate nei suoi libri. Sono piatti dal sapore genuino e antico che hanno entusiasmato tutti quelli che li hanno gustati.
Sono piaciuti molto gli gnocchi grossi come le mandorle conditi con i pomodori secchi e raccontati in "Cenere". Buona anche la pasta con le noci, ricetta tratta dal “Il vecchio della montagna”, ma il “piatto principe deleddiano” secondo Pasqua Palimodde è il “Filindeu”. Le donne lo preparavano per distribuirlo ai poveri, una volta alla settimana, nella Chiesa delle Grazie situata al centro di Nuoro. Ancora oggi, in occasione della festa di San Francesco a Lula, si impone l’offerta di “su filindeu” a tutti i pellegrini.
La signora Palimodde racconta: “Fare il “filindeu” ancora oggi è un rito. La pasta è fatta di sola semola, acqua e sale. Poi viene lavorata moltissimo sino a farla filare. Dopo si stende al sole su un piano di sughero e si lascia essiccare sino a quando non diventa come un tessuto croccante. Si conserva a pezzi, in casa, a temperatura ambiente. Il “filindeu” si cuoce nel brodo di carne o di pecora, dove io faccio sciogliere un po’ di concentrato di pomodoro”.
Questa minestra squisita va servita con del pecorino grattugiato. Se Pasqua è la regina, sua figlia Giovanna è la principessa di un luogo-mito come ormai è “Su Gologone”. A lei spetta il compito di continuare la tradizione; ma è anche una pittrice di talento, cresciuta tra le opere d’arte raccolte dal padre , grande collezionista dei maestri sardi, tutte esposte nello straordinario ristorante-museo, uno dei locali-simbolo dell’ospitalità sarda. Nel 2001, Madonna, impegnata a Cala Gonone, nelle riprese del film “Swept Away”, ha trascorso una ventina di giorni a “Su Gologone”, insieme al marito, alla figlia e alla troupe.
La cantante-attrice americana, pur osservando una dieta severa, è diventata un’estimatrice del vino rosso Corrasi e ha assaggiato tutte le specialità della cucina barbaricina, compresi i maccheroni di “busa” , ancora fatti a mano con il ferro da calza, il sanguinaccio e le fave con il lardo, naturalmente preparati seguendo le ricette tratte dal libro “Marianna Sirca” del Premio Nobel Grazia Deledda.
Madonna, entusiasta anche per l’efficace tutela della sua privacy, prima di ripartire ha ringraziato personalmente lo staff dell'albergo, salutando Giovanna Palimodde con queste parole: “Goodbye, Su Gologone es mi casa” . La pop-star americana, oltre a gustare le antiche ricette, ha ammirato le meravigliose opere d’arte di grandi artisti sardi esposte nelle varie sale a loro dedicate. E sono autentici capolavori firmati da pittori, ceramisti e scultori del livello di Giuseppe Biasi , Melkiorre e Federico Melis, Francesco Ciusa, Salvatore Fancello, le sorelle Altara, Liliana Cano, Antonio Corriga e tanti altri.
Il percorso gastronomico e artistico proposto dalle matriarche Pasqua e Giovanna affascina e coinvolge tutti gli ospiti che arrivano a Su Gologone. Il lunghissimo elenco comprende Richard Gere, Peter Gabriel , Antonello Venditti, Laura Morante, Vittorio Sgarbi e Francesco Cossiga. La festa dei sensi continua anche nelle vasche da bagno dell’hotel dove si può scegliere il colore dell’acqua e sottoporsi ad un’insolita e benefica seduta di cromoterapia.