Testo e foto di Mara Malda in www.marellagiovannelli.com
La conferenza stampa congiunta di Silvio Berlusconi e Vladimir Putin nella camaleontica e vitrea struttura dell’auditorium-serra della Certosa, finirà a Ballarò con un contorno di farfalle grandi come pipistrelli e grappoli di bozzoli tra le orchidee.
L’informalità della sala, attrezzata a tempo di record, ha stupito anche i cronisti più trasgressivi ipnotizzati da un gruppone discinto di donnine in bronzo rimasto sul pavimento, ancora caldo della nottata Bagaglina.
Molto amena anche la zona toilette, decorata con giocose e burrose figurine, sempre femminili. La casa delle farfalle tropicali, sistemata all’interno dell’auditorium, sarà gemellata con lo zoo di Mosca mentre un grande acquario verrà realizzato dove l’altro giorno hanno posizionato la cabina di regia per il duo Berlusconi-Putin.
Silvio e Vladimir si sono presentati in forte ritardo ma con le cravatte praticamente uguali, entrambe blu a pois bianchi.
Circostanza voluta o casuale in questa conferenza anomala oltre che informale? Dal probabile minivertice concordato sulla cravatta alla domanda pseudo-impertinente della giornalista russa, rimbrottata da Putin e scherzosamente “mitragliata” da Berlusconi.
La gaffe del Cavaliere, secondo alcuni, potrebbe essere stato l’unico momento vero (anche se basso) di una sceneggiata studiata a tavolino per stroncare il gossip sul presidente russo.
Intanto, al museo dei cactus, al giardino degli ibiscus, al palmeto e all’orto mediceo del Premier in pectore sempre più Giardiniere, sta per aggiungersi il labirinto delle camelie con mille piante di colori e specie differenti.
lunedì, aprile 21, 2008
venerdì, aprile 18, 2008
Gossip-siluro lanciato al duo Putin e Berlusconi in conferenza stampa
Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)
Nella serra-farfallario (che presto ospiterà anche un acquario tropicale) si è tenuta la conferenza stampa congiunta del premier in pectore Silvio Berlusconi e del presidente russo Vladimir Putin.
Provvidenziale il rinfresco con dolci sardi fatti in casa, vini bianchi e rossi (Turriga compreso) per la stampa locale, nazionale ed internazionale. Giornalisti e fotografi, nella lunga attesa dei due leader, hanno potuto fare prima colazione ed aperitivo. Berlusconi è arrivato guidando personalmente una macchinina “da parco” e, insieme all’amico Vladimiro, entrambi in giacca e cravatta, hanno subito affrontato gli argomenti annunciati.
Tutto secondo copione fino alla domanda galeotta posta da Natalya Melikova. Esilarante la reazione di Berlusconi che, dopo aver scrollato il capo più volte in segno di disapprovazione, ha mimato il gesto della fucilazione.
Bersaglio: la bionda e minuta giornalista russa della Nezavsinaya Gazeta che, armata di microfono e tradotta da un interprete degno di un cartone animato, ha chiesto lumi a Vladimir Putin sulla sua presunta nuova storia d'amore con l'ex ginnasta medaglia olimpica Alina Kabaeva, oggi deputata di Russia Unita. La smentita di Putin è stata secca e seccata, accompagnata dalla precisazione che “la società ha il diritto di sapere come vivono le persone che hanno un ruolo pubblico.
Ma anche in questo caso ci sono dei limiti. Esiste una vita privata nella quale a nessuno è permesso interferire. Ci vuole rispetto”. La giornalista rimbrottata, ritrovandosi al centro dell’attenzione, è apparsa visibilmente confusa e sull’orlo di una crisi di nervi con lacrime al seguito.
Il “battutista” Berlusconi ha subito sciolto il gelo siberiano riportando la conferenza sui binari prestabiliti e annunciando che le intese tra Russia e Italia riguardano l’energia, l’aviazione, lo spazio e i trasporti.
“Tra l'Eni e il gigante petrolifero russo Gazprom - ha dichiarato Berlusconi - esistono ulteriori possibilità di cooperazione”. Putin ha ribadito che “i rapporti tra Russia e Italia, saranno improntati ad uno sviluppo sempre più forte, con accordi di collaborazione in diversi settori. Sono un vecchio amico del signor Berlusconi, io avevo chiesto un incontro con lui prima delle elezioni politiche. Mi mancava e mi ha fatto piacere la sua schiacciante vittoria alle elezioni”.
Toccato anche il nodo Alitalia, la cui situazione è stata definita ancora aperta. “I contatti con Air France (contro cui non abbiamo nulla) proseguono”, ha precisato Berlusconi, lanciando però l’ipotesi di un grande gruppo internazionale.
A questo proposito, Putin ha confermato che Aeroflot sarebbe “disponibile a riprendere i contatti con Alitalia”. Il Cavaliere, ridanciano quando una giornalista ha chiamato “piccanti” i suoi rapporti con Bossi, li ha definiti “straordinari”, precisando che “non c’è assolutamente alcuna frizione.
È chiaro che ogni forza politica tende ad avere una presenza più incisiva, ma è il Presidente del Consiglio che poi proporrà i ministri”. Chiusa la conferenza stampa ufficiale, Berlusconi ha parlato anche della festa canterina e ballerina (Bagaglino & Apicella) organizzata alla Certosa in onore di Putin.
L’amico Vladimir gli aveva fatto, a suo tempo, una sorpresa analoga in occasione di una sua visita in terra russa. E il Cavaliere non ha voluto essere da meno.
Provvidenziale il rinfresco con dolci sardi fatti in casa, vini bianchi e rossi (Turriga compreso) per la stampa locale, nazionale ed internazionale. Giornalisti e fotografi, nella lunga attesa dei due leader, hanno potuto fare prima colazione ed aperitivo. Berlusconi è arrivato guidando personalmente una macchinina “da parco” e, insieme all’amico Vladimiro, entrambi in giacca e cravatta, hanno subito affrontato gli argomenti annunciati.
Tutto secondo copione fino alla domanda galeotta posta da Natalya Melikova. Esilarante la reazione di Berlusconi che, dopo aver scrollato il capo più volte in segno di disapprovazione, ha mimato il gesto della fucilazione.
Bersaglio: la bionda e minuta giornalista russa della Nezavsinaya Gazeta che, armata di microfono e tradotta da un interprete degno di un cartone animato, ha chiesto lumi a Vladimir Putin sulla sua presunta nuova storia d'amore con l'ex ginnasta medaglia olimpica Alina Kabaeva, oggi deputata di Russia Unita. La smentita di Putin è stata secca e seccata, accompagnata dalla precisazione che “la società ha il diritto di sapere come vivono le persone che hanno un ruolo pubblico.
Ma anche in questo caso ci sono dei limiti. Esiste una vita privata nella quale a nessuno è permesso interferire. Ci vuole rispetto”. La giornalista rimbrottata, ritrovandosi al centro dell’attenzione, è apparsa visibilmente confusa e sull’orlo di una crisi di nervi con lacrime al seguito.
Il “battutista” Berlusconi ha subito sciolto il gelo siberiano riportando la conferenza sui binari prestabiliti e annunciando che le intese tra Russia e Italia riguardano l’energia, l’aviazione, lo spazio e i trasporti.
“Tra l'Eni e il gigante petrolifero russo Gazprom - ha dichiarato Berlusconi - esistono ulteriori possibilità di cooperazione”. Putin ha ribadito che “i rapporti tra Russia e Italia, saranno improntati ad uno sviluppo sempre più forte, con accordi di collaborazione in diversi settori. Sono un vecchio amico del signor Berlusconi, io avevo chiesto un incontro con lui prima delle elezioni politiche. Mi mancava e mi ha fatto piacere la sua schiacciante vittoria alle elezioni”.
Toccato anche il nodo Alitalia, la cui situazione è stata definita ancora aperta. “I contatti con Air France (contro cui non abbiamo nulla) proseguono”, ha precisato Berlusconi, lanciando però l’ipotesi di un grande gruppo internazionale.
A questo proposito, Putin ha confermato che Aeroflot sarebbe “disponibile a riprendere i contatti con Alitalia”. Il Cavaliere, ridanciano quando una giornalista ha chiamato “piccanti” i suoi rapporti con Bossi, li ha definiti “straordinari”, precisando che “non c’è assolutamente alcuna frizione.
È chiaro che ogni forza politica tende ad avere una presenza più incisiva, ma è il Presidente del Consiglio che poi proporrà i ministri”. Chiusa la conferenza stampa ufficiale, Berlusconi ha parlato anche della festa canterina e ballerina (Bagaglino & Apicella) organizzata alla Certosa in onore di Putin.
L’amico Vladimir gli aveva fatto, a suo tempo, una sorpresa analoga in occasione di una sua visita in terra russa. E il Cavaliere non ha voluto essere da meno.
mercoledì, aprile 16, 2008
Silvio Berlusconi & Vladimir Putin: a volte ritornano…anche alla Certosa
Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)
Secondo quanto dichiarato dal suo portavoce Alexei Gromov, “Vladimir Putin, giovedì 17 aprile, effettuerà una visita di lavoro in Sardegna, in Italia, dopo il suo soggiorno in Libia, per incontrare il leader della coalizione italiana di centro-destra Popolo della Libertà Silvio Berlusconi, che ha vinto le elezioni legislative anticipate. Le discussioni verteranno sullo stato della cooperazione russo-italiana e le prospettive della sua evoluzione”. Lo stesso Berlusconi avrebbe confermato l’arrivo di Putin, suo ospite a cena, giovedì prossimo, alla Certosa di Porto Rotondo.
Il dialogo fra i due potrebbe decollare sull’asse Aeroflot-Alitalia, stando ad alcune fonti che caldeggiano l'ipotesi di un'alleanza fra le due compagnie aeree. Il Cremlino ha fatto sapere che il viaggio in Libia e l’incontro con Berlusconi figurano tra gli ultimi impegni internazionali del presidente russo, che il 7 maggio, lascerà l'incarico per diventare primo ministro e capo di Russia Unita, partito di maggioranza della Duma. Putin, quindi, festeggerà la sua nomina insieme all’altrettanto festante amico-collega neo-premier Silvio Berlusconi, al suo primo impegno internazionale dopo la vittoria delle elezioni italiane. In attesa della rimpatriata certosina, ricordiamo il precedente incontro tra i due leader, avvenuto sempre alla Certosa, in un’afosa giornata di fine estate, nel 2003, con un articolo, scritto allora da Mara Malda per Dagospia:
Secondo quanto dichiarato dal suo portavoce Alexei Gromov, “Vladimir Putin, giovedì 17 aprile, effettuerà una visita di lavoro in Sardegna, in Italia, dopo il suo soggiorno in Libia, per incontrare il leader della coalizione italiana di centro-destra Popolo della Libertà Silvio Berlusconi, che ha vinto le elezioni legislative anticipate. Le discussioni verteranno sullo stato della cooperazione russo-italiana e le prospettive della sua evoluzione”. Lo stesso Berlusconi avrebbe confermato l’arrivo di Putin, suo ospite a cena, giovedì prossimo, alla Certosa di Porto Rotondo.
Il dialogo fra i due potrebbe decollare sull’asse Aeroflot-Alitalia, stando ad alcune fonti che caldeggiano l'ipotesi di un'alleanza fra le due compagnie aeree. Il Cremlino ha fatto sapere che il viaggio in Libia e l’incontro con Berlusconi figurano tra gli ultimi impegni internazionali del presidente russo, che il 7 maggio, lascerà l'incarico per diventare primo ministro e capo di Russia Unita, partito di maggioranza della Duma. Putin, quindi, festeggerà la sua nomina insieme all’altrettanto festante amico-collega neo-premier Silvio Berlusconi, al suo primo impegno internazionale dopo la vittoria delle elezioni italiane. In attesa della rimpatriata certosina, ricordiamo il precedente incontro tra i due leader, avvenuto sempre alla Certosa, in un’afosa giornata di fine estate, nel 2003, con un articolo, scritto allora da Mara Malda per Dagospia:
“Dov’è il culatello speciale che ho fatto arrivare per Putin? Panico di primo mattino nelle cucine della Certosa di Porto Rotondo davanti alla fatidica domanda posta dal Presidente Berlusconi che già pregustava la cenetta casalinga per tifare il Milan incollato alla TV a doppio filo insieme all’amico Vladimir. Desolata la risposta del cuoco Michele: “Presidente, il culatello si è perso nelle Poste Italiane, non sappiamo come fare a rintracciarlo per stasera!”. Ma la visione del Cavaliere costernatissimo ha acuito l’ingegno golfoarancino di una persona di fiducia della casa e di un suo giovane nipote di nome Massimiliano M. ora più noto come “l’uomo del Culatello”. Nel giro di poche ore i due hanno ripercorso le tracce del glorioso salume della Bassa Padana. Il primo colpo di genio è stato telefonare a Montecarlo, al cuoco del Milan per acquisire i dati dell’avvenuta spedizione. Una volta in possesso di tutte le informazioni, è stato possibile intercettare il voluminoso pacco che si era incagliato alle Poste di Sassari. Il prode Massimiliano, con la benedizione del Cavaliere, ha quindi lasciato la Certosa con una promessa: “Vado a Sassari, recupero il culatello e torno in tempo per la partita di Supercoppa”. E così è stato, con grande gioia di Berlusconi tornato a casa semi-liquefatto ( mentre Putin pareva ibernato) dalla conferenza-sauna all’Abi d’Oru.
Qualcuno ci aveva creduto al party per 400 e per la vergogna di non aver ricevuto l’invito ha preferito anticipare la partenza da Porto Rotondo o darsi gravemente ammalato: in realtà la tanto “amplificata” (in tutti i sensi) cena-concerto alla Certosa in onore di Putin era nata super-ristretta e così è rimasta. Gli invitati erano davvero pochi; tra i venti e i trenta inclusi quelli arrivati per il caffè. Accanto al Cavaliere e alla moglie Veronica (blusa e pantaloni bianchi tempestati da fiori multicolor) c’erano anche i figli. Conclusa la cena (con il porcetto sardo superstar) consumata all’interno della villa, la serata è continuata nello spazio matrioshka polivalente della Certosa adibito a: piscina coperta, palestra, sala musica, varie ed eventuali. Qui si sono succeduti i canti napoletani di Apicella e Berlusconi, qualche coretto russo e gli amarcord di Tony Renis mentre Andrea Bocelli si è esibito col contagocce. Il grande tenore ha destato forse più sensazione tra gli illustri ospiti, sia italiani che stranieri, per l’avvenenza della splendida e giovane donna che lo accompagnava. Dopo il digestivo e le barzellette raccontate a raffica dal Cavaliere, è arrivato il momento dei fuochi d’artificio, ormai consuetudine di tutti i ricevimenti organizzati alla Certosa. Cambio di scenario per il pranzo domenicale (anche questo casalingo e familiare), a base di spigole ed aragoste.
Lo hanno servito nel gazebo allestito sulle rive del lago temporaneamente liberato dalle paperelle per evitare problemi di torbidezza alle chiare, fresche e dolci acque molto ammirate da Vladimir Putin. Il quale non sapeva proprio dove guardare, scarrozzato dal Presidente-Autista Berlusconi in macchinina elettrica, alla scoperta delle meraviglie del parco, zappettato personalmente dal Cavaliere fino al giorno prima. A colpire Putin, oltre ai duemila cactus, è stata anche una ex-orribile cabina elettrica ora tutta rivestita in pietra e trasformata in fortezza nuragica con un olivo di milleseicento anni sistemato proprio sul davanti e, tutto intorno, decine di altri alberi secolari.
La domenica mattina dei portorotondini è trascorsa nell’inutile attesa della passeggiata in paese di Berlusconi e Putin. Fregati anche i giornalisti che si intervistavano tra loro per passare il tempo, centinaia di vacanzieri-fans assiepati in diversi punti del villaggio e tutti i negozianti che hanno addirittura posticipato l’orario di chiusura e saltato il pranzo o il bagno a mare. Udita persino qualche imbarazzante invocazione del tipo “Olelè-olalà, faccelo vedè, faccelo toccà”. I più delusi sono stati i Tesorone (Pier Paolo e Fabio) sandalai napoletani con bottega e deschetto in piazzetta Deiana a Porto Rotondo. Hanno trascorso la domenica mattina aspettando inutilmente l’annunciata “calata” in paese di Berlusconi e Putin. Avevano pure preparato due regali per il presidente russo: una cravatta firmata Marinella e, naturalmente, un paio di sandali espressamente creati per Vladimiro. Ed erano anche riusciti a creare una piccola coreografia con le due bandierine di Italia e Russia svolazzanti sul balconcino del negozio e, in mezzo, un cartello di benvenuto molto artigianale ma bilingue.
Qualcuno ci aveva creduto al party per 400 e per la vergogna di non aver ricevuto l’invito ha preferito anticipare la partenza da Porto Rotondo o darsi gravemente ammalato: in realtà la tanto “amplificata” (in tutti i sensi) cena-concerto alla Certosa in onore di Putin era nata super-ristretta e così è rimasta. Gli invitati erano davvero pochi; tra i venti e i trenta inclusi quelli arrivati per il caffè. Accanto al Cavaliere e alla moglie Veronica (blusa e pantaloni bianchi tempestati da fiori multicolor) c’erano anche i figli. Conclusa la cena (con il porcetto sardo superstar) consumata all’interno della villa, la serata è continuata nello spazio matrioshka polivalente della Certosa adibito a: piscina coperta, palestra, sala musica, varie ed eventuali. Qui si sono succeduti i canti napoletani di Apicella e Berlusconi, qualche coretto russo e gli amarcord di Tony Renis mentre Andrea Bocelli si è esibito col contagocce. Il grande tenore ha destato forse più sensazione tra gli illustri ospiti, sia italiani che stranieri, per l’avvenenza della splendida e giovane donna che lo accompagnava. Dopo il digestivo e le barzellette raccontate a raffica dal Cavaliere, è arrivato il momento dei fuochi d’artificio, ormai consuetudine di tutti i ricevimenti organizzati alla Certosa. Cambio di scenario per il pranzo domenicale (anche questo casalingo e familiare), a base di spigole ed aragoste.
Lo hanno servito nel gazebo allestito sulle rive del lago temporaneamente liberato dalle paperelle per evitare problemi di torbidezza alle chiare, fresche e dolci acque molto ammirate da Vladimir Putin. Il quale non sapeva proprio dove guardare, scarrozzato dal Presidente-Autista Berlusconi in macchinina elettrica, alla scoperta delle meraviglie del parco, zappettato personalmente dal Cavaliere fino al giorno prima. A colpire Putin, oltre ai duemila cactus, è stata anche una ex-orribile cabina elettrica ora tutta rivestita in pietra e trasformata in fortezza nuragica con un olivo di milleseicento anni sistemato proprio sul davanti e, tutto intorno, decine di altri alberi secolari.
La domenica mattina dei portorotondini è trascorsa nell’inutile attesa della passeggiata in paese di Berlusconi e Putin. Fregati anche i giornalisti che si intervistavano tra loro per passare il tempo, centinaia di vacanzieri-fans assiepati in diversi punti del villaggio e tutti i negozianti che hanno addirittura posticipato l’orario di chiusura e saltato il pranzo o il bagno a mare. Udita persino qualche imbarazzante invocazione del tipo “Olelè-olalà, faccelo vedè, faccelo toccà”. I più delusi sono stati i Tesorone (Pier Paolo e Fabio) sandalai napoletani con bottega e deschetto in piazzetta Deiana a Porto Rotondo. Hanno trascorso la domenica mattina aspettando inutilmente l’annunciata “calata” in paese di Berlusconi e Putin. Avevano pure preparato due regali per il presidente russo: una cravatta firmata Marinella e, naturalmente, un paio di sandali espressamente creati per Vladimiro. Ed erano anche riusciti a creare una piccola coreografia con le due bandierine di Italia e Russia svolazzanti sul balconcino del negozio e, in mezzo, un cartello di benvenuto molto artigianale ma bilingue.
giovedì, aprile 10, 2008
Caro Giostraio ti scrivo, firmato Alberto Cocco e Marella Giovannelli ringrazia
Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)
Nel numero di aprile del mensile sassarese "Noi" è stata pubblicata questa recensione de “Il giostraio a riposo” di Marella Giovannelli, firmata da Alberto Cocco che ringraziamo per l’attenzione.
“Che cosa è mai il fascino? Intorno a questo dibattito, si sono cimentati con alterne fortune i sociologi ed i filosofi, i cronisti e gli improbabili opinionisti televisivi.
Per farla breve, è la capacità di sorprendere ed emozionare con una differente lunghezza d’onda, una linea sottile e silenziosa che racchiude molteplici aspetti e valori. A questo ed altro ho pensato, mentre rileggevo le liriche ispirate e mai banali, presentate da Marella Giovannelli in un incontro con il pubblico nei locali di una nota libreria sassarese. Questa bella signora gallurese è molto conosciuta nella Costa Smeralda per il suo lavoro di pungente biografa di un mondo discusso e quasi inaccessibile. Con lo pseudonimo di Mara Malda, la fustigatrice di costumi ha raccontato una realtà altrimenti giudicata luccicante, ed ha acquisito un paio di scoop di tutto rilievo, puntualmente offerti al popolare sito Dagospia.
Ma quando rientra nella sua meravigliosa casa sul mare, ed assorbe l’energia di questa terra magica e millenaria, si sveste delle paillettes e degli abiti da sera, e diventa l’anima sensibile e lieve di questo felice “Giostraio a riposo”. Marella ferma nel tempo e nel cuore le fotografie di una natura inesplorata, che lei ha qualche modo tenuto a battesimo. Quasi ad esorcizzare la paura dei cambiamenti e delle grette mutilazioni, che certi ingordi appetiti minacciano, vuole raccontare il prezioso dono degli elementi in pericolo: ( il soffio del vento ancora libero dalle barriere di cemento, il silenzioso crepitare del fuoco nel deserto, l’umidità della terra conquistata per un riposo dopo lungo e pensoso camminare, il ritmo eterno dell’acqua che tutto confonde e rinnova ).
Nella culla e nel nido tenero di questi amici, Marella attende la sopraffazione del suo spirito, investito da una inattesa rivelazione, che si traduce in sentimenti e ricordi, palpiti e simbolismi di alto profilo. E l’amore, in queste pagine è fanciullo e quasi clandestino.
L’amore è libero ed annoda solo brevi incontri, ama gli spazi infiniti e si sottrae ai lacci della nevrosi metropolitana e della ragione, che si riduce agli schemi consueti. Come nella bellissima e recente ispirazione di Lorenzo Jovanotti, il cielo ed il fango plasmano il vivere quotidiano, ed i sentimenti sono l’argilla pronta a cambiare la forma e lo spessore. Il giostraio, personaggio sovrano di questa raccolta, è ognuno di noi. Nel nostro ipnotico ripeterci e condannarci alla monotonia inconsapevole, c’è sempre il momento di salire ed iniziare una nuova avventura, con eccitazione e batticuore. Ed il momento di scendere, di ricevere la fine di un momento e di una relazione, di una stagione della vita e di una sicurezza che scioccamente credevamo eterna.
Nella voglia di cambiare ed abbandonarsi ai sensi, nel sentirci parte di quell’universo dal quale oscuramente veniamo e che ci sarà restituito, è questa osmosi tra il ricamo di una pagina e la natura. La mia personale sensibilità ha scelto dodici gemme, assolutamente da non perdere.
Tra le poesie di fuoco, CONDUCI IL GIOCO, DEDICA e IL GATTO SELVATICO. Tra le poesie di terra, OSSESSIONE, BOSCO e CIRCO. Nelle liriche d’acqua, segnalo le musicali MAREAMORE e IL FARO E LE MAREE, e LA PRIMA STELLA. Fra le parole d’aria, L’ESTRANEA, PITTORE ed I NOMI ALLE STELLE. Il libro (Edizioni Della Torre di Cagliari) è stampato da Gallizzi ed ha una raffinata veste grafica, con la copertina rosso cremisi e l’elegante corredo di immagini del bravo Lino Pes”.
“Che cosa è mai il fascino? Intorno a questo dibattito, si sono cimentati con alterne fortune i sociologi ed i filosofi, i cronisti e gli improbabili opinionisti televisivi.
Per farla breve, è la capacità di sorprendere ed emozionare con una differente lunghezza d’onda, una linea sottile e silenziosa che racchiude molteplici aspetti e valori. A questo ed altro ho pensato, mentre rileggevo le liriche ispirate e mai banali, presentate da Marella Giovannelli in un incontro con il pubblico nei locali di una nota libreria sassarese. Questa bella signora gallurese è molto conosciuta nella Costa Smeralda per il suo lavoro di pungente biografa di un mondo discusso e quasi inaccessibile. Con lo pseudonimo di Mara Malda, la fustigatrice di costumi ha raccontato una realtà altrimenti giudicata luccicante, ed ha acquisito un paio di scoop di tutto rilievo, puntualmente offerti al popolare sito Dagospia.
Ma quando rientra nella sua meravigliosa casa sul mare, ed assorbe l’energia di questa terra magica e millenaria, si sveste delle paillettes e degli abiti da sera, e diventa l’anima sensibile e lieve di questo felice “Giostraio a riposo”. Marella ferma nel tempo e nel cuore le fotografie di una natura inesplorata, che lei ha qualche modo tenuto a battesimo. Quasi ad esorcizzare la paura dei cambiamenti e delle grette mutilazioni, che certi ingordi appetiti minacciano, vuole raccontare il prezioso dono degli elementi in pericolo: ( il soffio del vento ancora libero dalle barriere di cemento, il silenzioso crepitare del fuoco nel deserto, l’umidità della terra conquistata per un riposo dopo lungo e pensoso camminare, il ritmo eterno dell’acqua che tutto confonde e rinnova ).
Nella culla e nel nido tenero di questi amici, Marella attende la sopraffazione del suo spirito, investito da una inattesa rivelazione, che si traduce in sentimenti e ricordi, palpiti e simbolismi di alto profilo. E l’amore, in queste pagine è fanciullo e quasi clandestino.
L’amore è libero ed annoda solo brevi incontri, ama gli spazi infiniti e si sottrae ai lacci della nevrosi metropolitana e della ragione, che si riduce agli schemi consueti. Come nella bellissima e recente ispirazione di Lorenzo Jovanotti, il cielo ed il fango plasmano il vivere quotidiano, ed i sentimenti sono l’argilla pronta a cambiare la forma e lo spessore. Il giostraio, personaggio sovrano di questa raccolta, è ognuno di noi. Nel nostro ipnotico ripeterci e condannarci alla monotonia inconsapevole, c’è sempre il momento di salire ed iniziare una nuova avventura, con eccitazione e batticuore. Ed il momento di scendere, di ricevere la fine di un momento e di una relazione, di una stagione della vita e di una sicurezza che scioccamente credevamo eterna.
Nella voglia di cambiare ed abbandonarsi ai sensi, nel sentirci parte di quell’universo dal quale oscuramente veniamo e che ci sarà restituito, è questa osmosi tra il ricamo di una pagina e la natura. La mia personale sensibilità ha scelto dodici gemme, assolutamente da non perdere.
Tra le poesie di fuoco, CONDUCI IL GIOCO, DEDICA e IL GATTO SELVATICO. Tra le poesie di terra, OSSESSIONE, BOSCO e CIRCO. Nelle liriche d’acqua, segnalo le musicali MAREAMORE e IL FARO E LE MAREE, e LA PRIMA STELLA. Fra le parole d’aria, L’ESTRANEA, PITTORE ed I NOMI ALLE STELLE. Il libro (Edizioni Della Torre di Cagliari) è stampato da Gallizzi ed ha una raffinata veste grafica, con la copertina rosso cremisi e l’elegante corredo di immagini del bravo Lino Pes”.
Alberto Cocco
domenica, aprile 06, 2008
Chiara Vigo, Maestro di Bisso Marino e Affabula-tessitrice, conquista i bambini di Olbia
Testo e foto in www.marellagiovannelli.com
Chiara Vigo, Maestro di Bisso Marino, unica in Europa ed una delle poche al mondo che ancora tesse la cosiddetta “seta di mare”, ha accolto l’invito del 3°Circolo Didattico di Olbia e, nell’arco di tre giornate, ha incontrato centinaia di bambini. Arrivata dall’isola di Sant’Antioco, l’ormai leggendaria Chiara Vigo, ha tenuto la sua prima lezione nella scuola di Santa Maria.
Ad accoglierla c’erano il Sindaco Gianni Giovannelli e l’assessore alla Pubblica Istruzione Uccio Iodice. La presenza della signora Vigo ha reso ancora più stimolante il progetto didattico avviato dalla coordinatrice Chiara Firinaiu, finalizzato alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale della Sardegna e di quelle realtà che rischiano di scomparire senza lasciare traccia.
La storia della tessitrice di bisso di Sant’Antioco è anche racchiusa in un libro, realizzato dai bambini della scuola dell’infanzia di Santa Maria. Per tanti mesi i piccoli alunni hanno accolto suggestioni, appreso conoscenze e maturato nuove consapevolezze sui maestri delle antiche arti, depositari dei valori e del vero sapere.
Hanno quindi vissuto con grande entusiasmo il passaggio dalla teoria alla pratica con Chiara Vigo nelle vesti di affabula-tessitrice, maestra di comunicazione oltre che di bisso marino. Tutti conquistati dal suo patrimonio di saperi esposto e proposto in modo carismatico ed articolato. L’affascinante lezione della tessitrice di Sant’Antioco si è dipanata tra ricordi di famiglia, passaggi della Bibbia, citazioni storiche, spunti favolistici, incursioni scientifiche, momenti ludici ed esperimenti in odore di magia.
Ma non poteva mancare la realtà dei fatti, dimostrata dai bioccoli di bisso, ripuliti, pettinati e filati “in diretta” da Chiara Vigo che ha poi coinvolto i bambini, diventati alberi, nella creazione di un telaio nuragico con successiva realizzazione di braccialetti e nastrini.
“Il bisso marrone, reso elastico dal limone, grazie ai raggi del sole prende il colore dell’oro”, ha spiegato la tessitrice, depositaria di una tradizione ancestrale, ricca di misteri e di segreti, tramandatale dalla nonna Leonilde Mereu. Chiara Vigo, definita unica erede di Berenice, tinge il suo bisso (ottenuto da un filamento prodotto dalle nacchere che si trovano nei fondali dell’ isola di Sant'Antioco) con erbe raccolte durante il periodo di luna nuova. Lo fila solo con un fuso di canna e lo tesse su un pesantissimo telaio in legno, ripetendo all’infinito gesti di certosina precisione.
Ai bambini ha mostrato anche il piccolo arazzo “Il leone di Tiro”, ricamato in bisso, precisando che dei giapponesi, a Porto Cervo, le offrirono 2 miliardi e mezzo di lire per averlo. Chiara Vigo rifutò perché, come lei stesso ha ribadito “il bisso non si compra e non si vende, i miei lavori sono dei giovani della Sardegna”.
Per lei è fondamentale far conoscere anche ai più piccoli un’arte millenaria e Maria, una bambina della scuola di Olbia, è stata scelta per un rito antichissimo. La Vigo le ha donato un laccio di bisso impegnandosi a tessere il suo cuscino di nozze se Maria, prima di sposarsi, glielo riporterà a Sant’Antioco.
“Se io non ci sarò più - ha precisato Tzia Chiara - lo farà Maddalena, la persona che prenderà il mio posto. Anche lei si batterà per salvare l’antica tradizione della tessitura del bisso e il giuramento in base al quale il bisso non si può vendere né commercializzare, perché è proprietà dell’intero popolo sardo.
Tessere il bisso non è, come sembra, far parte di una schiera di artigiani che elaborano tessuti e li vendono. Come è sempre stato, significa avere la responsabilità di conservare intatto un patrimonio gestuale che fa parte della storia dei propri avi e, di conseguenza, avere la consapevolezza dell´importanza della conservazione, senza creare squilibri o distruzioni della natura”.
Ad accoglierla c’erano il Sindaco Gianni Giovannelli e l’assessore alla Pubblica Istruzione Uccio Iodice. La presenza della signora Vigo ha reso ancora più stimolante il progetto didattico avviato dalla coordinatrice Chiara Firinaiu, finalizzato alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale della Sardegna e di quelle realtà che rischiano di scomparire senza lasciare traccia.
La storia della tessitrice di bisso di Sant’Antioco è anche racchiusa in un libro, realizzato dai bambini della scuola dell’infanzia di Santa Maria. Per tanti mesi i piccoli alunni hanno accolto suggestioni, appreso conoscenze e maturato nuove consapevolezze sui maestri delle antiche arti, depositari dei valori e del vero sapere.
Hanno quindi vissuto con grande entusiasmo il passaggio dalla teoria alla pratica con Chiara Vigo nelle vesti di affabula-tessitrice, maestra di comunicazione oltre che di bisso marino. Tutti conquistati dal suo patrimonio di saperi esposto e proposto in modo carismatico ed articolato. L’affascinante lezione della tessitrice di Sant’Antioco si è dipanata tra ricordi di famiglia, passaggi della Bibbia, citazioni storiche, spunti favolistici, incursioni scientifiche, momenti ludici ed esperimenti in odore di magia.
Ma non poteva mancare la realtà dei fatti, dimostrata dai bioccoli di bisso, ripuliti, pettinati e filati “in diretta” da Chiara Vigo che ha poi coinvolto i bambini, diventati alberi, nella creazione di un telaio nuragico con successiva realizzazione di braccialetti e nastrini.
“Il bisso marrone, reso elastico dal limone, grazie ai raggi del sole prende il colore dell’oro”, ha spiegato la tessitrice, depositaria di una tradizione ancestrale, ricca di misteri e di segreti, tramandatale dalla nonna Leonilde Mereu. Chiara Vigo, definita unica erede di Berenice, tinge il suo bisso (ottenuto da un filamento prodotto dalle nacchere che si trovano nei fondali dell’ isola di Sant'Antioco) con erbe raccolte durante il periodo di luna nuova. Lo fila solo con un fuso di canna e lo tesse su un pesantissimo telaio in legno, ripetendo all’infinito gesti di certosina precisione.
Ai bambini ha mostrato anche il piccolo arazzo “Il leone di Tiro”, ricamato in bisso, precisando che dei giapponesi, a Porto Cervo, le offrirono 2 miliardi e mezzo di lire per averlo. Chiara Vigo rifutò perché, come lei stesso ha ribadito “il bisso non si compra e non si vende, i miei lavori sono dei giovani della Sardegna”.
Per lei è fondamentale far conoscere anche ai più piccoli un’arte millenaria e Maria, una bambina della scuola di Olbia, è stata scelta per un rito antichissimo. La Vigo le ha donato un laccio di bisso impegnandosi a tessere il suo cuscino di nozze se Maria, prima di sposarsi, glielo riporterà a Sant’Antioco.
“Se io non ci sarò più - ha precisato Tzia Chiara - lo farà Maddalena, la persona che prenderà il mio posto. Anche lei si batterà per salvare l’antica tradizione della tessitura del bisso e il giuramento in base al quale il bisso non si può vendere né commercializzare, perché è proprietà dell’intero popolo sardo.
Tessere il bisso non è, come sembra, far parte di una schiera di artigiani che elaborano tessuti e li vendono. Come è sempre stato, significa avere la responsabilità di conservare intatto un patrimonio gestuale che fa parte della storia dei propri avi e, di conseguenza, avere la consapevolezza dell´importanza della conservazione, senza creare squilibri o distruzioni della natura”.
martedì, aprile 01, 2008
Petra Segreta: un gioiello dell’accoglienza tra i graniti di San Pantaleo
Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)
Si chiama Petra Segreta Resort & Spa la sorprendente novità incastonata tra le rocce di San Pantaleo, frazione del comune di Olbia e paese tra i più suggestivi della Gallura, nell’entroterra della Costa Smeralda.
Ci si arriva da una strada bianca che si lascia alle spalle le botteghe degli artisti, la piazza, la chiesa e il cuore in granito del villaggio. Il percorso che porta alla Petra Segreta potrebbe ben figurare in una caccia al tesoro, soprattutto, una volta raggiunta la neonata “charming house”.
Spettacolare il panorama che abbraccia il golfo di Arzachena, Caprera, la Maddalena e la Corsica. Qui è stato ricreato un piccolo borgo di stazzi dove rivive tutto il fascino della vecchia cussorgja gallurese.
I proprietari Luigi Bergeretto e Rosella Marchese (lei architetto, lui chef) hanno realizzato camere d’albergo di alto livello fiabescamente integrate nella natura circostante. I percorsi attraversano un’area di cinque ettari di bosco di rara bellezza, tra il verde cupo dei lecci e dei ginepri ed il biancore delle rocce granitiche scavate dal vento. Il tutto, immerso nei profumi e nei colori della macchia sarda.
La costruzione principale si affaccia sulla piscina, dove si trovano la hall, il salotto con camino, l’angolo bar con terrazzo panoramico, il ristorante con verande all’esterno, gli spazi riservati alla lettura e alla vita sociale. Molto particolare e raffinato anche l’arredamento che ha il calore di una vecchia ed accogliente dimora di campagna. Lo stesso stile caratterizza le 15 camere riservate agli ospiti del resort; ogni stanza ha il bagno interamente rivestito in pietra e una terrazza privata dotata di arredi da esterno.
Il centro benessere offre una serie di trattamenti ideati da Dipu, un famoso esperto indiano di medicina e di massaggi ayurvedici. L’esclusività della SPA consiste in due grotte naturali usate per trattamenti speciali come il Segreto di Petra su un letto di sale marino posto al centro della caverna e il Percorso dei Giganti, unico nel suo genere e realizzato all’aperto.
I prodotti usati sono preparati con le piante officinali presenti nel parco naturale del resort. La piscina, di acqua riscaldata con molteplici getti di idromassaggio e geyser a microibolle d’aria, è costruita su una rocca che domina le vallate e gode di una splendida vista sul mare.
Eccellente è anche il ristorante dell’hotel, curato dal proprietario-chef Luigi Bergeretto che sceglie personalmente le materie prime, dal pesce nostrano alle carni di allevamenti senza contaminazioni, verdure selvatiche provenienti dal territorio oltre agli inimitabili formaggi della Sardegna e le spezie locali.
Dalle sapienti mani di Luigi nascono piatti che uniscono gusti e sapori della tradizione alla raffinatezza della presentazione. Petra Segreta, gioiello dell’accoglienza, dista pochi minuti dal centro di San Pantaleo, paese antico ed incantevole, amato, proprio per la sua autenticità, da tanti artisti italiani e stranieri che hanno scelto di viverci tutto l’anno.
Si chiama Petra Segreta Resort & Spa la sorprendente novità incastonata tra le rocce di San Pantaleo, frazione del comune di Olbia e paese tra i più suggestivi della Gallura, nell’entroterra della Costa Smeralda.
Ci si arriva da una strada bianca che si lascia alle spalle le botteghe degli artisti, la piazza, la chiesa e il cuore in granito del villaggio. Il percorso che porta alla Petra Segreta potrebbe ben figurare in una caccia al tesoro, soprattutto, una volta raggiunta la neonata “charming house”.
Spettacolare il panorama che abbraccia il golfo di Arzachena, Caprera, la Maddalena e la Corsica. Qui è stato ricreato un piccolo borgo di stazzi dove rivive tutto il fascino della vecchia cussorgja gallurese.
I proprietari Luigi Bergeretto e Rosella Marchese (lei architetto, lui chef) hanno realizzato camere d’albergo di alto livello fiabescamente integrate nella natura circostante. I percorsi attraversano un’area di cinque ettari di bosco di rara bellezza, tra il verde cupo dei lecci e dei ginepri ed il biancore delle rocce granitiche scavate dal vento. Il tutto, immerso nei profumi e nei colori della macchia sarda.
La costruzione principale si affaccia sulla piscina, dove si trovano la hall, il salotto con camino, l’angolo bar con terrazzo panoramico, il ristorante con verande all’esterno, gli spazi riservati alla lettura e alla vita sociale. Molto particolare e raffinato anche l’arredamento che ha il calore di una vecchia ed accogliente dimora di campagna. Lo stesso stile caratterizza le 15 camere riservate agli ospiti del resort; ogni stanza ha il bagno interamente rivestito in pietra e una terrazza privata dotata di arredi da esterno.
Il centro benessere offre una serie di trattamenti ideati da Dipu, un famoso esperto indiano di medicina e di massaggi ayurvedici. L’esclusività della SPA consiste in due grotte naturali usate per trattamenti speciali come il Segreto di Petra su un letto di sale marino posto al centro della caverna e il Percorso dei Giganti, unico nel suo genere e realizzato all’aperto.
I prodotti usati sono preparati con le piante officinali presenti nel parco naturale del resort. La piscina, di acqua riscaldata con molteplici getti di idromassaggio e geyser a microibolle d’aria, è costruita su una rocca che domina le vallate e gode di una splendida vista sul mare.
Eccellente è anche il ristorante dell’hotel, curato dal proprietario-chef Luigi Bergeretto che sceglie personalmente le materie prime, dal pesce nostrano alle carni di allevamenti senza contaminazioni, verdure selvatiche provenienti dal territorio oltre agli inimitabili formaggi della Sardegna e le spezie locali.
Dalle sapienti mani di Luigi nascono piatti che uniscono gusti e sapori della tradizione alla raffinatezza della presentazione. Petra Segreta, gioiello dell’accoglienza, dista pochi minuti dal centro di San Pantaleo, paese antico ed incantevole, amato, proprio per la sua autenticità, da tanti artisti italiani e stranieri che hanno scelto di viverci tutto l’anno.