Nel numero di aprile del mensile sassarese "Noi" è stata pubblicata questa recensione de “Il giostraio a riposo” di Marella Giovannelli, firmata da Alberto Cocco che ringraziamo per l’attenzione.
“Che cosa è mai il fascino? Intorno a questo dibattito, si sono cimentati con alterne fortune i sociologi ed i filosofi, i cronisti e gli improbabili opinionisti televisivi.
Per farla breve, è la capacità di sorprendere ed emozionare con una differente lunghezza d’onda, una linea sottile e silenziosa che racchiude molteplici aspetti e valori. A questo ed altro ho pensato, mentre rileggevo le liriche ispirate e mai banali, presentate da Marella Giovannelli in un incontro con il pubblico nei locali di una nota libreria sassarese. Questa bella signora gallurese è molto conosciuta nella Costa Smeralda per il suo lavoro di pungente biografa di un mondo discusso e quasi inaccessibile. Con lo pseudonimo di Mara Malda, la fustigatrice di costumi ha raccontato una realtà altrimenti giudicata luccicante, ed ha acquisito un paio di scoop di tutto rilievo, puntualmente offerti al popolare sito Dagospia.
Ma quando rientra nella sua meravigliosa casa sul mare, ed assorbe l’energia di questa terra magica e millenaria, si sveste delle paillettes e degli abiti da sera, e diventa l’anima sensibile e lieve di questo felice “Giostraio a riposo”. Marella ferma nel tempo e nel cuore le fotografie di una natura inesplorata, che lei ha qualche modo tenuto a battesimo. Quasi ad esorcizzare la paura dei cambiamenti e delle grette mutilazioni, che certi ingordi appetiti minacciano, vuole raccontare il prezioso dono degli elementi in pericolo: ( il soffio del vento ancora libero dalle barriere di cemento, il silenzioso crepitare del fuoco nel deserto, l’umidità della terra conquistata per un riposo dopo lungo e pensoso camminare, il ritmo eterno dell’acqua che tutto confonde e rinnova ).
Nella culla e nel nido tenero di questi amici, Marella attende la sopraffazione del suo spirito, investito da una inattesa rivelazione, che si traduce in sentimenti e ricordi, palpiti e simbolismi di alto profilo. E l’amore, in queste pagine è fanciullo e quasi clandestino.
L’amore è libero ed annoda solo brevi incontri, ama gli spazi infiniti e si sottrae ai lacci della nevrosi metropolitana e della ragione, che si riduce agli schemi consueti. Come nella bellissima e recente ispirazione di Lorenzo Jovanotti, il cielo ed il fango plasmano il vivere quotidiano, ed i sentimenti sono l’argilla pronta a cambiare la forma e lo spessore. Il giostraio, personaggio sovrano di questa raccolta, è ognuno di noi. Nel nostro ipnotico ripeterci e condannarci alla monotonia inconsapevole, c’è sempre il momento di salire ed iniziare una nuova avventura, con eccitazione e batticuore. Ed il momento di scendere, di ricevere la fine di un momento e di una relazione, di una stagione della vita e di una sicurezza che scioccamente credevamo eterna.
Nella voglia di cambiare ed abbandonarsi ai sensi, nel sentirci parte di quell’universo dal quale oscuramente veniamo e che ci sarà restituito, è questa osmosi tra il ricamo di una pagina e la natura. La mia personale sensibilità ha scelto dodici gemme, assolutamente da non perdere.
Tra le poesie di fuoco, CONDUCI IL GIOCO, DEDICA e IL GATTO SELVATICO. Tra le poesie di terra, OSSESSIONE, BOSCO e CIRCO. Nelle liriche d’acqua, segnalo le musicali MAREAMORE e IL FARO E LE MAREE, e LA PRIMA STELLA. Fra le parole d’aria, L’ESTRANEA, PITTORE ed I NOMI ALLE STELLE. Il libro (Edizioni Della Torre di Cagliari) è stampato da Gallizzi ed ha una raffinata veste grafica, con la copertina rosso cremisi e l’elegante corredo di immagini del bravo Lino Pes”.
“Che cosa è mai il fascino? Intorno a questo dibattito, si sono cimentati con alterne fortune i sociologi ed i filosofi, i cronisti e gli improbabili opinionisti televisivi.
Per farla breve, è la capacità di sorprendere ed emozionare con una differente lunghezza d’onda, una linea sottile e silenziosa che racchiude molteplici aspetti e valori. A questo ed altro ho pensato, mentre rileggevo le liriche ispirate e mai banali, presentate da Marella Giovannelli in un incontro con il pubblico nei locali di una nota libreria sassarese. Questa bella signora gallurese è molto conosciuta nella Costa Smeralda per il suo lavoro di pungente biografa di un mondo discusso e quasi inaccessibile. Con lo pseudonimo di Mara Malda, la fustigatrice di costumi ha raccontato una realtà altrimenti giudicata luccicante, ed ha acquisito un paio di scoop di tutto rilievo, puntualmente offerti al popolare sito Dagospia.
Ma quando rientra nella sua meravigliosa casa sul mare, ed assorbe l’energia di questa terra magica e millenaria, si sveste delle paillettes e degli abiti da sera, e diventa l’anima sensibile e lieve di questo felice “Giostraio a riposo”. Marella ferma nel tempo e nel cuore le fotografie di una natura inesplorata, che lei ha qualche modo tenuto a battesimo. Quasi ad esorcizzare la paura dei cambiamenti e delle grette mutilazioni, che certi ingordi appetiti minacciano, vuole raccontare il prezioso dono degli elementi in pericolo: ( il soffio del vento ancora libero dalle barriere di cemento, il silenzioso crepitare del fuoco nel deserto, l’umidità della terra conquistata per un riposo dopo lungo e pensoso camminare, il ritmo eterno dell’acqua che tutto confonde e rinnova ).
Nella culla e nel nido tenero di questi amici, Marella attende la sopraffazione del suo spirito, investito da una inattesa rivelazione, che si traduce in sentimenti e ricordi, palpiti e simbolismi di alto profilo. E l’amore, in queste pagine è fanciullo e quasi clandestino.
L’amore è libero ed annoda solo brevi incontri, ama gli spazi infiniti e si sottrae ai lacci della nevrosi metropolitana e della ragione, che si riduce agli schemi consueti. Come nella bellissima e recente ispirazione di Lorenzo Jovanotti, il cielo ed il fango plasmano il vivere quotidiano, ed i sentimenti sono l’argilla pronta a cambiare la forma e lo spessore. Il giostraio, personaggio sovrano di questa raccolta, è ognuno di noi. Nel nostro ipnotico ripeterci e condannarci alla monotonia inconsapevole, c’è sempre il momento di salire ed iniziare una nuova avventura, con eccitazione e batticuore. Ed il momento di scendere, di ricevere la fine di un momento e di una relazione, di una stagione della vita e di una sicurezza che scioccamente credevamo eterna.
Nella voglia di cambiare ed abbandonarsi ai sensi, nel sentirci parte di quell’universo dal quale oscuramente veniamo e che ci sarà restituito, è questa osmosi tra il ricamo di una pagina e la natura. La mia personale sensibilità ha scelto dodici gemme, assolutamente da non perdere.
Tra le poesie di fuoco, CONDUCI IL GIOCO, DEDICA e IL GATTO SELVATICO. Tra le poesie di terra, OSSESSIONE, BOSCO e CIRCO. Nelle liriche d’acqua, segnalo le musicali MAREAMORE e IL FARO E LE MAREE, e LA PRIMA STELLA. Fra le parole d’aria, L’ESTRANEA, PITTORE ed I NOMI ALLE STELLE. Il libro (Edizioni Della Torre di Cagliari) è stampato da Gallizzi ed ha una raffinata veste grafica, con la copertina rosso cremisi e l’elegante corredo di immagini del bravo Lino Pes”.
Alberto Cocco