Testo e foto www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)
Irresistibile MySpace: ci sono cascata anche io e, in questi giorni, sto “arredando” il mio nuovo indirizzo www.myspace.com/marellagiovannelli. Lo considero una via di mezzo tra una vetrina promozionale e un parco giochi per i momenti di relax ma, ad intrigarmi, è soprattutto la facilità dello strumento.
Semplice la procedura per la creazione del Profilo, divertente la possibilità di “giocare” con le immagini che possono essere inserite in tanti modi, reali le potezialità del sistema. Navigando nell’infinito mare di MySpace la mia prima, banalissima considerazione è stata: “Il mondo è bello perché è vario”. E non potrebbe essere più variegata la sterminata popolazione di MySpace. Le sue attrattive sono infinite, soprattutto per chi è affascinato dal nuovo e dall’ignoto.
Per gli amanti delle celebrities nazionali ed internazionali il divertimento è assicurato visto il proliferare di cantanti, attori e personaggi famosi, presenti e attivi sul portale. C’è chi spera (e alcuni ci riescono) di raggiungere la popolarità grazie alla rete planetaria di contatti allacciati su MySpace.
Ma sono in tanti (e non solo i giovani) ad utilizzare il sito semplicemente per socializzare, come luogo di ritrovo e aggregazione, la piazza virtuale di un villaggio sempre più globale. In un recente articolo, firmato da Cristina Casadei e pubblicato su “Il Sole 24 Ore”, si analizza il trionfo del social networking, diventato sinonimo di MySpace, sbarcato in Italia nel maggio dello scorso anno.
Il portale americano, acquisito da Rupert Murdoch per 580 milioni di dollari nel 2005, festeggia il suo primo compleanno italiano con cifre da capogiro. L'incremento degli utenti unici è stato del 70% e, oggi, sono due milioni e 200mila ogni mese.
Un milione e 470mila sono invece coloro che si sono costruiti uno spazio su questa rete molto amata da artisti, musicisti, designer, fotografi. Ogni 20 secondi sul network viene inserito un nuovo profilo e così l'Italia risulta il Paese con la crescita maggiore in Europa.
venerdì, maggio 30, 2008
domenica, maggio 25, 2008
A Porto Rotondo spunta il Campanile: grazie anche a Krizia
Testo e foto in http://www.marellagiovannelli.com/ (sez.Mara Malda)
Sarà inaugurato il prossimo 21 giugno il Campanile in legno di Porto Rotondo, unico al mondo, sia per i materiali usati che per le sue dimensioni. La torre campanaria, alta 22 metri, nasce da un progetto di Mario Ceroli e Gianfranco Fini.
Il disegno originale, risalente agli anni Settanta, è stato rielaborato dall’architetto Sergio Malgaretto, dal punto di vista costruttivo e statico. Da alcuni giorni si sta lavorando al montaggio della torre mentre sono già partiti gli inviti per una giornata sacra & profana, organizzata dal Conte Luigi Donà dalle Rose, presidente della Fondazione.
Sul biglietto d’invito spicca la dicitura: “Non ci sono parole per esprimere la nostra riconoscenza a Mariuccia Mandelli, da tutti conosciuta come Krizia, per la sua straordinaria generosità e sensibilità artistica che ha permesso la costruzione di questa opera d’arte”. Sarà presente lo scultore Mario Ceroli, autore anche del nuovo e magnifico portone in vetro della Chiesa portorotondina di San Lorenzo.
Portone e Campanile saranno inaugurati durante la stessa mattinata che culminerà nella Messa solenne celebrata dal Vescovo Mons.Sebastiano Sanguinetti. La torre è caratterizzata da sei campate e sulla sua sommità verrà posta una cuspide, sempre in legno, ma rivestita di rame. Il disegno originale, firmato Ceroli-Fini, prevedeva, come posizionamento del campanile, la parte anteriore della Chiesa di San Lorenzo, affacciata sulla scalinata che porta sulla Piazzetta San Marco.
Invece, considerati vari aspetti logistici e i flussi dei passaggi pedonali, si è deciso di collocare la torre campanaria sul retro dell’edificio sacro. Qui è stata individuata un’area, destinata esclusivamente ad ospitare un’opera tanto singolare quanto suggestiva. L’architetto Sergio Malgaretto è riuscito, senza alterare il progetto iniziale, ad “attualizzarlo” riguardo alla tecnica costruttiva e alle soluzioni tecnologiche.
Inoltre, rispetto al primo disegno, è stata aumentata l’altezza del campanile, proprio in funzione di una visibilità ottimale anche per chi arriva a Porto Rotondo dal mare”.
Il disegno originale, risalente agli anni Settanta, è stato rielaborato dall’architetto Sergio Malgaretto, dal punto di vista costruttivo e statico. Da alcuni giorni si sta lavorando al montaggio della torre mentre sono già partiti gli inviti per una giornata sacra & profana, organizzata dal Conte Luigi Donà dalle Rose, presidente della Fondazione.
Sul biglietto d’invito spicca la dicitura: “Non ci sono parole per esprimere la nostra riconoscenza a Mariuccia Mandelli, da tutti conosciuta come Krizia, per la sua straordinaria generosità e sensibilità artistica che ha permesso la costruzione di questa opera d’arte”. Sarà presente lo scultore Mario Ceroli, autore anche del nuovo e magnifico portone in vetro della Chiesa portorotondina di San Lorenzo.
Portone e Campanile saranno inaugurati durante la stessa mattinata che culminerà nella Messa solenne celebrata dal Vescovo Mons.Sebastiano Sanguinetti. La torre è caratterizzata da sei campate e sulla sua sommità verrà posta una cuspide, sempre in legno, ma rivestita di rame. Il disegno originale, firmato Ceroli-Fini, prevedeva, come posizionamento del campanile, la parte anteriore della Chiesa di San Lorenzo, affacciata sulla scalinata che porta sulla Piazzetta San Marco.
Invece, considerati vari aspetti logistici e i flussi dei passaggi pedonali, si è deciso di collocare la torre campanaria sul retro dell’edificio sacro. Qui è stata individuata un’area, destinata esclusivamente ad ospitare un’opera tanto singolare quanto suggestiva. L’architetto Sergio Malgaretto è riuscito, senza alterare il progetto iniziale, ad “attualizzarlo” riguardo alla tecnica costruttiva e alle soluzioni tecnologiche.
Inoltre, rispetto al primo disegno, è stata aumentata l’altezza del campanile, proprio in funzione di una visibilità ottimale anche per chi arriva a Porto Rotondo dal mare”.
lunedì, maggio 05, 2008
Tra campanacci e fuochi d’artificio arrivederci al polo in Costa Smeralda
Testo e foto di Mara Malda in www.marellagiovannelli.com
Al Cala di Volpe, con un campanaccio gigante regalato a Mrs. Laurel Barrack e i ringraziamenti a tutti i cavalieri e ai cavalli arrivati da mezzo mondo, si è chiuso tra balli e fuochi d’artificio, (ripresi con il cellulare da Valeria Marini in versione sexy-tecnologica), il torneo di polo Jaeger-Le Coultre-Spring Gold Cup 2008.
L’edizione primaverile ha visto il successo del team austriaco Green House (guidato da Robert Kofler) che, nella finalissima al Centro Ippico Shergan, tra San Pantaleo e Porto Cervo, ha battuto proprio la squadra del main sponsor Jaeger-LeCoultre, capitanata dal romano Simone Chiarella, campione europeo in carica.
Al terzo posto è finito il Cala di Volpe che ha superato l’Audi, mentre nel match giocato per la definizione del 5° e 6° posto, il polo team Deutsche Bank PWM si è imposto su Tecnomar.
A rendere meno amaro il penultimo posto della Deutsche Bank, una cena “preventiva” ma squisita, organizzata dalla pierre Paola Mazzuccato la sera prima delle finali, nel ristorante di Gianni Pedrinelli. Tra prime colazioni continentali con prolunghe in brunch ed aperitivi estesi a pranzi, merende e cene, si è creato un certo ingorgo di appuntamenti conviviali nella settimana del polo.
Salvi solo i cavalli dall’indigestione di mondanità anticipata. Inoltre, visto il caldo già estivo a primavera, pare più che opportuna la decisione di giocare in notturna il torneo di polo, fissato per il prossimo mese di luglio. A sorpresa, la visita dell’asso messicano Guillermo Gracida (nella squadra del Cala di Volpe insieme a Tom Barrack) al Museo archeologico di Olbia.
Accompagnato dalla signora Barrack, con altri amici al seguito, il Memo fuoriclasse del polo ha ammirato il relitto restaurato di un’antica nave affondata dai Vandali e gli altri reperti di età nuragica, punica, fenicia, greca, romana e medioevale, tutti ritrovati nel territorio di Olbia.
Tra le curiosità del torneo e dintorni: il passaggio-passeggio di Lele Mora con amici decorativi al seguito, nella piazzetta di Porto Cervo proprio mentre ai cavalieri stivaluti del polo venivano consegnate le maglie ufficiali. Non sole ma accompagnate dagli occhiali da sole portati sul palco dallo sponsor Marcolin in carne ed ossa elegantemente vestite.
Tornando al Cala di Volpe dove si è svolta la cena di gala, l’albergo ha riaperto dopo il letargo invernale e un “lifting d’autore” firmato da Savin Couelle, figlio d’arte che ha sapientemente attualizzato le geniali intuizioni stilistiche già applicate da suo padre Jacques nell’hotel più bello e suggestivo della Costa Smeralda.
Altra novità molto positiva, annunciata dal maltese Hans Cauchi, general manager del Cala di Volpe, sta in una dose maggiore di Sardegna nei gusti, nei profumi e nei sapori. Quest’anno, la clientela cosmopolita degli alberghi Starwood in Costa Smeralda potrà trovare persino i cioccolatini e lo champagne “made in Sardinia”.
L’edizione primaverile ha visto il successo del team austriaco Green House (guidato da Robert Kofler) che, nella finalissima al Centro Ippico Shergan, tra San Pantaleo e Porto Cervo, ha battuto proprio la squadra del main sponsor Jaeger-LeCoultre, capitanata dal romano Simone Chiarella, campione europeo in carica.
Al terzo posto è finito il Cala di Volpe che ha superato l’Audi, mentre nel match giocato per la definizione del 5° e 6° posto, il polo team Deutsche Bank PWM si è imposto su Tecnomar.
A rendere meno amaro il penultimo posto della Deutsche Bank, una cena “preventiva” ma squisita, organizzata dalla pierre Paola Mazzuccato la sera prima delle finali, nel ristorante di Gianni Pedrinelli. Tra prime colazioni continentali con prolunghe in brunch ed aperitivi estesi a pranzi, merende e cene, si è creato un certo ingorgo di appuntamenti conviviali nella settimana del polo.
Salvi solo i cavalli dall’indigestione di mondanità anticipata. Inoltre, visto il caldo già estivo a primavera, pare più che opportuna la decisione di giocare in notturna il torneo di polo, fissato per il prossimo mese di luglio. A sorpresa, la visita dell’asso messicano Guillermo Gracida (nella squadra del Cala di Volpe insieme a Tom Barrack) al Museo archeologico di Olbia.
Accompagnato dalla signora Barrack, con altri amici al seguito, il Memo fuoriclasse del polo ha ammirato il relitto restaurato di un’antica nave affondata dai Vandali e gli altri reperti di età nuragica, punica, fenicia, greca, romana e medioevale, tutti ritrovati nel territorio di Olbia.
Tra le curiosità del torneo e dintorni: il passaggio-passeggio di Lele Mora con amici decorativi al seguito, nella piazzetta di Porto Cervo proprio mentre ai cavalieri stivaluti del polo venivano consegnate le maglie ufficiali. Non sole ma accompagnate dagli occhiali da sole portati sul palco dallo sponsor Marcolin in carne ed ossa elegantemente vestite.
Tornando al Cala di Volpe dove si è svolta la cena di gala, l’albergo ha riaperto dopo il letargo invernale e un “lifting d’autore” firmato da Savin Couelle, figlio d’arte che ha sapientemente attualizzato le geniali intuizioni stilistiche già applicate da suo padre Jacques nell’hotel più bello e suggestivo della Costa Smeralda.
Altra novità molto positiva, annunciata dal maltese Hans Cauchi, general manager del Cala di Volpe, sta in una dose maggiore di Sardegna nei gusti, nei profumi e nei sapori. Quest’anno, la clientela cosmopolita degli alberghi Starwood in Costa Smeralda potrà trovare persino i cioccolatini e lo champagne “made in Sardinia”.