venerdì, marzo 30, 2007
Porto Rotondo cambia volto e si prepara al gossip d’Autore
Gianni Gamondi, architetto “storico” di Porto Rotondo, tra un sopralluogo e l’altro al Parco Certosino di Silvio Berlusconi, ha fatto tappa al cantiere aperto in Via del Molo (prossimamente Via dei Pesci?).Spinto dalla curiosità più che dal vento di maestrale, Gamondi si è ritrovato a passeggiare sulla catena alimentare disegnata e realizzata dalla scultore francese Emmanuel Chapalain. L’artista, insieme a un gruppo di scalpellini, sta pavimentando la strada principale del villaggio con la sorprendente attrazione di un branco di pescioni e pescetti dagli occhi luminosi. L’architetto Gamondi, pur abituato agli effetti speciali de Luna Park “La Certosa” per la regia del Cavaliere-Giostraio in versione estiva, si è complimentato in lungo e in largo con il giovane scultore, scoperto e lanciato in orbita da Luigi Donà dalle Rose. La stretta di mano fra il “vecchio” Gamondi e il “nuovo” Chapalain ha emozionato persino i pesci inseriti nel mosaico di granito. I lavori a Via del Molo segnano, infatti, la ripresa di un percorso d’arte e cultura, iniziato più di quarant’anni fa con lo sbarco a Poltu Ridundu dei conti-mecenati Luigi e Nicolo Donà dalle Rose. A metà degli anni Sessanta, invece di edificare uno dei soliti villaggi, i due fratelli veneziani, hanno chiamato i migliori scultori e architetti per creare le piazzette, il porto, la chiesa e il teatro di Porto Rotondo. Il conte Luigi Donà, attuale presidente del Consorzio, vuole ora avviare o completare, una serie di opere coinvolgendo vecchi e nuovi artisti amici (da Mario Ceroli a Pinuccio Sciola tanto per citarne due). Gli interventi previsti spaziano dal Campanile alla macchina scenica del Teatro passando per l’Orientale intesa come piazzetta di Rudalza, la pavimentazione di Via Riccardo Belli e il completamento degli arredi della Chiesa di San Lorenzo.In gestazione è la Fondazione di Porto Rotondo che si attiverà su vari fronti per reperire risorse finanziarie attraverso manifestazioni e spettacoli. Nella prima estate dopo Vallettopoli, potrebbe quindi imporsi (almeno da queste parti) il gossip d’Autore che avrà come scenario cenacoli di artisti transumanti di villa in villa.[B]Porto Rotondo cambia volto e si prepara al gossip d’Autore
martedì, marzo 27, 2007
“Life” Araba Fenice risorge sul web dalle ceneri cartacee
Il prossimo 20 aprile uscirà in edicola l'ultimo numero della leggendaria rivista americana "Life" nata nel 1936. L’annuncio ufficiale, diffuso dal gruppo editoriale “Time”, è stato motivato con il declino del business dei giornali le cui vendite sono state surclassate dall’informazione online. In compenso, “Life” risorgerà dalle sue ceneri…cartacee diventando l’Araba Fenice della Rete. Merito, soprattutto, dello straordinario archivio fotografico, disponibile su internet, gratuitamente per uso personale e già scaricabile nel sito www.life.com. Nel laconico comunicato stampa si legge che “il mercato è cambiato notevolmente dall’ottobre 2004 e la prosecuzione di questa pubblicazione non è più opportuna”. Più di 10 milioni di immagini, soprattutto inedite, sono contenute negli archivi di “Life”, il periodico illustrato che, grazie al genio dell’editoria Henry Luce, nel periodo della Grande Depressione, offrì un prodotto totalmente nuovo nella forma e nella sostanza, intese come grafica e contenuti. La prima copertina rappresentava la diga di Fort Peck e, da allora ad oggi, “Life” ha ritratto l’America e il mondo attraverso le immagini dei protagonisti della grande storia, della cronaca, dello spettacolo e della cultura. Diverse copertine di “Life” sono dedicate a Marilyn Monroe; in quella più celebre, l’attrice ha dovuto saltare 200 volte per ottenere lo scatto “giusto”. Sophia Loren ha conquistato ben sette copertine della prestigiosa rivista americana e, quella pubblicata nel 1966, fece scalpore nella puritana America. L’archivio fotografico di “Life” è una miniera tutta da esplorare e ricca di testimonianze preziose sugli orrori della guerra e le imprese spaziali, le conquiste della scienza e i cambiamenti della società, i leader politici e i capi della Chiesa. Il 30 aprile 1965, la copertina-choc di “Life” mostrava l’immagine dettagliata di un feto, firmata dal fotografo svedese Lennart Nilssons. Grande commozione, nel 1996, ha suscitato anche il ritratto delle due sorelle siamesi Hensel, che oggi hanno 16 anni. Milioni di immagini, più significative di mille parole, non andranno perse con la chiusura della storica testata. Saranno tutte inserite nell’archivio online della rivista “Life” (nome profetico) che non sarà più stampata ma risorgerà, in versione web, più vitale di prima.
venerdì, marzo 23, 2007
Le Sette Nuove Meraviglie del Mondo nell’era di Internet
Il prossimo 7 luglio a Lisbona, nel corso di una cerimonia ufficiale, saranno proclamate le Sette Nuove Meraviglie del Mondo.
L’iniziativa è stata lanciata alle Olimpiadi di Sydney del 2000, dalla fondazione svizzera “The New Open World Foundation” che raccoglie fondi per il restauro di monumenti sparsi in tutto il mondo e fa capo al magnate Bernard Weber.
Grazie ad un referendum planetario, tecnologico e multimediale è stato possibile selezionare 21 monumenti, sparsi in tutto il pianeta, per la fase finale del concorso.
Sul sito http://www.new7wonders.com/ le votazioni proseguiranno fino al 7 luglio quando verrà stilata ed ufficializzata la classifica definitiva delle Sette Nuove Meraviglie.
I promotori svizzeri del referendum, per facilitare gli internauti e rendere attrattivo (oltre che produttivo) il concorso, hanno curato ogni dettaglio e pensato a tutti i Continenti.
L’Europa è rappresentata dal Colosseo, l’Acropoli di Atene, l’Alhambra di Granada, la Torre Eiffel, il complesso megalitico di Stonehenge, il Cremino e il Castello di Neuschwanstein immerso nei boschi bavaresi.
L’Asia candida le tombe rupestri di Petra in Giordania, la Grande Muraglia cinese, il Tempio di Angkor in Cambogia, la Basilica di Santa Sofia a Istanbul, il Taj Mahal in India e il Tempio di Kiyomizu a Kyoto in Giappone.
L'Africa gareggia con due opere: l'antica città di Timbuktu in Mali e la veterana Piramide di Giza in Egitto (unico monumento a figurare nel vecchio e nel nuovo elenco delle Sette Meraviglie).
L’America tenta il colpo grosso con la Statua della Libertà, il Cristo Redentore di Rio de Janeiro, la piramide messicana di Chichen Itza, il Machu Picchu del Perù e le statue dell'Isola di Pasqua in Cile.
Rappresentata anche l’Oceania con il Teatro dell'Opera di Sidney.
Gli organizzatori sostengono che “al sondaggio si sta interessando l'intero pianeta, con qualche differenza.
L’Europa, infatti, è un po' lenta nell'esprimere il proprio parere mentre gli Usa, la Cina, l'India e l'America Latina hanno ingaggiato una battaglia serrata, a colpi di voti, per “piazzare” le loro candidate nell’elenco delle Sette Nuove Meraviglie del Mondo”.
Si naviga a vista tra brutte figure e brutti figuri
Ci voleva Roberto Benigni per interrompere, con il suo “Tutto Dante”, il Festival delle Brutte Figure che in questi giorni sta flagellando l’Italia. Magari finirà tutto “a tarallucci e vino” con l’implosione di Vallettopoli che, a forza di allargarsi, scoppierà facendo saltare solo Henry John Woodcock, “il mastino” acchiappa-vip che ora si è messo a sfruculiare i Servizi Segreti presunti deviati. Intanto vengono divulgati, “Urbi et Orbi” i messaggi subliminali di Lele Mora, disponibile anche in formato statuina di terracotta, insieme all’amico Fabrizio Corona, in un presepe napoletano. A mezzo stampa, Dario-Lele ricorda ai politici più smemorati: “Ne conosco tanti: ho fatto più favori io a loro che loro a me”. Penoso e ancora irrisolto, sotto molti aspetti, il pasticcio e/o l’incastro nel quale è rimasto invischiato il sempre più emaciato Silvio Sircana. Nella sua lettera, molto poco efficace per un “comunicatore” professionista, lui scrive “… Se di qualcuno sono stato vittima, sono stato vittima esclusivamente di me stesso...” L’impressione, invece, è che Sircana sia finito nel tritacarne di una storia molto più sporca e pesante di quello che lui ha definito “uno stupido cambiamento di percorso”. La quasi certezza è che, nella sciagurata vicenda delle foto scattate al Pedinato Portavoce, tra brutte figure e brutti figuri, non si arriverà mai alla verità. Con le ossa rotte ne esce anche il direttore di “Oggi” Pino Belleri, costretto a giustificarsi a destra, a manca e al centro. Molto più abile, nel dribblare lo tsunami MoraCorona, si sta rivelando il direttore di “Chi” Alfonso Signorini, “illuminato” a giorno dalla sua amica super-sensitiva Maddalena Anselmi. E mentre gli italiani scoprono di essere un popolo di santi (quando si tratta degli affari degli altri) e di navigatori (senza bussola), una sana “iniezione” di leggerezza è arrivata dal poeta-attore-giullare Roberto Benigni. Irresistibile il fuori programma da lui dedicato a Veronica Berlusconi durante il suo show “Tutto Dante” al Palasharp di Milano. Benigni ha iniziato il fuoco d’artificio di battute con un evocativo: “Se non fossi sposato la sposerei”. Ha quindi proseguito con un allusivo: “Io non porto tacchi, sono alto un metro e settanta tutto naturale, i capelli sono i miei, non ho mai messo la bandana, non ho mai messo il doppiopetto. Non racconto barzellette, non vado a cena con Bondi e Ghedini, che tutti e tre quando li vedo sembrano Star Trek, e poi non la tradirò mai sfacciatamente come fa lui con Fede, non le canterò mai le canzoni di Apicella”. Alla fine, è arrivata anche la dichiarazione di Benigni alla (ancora) signora Berlusconi: “Ho un amore straordinario per lei e le volevo fare una proposta di matrimonio. Se lei starà con me, ho già pronta la lettera di scuse a Silvio”. Ma la ventata di allegria portata dal siparietto Roberto-Dante e Veronica-Beatrice, è durata lo spazio di qualche ora. Il tam-tam delle agenzie di stampa è già distratto da un’altra Brutta Figura, questa volta internazionale. Dal Dipartimento di Stato americano arriva la dichiarazione di una fonte anonima che, in merito al rilascio di Daniele Mastrogiacomo, riferisce: “Gli Usa non erano informati del tipo di trattativa che stava facendo l'Italia per ottenere la liberazione dell'ostaggio. E' stato un errore scarcerare i cinque talebani”. Forse i dettagli dell’operazione non erano stati rivelati dal Ministro degli Esteri Massimo D'Alema al Segretario di Stato americano Condoleezza Rice per non rovinare l’atmosfera della cenetta informale che i due si sono concessi lunedì sera a Washington, proprio quando il giornalista di Repubblica veniva liberato. Il Dipartimento di Stato americano, nel ribadire che la Rice “non era a conoscenza dell’accordo tra il governo italiano e quello afgano” , attraverso il portavoce McCormack, ha manifestato “ovvia preoccupazione degli Stati Uniti che non negoziano con i terroristi”. Il sereno (almeno apparente) torna dopo una telefonata chiarificatrice tra “dear Max e dear Condy” che sfocia in un comunicato concordato tra Farnesina e Dipartimento di Stato. E, nella nota, la bacchettata degli USA viene anche ufficializzata con un esplicito : “Gli Stati Uniti si aspettano che, per quanto riguarda l'Afghanistan, in futuro non vengano più fatte concessioni”.
martedì, marzo 13, 2007
Corona & Mora + Talpa = Stampa pilotata?
In queste ore si scommette su “chi mollerà chi” nella giostra di rivelazioni, intercettazioni, confessioni e delazioni: in bilico appare l’equilibrio di noti giornalisti, politici e imprenditori. E, nel giorno in cui Fabrizio Corona decide di fare scena muta al Tribunale di Potenza, salta fuori un’ipotesi avanzata dal gip Alberto Iannuzzi: gli indagati avrebbero avviato una campagna di stampa pilotata al fine di evitare gli arresti e, ad informarli sugli sviluppi dell’inchiesta, potrebbe essere stata qualche “talpa” nella Polizia. Il gip Iannuzzi, genericamente, cita “qualche appartenente alle forze di polizia, cui peraltro in particolare Mora fa riferimento”. Le notizie ricevute dalla misteriosa “talpa”, in servizio nelle forze dell’ordine, avrebbero permesso agli indagati di attivare e pilotare, in modo deviato e distorto, tutti gli organi di informazione televisivi e di stampa, e questo al solo scopo di scongiurare la temuta applicazione di misure cautelari personali. Sempre secondo il gip Iannuzzi, gli indagati hanno “passato ai media sottobanco una serie di notizie spesso imprecise e fasulle al solo scopo di confondere le acque creando una situazione di pubblicità del tutto apparente ed irreale nella prospettive di evitare conseguenze pregiudizievoli”. Magari sarà solo una coincidenza ma, proprio su questo sito, lo scorso 9 gennaio, è stato pubblicato un articolo, firmato Mara Malda e intitolato “Lele Mora: intanto la Polizia lo premia”.Raccontava del ““XII Megashow per la Pace - Befana delle Forze di Polizia”, organizzato da Carmine Abagnale, ispettore della Digos e presidente dell’Associazione poliziotti italiani. Lele Mora era intervenuto con diversi suoi “assistiti”, tra cui Costantino Vitagliano, Daniele Interrante, Sara Tommasi e Ana Laura Ribas (le due ragazze a gennaio stavano ancora nella scuderia lelemorica). La kermesse, come si poteva leggere nel sito dell’associazione, “… unitamente all’intento di far trascorrere un pomeriggio divertente ai figli degli operatori della sicurezza e ai bambini milanesi, ha come obiettivo quello di rinsaldare i vincoli di stima, amicizia, rispetto e collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine”.Durante il “XII Megashow per la Pace”, la Befana dell’Associazione poliziotti italiani, era stata buonissima con l’agente Mora. Invece del carbone (l’avvio dell’inchiesta aveva già suscitato notevole scalpore) al gongolante Lele era stato consegnato anche un premio “…per aver nel corso degli anni contribuito alla scoperta di numerosi talenti dello spettacolo accrescendo il prestigio stilistico, nel nostro Paese, nel mondo…” Una motivazione che, se fino a ieri faceva ridere (o piangere) oggi fa riflettere.
domenica, marzo 11, 2007
Caterina Murino la Vendicatrice sarà Mintonia: la Vedova scalza
Mara Malda per www.marellagiovannelli.com
Caterina Murino sarà la “Vedova scalza” Mintonia nel film ispirato al best seller di Salvatore Niffoi. Il romanzo, vincitore del premio Campiello 2006, ha ispirato il regista Ciro Ippolito che, come protagonista femminile, ha scelto la Murino. L’attrice cagliaritana, già Eleonora d’Arborea, già Bond girl e presto Santa Margherita da Cortona, sta mostrando una notevole versatilità.
Il prossimo 19 marzo, al Teatro Valle di Roma, Caterina Murino reciterà alcune pagine della sceneggiature della “Vedova scalza”. In prima fila, ci sarà anche Salvatore Niffoi, in trasferta da Orani con tappa intermedia da Daria Bignardi. Lo scrittore sardo, che sta scalando le classifiche con il suo nuovo romanzo “Ritorno a Baraule”, ha letto con piacere le ultime dichiarazioni della sfolgorante Caterina, pronta a calarsi negli oscuri panni della vendicativa Mintonia.
L’incipit della “Vedova scalza”, con quel marito che le viene recapitato in pezzi, “spoiolato e smembrato a colpi di scure come un maiale”, ha subito conquistato la Murino. Dopo aver letto tutto il libro ha dichiarato che il personaggio di Mintonia le calza a pennello. E che, con la fiera e spietata “Vedova scalza”, ha in comune il carattere orgoglioso, forte e vendicativo.
Dice che vendicarsi le viene naturale però precisa (forse per arginare il panico): “Non arrivo ad ammazzare come Mintonia, io sono cattolica. Ma contro chi mi ha fatto un torto non posso fare a meno di vendicarmi”. Il suo consiglio per l’uso è gelido: “ La vendetta più che calda o fredda va servita ghiacciata e con gli interessi”.
Spiega che “ in Sardegna è sempre esistito il matriarcato, il potere vero appartiene storicamente alla femmina. E’ una realtà unica della mia isola. In Sicilia, sarebbero stati i fratelli di Mintonia a vendicare l’omicidio di suo marito”. Davanti al marito squartato, Caterina-Mintonia, sarà “senza lacrime, senza fare scenate ma con quel dolore muto che ti fa morire dentro.
E con il lucido orgoglio che ti porta alla vendetta. Il mio personaggio deve affrontare prove atroci ed alcune scene sono durissime; anche sullo schermo, sarò una vera donna sarda”. Almeno in chiusura, il Murino-pensiero è dolce: “la Vedova scalza è anche una bellissima storia d’amore e di caparbietà. Lo è il libro e lo sarà anche il film; per me è una sfida entusiasmante”.
giovedì, marzo 08, 2007
Tributo a Thea Donna Sapiens
Thea, vissuta 14mila anni fa in Sicilia, studiata e “ricostruita” da antropologi e studiosi, oltre ad appartenere alla specie evoluta dell’homo sapiens, era anche una salutista. Per una donna di quel tempo era piuttosto alta (un metro e 65 centimetri) ed essendo morta a 30 anni (molto anziana per l’epoca) aveva sicuramente condotto una vita sana e regolare. Viveva in una grotta, praticava la caccia e si dedicava alla raccolta di frutta e verdure. Il suo clan non era molto numeroso; con il suo scheletro sono stati scoperti i resti incompleti di altri sei individui (quattro maschi e due femmine), oggi esposti in vari musei. Per millenni Thea è rimasta sepolta nella grotta di San Teodoro, sopra Acquedolci. Nel 1937, il suo scheletro, in uno stato di conservazione quasi perfetto, venne scoperto durante una campagna di scavi promossa dalle Università di Palermo e di Firenze. Recentemente, il volto della “donna sapiens” Thea (forse anche bello per i canoni estetici dei suoi tempi) è stato ricostruito dall’antropologo Roberto Micciché e dallo scultore Toni Rizzo. Esposto al museo naturalistico Gemmellaro di Palermo, appare allungato e con la mandibola sporgente. Una folta capigliatura contribuisce a rendere vagamente scimmiesco l’aspetto di Thea. Sul suo teschio hanno lavorato con tecniche molto sofisticate simili a quelle utilizzate per ricostruire il cranio del conte Ugolino e i resti di alcuni faraoni. Ma è la prima volta che questo procedimento viene applicato ad esseri umani vissuti nella preistoria.
mercoledì, marzo 07, 2007
Dalla Santanchè alla Rusic: Canio Mazzaro sempre all'ombra
Meglio all’ombra della "Muccassassina" Rita Rusic che compagno-ombra della parlamentare Daniela Santanchè: così deve aver pensato il moretto ing. Canio Mazzaro, imprenditore farmaceutico, presidente e amministratore delegato di Pierrel. Galeotta sarebbe stata una sfilata milanese, lo scorso gennaio, a far scoccare il colpo di fulmine dal basso (Canio) verso l’alto (Rita). L’imprevedibile Rusic, già signora Cecchi Gori, già produttrice cinematografica, nel periodo di Carnevale, ha poi dato spettacolo in varie località della penisola. Sul palcoscenico del Muccassassina di Roma ha presentato il suo primo cd dedicato alle icone gay; in un prestigioso albergo e in un noto ritrovo di Cortina invece si è presentata clamorosamente accoppiata con Canio Mazzaro. Gli avvistamenti della “strana coppia” sono continuati anche a Milano e hanno avuto, come prevedibile conseguenza, una coda fotografica su “Chi” di questa settimana. La sequenza di immagini, finite sulla rivista, non sono particolarmente eloquenti ma hanno dato il via libera ad un pissi pissi ora incontenibile ma strisciante da un paio di mesi. Molti amici sapevano e tacevano per affetto, stima e rispetto della Santanchè, sempre impegnata a Roma mentre “Canio si faceva vedere in giro con la Rusic in atteggiamenti inequivocabili, anche negli stessi posti e davanti alla stessa gente che lui frequenta con Daniela. Un cattivo gusto davvero totale!” Le amiche, addolorate “per la sofferenza di Daniela che da Canio ha anche avuto un figlio” sono tutte per lei “che è tanto cresciuta in questi anni, impegnandosi al massimo per riuscire a fare bene il suo lavoro in Parlamento”. Fanno anche notare quanto “la Santanchè abbia aiutato il suo compagno Canio Mazzaro che, senza di lei, mai sarebbe arrivato ad avere Flavio Briatore come socio nella Pierrel”.Le previsioni su come finirà questa storia, storiella o storiaccia, sono piuttosto cupe; dipingono una Daniela furiosa e un Canio per niente pentito. La Santanchè, nota “lupa di mare” saprà comunque nuotare nelle acque familiari e politiche per lei agitatissime in contemporanea. Alcuni azzardano anche una scommessa: “Mastella, Casini e il Grande Centro; potrebbe essere questa la svolta post-AN di Daniela Santanchè, oggi delusa sui due fronti dell’amore e della politica”.
giovedì, marzo 01, 2007
Dolce vita smeraldina nell’estate 2005: Danilo Coppola ieri incluso, oggi recluso
Associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta, riciclaggio, falso ed appropriazione indebita: queste le accuse che oggi hanno portato in carcere Danilo Coppola. Nell’estate del 2005 l’immobiliarista romano ha trascorso le sue vacanze a Porto Rotondo e in una mia cronaca “maramalda” ho descritto un aspetto particolare di quel suo soggiorno. Nello stesso articolo raccontavo spigolature vacanziere di altri noti personaggi e un’autobuca di Lapo Elkann all’inaugurazione del Fiat Playa:
“La guardia sul tetto che scotta ancora non si era mai vista a Porto Rotondo. A Sor Danilo Coppola, immobiliarista-finanziere romano, collega di Ricucci, vogliamo dire che qui non si usa; davvero troppo sudamericano come stile. Neanche il suo vicino di villa Ennio Doris Mediolanum aveva mai osato tanto, “limitandosi” a una decina di vigilantes sistemati , insieme alle telecamere, sul muretto a secco, al posto dei fichi d’India. Ma Coppola ha voluto strafare e ha piazzato guardie del corpo armate persino sul tetto di una delle ville storiche di Punta Volpe, affittata per il mese di giugno. Per luglio, invece, ha preso un’altra casona, sempre nella stessa insenatura di Porto Rotondo.
Vedere i gorilla di Danilo Coppola, tarantolati dal caldo, fare avanti e indietro tutto il giorno sui tetti (annaffiati con la pompa come da foto) rientra tra gli inediti assoluti del trash estivo. Scherzetto in salsa smeraldina per Stefano Ricucci e Anna Falchi. Mentre tutti si agitavano per le loro nozze rinviate a sorpresa, i due mancati sposi se la spassavano al largo di Porto Cervo insieme a un gruppo misto di familiari e amici, tutti a bordo del Sai Ram 48 piedi. Al calar della sera sono scesi a terra per una cena blindata allo Yacht Club 6. C’è chi giura di aver visto, sabato sera, una tavolata formata da Stefano Ricucci, Sergio Billé e Giampiero Fiorani…
Fine settimana da Presidente-Nonno per Silvio Berlusconi che ha ospitato alla Certosa di Punta Lada, la figlia Marina con i bambini. Il Cavaliere li ha scarrozzati con la stessa macchinina elettrica già da Lui guidata con Putin come passeggero. I nipotini hanno giocato con le paperelle “ospiti” del laghetto, facendo dimenticare al caro Nonnino il Palazzo romano con relativi finifolliniecasini. Per la festa in bianco, contagiato dal Bria-virus, Tom Barrack ha fatto un’entrata a sorpresa al Nikki Beach di Porto Cervo, preceduto e seguito da uno stuolo di “barrackine” infiorate e svestite a festa. Resistono comunque, vicino allo Zio Tom, le signore storiche & croniche della Costa Smeralda, a cominciare da Milena Maffei, Sandra Carraro e Marta Marzotto. Sempre al White Party, avvistato nel boschetto riattato a privè , Lele Mora, incredibilmente solo; tutti gli guardavano il didietro orfano del solito codazzo. Per lui un abbraccio consolatorio di Beatrice Borromeo… Scenette esilaranti al Fiat Playa nel Golfo di Marinella. Sul biglietto d’invito all’inaugurazione c’era scritto: ore 20. Preciso come un orologio svizzero si è presentato all’ingresso Carlo Giovanelli, accompagnato da Mara Pia Ruspoli. I due aristocratici sono stati gentilmente pregati di aspettare fuori una mezzoretta visto che l’apertura era stata posticipata alle 20,30 per motivi organizzativi. Il disguido ha fatto voltare i tacchi alla infastidita principessa Ruspoli mentre il principe Giovanelli è rimasto pazientemente in attesa.
Ma, una volta entrato, per lui “l’aspetta e spera” è continuato perchè era stato annunciato l’arrivo di Lapo Elkann con Martina Stella. Invece, dal mare (spettacolare il posto) è arrivato di tutto (compresa una Panda su un gommone e una zattera esotica che fungerà da champagneria acquatica) meno che i due personaggi più inutilmente attesi della festa Fiat. La delusione di Carlo Giovanelli è stata comunque mitigata dall’arrivo di Fabio Cannavaro. Arrancando e affondando elegantemente nella sabbia, il principe è riuscito ad avvicinarsi al bel calciatore che era in compagnia di Ciro Ferrara. A un tavolo vicino, c’era anche Serse Cosmi, con un clamoroso gessatino da spiaggia. Meno roboante lo sbarco, insieme a Massimo Gatti e a Marta Marzotto, di Miss Siberia Evgenya Kucher e di Sylvie Lubamba.
La splendida Evgenya conta ammiratori eccellenti anche in Costa Smeralda di cui potrebbe diventare donna-immagine anche se l’asse sardo-siberiano appare leggermente bizzarro e un po’ forzato. Ancora più forzato il brand FIAT stampato a lettere cubitali persino sul fondo della piscina del nuovo stabilimento balneare polivalente con sponsor unico ed invasivo, dal parcheggio alla boa, passando per le poltroncine del ristorante e le sdraio in spiaggia. Salvati dal marchio solo i granelli di sabbia per impossibilità tecnica".