Testo e foto di Marella Giovannelli per www.marellagiovannelli.com
Lollove: un borgo antico, unica frazione di Nuoro che dista 15 chilometri. Nel villaggio oggi abitano 26 persone. Non c’è un medico e nemmeno carabinieri o polizia; inesistente l’ufficio postale; non ci sono scuole, negozi e bar. In compenso c’è la trattoria Sa Cartolina di Toniedda Tolu Chessa.
Tzia Toniedda apre in occasione di manifestazioni, feste patronali e su ordinazione o preavviso telefonico. Un autobus collega Lollove a Nuoro con due corse giornaliere.
Funziona un posto telefonico pubblico. C'è una chiesa ma non un prete; l'assistenza spirituale è garantita solo la domenica da un sacerdote che viene da Nuoro.
Il villaggio immerso nel verde, tra ruscelli e montagne, sembra incantato e sospeso nel tempo. La gente del posto rievoca un’antica maledizione scagliata su Lollove da alcune suore in fuga dalla borgata.
Scandalizzate dal comportamento delle loro consorelle che avevano preferito i pastori e i piaceri carnali alla vita monastica, si erano fatidicamente pronunciate contro Lollove. “Sarai come acqua del mare; non crescerai e non morirai mai”.
Oggi il minuscolo villaggio di aspetto ed atmosfera medioevale, è un luogo-simbolo dello spopolamento dei paesi dell’interno. Fra le poche case abitate e i molti ruderi abbandonati, si trova la chiesetta della Maddalena, degli inizi del secolo XVIII, in stile tardo-gotico.
Si torna indietro nel tempo passeggiando tra le stradine acciottolate, il fumo dei camini, i vecchi seduti al sole, i suoni e i colori di una natura ancora intatta. E il fascino delle antiche case s’intreccia alle straordinarie testimonianze, di vita quotidiana e di devozione religiosa, degli abitanti decisi a restare.
Regione Sardegna ed Unione Europea sarebbero interessate ad alcuni progetti per la valorizzazione del paese che, in passato, non era così spopolato. I vecchi del posto non hanno dubbi; dicono che Lollove è nata prima di Nuoro e dell’anno Mille; era Comune fino al 1811 e contava alcune centinaia di abitanti nel Novecento.
Gli anziani di oggi ricordano che, da giovani, si ritrovavano nei due “zilleri”, nella bottega e nel tabacchino del villaggio. L'ultimo negozio ha cessato l'attività nel 1960.
Si organizzavano anche i balli nel cortile della chiesa e le feste per il Carnevale oltre a quelle per San Giovanni, San Biagio, Santa Eufemia e Maria Maddalena. Usanza, fortunatamente abbandonata, era quella di sotterrare un gallo lasciando fuori la testa che fungeva da bersaglio per ragazze e ragazzi armati di fucile. Vinceva chi, per primo, colpiva ed ammazzava il povero gallo.
Ora il regno, spopolato, della serenità si rianima con il ritorno degli emigrati per le feste patronali e i turisti che arrivano, ma solo in visita. Non ci sono alberghi a Lollove e il vecchio monastero abbandonato dalle suore poco virtuose, è stato, in un passato ormai lontano, trasformato in abitazioni dalle famiglie del paese.