Testo e foto di Mara Malda per http://www.marellagiovannelli.com/
Recentemente ho fatto una clamorosa indigestione di ciliegie che mi ha provocato un rigetto assoluto delle suddette. Mi basta guardarle per risentire crampi e coliche moleste. Nel corso degli anni, sono diventata allergica anche al cioccolato e alle fragole che prima ingurgitavo con grande godimento e voluttà. Ma la mia ultimissima intolleranza ha superato la fase-gola e riguarda ormai tutti i miei sensi. La confessione è dura ma, avendola già anticipata all’amico Roberto D’Agostino, non posso girarci troppo intorno. Non ci sarà più il gossip nell’estate di Mara Malda, colpita da orticaria al solo pensiero di scrivere ancora delle saghe Lelemoriche, Briatoriane, Venturiche o Certosine. “Vallettopoli” , da parte sua, sembra aver contato meno di zero per la “Paperonopoli” smeraldina. Invece di un sano maestrale spazza-monnezza, i soliti “noti & ignoti” sono sbarcati con il vento in poppa e in poppe, nel Nord e anche nel Sud della Sardegna. Imperversano su riviste patinate, quotidiani, televisioni; organizzano manifestazioni e chiedono anche contributi agli amministratori locali. Senza alcun imbarazzo per i recenti, ultimi mesi trascorsi su altre ribalte. Mi è poi assolutamente indigesta la visione, nell’estate 2007, di quei cronici settantenni al Viagra, sgambettanti al Billionaire. Invitata alla serata DeLuxe, ho anche trovato gente diversa, mescolata fra Valeria Marini, Laura Pausini e Tom Barrack. Ma l’esposizione di tante meraviglie: a due gambe, quattro ruote, con ali ed eliche; in terra, mare e cielo, mi ha fatto girare la testa in modo anomalo. Allora ho accomunato il gossip alle ciliegie, al cioccolato e alle fragole. Sono diventata allergica all’idea di scrivere di costumi, mode e “personacci” (non è un refuso) che faccio sempre più fatica a sopportare. Le mie cronache maramalde nascevano e si alimentavano “dall’interno” di un certo mondo che ho visto trasformarsi, nell’arco di vent’anni. Non è stata né una rivoluzione né una evoluzione ma una regressione alla quale ho assistito, spesso con distacco, quasi sempre con ironia e a volte con rabbia, divertendomi sempre di meno. La Costa Smeralda, usata come vetrina e rampa di lancio, specchio per allodole e gazze ladre, può ancora riacquistare la sua anima e la sua identità. Ma per riuscire a farlo, noi “indigeni” (senza ossicini tra i capelli) dobbiamo lanciare segnali di fumo, preferibilmente con arrosto. Per cui, Mara Malda continuerà a scrivere d’altro e oltre il gossip.