Mara Malda per www.marellagiovannelli.com
Basta il nome: “L’Isola che c’è” per capire l’entusiasmo che anima il neonato comitato costituito per ritrovare le tracce della mitica Atlantide in Sardegna. L’iniziativa, promossa a Nuoro da Massimiliano Cossu della società Portalesardegna, riunisce centinaia di imprenditori alberghieri, Provincia, Apisarda, Confcommercio, Confesercenti e Confindustria.
Non si tratterà di un “appuntamento al buio” con il passato isolano ma, dalla Barbagia, si seguirà un percorso preciso: quello tracciato dal giornalista-scrittore Sergio Frau e dell’associazione “Ajò” (Andiamo) da lui fondata. Il comitato, costituito in questi giorni, finanzierà le ricerche che Frau intende avviare, soprattutto nella zona del Sinis, coinvolgendo una schiera di archeologi e geologi.
Dovranno verificare la corrispondenza tra la Sardegna e la mitica Atlantide e, quindi, la fondatezza dell’ipotesi di Sergio Frau. Con settantamila euro sarà possibile avviare una campagna di «carotaggio» che dovrebbe, secondo il Frau-pensiero, rivelare tracce di fango marino. Questa sarebbe la prova (mai trovata perchè mai cercata) che la Sardegna è quell’Atlantide parzialmente inghiottita, tremila anni fa, da uno tzunami spaventoso; un maremoto gigantesco che aveva ricoperto tutto, nuraghi compresi. I mecenati-finanziatori de “L’Isola che c’è” sono animati da un duplice interesse che sposa cultura e marketing territoriale. Vogliono sostenere Sergio Frau finanziando la sua associazione Ajò, e allo stesso tempo, sfrutteranno la sua suggestiva teoria in chiave archeoturistica.
Un altro risvolto, caro al comitato, è quello del “Sardinian pride” , notevolmente ringalluzzito grazie al libro di Frau “ Le colonne d’Ercole, un’inchiesta”. Al baffuto giornalista di Repubblica è stato riconosciuto il merito di aver riscoperto le radici del popolo sardo. E, soprattutto, di aver descritto i Sardi come protagonisti di un’epoca e non come subalterni, perenni conquistati nel Mediterraneo.
L’iniziativa barbaricina permetterà ora a Sergio Frau di cercare sulle coste sarde, le prove geologiche di quel maremoto (lo “schiaffo di Poseidone” narrato da Platone) che, in pochi attimi, avrebbe cancellato una delle civiltà più straordinarie dell'antichità, costringendo i nuragici-atlantidei a rifugiarsi sui monti dell'interno.
L'Atlantide “dalle eterne primavere, mille metalli e una selva di costruzioni portentose” potrebbe quindi essere la Sardegna del II a. C. La tesi del libro di Frau, giudicata molto verosimile da archeologici e storici di fama, è sostenuta anche da una mostra fotografica ("Le immagini segrete dell'Isola Mito") allestita prima nella sede Unesco di Parigi e poi all'Accademia dei Lincei di Roma con un convegno sul tema e servizio sul Tg1 Storia.