Testo e foto di Mara Malda in www.marellagiovannelli.com
Conoscendo i suoi polli Jerry Calà è calato sul palcoscenico del teatro di Porto Rotondo, sicuro di far digerire al pubblico dell’anfiteatro la sua “Vita Smeralda”. In effetti la parabola sulle tre giovani ed ingenue trolley-girls (svoltafiletto) pentite al termine di un assaggio vacanziero dell’ambientino bullo-billio, non ha indignato nessuno. Piuttosto ha suscitato nel pubblico portorotondino, solitamente raffinato, commenti del genere: “Ma che favoletta è questa! Ormai a Porto Cervo le povere italiane non le vuole più nessuno; sono state soppiantate dalle sventole sudamericane o dell’est portate a domicilio o in barca”. Un altro signore seduto in prima fila, a proiezione conclusa ha sentenziato: “Vita Smeralda è un filmetto iporealista e provinciale, persino moralista direi, la vera Costa è molto più esagerata”. E quindi il regista- buonista Calà si è beccato grandi applausi dai settecento spettatori, non più sado ma solo maso, presenti in teatro. Appena arrivato sul palcoscenico Jerry ha incassato la prima pacca sulla schiena dalla ex-moglie Mara Venier, in vacanza allo Sporting di Porto Rotondo. La neo-signora Carraro, prima di transumare al Billionare per festeggiare il compleanno di Fawaz Gruosi, ha impartito una benedizione a volo d’uccello al suo ex-marito rimasto tanto amico. A proposito di amici, Sabina Stilo e Umberto Smaila, hanno chiamato sul palcoscenico, insieme a Jerry Calà, alcuni protagonisti di Vita Smeralda. Prima però hanno fatto l’appello degli assenti giustificati “La Pedron non c’è perchè è in America con Max Biaggi mentre la Cavallin è all’ottavo mese di gravidanza”. C’erano, invece, Benedetta Valanzano, Negar Khan, Luigi Cassandra e Guido Nicheli (svolta storica la sua: dall’eterno ruolo di Cummenda a quello di Capitano). Come aperitivo alla proiezione di Vita Smeralda, Jerry Calà ha scoccato una frecciatina a Soru che “se insiste con le sue tasse, ci farà trasferire tutti a Roccella Jonica”. Hanno riso tutti, compresa Cinzia Leone, forse per scaramanzia preventiva visto che la vigilia di Ferragosto toccherà a lei far ridere il pubblico nel teatro di Porto Rotondo con il suo spettacolo “Poche idee ma molto confuse”. In prima fila, Sylvie Lubamba con due peperoncini alle orecchie più un altro che ballonzolava tra le tette, convinceva i vicini di seduta (ipnotizzati dai movimenti del popperoncino) ad adottare un cane randagio, perchè “vedere gli animali abbandonati mi spezza il cuore”. Un signore di Olbia, affranto dalla prospettiva, ha esalato un irresistibile : “Non sia mai, Marketta mia, pardon signora Lubamba”. Jerry Calà, prima di far spegnere le luci in sala per la proiezione, ha pure accennato, senza scendere nei particolari, alla travagliata uscita del film, prevista per lo scorso autunno e rimandata di mese in mese. Ha poi ringraziato i personaggi amici che, in una botta di cine-onanismo, hanno interpretato loro stessi, primo fra tutti (e ti pareva!!!) Flavio Briatore. Tra i citati, il buon Calà, ha incluso anche Lele Mora “per aver inizialmente prodotto il film”. Il ringraziamento però è rimasto verbale visto che dai titoli di coda della “Vita Smeralda” è scomparso il nome dell’agente. Qualcuno l’ha notato e tra i vari pissi pissi, uno è da riportare: “Ma sai che gli frega a Lele Mora, a quello per una porta che gli si chiude, gli si spalanca un portone. Tutti lo davano in picchiata libera, mollato da Tizio e da Caio e invece ora è lui è pappa & ciccia con Berlusconi, mica con un Sempronio qualsiasi”.