Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)
Troppo difficile per me scrivere della morte di Pino Careddu, giornalista e amico carissimo, a cui mi legavano ricordi familiari importanti e tante collaborazioni professionali. Ci eravamo sentiti qualche giorno fa e mi aveva parlato, con grande serenità e coraggio, dell’ennesima prova che si accingeva ad affrontare. Un altro ricovero in ospedale per un intervento chirurgico che andava ad aggiungersi agli altri, già subiti in questi ultimi anni. Quella telefonata si è conclusa con un saluto scherzoso da parte sua e un arrivederci a presto. Pino aveva imparato a convivere con la sua malattia; negli intervalli che “lei” gli concedeva, lui faceva sempre sentire la sua voce forte, spesso caustica e scomoda, di uomo libero, imprevedibile e fuori dai cori di potentati e schieramenti. Nel febbraio del 1960 aveva fondato 'Sassari Sera', storica rivista dal taglio sarcastico che riferiva fatti e retroscena di politica, economia e costume della società sarda. Il suo era un giornale definito di "controinformazione", prima settimanale, poi quindicinale e, successivamente, mensile. Da cinque anni l'edizione cartacea era affiancata da una versione sul Web. Per sua volontà testamentaria il giornale finirà con lui. Ho appreso della scomparsa di Pino Careddu dal suo sito che, oggi, in home page, riporta un affettuoso ricordo firmato dal collega Gibi Puggioni. Lo riporto integralmente:
Un abbraccio
"Nella vita di un giornalista arriva sempre un momento in cui si deve scrivere di un caro amico scomparso. Oggi quello che non avrei mai voluto fare tocca a me. Per annunciare che questa mattina poco prima delle 8 è morto al Policlinico di Sassari il giornalista Pino Careddu. Era nato a La Maddalena 74 anni fa. Fondatore del periodico Sassari sera, l'unico giornale di controinformazione che per decenni si è fatto odiare e amare in egual misura per il coraggio delle sue denunce. Pino era stato il mio maestro e un fraterno amico. Era un giornalista coraggioso, irriverente, mai succube dei potenti. Oggi c'è chi lo piange ma forse anche chi avverte il sollievo di essersi tolto di torno un giornalista scomodo. Pino lo si poteva amare totalmente o odiare con tutte le forze. Non c'erano vie di mezzo. Ma anche i suoi avversari, i più intelligenti ovviamente, Cossiga su tutti, pur attaccati dal suo giornale, lo accettavano perché gli riconoscevano un'intelligenza e una cultura che pochi fra quelli che fanno il nostro mestiere hanno. Aveva oggi, come 40 anni fa, la stessa curiosità per tutto quanto accadeva, soprattutto in Regione, e lo stesso amore totale per la sua professione. Anche in ospedale si era portato il computer per cominciare a preparare il materiale per quando sarebbe stato dimesso. La morte non glielo ha permesso".
Gibi Puggioni