Testo e foto in www.marellagiovannelli.com
Grande e prevedibile scalpore ha suscitato la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittime le tasse sulle seconde case dei non sardi e sui guadagni legati alla compravendita degli immobili.
La bocciatura della Consulta è stata preceduta da una mare di polemiche. Nel mio articolo "Da Terra Madre a Isola Matrigna", pubblicato in questo sito il 1° giugno 2006, avevo scritto che i Soru-balzelli "puzzano di taglieggiamento e vessazione. Sono la negazione dell’accoglienza e la mortificazione dell’ospitalità".
Lo scorso giugno, per la Gazzetta di Porto Rotondo, avevo realizzato questo servizio, intitolato un "Coro di no":
“Pagare solo perché non si è sardi è demenziale. Queste tasse uccidono la Sardegna ho paura che assisteremo a un forte calo delle presenze”. Questa è l’opinione di Luigi Donà dalle Rose, sui contestati balzelli imposti dal Governatore Soru. Le tasse sul lusso sono definite “una follia” dal pubblicitario Gavino Sanna che, da creativo di razza, articola, con amara ironia, la sua opinione: “Tutto questo tassare mina l’immagine di una Sardegna che è diventata un po’ una vecchia zitella e si sta prendendo rivincite non si sa su chi e su che cosa. È una roba che sfiora il ridicolo, però è ammantata di nobili valori. Francamente mi trovo in grande imbarazzo e mi spiace che si parli così della mia terra. Noi sardi che siamo lontani abbiamo la sensazione che si stia trasformando in una mamma che non ti vuole più bene. Questa storia che il ricco è diverso, che bisogna punirlo a me sembra tremenda perfino da raccontare”.
Dello stesso avviso è Giacomo Agostini, quindici volte campione del mondo di motociclismo. Anche per lui “non è giusto fare delle differenze fra sardi e continentali, perché se vado a Sanremo o a Capri nessuno mi chiede di pagare. L’Italia è una sola”. Ancora più duro è l’attacco alle Sorutasse, sferrato da Lilli Carraro, assidua di Porto Rotondo. “Tutti noi che arriviamo dalla penisola -dice- garantiamo un indotto importante, perché paghiamo la quota del Consorzio ma anche giardinieri, custodi, i biglietti delle navi e degli aerei. Queste tasse sono un disincentivo per il turismo. La Sardegna non è frequentata solo da arabi, americani, russi e libanesi miliardari ma, soprattutto, da italiani che, salvo eccezioni, hanno fatto i soldi onestamente, lavorando, creando posti di lavoro e pagando le tasse. Pochi hanno il villone; molti hanno appartamenti, grandi, medi ma anche piccolissimi. In effetti per tenere - e mantenere - una casa in Sardegna ci vogliono molta passione e sempre più soldi”.
La giornalista sportiva Paola Ferrari De Benedetti, già lo scorso anno, in disaccordo con le tasse sul lusso, non è venuta in Sardegna come era abituata a fare. Si dichiara delusa e non dimentica di ricordare “quelle persone che faticosamente hanno realizzato il loro sogno, una casetta in Sardegna, e pagano faticosamente il mutuo”.
Balzelli firmati Soru da bocciare anche per l’architetto Gianni Gamondi che vede “parecchia demagogia e poco costrutto in queste tasse impopolari, negative e platealmente politiche”. Per gli operatori locali “le tasse sul lusso penalizzano tutta l’economia di Porto Rotondo”.
Parlano di “un allarmante calo nelle presenze turistiche e di stallo nelle trattative immobiliari a causa della normativa sulle plusvalenze.” La titolare di un’avviata agenzia è profondamente a disagio perché “moltissimi clienti si sentono offesi e discriminati; non ne fanno una questione di soldi ma di principio”. L’assemblea del Consorzio di Porto Rotondo, riunita il 1° giugno scorso, ha redatto una mozione d’ordine nella quale si invita lo stesso Consorzio a rivolgersi al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e al Parlamento europeo, per richiedere l’abrogazione della legge in questione. Intanto, si diffonde anche via Internet la rivolta contro le “tasse sul lusso” e, in alcuni siti, è stato addirittura sollecitato il boicottaggio dei prodotti eno-gastronomici sardi e della Sardegna quale meta delle vacanze estive. Telefono Blu, da parte sua, ha confermato l’impegno delle proprie strutture legali per l’assistenza a quanti vorranno fare ricorso contro il pagamento delle tasse sul lusso. È opinione comune che il gioco (rischioso per l’immagine della Sardegna) non valga la candela intesa come introito dei vituperati balzelli. Le tasse sul lusso rappresentano, per molta gente interpellata a Porto Rotondo, un segnale chiaro, un voler chiudere la Sardegna ai turisti ed una visione politica miope che danneggerà seriamente tutti i sardi, senza alcuna distinzione".