Testo e foto di Marella Giovannelli per www.marellagiovannelli.com
Orani e Teti sono due paesi nel cuore della Sardegna, a meno di trenta chilometri uno dall’altro. Facilmente raggiungibili da tutta l’Isola, possono costituire un itinerario emozionante, insolito e spettacolare. Oltre al centro storico di Orani, merita una
visita lo straordinario, piccolo Museo dedicato a Costantino Nivola, grande artista sardo (scultore, grafico e pittore) conosciuto in tutto il mondo. Il complesso, progettato dagli architetti Floris e Chermayeff, situato in posizione panoramica sul fianco di una collina, sfrutta anche gli spazi esterni oltre a quelli interni, ricavati in un antico lavatoio.
Le sculture di Nivola colpiscono per la purezza, l’energia e l’essenzialità della forma, immediatamente percettibile, in una sapiente sintesi di primitivismo e modernità. Rimandano all’essenza di una Sardegna ancestrale e alla Dea Madre, divinità preistorica preposta alla maternità e alla fertilità della terra.
Ruth Guggenheim, la vedova di Nivola, nato a Orani il 5 luglio 1911 e morto a Long Island il 6 maggio 1988, in una recente intervista, ha ricordato il viaggio di nozze, compiuto ad Orani nel 1938: “Prima di trasferirci in America, per sfuggire al fascismo e alle leggi razziali, abbiamo voluto rivedere il paese d’origine di Costantino. Appena arrivati mi sembrò che un intero villaggio circondasse la nostra automobile.
Ero impressionata dall’eleganza di questa gente in costume e dalla loro vibrante umanità... Il giorno successivo, mentre passeggiavo sulla via principale, mi resi conto della bellezza del villaggio. Tutte le case erano costruite con piccole pietre poste una sopra l’altra, le strade erano fatte di acciottolato. Vedere la gente in costume su questi fondali di pietra faceva di tutto il paese un’opera d’arte. Qui sentivo un’imponente distanza dal continente, ma più che una distanza geografica era temporale, storica. Mi sembrava un’esistenza più significativa e più intensa di quella vissuta sul continente nel ventesimo secolo.
Non c’è dubbio che gli abitanti di Orani fossero molto poveri materialmente, ma la loro vita e le loro emozioni li rendevano molto più ricchi. Questi uomini e queste donne possedevano e possiedono ancora un mistero e una dignità che ho raramente incontrato nelle città che ho visitato. Ero in presenza di esseri umani genuini”.
La strada che da Orani conduce a Teti sembra uscita da un libro delle favole e si snoda tra boschi, montagne, sorgenti, laghi e vallate. Nelle meravigliose foreste di lecci e sugherete secolari, nei dintorni del paese, si possono ancor oggi avvistare cervi, daini, cinghiali, volpi e lepri. I colori della natura e i profumi delle piante qui hanno un’intensità sorprendente e, alla bellezza dei paesaggi, si aggiunge la ricchezza dei siti archeologici, testimonianze di civiltà antichissime. Dai santuari e dalle capanne nuragiche di “Abini” e “S’Urbale” e dalle vicine Tombe dei Giganti, provengono molti dei preziosi reperti contenuti nel Museo Archeologico, situato nel cuore del paese.
Una passeggiata a piedi e, giusto in tempo per l’ora di pranzo, si arriva all’Oasi, un piccolo ristorante dove si scoprono gusti, sapori e fragranze della Sardegna dell’interno. Anna Maria Mele, altra grande “matriarca in cucina” (come Pasqua Palimodde a Su Gologone di Oliena e Rita Denza al Gallura di Olbia), prepara un quindicina di antipasti a base di funghi, cinghiale, agnello e verdure di campo. Poi gli squisiti maccarones de busa e i culurzones di patate e formaggio al sugo di pomodoro; il maialetto in umido con il gingiolu, ciliegia invernale che cresce a Meana Sardo; il buffulittu, pane di mandorle e miele o, ancora, la pasta frolla arrotolata con un ripieno di noci, nocciole, mandorle e le marmellate che Anna Maria confeziona personalmente in casa. Anche i distillati sono preparati in casa; l’ultima nata è una crema di liquirizia e mentuccia selvatica.