domenica, marzo 05, 2006

Mortorio: l’Isola dei Martiri, secondo gli storici arabi …e altre ipotesi


di Marella Giovannelli

Mortorio: l’Isola dei Martiri, secondo gli storici arabi …e altre ipotesi

 

Giazirat Ash Shuhada significa Isola dei Martiri. Sarebbe questo, secondo lo storico musulmano Al Himyari, il nome dato dagli arabi a Mortorio. Il contesto storico rievocato dallo studioso è un terribile naufragio avvenuto nel corso dell'assalto sferrato dal feroce pirata saraceno Mugiahid (Museto) contro alcune località e isolotti della Sardegna. A ricordo dell'impresa, nei testi arabi si legge: ...e le sue navi andarono distrutte sugli scogli di un'isola che si conobbe, da quel giorno, col nome di GIAZIRAT ASH-SHUHADA (l'Isola dei Martiri), per l'ingente numero di Mussulmani colà caduti. Si racconta, quindi, che un gran numero di morti furono buttati dal mare lungo le sue spiagge. Da parte occidentale la versione è diversa: si dice che una flotta di pirati arabi avesse assalito, distrutto Genova e portato via donne e bambini.
I Genovesi, al rientro da una delle tante Crociate combattute in Terrasanta, trovarono la loro città praticamente distrutta e si misero all'inseguimento della flotta dei pirati che, per il maltempo, sembra fosse finita intorno all'isola di Mortorio. In queste acque avvenne una grande battaglia nella quale la flotta genovese riuscì a vincere i pirati e a recuperare gli schiavi, le donne e i bambini riportandoli a casa, dopo aver distrutto la flotta musulmana.
Esiste, comunque, una fonte storica attendibile che, in qualche modo, potrebbe avvalorare l'ipotesi di fatti sicuramente tragici avvenuti in quelle acque. Raccontano gli Annali di Pisa: Nel 1015 Mugiahid (Musetto) dopo essersi impadronito di Denia, d'Algesiras e delle Baleari assalì la Sardegna con 120 navi e 1.000 cavalieri; espugnò le principali fortezze dell'isola ed uccise il Giudice Malut.
Il momento è grave, gli stati cristiani del Tirreno si sentono ancora una volta minacciati dal pericolo saraceno. Primo fra tutti reagisce il Papa Benedetto VIII che incita le Repubbliche di Genova e Pisa a unire i loro sforzi per liberare l'Isola. Per le due città marinare, la Sardegna in mano ai musulmani rappresenta una continua e intollerabile minaccia ai loro traffici nel Tirreno.
Tra il 1015 e il 1016, le due flotte alleate battono ripetutamente le navi di Museto nelle acque sarde, mentre da terra, le truppe isolane, guidate dai giudici locali, braccano gli ultimi Saraceni rimasti.
Lo scontro decisivo si ebbe nel 1016 e la flotta di Museto, già decimata da una tempesta, fu definitivamente sconfitta e messa in fuga.
In Sardegna, subito dopo, arrivarono Pisani e Genovesi; nel nostro territorio le ricche famiglie genovesi dei Doria e quelle pisane dei Malaspina fondarono rocche e castelli.
Nella Guida della Gallura di Salvatore Colomo e Francesco Ticca, si accenna a Mortorio ma, al toponimo, viene attribuita un'origine ancora diversa: Lo strano nome dell'isola è dovuto a un fatto storico. Un piccolo esercito di Genovesi e di Galluresi vi sorprese nel tardo Medioevo alcune navi di pirati che si apprestavano a invadere le vicine coste. Furono catturati e uccisi tutti e le loro ossa si trovano ancora ammucchiate qua e là in alcuni punti dell'isola.
C'è anche l'ipotesi fatta da William Henry Smith nella sua Relazione sull'Isola di Sardegna, scritta nel 1823-24: A nord di Figari una grande baia giunge fino a Capo Libano che, a nord, conta parecchi isolotti, spogli di ogni vegetazione, disposti parallelamente alla costa, di cui Mortorio e Soffi sono i principali. L'insieme degli isolotti è chiamato I Mortorii, e si dice che questo nome derivi dalla terribile carneficina subita dai Pisani in una battaglia contro i Genovesi che avvenne vicino ad essi.

L'isola di Mortorio, a nord-est della Sardegna, tra Porto Cervo e Porto Rotondo, dista meno di due miglia dalla costa. Disabitata e protetta da un vincolo assoluto che blocca qualsiasi progetto edificatorio a tempo indeterminato, d'estate diventa meta privilegiata per le gite di migliaia di turisti. Mortorio è caratterizzata dalla presenza di alcune bellissime spiagge e da una splendida scogliera. L'entroterra è ricco di vegetazione, per la maggior parte macchia mediterranea e ginestre. Dal punto più alto dell'isola si gode un panorama di straordinaria bellezza. Raggiungibile solo in barca è l'appuntamento quotidiano e immancabile per centinaia di yacht. Per preservare le sue coste è stato annesso al parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena e, in alcune zone, è vietato lo sbarco.
A poche centinaia di metri troviamo l'isola di Soffi, molto più piccola di Mortorio e caratterizzata da bassi fondali cristallini; la zona più frequentata viene chiamata le Piscine di Soffi per la grande somiglianza a una piscina naturale circondata dalle rocce ma con il fondo sabbioso e l'acqua color smeraldo. Sull'isola nidifica il Gabbiano Corso, una delle razze protette più rare al mondo.


Pubblicato nella Gazzetta di Porto Rotondo nel giugno 2002