venerdì, novembre 20, 2009
Videocracy presentato a Olbia dalla giornalista Marella Giovannelli, protagonista per caso
Articolo di Caterina De Roberto L’Unione Sarda 20 novembre 2009
Cinema. La pellicola presentata a Olbia dalla giornalista Marella Giovannelli, protagonista per caso
La Costa Smeralda di Videocracy
«Il film è datato, oggi apparire non basta più»
Le vie del cinema qualche volta sono infinite. O quantomeno singolari. E così può capitare che il docu-film Videocracy , censurato da Rai e Mediaset, apra una rassegna di cinema d'autore nella città più profondamente berlusconiana della Sardegna (non a caso anche set del film), con il contributo e la benedizione di una giunta del Pdl, nella sala di proprietà di un consigliere comunale (l'unica) e con la presentazione della sorella del sindaco, protagonista involontaria del film. E che faccia pure il tutto esaurito su tre proiezioni.
È successo mercoledì sera ad Olbia per la prima dell'"Altro cinema", alta qualità per un biglietto da due euro, che è la proposta invernale dell'associazione "Argonauti" di Marco Navone. Per i dieci anni dell'associazione - che sono anche i venti della rassegna di Tavolara - molti dei film proposti saranno presentati da registi e attori.
Mercoledì era facile, si giocava in casa ed è toccato a Marella Giovannelli, protagonista per caso, presentare Videocracy . «Un giorno mi ha chiamato questo tizio, Erik Gandini, mi ha detto che sapeva che avevo collaborato con Dagospia e voleva vedermi perchè stava mettendo su un documentario per la tv svedese, - ha raccontato al pubblico in sala - ho accettato, per me è normale amministrazione. Ho risposto alle domande, ha acquistato una decina di foto che ho regolarmente fatturato per 1450 euro. Fine della storia».
La storia invece ha avuto un seguito e parecchio tempo dopo la Giovannelli riceve un'altra telefonata. «Mi chiama un amico e mi dice che sono nel cast di un film a Venezia. Contatto Gandini che mi dice, sai il progetto è cresciuto e abbiamo deciso di farne un film. Tu però ne esci bene . Il che mi allarma. Ne esco bene da cosa?».
La vicina di casa del presidente, così definita da Gandini, dopo un attimo di smarrimento, la prende con filosofia: «Il film lo vedo oggi per la prima volta. Comunque vada, sono per la libertà di espressione e contraria ad ogni forma di censura. Poi, io sono una giornalista e noi in qualche maniera usiamo le persone per raccontare le notizie. Questa volta è toccato a me essere usata».
Ci sono anche scorci cittadini nel film, il comizio alle ultime amministrative in una piazza Regina Margherita coperta di bandiere che seguì la cittadinanza onoraria della Costa Smeralda (secondo Videocracy) conferita da Settimo Nizzi a Silvio Berlusconi.
Le immagini della Costa Smeralda, impropriamente definita paradiso offshore, sono uno degli ingredienti principali di Videocracy che gioca sull'identificazione del linguaggio politico con quello dell'intrattenimento televisivo. C'è la Giovannelli che dalla sua villa di Porto Rotondo mostra le foto delle feste schierandosi con Berlusconi («Mi piace perchè è naturale, è autentico e gli piace divertirsi») e prendendo nettamente le distanze da Mora («Io non l'avrei ricevuto a casa mia»).
C'è il sultano Mora con la sua corte di tronisti palestrati e tatuati che mostra senza un filo di imbarazzo il suo telefonino con la suoneria di faccetta nera e una simpatica svastica come logo. Forse sperava nella distrazione degli svedesi.
C'è tutto il mondo Billionaire.
A pensarci bene è già tutto irrimediabilmente vecchio, o era tutto tremendamente profetico, dopo le escort a palazzo Grazioli, ora che Mora non è più tanto in auge e anche Briatore ha altro a cui pensare.
Basta apparire è il sottotitolo di Videocracy. «Bastava apparire - puntualizza Marella Giovannelli - quel mondo, la corte di Mora, in Costa Smeralda è in discesa libera. Penso che ormai sia chiaro a tutti».