Intervista a Mara Malda in http://www.marellagiovannelli.com/
In merito all'articolo, intitolato “Mara Malda, allergica al gossip, cambia pelle”,apparso su http://www.marellagiovannelli.com/, sono stata intervistata da Francesco Cassitta per un’emittente televisiva locale. Il collega Marco Mezzano ha poi “sbobinato” questa chiacchierata, informale ma chiara, pubblicata nei giorni scorsi sul periodico Olbia Provincia. Questo che leggete è il testo, riportato quasi integralmente, a cominciare dal titolo.
D - Marella Giovannelli, o Mara Malda, sul tuo sito dici di rifiutare il gossip, come mai?
Quest'anno ho dato un addio ufficiale, notificando la mia decisione alle persone con le quali collaboravo da anni, come D'Agostino di Dagospia, per il quale ero un punto di riferimento. L'ho deciso dopo tantissimi anni, anche se in tutto questo tempo ho sempre scisso il lavoro di Marella Giovannelli dalla seconda pelle estiva che viveva a contatto con un certo mondo. Quello che ho sempre descritto con distacco ed ironia, ma a volte con molta rabbia. In questi anni c'è stata un'involuzione del modo di divertirsi in Costa, come ho più volte denunciato. Manca la classe e la spontaneità, tutto è diventato una sponsorizzazione; un mondo che non mi piace, dove più sei avanzo di “balera” e di galera e più la gente ti mette i tappeti rossi. Dove i soldi sembrano non avere più nessun odore. Ho sempre criticato questi atteggiamenti, convinta di dare comunque un mio piccolo contributo. Invece mi sono accorta che per queste persone, purché se ne parli va bene. Alla fine, però, amplifichiamo le loro gesta. Così mi sono ritrovata con le mie foto che ho sempre venduto, i racconti che ho divulgato, attraverso testate nazionali ed internazionali oltre che sul web, a dare un contributo affinché questo mondo si sviluppasse in questo senso. Non voglio dire che Mara Malda è pentita, ma si è stufata di fare da cassa di risonanza a queste persone.
D - È un rigetto …È un rigetto totale, lo stesso per le fragole, le ciliegie e la cioccolata che non posso più mangiare. Quindi, di questo mondo non mi posso più occupare perché mi sono stufata. Da diversi anni questa realtà si è ripiegata su se stessa, non si apre al meglio che la Sardegna può offrire. Nei locali si va per finire sui giornali. Noi giornalisti, quindi, stiamo facendo il loro gioco. Oltre alle riviste più o meno patinate, anche quotidiani e televisioni danno sempre più spazio ad un certo tipo di mondo, mentre qua vengono fior di intellettuali ed artisti che sono regolarmente ignorati. A questo punto anche il nostro modello di sviluppo turistico, senza crescita culturale, non andrà da nessuna parte. Dedichiamoci anche alle persone che meritano. Io ho pensato che il mio messaggio arrivasse, prendendoli in giro, invece più fai così più sono contenti, perché, in fondo, va sempre bene pur che si parli di loro. Quindi non ne parlerò più.
D - Woodcock sta chiamando tutti…
Siccome nessuno mi ha fatto pressioni, né tantomeno ho proposto a qualcuno le mie foto purché venissero ritirate (le ho sempre pubblicate), devo dire che nessuno mi ha mai dato fastidio.
D - Gli altri cosa faranno in Costa?
Il loro lavoro. Ho amici fotografi che vengono qua ogni anno. Arrivano a fine giugno, prendono in affitto una villa per tutta la stagione, perché questa è diventata una terra dove alla fine si può lavorare bene e produrre ricchezza. Ho rinunciato anche a collaborazioni economicamente notevoli, perché non mi interessa continuare. Niente, comunque, è cambiato dopo Vallettopoli, anzi sono tornati più agguerriti, come se l'esperienza di galera o di fascicolo giudiziario ancora aperto fosse un valore aggiunto.
D - Il fatto che la stampa continui con il gossip va in controtendenza col tuo caso?
Io parlo per me, naturalmente. Mi autocensuro. Per me sarà una gioia non frequentare il Billionaire. Frequenterò solo posti che mi farà piacere visitare. Vent'anni fa era diverso quando si facevano le feste. Ora vai perché c'è il tizio che deve presentare l'orologio, il vestito. Si va per farsi vedere e finire sui giornali. Manca lo spirito della festa e del gusto di ritrovarsi, solo per il piacere di trascorrere insieme una bella serata. Poi ognuno fa le sue valutazioni. Io mi sono stufata, non condivido più tante cose. Era da tempo che cercavo di lanciare messaggi.
D - Quindi avremo una Marella in veste non “gossipara”?
C'è tanto da fare per la mia città. Preferisco parlare delle cose serie che Olbia ha da offrire. Vorrei che la Costa Smeralda recuperasse l'anima che ha perso. So che ci sono ottime iniziative culturali per l'estate, so che Salvo Manca e Renzo Persico in fondo vogliono una Costa diversa. Penso che la Gallura abbia tantissimo da dare. C'è da lavorare molto per integrare le coste all'interno. È tutto l'inverno che giro in Sardegna, paesaggi bellissimi, paesi fantasma. Sono talmente innamorata della mia terra che non sopporto più che venga considerata terra di conquista per questi personaggi, tantomeno una rampa di lancio. A quelle feste io ho sempre tenuto un atteggiamento particolare. Non bevo, non fumo, sono lucida con la mia macchina fotografica a riprendere ed ascoltare. Tornavo a casa, scaricavo le mie foto, scrivevo. Sempre distaccata. Chiaro che mi invitavano perché mi conoscevano come Marella, ma li ho sempre visti con occhio critico, sarcastico, incazzato. Non è servito a nulla. Questi continuano ad abusare della nostra terra. Vorrei che tutti dessimo un segnale. Perché tanta gente la deve piantare con l’arroganza e la presunzione di poter fare qualsiasi cosa. A questo punto vorrei lanciare un nuovo slogan: meno se ne parla e meglio è.