Testo e foto in Mara Malda per www.marellagiovannelli.com
Ci voleva Roberto Benigni per interrompere, con il suo “Tutto Dante”, il Festival delle Brutte Figure che in questi giorni sta flagellando l’Italia. Magari finirà tutto “a tarallucci e vino” con l’implosione di Vallettopoli che, a forza di allargarsi, scoppierà facendo saltare solo Henry John Woodcock, “il mastino” acchiappa-vip che ora si è messo a sfruculiare i Servizi Segreti presunti deviati. Intanto vengono divulgati, “Urbi et Orbi” i messaggi subliminali di Lele Mora, disponibile anche in formato statuina di terracotta, insieme all’amico Fabrizio Corona, in un presepe napoletano. A mezzo stampa, Dario-Lele ricorda ai politici più smemorati: “Ne conosco tanti: ho fatto più favori io a loro che loro a me”. Penoso e ancora irrisolto, sotto molti aspetti, il pasticcio e/o l’incastro nel quale è rimasto invischiato il sempre più emaciato Silvio Sircana. Nella sua lettera, molto poco efficace per un “comunicatore” professionista, lui scrive “… Se di qualcuno sono stato vittima, sono stato vittima esclusivamente di me stesso...” L’impressione, invece, è che Sircana sia finito nel tritacarne di una storia molto più sporca e pesante di quello che lui ha definito “uno stupido cambiamento di percorso”. La quasi certezza è che, nella sciagurata vicenda delle foto scattate al Pedinato Portavoce, tra brutte figure e brutti figuri, non si arriverà mai alla verità. Con le ossa rotte ne esce anche il direttore di “Oggi” Pino Belleri, costretto a giustificarsi a destra, a manca e al centro. Molto più abile, nel dribblare lo tsunami MoraCorona, si sta rivelando il direttore di “Chi” Alfonso Signorini, “illuminato” a giorno dalla sua amica super-sensitiva Maddalena Anselmi. E mentre gli italiani scoprono di essere un popolo di santi (quando si tratta degli affari degli altri) e di navigatori (senza bussola), una sana “iniezione” di leggerezza è arrivata dal poeta-attore-giullare Roberto Benigni. Irresistibile il fuori programma da lui dedicato a Veronica Berlusconi durante il suo show “Tutto Dante” al Palasharp di Milano. Benigni ha iniziato il fuoco d’artificio di battute con un evocativo: “Se non fossi sposato la sposerei”. Ha quindi proseguito con un allusivo: “Io non porto tacchi, sono alto un metro e settanta tutto naturale, i capelli sono i miei, non ho mai messo la bandana, non ho mai messo il doppiopetto. Non racconto barzellette, non vado a cena con Bondi e Ghedini, che tutti e tre quando li vedo sembrano Star Trek, e poi non la tradirò mai sfacciatamente come fa lui con Fede, non le canterò mai le canzoni di Apicella”. Alla fine, è arrivata anche la dichiarazione di Benigni alla (ancora) signora Berlusconi: “Ho un amore straordinario per lei e le volevo fare una proposta di matrimonio. Se lei starà con me, ho già pronta la lettera di scuse a Silvio”. Ma la ventata di allegria portata dal siparietto Roberto-Dante e Veronica-Beatrice, è durata lo spazio di qualche ora. Il tam-tam delle agenzie di stampa è già distratto da un’altra Brutta Figura, questa volta internazionale. Dal Dipartimento di Stato americano arriva la dichiarazione di una fonte anonima che, in merito al rilascio di Daniele Mastrogiacomo, riferisce: “Gli Usa non erano informati del tipo di trattativa che stava facendo l'Italia per ottenere la liberazione dell'ostaggio. E' stato un errore scarcerare i cinque talebani”. Forse i dettagli dell’operazione non erano stati rivelati dal Ministro degli Esteri Massimo D'Alema al Segretario di Stato americano Condoleezza Rice per non rovinare l’atmosfera della cenetta informale che i due si sono concessi lunedì sera a Washington, proprio quando il giornalista di Repubblica veniva liberato. Il Dipartimento di Stato americano, nel ribadire che la Rice “non era a conoscenza dell’accordo tra il governo italiano e quello afgano” , attraverso il portavoce McCormack, ha manifestato “ovvia preoccupazione degli Stati Uniti che non negoziano con i terroristi”. Il sereno (almeno apparente) torna dopo una telefonata chiarificatrice tra “dear Max e dear Condy” che sfocia in un comunicato concordato tra Farnesina e Dipartimento di Stato. E, nella nota, la bacchettata degli USA viene anche ufficializzata con un esplicito : “Gli Stati Uniti si aspettano che, per quanto riguarda l'Afghanistan, in futuro non vengano più fatte concessioni”.