Testo e foto in Mara Malda www.marellagiovannelli.com
Il Malag, il “Movimento autonomo per la liberazione delle anime da giardino” che, fino ad oggi ha “rapito” 400 nanetti in tutta Italia, ha precisato di non aver nessun collegamento con il neonato “Movimento di liberazione dei Babbi Natale da terrazzo”. Nei giorni scorsi, in un paese del Bergamasco, è stato messo a segno il primo raid del M.L.B.N.T. che ha fatto sparire quindici Babbi appesi o arrampicati sulle facciate o nei balconi dei palazzi.
Poi li hanno “liberati” in un parco spiegando la finalità del gesto in un comunicato di rivendicazione dove, tra le altre cose, si legge che “il Babbo Natale che avevi legato ora è libero e felice. Noi membri del movimento vogliamo che cessi la moda di appendere il Babbo Natale ai terrazzi, perchè lui è uno spirito libero che visita le case delle persone buone. Nessuno può legarlo al terrazzo obbligandolo a fare visita alla propria abitazione. Babbo Natale compare dalle nostre parti solo nella notte di Natale, la sua casa è in Lapponia e non vive ai terrazzi o alle finestre dove sembra un impiccato. Comunque se vuoi riavere il tuo Babbo Natale, vai nel boschetto, quello vicino alla ferrovia, dove potrai trovarlo”. Firmato: Babbi Natale Free. E, infatti, i quindici pupazzi sono stati trovati sistemati su un albero.
Risate quasi per tutti perchè alcuni hanno presentato denuncia ai carabinieri per qualche danno alle facciate o alle inferriate provocato durante il “rapimento” dei Babbi. A questo punto, chi segue le gesta del commando specializzato nella liberazione degli gnomi in gesso sistemati nei giardini, ha subito pensato ad un’azione diversificata, in chiave natalizia, del movimento nato in Francia e ormai molto diffuso anche in Spagna oltre che in Italia.
Gli ottanta liberatori di nani in gesso, attivi in varie regioni italiane, ricordano anche, dal sito www.malag.it di aver compiuto, fino ad oggi, 125 missioni liberando “406 anime dei nanetti da giardino, imprigionate in un involucro di gesso, costretti a sorridere, al freddo, sotto la neve e la pioggia... nel tentativo di controllare la Natura, appropriarsi delle antiche favole e diffondere una fantasia globalizzata”. I volontari del Malag che definiscono “kitsch” ed “orrore ecologico” la moda dei nanetti da giardino, sono altrettanto impietosi nei confronti degli “orrendi pupazzi che in questo periodo affollano ringhiere, finestre, balconi, cornicioni, cancelli, ecc. Babbi Natale di pezza rigorosamente prodotti in Cina che si arrampicano deformi su piccole scalette, o appesi ad un balcone nello strenuo tentativo di scalarlo, ma che lì rimangono per tutte le feste di Natale. Lo sappiamo, è una scena triste e deprimente, soprattutto in questo periodo, ma non possiamo farci nulla”.
Dicono di aver “gentilmente declinato”, per tre motivi, molte richieste d’intervento arrivate al Malag, per la liberazione dei Babbi Natale. Primo: il Movimento vuol liberare i nanetti ed ogni altro essere è una distrazione dalla battaglia principale. Secondo: Babbo Natale non è una creatura dei boschi. Terzo: chi ha il coraggio di arrampicarsi su un balcone fino al 2° piano in pieno centro?