giovedì, dicembre 18, 2008

Le marmellate di Berlusconi: dai frutti della Certosa dolci omaggi natalizi


Nel mio articolo “A passeggio nel Parco della Certosa: i numeri di Berlusconi-Giardiniere", tra le tante mirabilia certosine avevo citato le marmellate confezionate nei vasetti in vetro con il marchio “ Villa La Certosa”.
Sono tutte preparate con la frutta di stagione raccolta nell'agrumeto che riunisce 800 piante di 160 specie, compresa la Mano di Budda, un tipo di cedro con delle protuberanze simili a dita. In questo periodo la “marmellataia” sarda di Berlusconi (casalinga riservata ma non disperata di un paese poco distante da Olbia) ha fatto gli straordinari per preparare una notevole quantità di vasetti che il Presidente Berlusconi invierà come dolci omaggi natalizi ai suoi amici. Inequivocabili le targhette adesive scelte dal Cavaliere per la sua produzione di confetture portorotondine: una piccola bandiera italiana accanto alla scritta Villa La Certosa mentre sotto si specifica il contenuto del vasetto: Marmellata di…

lunedì, dicembre 01, 2008

George Clooney & Caterina Murino deleddiani in un film di Anthony LaMolinara


http://www.marellagiovannelli.com/articoli/georgeclooneycaterinamurinodeleddianiinunfilmdianthonylamolinara.php

“Prima o poi quei due si acchiappano e saranno fuochi d’artificio”. Quei due, secondo un anonimo “profeta” sardo, sarebbero Caterina Murino e George Clooney in odore di accoppiata vincente per un film al cui progetto sta lavorando Anthony LaMolinara, premio Oscar per gli effetti visivi di Spiderman 2, che si prepara a debuttare come regista.
Lo vuole fare con un film tratto da «La madre» di Grazia Deledda e, come protagonisti, ha indicato proprio George Clooney e Caterina Murino. Potrebbe quindi avverarsi il sogno di George Clooney che, di recente, elogiando la Murino neo-incoronata “The most beatiful Hollywood face”, ha pubblicamente espresso il desiderio di recitare insieme a lei (www.marellagiovannelli.com/mara_malda/georgeclooneysognaunfilmconcaterinamurinosalvatoreniffoilanciaunidea.php).
Forse il geniale Anthony Lamolinara ha capito il potenziale esplosivo della coppia e si è già sbilanciato con una prima dichiarazione di intenti: “ Penso sia importante trattare una storia come quella della Madre di Grazia Deledda. Affronta il tema del celibato dei preti che per me è innaturale. La protagonista femminile dovrebbe essere Caterina Murino, mentre per il ruolo del prete che si innamora di una donna vorrei George Clooney”.
Il Premio Oscar LaMolinara, nativo di Giulianova in Abruzzo ma cresciuto nel suburbio californiano di Burbank, è tra i riconosciuti maestri degli effetti speciali, tanto da essersi meritato l'ambita statuetta nel 2005 per il suo ruolo nel creare le spettacolari immagini di Spiderman II. Nel film tratto dal racconto di Grazia Deledda, Anthony LaMolinara vuole fare rivivere la storia di un amore negato in nome della religione e di una madre-padrona. La sua intenzione è ambientarlo in Sardegna, girarlo in lingua sarda, con i sottotitoli, e affidare il ruolo principale alla splendida attrice sarda Caterina Murino.
Che si ritroverebbe accanto, nei panni del prete innamorato, proprio il suo grande e dichiarato ammiratore George Clooney. In attesa di effetti speciali anche su questo fronte, il mago LaMolinara proclama entusiasta di aver trovato elementi di realismo magico nella scrittura di Grazia Deledda e di lei dice: “Mi ricorda Gabriel Garcia Marquez . Non è un caso che le abbiano dato il Nobel per la letteratura”.

mercoledì, novembre 26, 2008

Operato e felice Dede ex uomo-albero









Del drammatico caso di Dede Koswara mi ero già occupata nel febbraio scorso in un articolo intitolato Verruche, non corteccia e rami: curate l’uomo-albero!(www.marellagiovannelli.com/mara_malda/verruchenoncortecciaeramicurateluomoalbero.php). Allora, le immagini del trentasettenne pescatore indonesiano sfigurato a causa di una rara malattia e il suo appello lanciato in un video diffuso in Rete, avevano sconvolto il mondo. Dede “l’uomo-albero” chiedeva di essere curato per avere la possibilità di condurre di nuovo un’esistenza degna di questo nome. Licenziato dal lavoro e abbandonato dalla moglie, voleva avere un rapporto normale con i figli Entang e Utis, di 16 e 18 anni.
All’età di 15 anni, dopo un incidente e la conseguente asportazione della rotula, la pelle di Dede si è riempita di verruche che, con il tempo, sono cresciute in modo abnorme tanto da impedirgli di lavorare e di prendersi cura dei due figli. Il corpo dell’uomo, soprattutto le mani e i piedi, erano ricoperti da una specie di corteccia formata da accumuli e stratificazioni di porri. A provocare la malattia di Dede, diagnosticata da Anthony Gaspari, dermatologo dell'Università del Maryland, sarebbero stati due fattori: il Papilloma virus e un difetto genetico che ha bloccato il suo sistema immunitario, rendendolo incapace di contenere le escrescenze.
Il clamore internazionale suscitato dalle penose condizioni di Dede, diventato famoso in tutto il mondo come l’uomo-albero, ha spinto il governo indonesiano ad occuparsi del caso. Da febbraio ad oggi le condizioni di Dede sono molto migliorate grazie al trattamento chirurgico al quale è stato sottoposto nell’ospedale Hasan Sadikin nella città indonesiana di Bandung. Prima è stato curato per una grave infezione ai polmoni e poi i medici hanno iniziato i trattamenti specifici sul corpo, sugli arti e sul viso di Dede . Fino ad ora, dopo nove operazioni, gli sono stati asportati chili di verruche e in programma ci sono altri interventi.
“Non potrà essere curato al 100% - hanno dichiarato i medici che lo assistono – ma contiamo di rimuovere il 95% delle escrescenze”. La qualità di vita di Dede è già notevolmente migliorata. Ora può mangiare e vestirsi da solo, camminare senza dolore, scrivere e anche usare il cellulare. Tutte attività che prima non era in grado di svolgere.
I medici hanno anche precisato che le verruche sul corpo di Dede potrebbero ricrescere ma non costituiscono più una minaccia per la sua vita. Ora il pescatore indonesiano ha cominciato a coltivare nuove speranze per il suo futuro. “Ciò che realmente voglio – ha dichiarato Dede uscendo dall’ospedale – è stare meglio per poter trovare un lavoro e poi, magari, anche una ragazza da sposare”.

domenica, novembre 23, 2008

Rivalità stellari tra topi surfisti e scoiattoli in carriera

http://www.marellagiovannelli.com/articoli/sfidestellaritratopisurfistiescoiattoliincarriera.php

Tofu e Fin sono due topi bianchi hawaiani che fanno surf su due tavolette create su misura per loro. Da Laniakea Beach si possono ammirare le evoluzioni in acqua della coppia di roditori che, per niente impressionati dalle onde, mettono in pratica le istruzioni ricevute dal loro allenatore, il quattordicenne Boomer Hodel. I due topi surfisti delle Hawaii seguono anche una dieta speciale che li mantiene in forma. Il giovanissimo addestratore dice che i due ratti amano surfare e si divertono moltissimo. “Quando hanno iniziato cadevano spesso dalle minitavole - spiega Hodel - ma ora il loro equilibrio è ottimo e sono molto più stabili della maggior parte dei surfisti umani.
I topi sono dei nuotatori naturali e hanno uno spirito molto avventuroso. Li faccio surfare 20 minuti per volta e poi li riporto in spiaggia per riscaldarli al sole dopo averli asciugati con un telo”. Tofu e Fin sono stati immortalati dal fotografo hawaiano Clark Little che ha dichiarato: “Ho visto dei ragazzini in spiaggia con due topi e delle minuscole tavolette da surf. Ho deciso di seguirli per vedere cosa facevano e non potevo credere ai miei occhi quando quei topi bianchi hanno cominciato a surfare. Lo facevano proprio bene, velocissimi e sembrano divertirsi molto. Inizialmente ho pensato che era una cosa molto bizzarra ma poi ho notato che entrambi i topi erano perfettamente a loro agio anche in presenza di onde molto alte”.
Lo spettacolare reportage fotografico realizzato da Clark Little sui ratti surfisti hawaiani Tofu e Fin ha un precedente illustre in uno dei video più cliccati su YouTube. Justin Gane, autore del “Radical Rodent”, ha filmato i quattro topolini (Bunsen, Harry, Curly and Chopsticks), addestrati da Shane Willmott del Queensland, impegnati a fare surf in Australia.
Anche in questo caso, il regista loda l’equilibrio dei topi surfisti, il loro grande divertimento e le cure premurose del proprietario-allenatore che “dopo li pulisce sempre con l’acqua dolce e non li mette sul surf quando fa freddo”. Ma oltre alla rivalità tra i topi surfisti hawaiani e quelli australiani, c’è anche quella tra due scoiattoli americani, entrambi vere e proprie star. Hanno siti internet con migliaia di foto e gadgets, fanno tour promozionali, partecipano a programmi televisivi e sono protagonisti di innumerevoli articoli.
Il primo è la nota celebrità “sportiva” Twiggy, the water-skiing squirrel (www.skiingsquirrel.com/) mentre Sugar Bush è una modella-testimonial delle cause più svariate (www.sugarbushsquirrel.com/index.html). Lo scoiattolo Twiggy, abilissimo nello sci d’acqua, con tanto di giubbotto salvagente, grazie all’intraprendenza della sua proprietaria-allenatrice Lou Ann Best, gira l’America con la sua casa mobile per esibirsi in spettacoli sempre affollatissimi.
Era il 1978 quando Lou Ann e Chuck Best trovarono una femmina di scoiattolo scampata ad un uragano. I Best decisero di adottarla e addestrarla. Quello che era iniziato come un gioco, si è trasformato in un vero business. Da allora si sono succedute cinque generazioni di Twiggy, tutte esperte sciatrici d’acqua.
Ma il titolo di “Scoiattolo più fotografato del mondo” spetta a Sugar Bush Squirrel, diventata una vera e propria diva, salvata, allevata e lanciata dalla sua proprietaria-manager Kelly Foxton di Boca Raton, Florida. La signora, già attiva nel mondo dell’intrattenimento, aveva recuperato la scoiattolina dal suo nido poco prima di un taglio d’albero che avrebbe potuto essere fatale per la piccola Sugar Bush.
Cresciuta, a partire da quel momento, per diventare una stella della moda e della pubblicità. I suoi oltre mille completini accessoriati fanno impazzire gli Americani che si ritrovano Sugar Bush Squirrel ovunque e in tutti i panni. Nel suo sito ufficiale si precisa che Sugar ha il suo studio di posa personale dove, da quando è iniziata la sua carrierra di modella, è stata ritratta in più di mille foto.

mercoledì, novembre 19, 2008

Nell’attesa che i posteri decidano si ride per il cucù di Berlusconi


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)


Come sarà ricordato Silvio Berlusconi nei libri di storia del 2050? Statista più o meno illuminato oppure cosa? Nell’attesa che i posteri decidano, dal cilindro del Cavaliere continuano a spuntare amenità ispirate da contesti ufficiali & internazionali, quali corna, finte mitragliate, abbronzate “carinerie” e il recentissimo cucù.
Si consolida quindi la sua fama planetaria di inguaribile gaffeur, battutista ad oltranza e “piacione” impenitente. C’è poi quel saggio detto popolare “Conta fino a dieci e poi parla” che Berlusconi continua allegramente ad ignorare, tracimando spesso e volentieri anche gestualmente oltre che verbalmente.
E’ dunque sempre attuale la frase autoironica che, stando a una fonte rigorosamente anonima, avrebbe pronunciato lo stesso Silvio Berlusconi durante una cena estiva a villa Certosa: "I pensieri mi escono dalla bocca prima ancora di fermarsi nella mia testa”. L’avevo anche riportata in un mio articolo-appello del 25 novembre del 2006, intitolato “Cavaliere, non c’induca in tentazione” (www.marellagiovannelli.com/mara_malda/cavalierenoncinducaintentazione.php).

domenica, novembre 16, 2008

Al Rockefeller Center l’Albero del miracolo e delle coincidenze


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)

Sarà una coincidenza ma, nell’anno del presidente Obama, anche l’albero di Natale più famoso del mondo (quello del Rockefeller Center di New York), è già noto come the “Miracle tree”.
L’abete del miracolo è stato così ribattezzato dal suo proprietario (e donatore) Bob Varanyak che ha raccontato la storia, molto particolare, di questo albero, piantato 77 anni fa a Hamilton, nei pressi della casa di Mary Varanyak, una immigrata ungherese che l’aveva ricevuto in regalo dal suo datore di lavoro.
Crescendo, l’albero ha assunto proporzioni maestose e la sua proprietaria, morta nel 2000 a 99 anni, diceva spesso alla sua famiglia di essere “sicura che, un giorno, il suo abete sarebbe diventato il Christmas tree del Rockefeller Center” .
Oggi il sogno della famiglia Varanyak si è realizzato visto che il loro imponente albero è stato scelto come uno dei principali simboli delle celebrazioni natalizie americane, e non solo.
Bob Varanyak, il figlio di Mary, ricorda che l’abete, ora gigantesco, nel 1931 fece il suo ingresso nella casa della famiglia Varanyak e mostra la foto dello zio Mike Kremper in posa proprio vicino all’alberello.
Per un’altra tanto strana quanto profetica coincidenza, risale proprio al dicembre del 1931 (quando l'America era stretta nella morsa della Grande Depressione) l’inizio della tradizione dell’albero di Natale allestito nel Rockefeller Center che, a New York, era ancora un cantiere fangoso.
Come documentano le foto dell’epoca, in mezzo agli ammassi di ferraglia del piazzale, gli operai che vi lavoravano addobbarono orgogliosamente un piccolo abete, ergendolo a simbolo del loro lavoro e delle loro speranze per il futuro.
Fu infatti davanti alle luci di quell'albero che ricevettero la loro preziosa busta paga. La tradizione ufficiale iniziò però nel 1933 quando, per la prima volta, un abete di venti metri venne illuminato davanti a migliaia di spettatori. Tornando all’albero di quest’anno, evidentemente il suo destino era già segnato.
Bob Varanyak l’aveva messo a dimora nella sua proprietà che è poi l’impresa “verde” di famiglia The Garden Tree King Plant Mart a Trenton e quell’abete era da tutti considerato il patriarca del vivaio.
Lo stesso Bob racconta di essere rimasto senza parole quando i rappresentanti del Rockefeller Center, lo scorso marzo, lo hanno contattato dicendogli di aver individuato l’albero dall’elicottero e di essere interessati a portarlo a New York.
Per la famiglia Varanyak è stata un’emozione incredibile vedere realizzato il sogno di mamma Mary e, da quel giorno, per loro è “l’albero del miracolo”.
Sulla cima dell’abete, decorato con 30.000 luci colorate, verrà sistemata una sfolgorante stella Swarovski composta da 25.000 cristalli.
Bob e suo fratello Bill sono stati felici di donare il colosso verde, pesante più di 7 tonnellate e alto 22 metri. Per loro la tradizionale cerimonia dell’accensione dell’albero di Natale al Rockefeller Center, fissata per il 3 dicembre, sarà molto più di uno spettacolo grazie all’albero-gioiello di famiglia, arrivato proprio dove voleva mamma Mary Varanyak.

venerdì, novembre 14, 2008

Nuova gravidanza per Thomas Beatie: uomo incinto e madre per natura


www.marellagiovannelli.com (sez. Marella Giovannelli)

Journey of a Pregnant Man (Viaggio di un uomo incinto) è il titolo ad effetto del documentario firmato dalla giornalista Barbara Walters e inserito sul sito della Abc News (abcnews.go.com/TheLaw/story?id=6246058&page=1).
Il video ruota intorno all’intervista esclusiva rilasciata alla Walters dal transgender americano Thomas Beatie che, dopo aver dato alla luce la sua prima figlia, Susan, a distanza di pochi mesi, è di nuovo incinto. Fra qualche settimana la pancia dell’aitante Thomas, piccolo commerciante dell’Oregon, comincerà ad arrotondarsi seguendo il corso di una gravidanza che si preannuncia mediatica quanto la prima.
Beatie, che abita in Oregon insieme alla moglie Nancy, ha reso noto che il lieto evento si dovrebbe verificare il prossimo 12 giugno. Barbara Walters, con indiscussa abilità, ha affrontato e raccontato la storia complessa dei due, diventati genitori dopo 10 anni di matrimonio. La loro prima bambina, Susan, è nata lo scorso luglio entrando direttamente nella storia dopo essere uscita dalla pancia non di mamma Nancy ma di papà Thomas.
Il quale, però, fino a qualche anno fa, si chiamava Tracy Lagondino ed era una bellissima ragazza che viveva alle Hawaii. Ma la sua femminilità era solo esteriore, si sentiva un maschio ingabbiato in un corpo di donna. Tracy, che aveva allacciato una relazione lesbica con Nancy, ha voluto rinascere come Thomas, passando attraverso la somministrazione di massicce dosi di testosterone e un intervento chirurgico con il quale si è fatta rimuovere il seno decidendo, però, di conservare l'apparato genitale femminile per poter un giorno avere un figlio.
E lo ha fatto quando Nancy, diventata nel frattempo sua moglie secondo la legge, è stata operata per una grave endometriosi perdendo ogni possibilità di rimanere incinta. Per questa ragione è stato Thomas (che si definisce “un transgender, legalmente maschio e legalmente sposato a Nancy) a sottoporsi, superando molte traversie, all’inseminazione artificiale.
Dopo la nascita della piccola Susan, avvenuta lo scorso 29 giugno, Beatie ha raccontato di non essere tornato ad assumere gli ormoni maschili che di solito prendeva per mantenere barba e baffi, con l’intenzione di rimanere “incinto” una seconda volta. Il copione si preannuncia uguale al precedente con interviste e servizi fotografici più o meno esclusivi per una gravidanza in forte odore di business. Con un equivoco di fondo perché Thomas, uomo e marito secondo la legge, è madre per natura. Secondo alcuni sarebbe quindi più corretto definire i Beatie, una furba e felice coppia di lesbiche che commercialmente cavalcano il fenomeno mediatico dell'Incinto.

sabato, novembre 08, 2008

Una vignetta "parlante" by Artefatti


Berlusconi è più geloso che razzista. Obama gli fa ombra?

giovedì, novembre 06, 2008

Riuscirà Rossano Rubicondi a convincere Ivana Trump?


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)

Ivana Trump ha dichiarato al quotidiano The New York Post di essere sicura che “nothing sexual happened” (non c’è stato sesso) fra il marito Rossano Rubicondi e la modella Belen Rodriguez sull’Isola dei Famosi in Honduras. Ha comunque precisato di non voler aggiungere altro fino a quando non parlerà con lui. In attesa che la furia di Ivana si abbatta sullo “strusciante” Rossano (finito anche su YouTube perché la televisione non bastava) mi torna alla memoria un mio articolo, scritto nell’estate del 2002, ancora inserito nell’archivio di Portorotondoweb (www.portorotondoweb.it/feste2002/scoop_18.htm). Iniziava così:
“Per la serie “Chi se ne frega!” Ivana Trump ha esibito il suo ultimo, discusso accompagnatore Rossano Rubicondi, al gran Galà del Cala di Volpe con Concerto di Zucchero incluso nel salatissimo conto. La coppietta si è sistemata, bene in vista, ad un tavolino tondo, apparecchiato per due. Ivana, ogni tanto, schioccava anche dei teneri bacetti al suo Rossano, assurto neanche tanto tempo fa agli onori della cronaca per un’assai poco edificante ( per non dire squallida) vicenda, rispolverata in questi giorni dagli organi di stampa…”. Sull’argomento merita una rilettura il pezzo firmato dal giornalista Giampiero Cocco, pubblicato su “La Nuova Sardegna” del 14 agosto 2002.



La carriera di un playboy dalla vecchia contessa a Ivana Trump
“Dalla villetta nascosta tra i mirti di Liscia di Vacca di un’anziana nobildonna francese al sontuoso yacht della platinata e spumeggiante Ivana Trump. La carriera di "tombeur de femme" del playboy romano Rossano Rubicondi, aspirante attore nato nel popolare quartiere Nomentano, si consuma tra le baie assolate di Porto Cervo o di Cannes. Con qualche puntatina alle Baleari, tempo permettendo. La Sardegna si conferma però una vetrina "double face" per il play boy romano. Tre anni fa dovette abbandonare precipitosamente l'isola dopo che Francine Eternod, 76 anni, contessa di Pully e amica personale di Marina di Savoia, John, Robert e Ted Kennedy, lo denunciò alla polizia per sequestro di persona, lesioni personali e maltrattamenti. Ieri l'altro il play boy (29 anni) è comparso, raggiante, al fianco della sua ultima conquista, Ivana Trump, ex moglie del magnate newyorkese dell'edilizia, Donald, alla festa che Cristina Ferrari, matita e ago di Fisico, ha dato a Porto Rotondo. La coppia trascorre le vacanze a bordo dello yacth che Ivana Trump ha battezzato con il proprio nome, alla fonda nella baia di Cala di Volpe. L'uscita pubblica di Trump-Rubicondi, coppia dell'estate 2002, non è passata inosservata inseguita com'era dai flash dei paparazzi della Costa e dagli appunti al vetriolo scarabocchiati in tutta fretta sui taccuini degli inviati delle testate scandalistiche italiane. Che conoscono tutto quasi di lei, ex moglie di Donald, il palazzinaro newyorkese che l'ha riempita di dollari al momento del divorzio, mentre ignorano (quasi) tutto del suo nuovo accompagnatore Rossano Rubicondi, già fotografato al fianco di Fiona Campbell, matura mamma della irascibile Naomi. Il pettegolezzo sulla love story della signora Trump si era quasi estinto per mancanza di argomenti quando qualcuno, tra i più informati, s'è ricordato di quella estate di tre anni fa, quando Rossano Rubicondi picchiò a sangue la contessa di Pully. Il "petit garcon", come lo chiamava Francine Eternod, non aveva gradito l'alzata di testa della contessa che aveva sbattuto fuori di casa un gruppo di amici romani da lui invitati per le vacanze in Costa. Per due giorni il caso restò alla ribalta delle cronache nazionali, poi passò nella mani della magistratura gallurese che, lo scorso anno, ha accettato la richiesta di patteggiamento a pochi mesi di reclusione, proposta da Rossano Rubicondi per chiudere quel brutto affare. Per contro la contessa, chiamata a rispondere di diffamazione dopo la denuncia di Rossano Rubicondi, è stata assolta con formula ampia dai giudici del tribunale di Tempio. Rossano Rubicondi si lamentava del fatto che la donna lo aveva definito un "gigolò". «In questo modo mi rovina l'appena intrapresa carriera di attore cinematografico - aveva dichiarato al cronista all'epoca dei fatti -; io accompagnavo la "nonnetta" soltanto per farle una cortesia, per ragioni umanitarie. La portavo a mangiare una pizza a Baja Sardina, a prendere l'ice cream nella piazzetta di Porto Cervo, poi a nanna». Uscire in barca, andare alle feste e passeggiare per lo shopping nella piazzetta di Porto Cervo è uno dei diversivi che Rossano Rubicondi non disdegna, anche perché viaggiare al fianco della Trump è ben diverso che farsi vedere o addirittura fotografare mano nella mano con "la nonnetta". Come nella politica, anche nel mondo del jet set tutto è relativo, e cambiare partito o donna rientra nelle strategie di quanti si impegnano in queste faticose imprese. E Ivana Trump? Per lei il passato non conta, guarda al futuro”.

domenica, novembre 02, 2008

Olbia, il passato ritrovato: dai cassetti alla tv e al web


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)


“Le piccole storie di Olbia” era il titolo di una trasmissione televisiva di Marella Giovannelli andata in onda nel 1990 su Cinquestelle Sardegna. Il programma, articolato in cinque puntate da 25 minuti ciascuna, è stato un “viaggio” nella memoria collettiva della nostra comunità in un arco di tempo ben preciso: dal 1920 al 1950.
Il lavoro, basato su una lunga ricerca svolta tra le famiglie olbiesi, ha portato alla luce testimonianze, usi, costumi, aneddoti e piccole storie documentate da centinaia di foto d’epoca, gentilmente concesse dagli stessi cittadini, entusiasti di far parte di un lavoro che li ha coinvolti tutti.
Il testo delle prime puntate è inserito nella sezione di www.marellagiovannelli.com/ riservata alle pubblicazioni in formato PDF e nel sito ufficiale del Comune di Olbia (www.comune.olbia.ot.it/) che curo da sette anni come giornalista.
Nel 1921 D. H. Lawrence nel suo “Sea and Sardinia” descrive così Terranova: “ ...Ed ecco un porto magico, chiuso dalla terra, un bacino scintillante circondato da alberature di navi e dalla scura terra... una baia solenne, misteriosa... con i colli raggruppati intorno, azzurro-cupa e invernale nel bagliore dorato del crepuscolo, ancora accerchiava la grande baia dove l'acqua riluceva come uno specchio.
Passata una ferrovia, dalla strada piatta sempre più buia entrammo di corsa in una piatta città di case scure abbandonate da Dio, sulla paludosa estremità della baia. Più che una città pareva un accampamento. Ma era Terranova- Pausania…"
Risale invece al 1833 la testimonianza di un altro viaggiatore famoso, il francese Paul Valery, autore del “Voyage en Corse, à l’ile d’Elbe et en Sardaigne”:
“Il villaggio marittimo di Terranova, insalubre, spopolato, non ha duemila abitanti, occupa il sito dell'antica e celebre Olbia. L'aspetto delle case è quello delle grandi fattorie, allineate e bianche. Vi fui ricevuto molto bene dal signor Puccio, un sardo pieno di spirito, d’intelligenza e di capacità, che, dopo una vita avventurosa trascorsa in viaggi, è tornato a coltivare i campi.... Dal punto detto Cucotto (Su Cuguttu), dov'era l'antico arsenale, si gode la più bella vista del golfo.
Nella campagna, la chiesa di San Simplicio, che risale ai Pisani, è press'a poco abbandonata, e vi si celebra Messa solo due volte all'anno; nel mese di maggio, per la festa del Santo, e nel mese di Settembre, anniversario della consacrazione.
Quando v'entrai, la chiesa era una vera uccelliera: v'erano tanti uccelli che facevano uno schiamazzo spaventevole coi loro gridi e con lo sbattere delle ali, mentre cercavano d'uscire dalle finestre lunghe e strette…
Una cisterna cinta di granito, scavata nella roccia, e del tempo della chiesa, fornisce un'acqua abbondante e freschissima. Dalla chiesa di San Simplicio si gode una vista superba della pianura coronata da colline di forme diverse, collo sfondo dell'isola di Tavolara. Lì vicino vi sono le tracce di una strada romana.
Tutto questo deserto spira antichità: si vedono gli avanzi di muri e d'un acquedotto, e si può immaginare l'estensione della città antica che il console Lucio Cornelio Scipione non aveva osato attaccare, e per poterla assediare fu costretto a tornare in Italia per cercare rinforzi alla sua armata. Questa bella pianura di Terranova, un tempo così fiorente da contare fin dodici città e settanta comuni, così felicemente situata in riva al mare, riparata dalle montagne e favorita da un bel clima, potrebbe nutrire più di cinquantamila abitanti, possedendo ancora tutti gli elementi della sua antica prosperità... “.

venerdì, ottobre 24, 2008

Lotta ai topi sull’isola di Molara: intervento dal cielo e da terra, il primo in Europa




Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Marella Giovannelli)

Lo scorso 21 ottobre, con un’azione combinata dal cielo e da terra (la prima del genere in Europa) si è entrati nel vivo della guerra alle migliaia di ratti neri, diventati i padroni dell’isola di Molara nell’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo. Il Consorzio di Gestione, diretto dal biologo Augusto Navone, ha ottenuto un co-finanziamento UE per attuare un intervento ormai diventato indispensabile.
I topi facevano strage delle uova e dei pulcini della berta minore mediterranea ma, proprio le isole di Molara e Tavolara, sono stati riconosciuti come i siti di riproduzione di maggior importanza, a livello globale, di questa specie molto rara. L’Area Protetta, essendo responsabile della gestione di circa metà delle coppie di berta minore mediterranea esistenti al mondo, deve garantire ogni sforzo per la loro tutela.
Inoltre, il ratto nero è coinvolto nella trasmissione all’uomo e al bestiame di numerose malattie, fra cui la leptospirosi, la toxoplasmosi, la febbre bottonosa mediterranea e il tifo endemico. Si vogliono quindi evitare rischi sanitari considerati i numerosi turisti che, durante la stagione estiva, frequentano i litorali dell’isola, infestata, fino a qualche giorno fa, da migliaia di topi.
L’intervento si è basato su metodologie miste, utilizzate soprattutto in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti. Queste prevedono la distribuzione, sia terrestre che via elicottero, di esche topicide dell’ultima generazione di ridotto impatto per l’ambiente, oltre che velocemente deperibili.
In totale sono stati distribuiti 350 grammi di principio attivo per l’intera isola, poco più del peso di un ratto adulto. L’intervento è stato predisposto alla luce degli allarmanti risultati di un’indagine scientifica triennale relativa al 2006, 2007 e 2008: sull’isola di Molara, ora disabitata, il ratto nero è in grado di annullare il successo riproduttivo della berta minore, predando tutte le uova e/o i pulcini prima dell’involo (100% dei nidi ispezionabili predati nel 2006 e 2007).
I segnali attuali, sebbene siano passati solo pochissimi giorni dalla conclusione dell’intervento sono già positivi. Questo significa che, quest’anno, ciascuna delle almeno 300 coppie di berta minore dell’isola, vedrà nuovamente il proprio pulcino prendere il volo. La spettacolare isola di Molara ha una forma circolare, vallate e piccole colline, una folta vegetazione dove i cespugli di cisto si alternano agli olivastri, ai ginepri e ai lentischi.
Ci sono anche due sorgenti perenni, i resti di una chiesetta romanica, dedicata forse a San Ponziano, alcuni stazzi, ora disabitati, appartenenti alla famiglia proprietaria dell’isola e i ruderi, a picco sul mare, del Castello di Molara. La fortificazione, in posizione strategica, faceva parte del quadrilatero difensivo creato dai Giudici di Gallura a protezione della città di Olbia, delle sue coste e dell'agro.
Nello specchio d’acqua fra Molara e Tavolara, in questi anni sono stati avvistati capodogli, delfini, squali elefante e grandi tartarughe. Le due isole sono state scelte da numerose colonie di gabbiani corsi, marangoni dal ciuffo e berte minori destinate ad estinguersi o a ridursi drasticamente, in assenza di interventi diretti di tutela come l’eradicazione del ratto nero a Molara.

sabato, ottobre 18, 2008

George Clooney sogna un film con Caterina Murino? Salvatore Niffoi lancia un’idea










Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)
“George Clooney sogna un film con Caterina Murino? Lo vedrei bene nel ruolo del brigadiere Centini nella pellicola tratta dal mio libro La vedova scalza che sta girando il regista Ciro Ippolito”.
Così, da San Pietroburgo, Salvatore Niffoi commenta la notizia lanciata dalla rivista inglese Star Magazine e ripresa con grande clamore dalle agenzie di stampa di tutto il mondo. George Clooney, elogiando la Murino neo-incoronata “The most beatiful Hollywood face” alla prima edizione del Martini Premiere Award, ha espresso il desiderio di recitare insieme a lei. “Ho visto Caterina recitare in Casino Royale - ha spiegato Clooney - insieme a grandi attori come Eva Green e Daniel Craig, e mi ha molto colpito.
Una Bond Girl difficile da dimenticare, per bellezza e capacità recitativa. Ho proprio invidiato il mio amico Daniel e non nascondo che avrei voluto essere io al suo posto nella scena in cui abbraccia Caterina, fasciata in un sontuoso abito rosa di seta, dopo averla sedotta nella sua camera da letto. Io, però, il giorno dopo mi sarei fatto qualche scrupolo in più a ucciderla”. L’outing di George Clooney non ha sorpreso più di tanto Salvatore Niffoi, altro grande ammiratore di Caterina Murino che si appresta a fare scintille sul grande schermo negli austeri panni della passionale Vedova scalza barbaricina Mintonia Savuccu.
Il ruolo del suo giovane e amatissimo marito Micheddu, ferocemente ammazzato, non sembra adatto a George Clooney che, invece, secondo Niffoi, sarebbe perfetto in quello del brigadiere Centini, protagonista, insieme alla sensuale e vendicativa Mintonia, di una scena fatale, ad altissima tensione, in tutti e per tutti i sensi.

“Un giorno sapremo abbracciare il cielo senza restare a mani vuote”: parola di Lorenzo Mullon, il poeta del parco


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)


“Un giorno sapremo abbracciare il cielo senza restare a mani vuote”. Così mi ha scritto Lorenzo, forse intercettando a distanza, il mio bisogno di sentirmi dire qualcosa del genere. In un mio articolo del settembre 2006, intitolato “Non è un folletto, ma un poeta che si aggira nei parchi di Milano” raccontavo la singolare storia di Lorenzo Mullon. Nel sito digilander.libero.it/lorenzo.mullon/, dopo una delle sue fulminanti micro-poesie (“Non siamo altro che un soffio di materia intorno al cuore”) di lui si legge che “è rinato a Milano il 10 giugno 2003, dopo un lungo periodo di gestazione. Da allora gira quasi tutti i giorni nei parchi pubblici declamando poesie alle persone che incontra e proponendo, a prezzo poetico, offerta libera, i suoi libricini autoprodotti e autopubblicati da Edizioni Del Parco e Carmina Dant Panem Editore. Lorenzo ha compiuto cinque anni con entusiasmo e una gran voglia di crescere, nonostante qualche piccolo acciacco dovuto all’età e al tanto camminare avanti e indietro”.
Prima di “rinascere” poeta con una forte vena pittorica ( ha dipinto i Tarocchi del Desiderio, 1 Reliquiario e 15 icone dedicate a San Girolamo da Tubinga, patrono dei poeti vagabondi e mendicanti) Lorenzo lavorava a Milano in un’agenzia di pubblicità. Per quattro anni si è occupato di strategie di marketing; era ben pagato ma non si sentiva felice. Si è licenziato ha vissuto di pittura fino a quando il suo gallerista americano James Skeldon ha chiuso l’attività negli Stati Uniti e si è trasferito in Brasile. Poi ha cominciato a scrivere poesie, sempre più semplici, dopo quelle ermetiche ed arrabbiate degli inizi. Ha “fatto in casa” il suo primo libretto e tutti quelli che ha realizzato in questi anni, declamando poesie nei parchi di Milano.
Il rinato Lorenzo oggi in realtà ha 47 anni e segue le orme di quei poeti del passato che andavano incontro alla gente; spesso erano mendicanti e vagabondi come il grande Mendele Moher Seferim, ebreo che componeva in yiddish. In India e in Giappone i poeti girovaghi erano molto rispettati e ricevuti ovunque. Lorenzo ogni mattina infila in una morbida sacca di tela decine di libretti confezionati da lui. In copertina ci sono i suoi disegni; come nome d’arte ha scelto la sigla El, che significa “verso l’alto”. In primavera, estate, autunno e nelle belle giornate d’inverno, è facile trovarlo nei parchi dove ormai tutti lo conoscono. Il suo approccio è molto semplice come lui stesso racconta: “Io vedo una persona seduta sulla panchina o sull’erba, mi avvicino e chiedo se posso recitare una poesia". In quel momento nasce una comunicazione da cuore a cuore e in un attimo, nella città che corre, la magia della poesia crea un rapporto che dura per sempre.
Alla fine chiedono tutti i suoi libretti: le giovani mamme, le nonne che accudiscono i nipotini, studenti di tutte le età e poi, impiegati, manager e grandi industriali che lo hanno persino invitato a seguirlo in crociera. Lorenzo vende i suoi libretti a a un prezzo “poetico” e quindi, a offerta libera. Dice di aver trovato la felicità, in un mondo dove si comunica molto ma si dialoga poco. E, se i suoi amici sono lontani dai parchi di Milano, lui li raggiunge via posta elettronica con un semplice Ciao! e una “pillola” balsamica di stupefatta e stupefacente poesia.

giovedì, ottobre 16, 2008

Contro la calunnia una voce intelligente e un bel quadro per un brutto puzzle



Il nostro S.O.S per una bufala paesana in odore di “infamata” (ancora tristemente in corso) è stato raccolto dalla dottoressa Liliana Pascucci (Consigliere Comunale di Olbia del Partito Democratico). Contro la calunnia, ecco il pensiero e la voce intelligente di una donna, impegnata in politica e nel mondo del lavoro:
"Da qualche tempo in città, e non solo, anche in diversi centri vicini, tira un' aria pesante fatta di maldicenze e mezze frasi : se ne è parlato tempo fa perfino in Consiglio Comunale ad Olbia. Le parole dette, pesanti più di macigni, fanno pensare al venticello dell’opera lirica di Rossini "Il Barbiere di Siviglia" e fanno venire in mente il termine “calunnia” che, come un vento lieve, si diffonde e prende quota fra la gente. Infatti quanto sta avvenendo nella nostra Comunità non si può catalogare come maldicenza o gossip: vocaboli troppo moderni che sanno di salotto buono, di riviste patinate, di divertimento e spensieratezza. No, la parola è calunnia: brutto, vecchio, antico vocabolo che faceva orrore ai nostri padri, ed era da essi fermamente condannato. Oggi abbiamo perso il senso della Comunità, sono venuti meno alcuni punti di riferimento: non sentiamo più nostre le città e i paesi, non li viviamo più come luoghi familiari in cui gruppi organizzati di Persone si comportano secondo regole riconosciute e fatte proprie, che possono essere scritte (come Leggi) o stabilite dalla propria religione e credo politico, o possono anche essere principi etici tramandati oralmente. Oggi citiamo spesso l’espressione “Società Civile”, quasi come se la civiltà, il rispetto delle regole, il riconoscimento dei valori, fosse appannaggio di una sola parte della Comunità. Appunto quella civile.
E con questa espressione rimarchiamo l’assenza dell’etica, ci rassegniamo al fatto che principi radicati profondamente in ognuno di noi ed universalmente riconosciuti non siano accettati da tutti. Alcuni sostengono che questo vuoto di valori sia dovuto ai nostri comportamenti adeguati al tempo che stiamo vivendo: siamo persone voraci, bulimiche, che divorano tutto, lavoro, tempo e affetti. Ma forse molto di questo disagio comportamentale è riconducibile al senso di vuoto, alla solitudine, alla mancanza di solidarietà, alla curiosità morbosa, che spesso è l’unico motivo che ci porta a parlare dell’altro. E questo genera atteggiamenti scorretti che a loro volta determinano grande sofferenza in tutti quelli che non possono difendersi da tanta travolgente malvagità: specialmente bambini ed anziani (genitori) che non capiscono perché una parola possa essere cosi feroce da inserirsi subdolamente nel loro mondo fatto fino allora di serenità e distruggerlo con la cattiveria e la violenza. C’è negli Uffizi di Firenze il quadro La Calunnia, è un dipinto del Botticelli: vi sono rappresentate l’Ignoranza ed il Sospetto che sussurrano a Re Mida parole convincenti mentre l’Invidia incappucciata conduce verso il Re Mida la Calunnia che si fa accarezzare i capelli dalla Perfidia e dalla Frode. La Calunnia, con la torcia accesa, trascina con sé la sua vittima impotente,e c’è infine la Verità che è riconosciuta solo dal Rimorso: è un quadro bellissimo e capace di riprodurre chiaramente tutti gli elementi che compongono un brutto puzzle. Questo dunque è un fenomeno che è sempre stato condannato duramente nella Storia dell’Uomo ed è stato stigmatizzato dall’Arte e dalla Comunità. Nel nostro tempo la calunnia si riferisce a comportamenti e costumi che fanno parte dell’aspetto più intimo di ogni individuo, ma è in linea con i messaggi che vengono dai mass media generalisti che suggeriscono liberismo e comportamenti sessuali irresponsabili, che sono sicuramente dannosi per l’ equilibrio psico-fisco –sessuale delle Persone, soprattutto se Giovani.
Cosa possono fare oggi le Istituzioni, cosa possiamo fare noi Cittadini? Per esempio mettere in campo strumenti che servano a rafforzare la conoscenza, l’informazione,l’analisi profonda del nostro IO, a valorizzare l’Arte e la Cultura, a condannare ed isolare chi assume comportamenti che destrutturano la Comunità. Tutti insieme quindi dobbiamo lavorare facendo in modo che anche in momento difficili si rafforzi il nostro senso di appartenenza ad una Città, che solo nei valori della Solidarietà, della Cultura, della Verità e dell’Etica può continuare a crescere e a progredire."
Liliana Pascucci

giovedì, ottobre 09, 2008

Bufala paesana in odore di "infamata"


Testo e foto www.marellagiovannelli.com

La bufala paesana, per evidenti motivi geografici, non potrà mai diventare una leggenda metropolitana ma se il venticello della calunnia diventa un ciclone è inutile ricorrere alla solita madre dei cretini che, insieme a quella dei vigliacchi, è sempre incinta.
Per dare più forza ad una "voce" grottesca che, questa settimana, ha coinvolto due giovani e noti imprenditori galluresi, è stato tirato in ballo un campionario di fantasmi più o meno istituzionali: dall’ambulanza agli infermieri, passando per qualche medico, carabinieri, poliziotti e altre comparse, tutte inserite nella calunniosa invenzione tanto paradossale quanto condita ed infiocchettata.
La mancanza totale di riscontri avrebbe dovuto arginare subito l’effetto-slavina di quella che, in gergo, rientra a pieno titolo nella categoria delle "infamate", passatempo molto poco nobile, ancora troppo praticato a Olbia. Invece, l’assurdo tam-tam lievitato giorno dopo giorno, con particolari scabroso-pietosi in salsa più fantozziana che erotica, si è diffuso in modo vergognosamente abnorme e non accenna a placarsi malgrado l’assoluta infondatezza della storia.
P.S. A questo mio pezzo (scritto il 9-10-08) aggiungo il seguente articolo, sempre sullo stesso caso, pubblicato oggi (11-10-08) sulla Nuova Sardegna:
Il pettegolezzo è una bufala: scatta la querela per calunnia
OLBIA
Nella capitale del pettegolezzo succede che una storia boccaccesca del tutto inventata diventi una notizia vera di cronaca giudiziaria. Così l’immaginaria liaison tra due notissimi imprenditori olbiesi finisce sul tavolo di un sostituto procuratore della Repubblica di Tempio: la querela per calunnia è stata depositata ieri dagli avvocati difensori dei due imprenditori (entrambi padri di famiglia) nelle mani dell’ispettore Andrea Chiminelli, comandante della polizia stradale di Olbia. Nell’attesa di scoprire il calunniatore (gli investigatori seguono già una pista ben precisa), la «bufala» ha fatto il giro della Gallura: i due sarebbero rimasti coinvolti in un incidente stradale e soccorsi dalla polizia stradale e dal servizio 118. Roba da pettegolezzo piccante, di quelli che girano da un bar all’altro seminando infamia e imbarazzo. Niente di più falso, naturalmente, come confermano la Asl e lo stesso comandante della polizia stradale che riferisce di non aver mai effettuato alcun intervento del genere («In Gallura e in tutta la provincia di Sassari», dice l’ispettore Chiminelli). Insomma, tutto lavoro di fantasia. Una leggenda metropolitana messa in giro ad arte per colpire, come spesso accade, persone piuttosto note in città. L’unica notizia vera resta la querela per calunnia.

sabato, ottobre 04, 2008

Trecento americani in Sardegna con happy end più Matteo Marzotto al Cala di Volpe


Testo e foto in http://www.marellagiovannelli.com/ (sez. Marella Giovannelli)

Happy end in Costa Smeralda per i 300 americani (un mix di operatori turistici, agenti di viaggio e giornalisti specializzati) arrivati in Sardegna per l'ottavo Italy Symposium. La trasferta, dal 1° al 5 ottobre, ha coinvolto i rappresentanti di numerose testate internazionali (New York Daily News, Departures, Yacht Vacations, Rsn Tv, Global Traveler Magazine, Travel e Leisure) che hanno visitato l’Isola in lungo e in largo. Il maxi-gruppo ha iniziato il tour sardo da Santa Margherita di Pula; da qui hanno proseguito per Cagliari, Nora, Maracalagonis, Barumini, Cabras, Oliena e Orosei.
Ultima tappa: la Costa Smeralda con tavola rotonda seguita da una cena di gala al Cala di Volpe e workshop domenicale al Conference Center di Porto Cervo. L’imponente comitiva è stata accolta in Costa Smeralda dai vertici del Consorzio (Renzo Persico e Salvo Manca) e della Smeralda Holding (Franco Carraro). Il gran finale al Cala di Volpe ha avuto come protagonista Matteo Marzotto, neo-presidente dell’Enit che, fianco a fianco con l’assessora (lui preferisce il femminile) regionale Luisanna Depau, ha incontrato la stampa locale. Insieme a loro c’erano anche Eugenio Magnani (Direttore Generale Enit), Riccardo Strano (direttore dell'Enit Nord America) e Mauro Galli (presidente dell’Itpc).
Giustamente cauto e pragmatico l’intervento di Matteo Marzotto, acceso sostenitore del “brand Italia”, oggi molto preoccupato per gli effetti che la crisi internazionale potrà avere sul turismo. Condivisibile anche “il bisogno di numeri certi” espresso dal presidente Marzotto che vede bene per l’Enit un futuro come “Agenzia aggregante di coordinamento”. Dalla conferenza stampa sono emerse alcune conferme, qualche novità e diverse sorprese. I 300 americani sbarcati in Sardegna con l’Italy Symposium tornano negli USA letteralmente entusiasti di quanto hanno visto, ascoltato, toccato, mangiato e bevuto sia all’interno che lungo le coste di un’isola ancora poco conosciuta negli Stati Uniti. E, proprio queste sono le carte sulle quali puntare per attirare i turisati americani: natura, enogastronomia, arte, cultura, folklore e relax.
Tutti d’accordo su un punto: la classica accoppiata sole & mare non rappresenta più una formula vincente vista la concorrenza internazionale ben più attrezzata e competitiva. L’offerta quindi deve essere integrata senza dimenticare che gli americani vogliono riscoprire la realtà, conoscere luoghi autentici, la gente e gli usi del posto. La Sardegna, eccezionale museo a cielo aperto, ha tanto da offrire oltre alla Costa Smeralda, marchio sempre prestigioso e dal fascino inossidabile anche negli Stati Uniti, come ha confermato il direttore dell'Enit Nord America. La Sardegna, oggi, secondo un monitoraggio effettuato da 522 esperti in collaborazione con la George Washington University, si piazza al trentunesimo posto nell'elenco generale che comprende le 111 isole più affascinanti del mondo. Per la rivista specializzata Condè Nast la Sardegna è fra le mete più amate ed ambite del mondo mentre per il “National Geographic Traveler”, è l'isola italiana più incontaminata.

mercoledì, ottobre 01, 2008

Marengo d’oro svizzero a Francesco Dotti per “Ridere sotto il tasso 2008”


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Marella Giovannelli)

Neanche il tempo di archiviare il successo della prima edizione di “OlbiaHumour” (concorso da lui ideato) che Francesco Dotti si è visto recapitare a casa il premio “Ridere sotto il tasso 2008” accompagnato dalla seguente lettera:
“Con la presente abbiamo il piacere di rimetterle il marengo svizzero d’oro che Le è stato assegnato dalla giuria della 19^ Rassegna di vignette umoristiche “Ridere sotto il tasso” di Verbania Cavandone, il suo lavoro essendo giudicato uno dei tre migliori disegni presentati”.
Seguono complimenti e auguri all’artista da parte di Gianni Bevilacqua, Presidente di Arti Artigiane Verbano, società organizzatrice della manifestazione.
Quest’anno Francesco Dotti è stato “marengato” per la sua vignetta dedicata al ministro Gelmini in sintonia con il tema della Rassegna “W la squola! Eccessi e miserie della scuola d’oggi”. L’argomento è stato trattato da 31 professionisti e 10 aspiranti tali in 86 vignette esposte per l’intera giornata nei pressi del plurisecolare tasso di Cavandone.
I tre marenghi d’oro svizzero sono andati a Francesco Dotti di Olbia (per posta), a Fabrizio Pani di Iglesias e Paolo Piccione di Manduria. Il vignettista toscano, olbiese d'adozione, (imperdibile il suo ceccodotti.blogspot.com), naturalmente conserva il marengo d’oro da lui appena conquistato insieme a quello vinto due anni fa, sempre in trasferta da Olbia a Verbania per il concorso “Ridere sotto il tasso 2006”.

domenica, settembre 28, 2008

Angelo Maggi: i suoi quadri incantati da Sassari all’Agora Gallery di New York


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)

Angelo Maggi, pittore di Sassari, è tra gli artisti italiani e greci che, dal 12 dicembre al 2 gennaio, esporranno le loro opere nella Agora Gallery di New York. La Sardegna sarà quindi rappresentata nella prestigiosa collettiva “The Odyssey Within”, grazie alle sognanti figure e alle intriganti favole dipinte da Maggi.
Diversi suoi lavori, accompagnati da una lusinghiera recensione, sono già inseriti nel catalogo della galleria americana Agora. Nell’atelier di Sassari e nel suo stazzo di Aglientu, in Gallura, Angelo Maggi dipinge e crea singolari composizioni ricche di simboli ed allegorie che catturano l’immaginazione e accendono la fantasia di chi le osserva.
La sua è una pittura teatrale che coinvolge lo spettatore trasportandolo in scenari d’altri tempi, fra oggetti rassicuranti, animali mitologici, edifici bizzarri e figure sempre enigmatiche.
Ogni quadro è la rappresentazione pittorica di una storia che Maggi sviluppa utilizzando spesso grandi pannelli. Ne ha realizzati anche di recente, installandoli tra finestre, portoni e grondaie dei centri storici di Nuoro e Sassari. Spettacolare l’effetto notturno con vicoli e case trasfigurate grazie all’intervento dell'eclettico pittore che si occupa anche di antiquariato e di scenografia.
In questi anni Maggi ha lasciato spesso la sua Sardegna per partecipare a mostre in Italia e all’estero. I suoi “racconti” onirici su tela, proposti in quotate gallerie di San Francisco, Salt Lake City, Parigi e Roma hanno conquistato l’attenzione dei visitatori, molti dei quali sono diventati estimatori e collezionisti delle opere, grandi e piccole, di Angelo Maggi.
L’anno scorso, la “Libreria” di Parigi ha presentato all’esigente pubblico della capitale francese trenta opere dell'artista sassarese che, con abilità tecnica e istinto sapiente, mescola pittura e poesia, finzione e realtà, incubi e sogni.
Nei suoi quadri sembrano animarsi immagini misteriose, paesaggi fiabeschi, atmosfere che evocano la Sardegna dei Giudicati, notturni intrisi di magia, fate e folletti, cavalli e nature morte talmente invitanti nelle forme e nei colori da diventare un inno alla vita.

mercoledì, settembre 24, 2008

Satira Mediterranea in scena a OlbiaHumour

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com

Il Mediterraneo ha ispirato 58 vignettisti che hanno realizzato 113 opere per il 1° Concorso OlbiaHumour, ideato da Francesco Dotti, disegnatore toscano, eclettico e pungente, già collaboratore del Vernacoliere.
Il primo premio della giuria di esperti è andato a Sergio Cavallerin, autore della raffinata “Buona pesca” mentre la giuria popolare ha preferito l’eloquente “Gabbiano” di Roberto Guarducci. I due, entrambi trattenuti nella penisola da impegni professionali, sono stati proclamati vincitori “in contumacia” nella serata di chiusura della mostra.
Ha invece ritirato personalmente il suo premio Paride Puglia, secondo classificato con l’attualissima “Mattanza”. Altro premiato eccellente ma assente: il veneziano Lele Vianello, creatore di una irresistibile pecorella calata in un contesto molto particolare.
Per una settimana tutte le vignette sono state esposte al pubblico nell’Auditorium del Museo Archeologico di Olbia. Al concorso, organizzato dalla Northweb di Tempio, hanno partecipato fumettisti, umoristi e caricaturisti noti a livello nazionale ed internazionale come Achille Superbi (responsabile area grafica Rai), Antonio Tubino (Settimana Enigmistica), Gianni Chiostri (La Stampa), Ricciotti Marampon e Roberto Mangosi.
Coordinatore del Premio: Carlo Bartolini, figura di primo piano nel mondo dell'umorismo italiano. Il vincitore Sergio Cavallerin, nato a Perugia nel 1957, è un disegnatore tra i più apprezzati in Italia e all’estero. Innumerevoli le sue collaborazioni con agenzie di pubblicità, case editrici, quotidiani, riviste nazionali e straniere. Ha preso parte a oltre 100 mostre umoristiche in tutto il mondo collezionando premi e riconoscimenti vari.
La giuria “ufficiale” ha segnalato, a pari merito, sette opere firmate da Antonio Tubino (Compito in classe), Achille Superbi (Silvio Berlusconi), Eugenio Saint Pierre (Senza speranze), Roberto Guarducci (Gabbiano), Santo Guerriero (Panni), Aldo Bortolotti (Via mare) e Roberto Mangosi (Pesca tecnologica).
Tutte le opere sono visibili sul sito www.olbiahumour.it. Le migliori 50 vignette figurano in un catalogo che documenta nel modo migliore la qualità tecnica ed artistica del concorso. OlbiaHumour, infatti, già dalla sua prima edizione, ha saputo coinvolgere le migliori “firme” della satira e dell’umorismo.

lunedì, settembre 22, 2008

Scuochi in Costa Smeralda con 4 giornalisti "mangiati" da Luigi Pomata


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)

Ha fatto tappa in Costa Smeralda la manifestazione itinerante “Scuochi” che capovolge i ruoli con uno chef famoso, in questo caso Luigi Pomata, che giudica i piatti preparati da quattro giornalisti. Lo scorso 18 settembre, il Safina, ristorante del Pevero Golf Club, ha aperto la sua cucina ( quest’anno affidata alla star dei fornelli Filippo La Mantia) a Gilberto Arru, Nardo Marino, Vito Fiori e Martine Frey.
Mollate le rispettive redazioni all’ora della merenda, gli sfidanti si sono catapultati da Olbia al Pevero per iniziare la preparazione dei loro “piatti forti” intorno alle sette, circondati da telecamere, microfoni e macchine fotografiche.
L’enogastronomo Gilberto Arru, collaboratore del “Gambero rosso” si è lanciato in una prelibatezza agropastorale sarda doc: la minestra con frue (la cagliata di latte intero di pecora al quale è stato aggiunto del sale per garantirne la conservazione), fregula e patate.
Nardo Marino di Conquestelle Sardegna è andato sul sicuro con una croccante e fragrante teglia di sardine al forno con patate.
Vito Fiori dell’Unione Sarda ha sacrificato una gallinella di mare in un sugo perfetto per le mezzemaniche.
Sadica ma squisita la scelta di Martine Frey di Sardegna 1 che ha optato per la zuppa di cipolle, notoriamente detestate (come l’aglio) dallo chef siciliano Filippo La Mantia, solare anche di notte, nelle vesti di “padrone di casa” e consulente d’eccezione a disposizione dei quattro giornalisti.
Sara Vitali, esperta di comunicazione e geniale inventrice di “Scuochi” (www.scuochi. cinquesensi.it), ha coordinato la cena che ha riunito numerosi colleghi dei quattro giornalisti impegnati nella sfida culinaria. Tra gli invitati c’era anche Gianfranco D’Angelo nell’atipico ruolo di unico commensale schivo e persino un po’ triste in una tavolata molto allegra.
Il giudizio finale sui quattro piatti in gara è stato espresso, tra gli applausi, dallo chef Luigi Pomata, sardo di Carloforte, giovane e talentuoso fuoriclasse, ormai affermato in Italia e all’estero. E’ stato lui a proclamare Gilberto Arru, ispirato autore della Minestra con frue, il vincitore di “Scuochi” 2008 in Costa Smeralda.

domenica, settembre 14, 2008

Domenica portorotondina antistress per Berlusconi; singing in the rain per Giuseppina Fermi

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)

Dalle difficili trattative romane per il salvataggio di Alitalia alla pausa pranzo domenicale con passeggiata (piovosa) antistress nel parco della sua Certosa a Porto Rotondo. Intorno alle 13.00 l’inconfondibile “convoglio” del presidente Silvio Berlusconi ha percorso la via principale del villaggio in direzione Punta Lada.
Nessuna apparizione del Cavaliere in piazzetta San Marco, versione autunnale, dove continua a gongolare Giuseppina Fermi che, nei giorni scorsi, ha venduto dieci anelli da lei firmati a Elton John.
La creativa designer piacentina è circondata da pezzi molto simili a quelli acquistati nella sua gioielleria portorotondina dal cantante inglese definito un “ottimo e gentile cliente di poche parole ma dal gusto sicuro”.
Prima di Elton John è stato il regista Ferzan Ozpetek a scegliere un maxi anello creato da Giuseppina Fermi con pietre di rara ed eccentrica bellezza. Il gioiello non era per lui ma per Stefania Sandrelli che lo sfoggia nel film “Un giorno perfetto”.
L’estate d’oro della Fermi aveva preso il via con il ciclone Marta Marzotto che, nel piccolo e storico negozio di Porto Rotondo, all’inizio della stagione, aveva fatto shopping, abbondante e fantasioso, di collane, ciondoli e bracciali con pietre dure, diamanti, perle, coralli, oro e argento.

giovedì, settembre 11, 2008

Astro-panfilo al largo di Porto Rotondo: l’A dei piccioncini russi Melnichenko in Sardegna

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)

Presenza fissa da alcuni giorni al largo di Porto Rotondo l’astro-panfilo o fanta-barca, lunga 119 metri, del giovane banchiere russo Andrei Melnichenko, tanto ricco quanto stravagante. La linea dello yacht, disegnato da Philippe Starck, ricorda quella della corazzata Bismark della II guerra mondiale.
Tra le altre particolarità ha quella di non lasciare la scia, grazie ad un particolare studio della chiglia. Ha una autonomia di 6.500 miglia nautiche e la prua è stata studiata per infrangere i banchi di ghiaccio artici.
Completa e degna di una nave militare la dotazione di sicurezza, dalle telecamere a circuito chiuso a serrature con impronte digitali per la zona privata, radar e paratie in argento che nascondono un sofisticato sistema antipirateria. Un tocco più gentile è dato dalle tre tele di Monet che decorano gli interni della barca provvista anche di un eliporto per l’elicottero privato, un hovercraft, moto d’acqua e tender in quantità, tre piscine convertibili da chiuse ad open air e cabine confortevoli per 16 ospiti oltre le 37 persone d’equipaggio.
Lo yacht si chiama “A”, iniziale dei nomi dell’armatore e di sua moglie Aleksandra Nikolic (Sandra), ex modella serba e cantante del gruppo pop "Models". Per il suo matrimonio, celebrato nella sua villa Altair di Cap d’Antibes, Andrei Melnichenko ha ingaggiato Christina Aguilera e Whitney Houston mentre, per il compleanno dell’adorata Aleksandra, ha chiamato Jennifer Lopez, volata nel Surrey per la festa privata organizzata dai Melnichenko nella loro casa di campagna inglese.
La strana barca del billionario russo, uscita dai cantieri tedeschi Blohm und Voss, soprattutto di profilo, evoca in modo inquietante la Bismarck, orgoglio della flotta nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. La velocità di crociera è di venticinque nodi e viaggia senza creare il minimo moto ondoso mentre Andrei e Aleksandra si godono il loro letto matrimoniale girevole, modello girasole elettronico.

martedì, settembre 09, 2008

Tra Grilli parlanti e Paperoni lamentosi si coltiva Arte & Sardità in Costa Smeralda

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. articoli di Marella Giovannelli)

I grilli parlanti & griffati, più o meno assennati, che questa estate hanno dissertato sulla Costa Smeralda e sulla Sardegna in genere, continuano imperterriti a considerare solo la “buccia” di un’Isola-Continente dotata di una polpa eccezionale, troppo spesso ignorata da un certo tipo di turismo tanto snob quanto pigro una volta sbarcato a Porto Rotondo o Porto Cervo. Le motivazioni sono tante (indifferenza per il vero “cuore” dell’Isola, voglia estrema di sole & mare, attaccamento 24 ore su 24 alla mondanità da rotocalco, informazione carente che non produce stimoli adeguati e via elencando).
Udite anche molte critiche, avanzate da quelli che si definiscono “Paperoni si, polli da spennare no!”. Soprattutto alcuni esponenti di rilievo della colonia russa che ha lussuosamente nidificato in Costa Smeralda, protestano per il rapporto qualità/prezzo della vacanza sarda, definita “troppo cara, scomoda e complicata in mare, terra e cielo”.
Solo elogi, invece, per l’attenzione e lo spazio che il Consorzio Costa Smeralda, guidato dall’avvocato sardo Renzo Persico, ha dato all’arte e alla cultura nell’arco di tutta la stagione. Il cuore pulsante di mostre, concerti e manifestazioni varie è stata la Promenade di Porto Cervo. Il “Designwalk” curato da Rossana Orlandi e Sergio Colatroni è un irresistibile polo d’attrazione per tutti gli amanti delle belle case e delle belle cose.
Il percorso che esalta il meglio dell’interior design europeo dista solo pochi passi dalla Louise Alexander Gallery. Qui ogni vernissage è un successo visto il livello, sempre altissimo, degli artisti proposti in mostre personali o collettive. Il circuito virtuoso della Promenade comprende anche il “Mdm Museum”, inaugurato con l’esposizione “Rotella Playing Artypo”, delle ormai celebri icone realizzate da Mimmo Rotella sulle immagini pubblicitarie. E, sempre la Promenade, a fine agosto ha ospitato “Cuochi di stelle”, la rassegna gastronomica curata da Sergio Mei e Giovanni Fancello.
Nella prima serata si sono confrontati diversi chef provenienti dai ristoranti più prestigiosi di Montecarlo, Londra, Bruxelles, Porto Vecchio e Milano. Protagonisti della seconda tornata, sei maestri sardi dei fornelli: Rita Denza, Sergio Mei, Renzo Corona, Luigi Pomata, Roberto Petza e Cristiano Andreini.
Restando in tema: sono state molto apprezzate le golosità recuperate in vari paesi della Sardegna e introdotte al Cala di Volpe dal direttore maltese Hans Cauchi, talent-scout di champagne e cioccolatini squisiti e rigorosamente “made in Sardinia”.
Dagli alberghi Starwood della Costa Smeralda c’è stata una transumanza di massa per la Grande Danza a San Pantaleo, con il palcoscenico incastonato nella piazza e calcato dai primi ballerini e dalle stelle dell’Opera di Parigi e della Scala di Milano.
Tutto esaurito anche per le serate sarde organizzate con stupefacente entusiasmo e regolarità al Palumbalza Sporting Hotel dal Direttore Musumeci e dal suo staff. Il suo impegno è globale perché coinvolge i cinque sensi con pari dignità. Cura quindi gli arredi, la cucina, l’artigianato, la musica, il ballo e il canto con il tenore Giancarlo Pili. Tutto nel segno e in onore della sardità.
Dall’albergo alla piazza, l’Isola e le sue suggestioni non deludono mai e l’emozione è ancora più forte se lo scopo è benefico. E’ successo ad Olbia al concerto per i bambini africani che ha coinvolto alcune delle più belle e sensibili voci dell’Isola, riunite pro-Amref anche in un cd intitolato “Figli di periferia”.
Molta Sardegna, con l’orchestra Euromediterranea diretta dal maestro Fabrizio Ruggero, anche intorno al virtuoso Pierre Amoyal che ha suonato al Teatro Michelucci di Olbia il celebre Stradivari del 1717 appartenuto a Nicola II di Russia.

domenica, settembre 07, 2008

Elton John settembrino a Porto Rotondo per shopping d’anelli e aperitivo extra-long

Testo e foto esclusive in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)

Tra le sorprese di fine estate: Elton John, apparso nella piazzetta San Marco di Porto Rotondo il sei settembre con il marito David Furnish e un gruppo misto di body guard e assistenti.
In tarda mattinata il segretario del cantante ha fatto un sopralluogo in paese con un obiettivo mirato: lo shopping eltoniano programmato per il pomeriggio e il localino più tranquillo dove sostare all’ora dell’aperitivo. Missione compiuta visto che, intorno alle 18, Elton John, abbagliante in una camiciona arancio-spampanato, scarpe abbinate e bermuda bianchi, è entrato nella gioielleria di Giuseppina Fermi.
Gentile e riservato ha scelto una decina di splendidi anelli, tutti molto grandi e lavorati, montati in oro giallo e bianco, con gemme colorate e brillanti. Entusiasta del suo acquisto, il pingue ma agile Elton, a passo di carica è uscito dal negozio della Fermi transitando veloce davanti ai vacanzieri seduti ai tavolini del centralissimo Bar della Piazza di Gianni Chessa e Marisa Fozzi.
Protetto dalle iper-zelanti guardie del corpo, da vero divo non si è concesso alle foto-ricordo ma qualche scatto “rubato” è andato comunque a segno. Quindi, per evitare la curiosità della piazza, ormai passata dal brusio collettivo “E’ lui o non è lui” al tam-tam “Certo che è lui!”, Elton John si è infilato con il suo codazzo nel patio del Bar Nabila, in un angolo il più lontano possibile da sguardi indiscreti, dove si è regalato un aperitivo extra-long come il suo orecchino.

sabato, agosto 16, 2008

Due senza tre c’è… a casa di Ana Bettz con Paolo e Antonietta B. senza Silvio

Testo e foto esclusive in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)

Il 14 agosto del 2005, 2006 e 2007, a Porto Rotondo, aveva sempre visto Silvio Berlusconi mattatore alla festa degli amici-vicini Sergio e Anna Di Cesare, in arte Ana Bettz. Quest’anno, al posto del Premier, c’era la sorella Maria Antonietta Berlusconi in Beretta, accompagnata dal marito e dalla figlia Sabrina. Dopo cena si è materializzato anche un altro rappresentante della famiglia: il fratello Paolo Berlusconi e, qualcuno, tra i 140 invitati di Ana Bettz, giura di avergli sentito dire qualcosa del genere “Silvio non è potuto venire perché ha ospiti a cena alla Certosa”.
Tra i tavoli, apparecchiati in terrazza, svolazzava, a questo proposito, il nome di Roman Abramovich, dato come presente a Villa Certosa, proprio la sera del 14 agosto, in concomitanza con la festa della cantante Ana Bettz. I più innervositi per il forfait del presidente Berlusconi erano i giornalisti (non invitati) che, pazientemente, lo hanno atteso fuori dal cancello, fino a mezzanotte, illusi prima dall’arrivo della sorella e poi da quello del fratello. “Non c’è due senza tre” hanno pensato e così, aspettando aspettando, hanno assistito all’ingresso di tutti gli invitati, super-filtrati da un servizio di sicurezza a prova di imbucato.
Allo stesso tavolo si sono accomodate due novità del Ferragosto in casa Di Cesare: Lele Mora (in camicia scura e pantaloni gessati) e il principe Carlo Giovanelli (con due impegni notturni nel carnet, il primo da Ana Bettz il secondo da Camilla di Borbone).
Altra novità, la presenza di Domenico Zambelli, il segretario di Simona Ventura, arrivato senza la Ventura ma con Arianna Marchetti e amici vari. Paolo Berlusconi, occhiali sul naso e sigaro in bocca, si è ritrovato al tavolo con sua sorella, i padroni di casa e il costruttore-editore Domenico Bonifaci che ha una passione per le residenze storiche di Porto Rotondo, tipo quelle abitate in passato da Shirley Bassey, Johnny Dorelli e Giorgio Nocella.
Raccolta al volo anche una smentita, sempre durante la divertente festa di Ana Bettz, relativa all’ultima prodezza attribuita a Naomi Campbell dal periodico tedesco Express e ripresa da tutti i giornali italiani e non solo. I responsabili del Fiat Playa di Punta Marana hanno dichiarato che nel loro locale la Venere Nera, arrivata con un gruppo di persone, si è trattenuta solo pochi minuti. Neanche l’ombra del presunto fidanzato russo; nessuna cena, nessuna pretesa di essere servita da soli camerieri uomini e nessuna carriola di sabbia.
L’attenzione degli ospiti nel giro di pochi minuti, si è spostato dalla bufala Naomi Express ai fuochi d’artificio olimpionici offerti da Ana Bettz ai suoi ospiti. I giochi pirotecnici con effetti speciali mai visti, sia dal cielo che dal mare, favoriti da condizioni climatiche ideali, hanno stupito tutti, compresi i familiari del presidente Berlusconi. E proprio lui, in queste ore, sta facendo i conti con il maltempo guastatore dei festeggiamenti ferrogastani, in corso alla Certosa come ogni estate.

mercoledì, agosto 13, 2008

Duran Duran da sballo e formule vincenti nella Costa Smeralda di mezza estate

Testo e foto esclusive in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)

I Duran Duran hanno dato la scossa al pubblico cosmpolita, elitario ma finalmente scomposto del Cala di Volpe che ha ballato e cantato accalcato sotto il palco. Immediata e travolgente la carica di energia sprigionata da Simon Le Bon, Nick Rhodes, John e Roger Taylor.
Il gruppo pop-rock britannico, invidiabile per la forma fisica ed ammirevole per la professionalità, ha entusiasmato tutti proponendo un mix di pezzi nuovi e vecchi riarrangiati in chiave contemporanea.
Ad ascoltare Simon & compagni un parterre tanto eterogeneo quanto internazionale: intere famiglie di magnati russi con nonne e nipotini al seguito, tavolate di sceicchi arabi, aristocratici della vecchia Europa, noti imprenditori italiani e stranieri, volti popolari già in orbita e corpi bellissimi in rampa di lancio.
L’unico bis concesso dai Duran Duran ha avuto come suggestivo titolo di coda lo spettacolo dei fuochi d’artificio che ha segnato la fine del concerto e l’inizio di una festa estemporanea, sempre al Cala di Volpe, ma nel Bar Pontile, vera rivelazione dell’estate 2008.
Il luogo (definirlo locale è riduttivo) è praticamente il cuore, oggi ri-pulsante, del nucleo originario della Costa Smeralda. La formula vincente, firmata Marta Marzotto, ha come ingrediente principale il pianista Raffaello, ormai famoso per le sue doti di trascinatore e di rianimatore, nei casi estremi. La lunga notte post-Duran Duran ha riunito al Pontile, grazie ad un blasonato passa-parola, un mix intrigante e selezionato.
Felicemente coinvolti nel raduno al Pontile anche Matteo Marzotto, Sandra Carraro, Salvatore Niffoi, Mario Marenco, Carlo e Camilla di Borbone, Luisa Beccaria, Carlo Giovanelli, Valeria Marini, Eleonora Vallone e Gabriella Dompè.
L’altra rivelazione di questa estate si chiama AurOr, una crema naturale che associa le straordinarie proprietà dell’oro 24K, del sughero e del miele dosati nelle giuste proporzioni più 6 piante pregiate della Sardegna. Il suo inventore è Andrea Pinna, laureato in botanica, brillante e giovane “cervello” sardo. Alchimia, ricerca e nuove tecnologie sono alla base di una formula segreta che sfrutta le proprietà della luce e le preziosità dei i tre regni (minerale, vegetale e animale).
E’ la prima linea di alta cosmesi della Sardegna, viso e corpo (http://www.auror.info/) e i risultati sono sorprendenti sin dalla prima applicazione, per l’effetto rigenerante, liftante e nutriente. Per ora si trova solo in pochi e selezionati punti vendita di Porto Cervo e Porto Rotondo; alcune fortunate “cavie illustri” la stanno già utilizzando con grande soddisfazione ma il lancio ufficiale è previsto per fine settembre. AurOr verrà distribuita e venduta nelle profumerie, nelle erboristerie e anche nelle farmacie, in Italia e all’estero.
La musica è bella perché e varia come vari sono i modi e luoghi dell’ascolto. Dopo i palchi allestiti nelle piazze e negli alberghi è servita allo scopo anche la stazione di Olbia dove si sono esibiti Paolo Fresu, Paola Turci e Giorgio Rossi, arrivati con il treno di Time in Jazz da Berchidda. Pubblico seduto per terra ma incantato dal corpo sonoro di Rossi, dalla voce danzante della Turci e dalle incursioni della tromba di Fresu.
Cornice più elegante ma sempre insolita anche per l’applaudito concerto del soprano Maria Mastino organizzato dal Consorzio Costa Smeralda al Conference Center di Porto Cervo. Qui, informalmente mescolato alle centinaia di invitati italiani e stranieri, si è ritrovato un notevole campionario di autorità civili, militari e religiose (tutte rigorosamente “in borghese”) provenienti da mezza Sardegna.

sabato, agosto 09, 2008

Dalle tre regine della black music al Far West in Costa Smeralda passando per la villa borbonica

Testo e foto esclusive in www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)

Tre regine della musica internazionale, casualmente, si sono ritrovate a cantare, nell’arco di 15 giorni, a Olbia, Porto Cervo e Porto Rotondo. La prima è stata Dee Dee Bridgewater che, lo scorso 23 luglio, si è esibita sul grande palcoscenico allestito nel piazzale del waterfront, a pochi passi dal palazzo municipale di Olbia.
Una sapiente miscela di musica e intrattenimento ha caratterizzato il concerto della Bridgewater in forma strepitosa. Ad accompagnare la calva e bellissima maestra del black american jazz, una band di livello altissimo che ha regalato spettacolo nello spettacolo.
Il 4 agosto è stata la volta di Amii Stewart in concerto nella piazzetta della Promenade di Porto Cervo. Il suo successo è stato talmente travolgente da oscurare persino la gigantessa madrina della serata Natalie Bush e l’ospite d’onore Valeria Marini, sempre in prima fila alle manifestazioni organizzate da Renzo Persico, presidente del Consorzio della Costa Smeralda.
La mattatrice Amy ha cantato, ballato, riso, pianto e parlato, da sola e accompagnata dal suo sestetto e da un’orchestra sinfonica. Bravissimi anche Luca Velletri e Thimoty Martin, artisti ospiti della padrona del palco.
La Stewart è stata superlativa incassando un tifo da stadio dalla selezionata e folta platea composta esclusivamente da invitati, comodamente seduti ma piacevolmente “caldi”.
Due sere dopo, il 6 agosto, Dionne Warwick, nel teatro di Porto Rotondo per l’unica tappa sarda del suo tour italiano, ha incantato un pubblico molto internazionale che si è inutilmente sgolato per un bis.
La celebre cantante americana sessantottenne ha sfoderato la sua inconfondibile voce potente e melodiosa, evergreen come il look: scarpe sportive, pantaloni bianchi e camicia sempre bianca, con applicazioni di fiori e farfalle, indossata sopra una maglia turchese.
La Warwick, preceduta dal virtuoso pianista cagliaritano Romeo Scaccia, prima ha ipnotizzato il pubblico da sola e poi ha continuato l’opera insieme al suo bel figlio David Elliot (ottimo cantante) e alla giovanissima nipote Cheyenne figlia di David. “Ci manca solo la cugina Withney Houston”, ha commentato una coppia russa, applaudendo le tre generazioni della matriarca del soul Dionne Warwick.
La “Costa intelligente”, guidata dal presidente sardo del Consorzio Renzo Persico, anche ad agosto continua a dividersi tra i concerti di musica leggera, classica e jazz, i balletti e le mostre nella Louise Alexander Gallery e nel Mdm Museum di Porto Cervo con l’esposizione dedicata a Mimmo Rotella. Resistono comunque le feste “a tema” organizzate dal petroliere arabo Al Sheik, proprietario del panfilo Coral Island e della villa Arcu de Chelu al Romazzino, qualche notte fa trasformata in un angolo di Far West con scenografie degne di Cinecittà.
Di Al Sheik, della sua enorme ricchezza, delle sue feste e delle sue frequentazioni femminili (Francesca Lodo è la new-entry) si parla molto. Resta invece nell’ombra, per sua precisa volontà, il lato migliore del generoso e sensibile Al Sheik, re di cuori anche in vacanza. Intanto, nella ex-beauty farm “Villa Harmony” diventata residenza estiva di Carlo e Camilla di Borbone, la super-suocera Edoarda Crociani (mamma di Camilla) organizza pranzi e cene ambitissimi per tre validi motivi: cucina squisita, ospiti-amici sempre pochi ma buoni, atmosfera rilassante, più country che mondana. A disposizione degli invitati anche la zona fitness acquistata insieme alla struttura che domina il golfo del Pevero, ampliata e trasformata nella casa privata dei Borbone-Crociani a Porto Cervo.

venerdì, agosto 01, 2008

Marta Marzotto e Irina Garber sotto i tetti di Guttuso più varie ed eventuali dalla Costa Smeralda

Testo e foto esclusive in www.marellagiovannelli.com sez. Mara Malda

Marta Marzotto, per la prima volta, ha rivisto la sua ex-casa di Punta Volpe a Porto Rotondo, ribattezzata Villa Guttuso dall’attuale proprietaria, l’affascinante russa Irina Garber.
L’omaggio al maestro siciliano è stato molto apprezzato dalla Marzotto che ha promosso a pieni voti lo stile Garber sia negli esterni che negli interni. La cena intima e raffinata (Marta e Irina più tre amiche), servita nel patio della villa, ha scatenato tre ore piene di ricordi del tempo (più o meno buono) ma decisamente andato.
Tra una raffica di battute e un’altra di aneddoti, tutti firmati Marzotto, anche in dialetto veneto, la travolgente contessa ha telefonato al figlio Matteo, in trasferta sull'isola di Tavolara per festeggiare, via dalla pazza folla, i 50 anni dell’amico Guido Barilla.
Da Porto Rotondo a Porto Cervo dove, nella Piazza del Principe, la bionda neo-Cavaliere del Lavoro Daniela Fargion ha organizzato “Le Stelle della Moda” con Valeria Marini e Raffaella Zardo nei panni (pochi e trasparenti) di presentatrici della sfilata.
Intanto, S.A.R. Carlo di Borbone delle Due Sicilie Duca di Calabria, sempre a Porto Cervo, ma in chiesa, ha nominato Cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli e Renzo Persico, presidente sardo sempre più saldamente in sella al Consorzio Costa Smeralda.
L’avvocato cagliaritano, grazie anche al sostegno di Tom Barrack, sta completando la “svolta culturale” della Costa Smeralda con un calendario che comprende presentazioni di libri, grandi mostre d’arte contemporanea, balletti e concerti di musica colta. Tra gli ambasciatori di questa nouvelle vague smeraldina si sta distinguendo Salvatore Niffoi che, insieme a Daria Bignardi, ha aperto la stagione “intelligente” della Costa.
Nei giorni scorsi, più di ottocento clienti degli alberghi Starwood si sono ritrovati al Cala di Volpe per ascoltare Andrea Bocelli. Ad accoglierli una fila multicolore di “Butterfly”, le borse-farfalla di Braccialini esposte da Aurelia Markus di More & Chic, sponsor della serata.
Bocelli, sia da solo che insieme al soprano Paola Sanguinetti, ha proposto un repertorio classico napoletano, misuratamente applaudito dalla cosmopolita adunanza, alla fine però completamente conquistata sulle note di “Con te partirò”.
Terminato il concerto di Bocelli, i nottambuli irriducibili, guidati da Marta Marzotto e da Sandra Carraro, si sono diretti verso il Bar Pontile del Cala di Volpe per una esibizione estemporanea ma travolgente dell’inedito duo formato da Marcella Bella e dal pianista Raffaello.
Altra coppia: quella composta da Michele Mirabella (bocciato) e da Cristina Parodi (promossa) che hanno presentato la serata pro-Airc al Safina “salvata” comunque dal tanto generoso quanto provvidenziale intervento dell'avvocato Persico, unico acquirente dei lotti messi all’asta dal poco carismatico battitore Mirabella.