giovedì, settembre 27, 2007

Bufala sardo-pietosa montata e smontata a tempo di record

Mara Malda per http://www.marellagiovannelli.com/
Bufala sardo-pietosa (sotto tutti gli aspetti) dalla vita brevissima, quella sparata martedì 25 settembre dall’Unione Sarda, con richiamo in prima pagina. La vicenda strappalacrime del povero vedovo ultrasettantenne, sorpreso a rubare un pacco di pasta e un pezzo di formaggio in un negozio del quartiere cagliaritano di Is Mirrionis, aveva commosso tutta l’Italia. Era piaciuto soprattutto il lieto fine con il perdono dei titolari della “piccola bottega”, promotori anche di una gara di solidarietà per aiutare l'uomo. Una riga decisamente surreale, tipo “ Il destino ha voluto che accadesse l'imprevisto. I pantaloni non hanno retto il peso e il malloppo è caduto per terra”, ha suscitato nei lettori più di un dubbio sul destino dei calzoni, caduti anche loro (forse si, forse no) insieme alla refurtiva.
A parte qualche dettaglio, sembrava uscita dal libro “Cuore” la storia firmata dal giornalista Alessandro Testa che ora dovrà spiegare i vari ingredienti del pasticcio da lui combinato. La notizia era stata ripresa e rilanciata dai media nazionali e dalle principali agenzie di stampa. Sulla vicenda, fra gli altri, erano intervenuti il Ministro Paolo Ferrero, il Sindaco e i Servizi sociali del Comune di Cagliari, le associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori.
Ma, per ulteriore e crudele beffa del destino, il caso pietoso dell’anziano vedovo di Is Mirrionis, “scoperto” dall’Unione Sarda è stato smontato, il giorno dopo, dal giornalista Enrico Fresu del quotidiano rivale & risorto Sud Sardegna del gruppo E-Polis. Galeotta è stata la foto del negozio, pubblicata a corredo (imprudente) dell’articolo. Spacciato per una bottega di Is Mirrionis, si trova invece a Valsavarenche in Val d’Aosta; si chiama “Chez Sandro”, dal nome del proprietario Sandro Oddone. Per questo, a Is Mirrionis, non c’è traccia del minimarket spuntato come un fungo (valdostano) sull’Unione Sarda di martedì scorso. Fantasma anche il pensionato-disperato-perdonato dopo il tentato furto ai danni dell'altrettanto fantomatica coppia di negozianti Ignazio Fenudu e Valentina Camba. Le loro fanta-interviste, miracolosamente virgolettate, sono apparse su Repubblica, la Stampa e l'Unità. Anche su questo imbarazzante risvolto dovrà fare dolorosa ma necessaria chiarezza l'Ordine dei giornalisti della Sardegna che ha aperto un'inchiesta sul caso. Intanto, sull’Unione Sarda di oggi, in una nota indirizzata “ai lettori” sulla “vicenda del pensionato”, sempre nella cronaca di Cagliari, ma senza richiamo in prima pagina, si legge testualmente: “Martedì abbiamo dato notizia del pensionato sorpreso a rubare per fame in un market di Is Mirrionis. Questa notizia, portata ed elaborata da un nostro cronista, si è rivelata poi totalmente falsa. Chiediamo scusa ai lettori e, per difendere la credibilità di tutta la redazione e la serietà e la correttezza che hanno sempre contraddistinto L'Unione Sarda, l'Azienda ha deciso di avviare, nei confronti del giornalista responsabile, il procedimento disciplinare previsto dalla legge, riservandosi di adottare i provvedimenti adeguati alla gravità del caso”.

mercoledì, settembre 26, 2007

Con il nonno barbaricino dei sorbetti tra cavalli, barche e tisane

Mara Malda per www.marellagiovannelli.com

Dopo Valeria Marini e Valentino Rossi, atterrati in elicottero nei primi due tornei di Polo in Costa Smeralda, la sorpresa settembrina, per la terza edizione, è arrivata sempre dall’alto. Senza pale ma con una paletta, non dal cielo ma dalla montagna di Aritzo. Direttamente dalla Barbagia per gli ospiti del Polo Village, allestito nel Centro Ippico Shergan a San Pantaleo, si è materializzata “sa carapigna” di Aritzo, l’antico gelato di limone, antenato dei moderni sorbetti. La sua produzione risale al 1600 e, fino a qualche decennio fa, si preparava con la neve che veniva raccolta dentro buche profonde, poi ricoperte con frasche, felci e terra. La neve, nella grande fossa, diventava un blocco di ghiaccio, anche grazie all’altezza e alla posizione del paese del Gennargentu.In estate poi si recuperava il blocco, custodito durante tutto l'inverno e si utilizzava per la preparazione della “Carapigna”. La ricetta, più o meno, è rimasta la stessa, come gli utensili e la lavorazione, sempre oggetto di grande meraviglia per la squisitezza del risultato finale.Davanti al gelataio di Aritzo, in trasferta fra i cavalieri del Polo in Costa Smeralda, si è formato un lungo serpentone che si è poi schierato, con la coppetta in mano, a tifare per le squadre in campo. Carapigna sotto il tendone anche per Tom Barrack, infortunato ad una mano e quindi fuori gioco. Il suo team “Cala di Volpe” è andato in finale ma, dopo una partita combattuta sino all’ultimo, è stato sconfitto dall’Arfango di Alberto Moretti. La squadra dell’Audi, impegnata nel torneo, ha trovato anche il tempo di portare la splendida cavalla Capirina dal campo di polo di San Pantaleo alla banchina di Porto Rotondo per una visita aziendal-promozional-sportiva, in occasione della regata Audi Invitational. Ad ammirare la cavalla, i campioni dello sport di ieri e di oggi (da Filippo Magnini a Francesco Moser passando per i fratelli Abbagnale, Riccardo Pittis, Antonio Rossi, Claudio Chiappucci, Daniele Massaro, Jury Chechi, Gustavo Thoeni, Giorgio Di Centa e altri ancora). Tempo di regate anche per lo Yacht Club Costa Smeralda che sta festeggiando i suoi primi 40 anni con una raffica di manifestazioni, coppe e trofei assegnati ad armatori ed equipaggi provenienti da tutto il mondo. Intanto, ad Olbia, è stato inaugurato il Centro Benessere Maurice Messeguè del Geovillage, con un percorso d’acqua, bellezza e salute che ha entusiasmato persino il Vescovo Mons. Sebastiano Sanguinetti. L’alto prelato, “cavia eccellente”, è stato anche il primo ad assaggiare la tisana speciale, preparata e servita dal naturopata Marc Couget.

martedì, settembre 18, 2007

Il giro della Sardegna, in coppia, a piedi, in 80 giorni


Testo di Mara Malda e foto di Riccardo Carnovalini in www.marellagiovannelli.com


Riccardo Carnovalini e Roberta Ferraris, piemontesi delle Langhe, sono partiti da Olbia, a piedi, il 27 giugno scorso per tracciare, lungo le coste sarde, il “sentiero mare” più bello del Mediterraneo.
I due camminatori, compagni di vita oltre che di strada, hanno centrato l’obiettivo, compiendo il giro dell’Isola in 80 giorni.
Hanno camminato per 565 ore effettive, percorrendo 1.500 chilometri e tenendo una media di 20 km. al giorno. Riccardo e Roberta sono autori di numerose pubblicazioni sui sentieri italiani e stranieri.
Proprietari di una piccola azienda agricola e di un gregge di capre hanno dovuto attendere il periodo dell’alpeggio per poter cominciare la lunga trasferta sarda.
Oggi sono tornati ad Olbia, ricevuti dal Sindaco Gianni Giovannelli in Municipio, per divulgare la “cultura del viaggio lento” . Riccardo e Roberta hanno girato a piedi, zaini in spalla (25 chili per lui e 20 per lei) le coste della Sardegna più quelle delle isole minori di Sant’Antioco, San Pietro, La Maddalena e Caprera.
Si sono portati appresso l’attrezzatura fotografica, un tavolozza con acquarelli e una tenda dell’ultima generazione. Stipati nel bagaglio, tra le tante cose, figurano anche una pentola, una padella ed un fornelletto ad alcol.
Riccardo Carnovalini, apprezzato fotografo naturalista oltre che instancabile camminatore, ha documentato con 5.000 scatti digitali una realtà definita “confortante”: il 70% delle coste sarde si sviluppa in scenari dove la natura è ancora splendida dominatrice.
In molti tratti della fascia costiera, la situazione da lui rilevata nell’estate del 2007, è praticamente uguale a quella di quarant’anni fa. La conclusione, sicuramente positiva, è emersa dal confronto con le immagini scattate allora dal celebre collega Italo Zannier.
I due camminatori hanno spiegato che la valorizzazione dei sentieri, sull’esempio di quanto accade nella vicina Corsica, a fronte di piccoli investimenti da parte delle istituzioni, contribuirebbe alla promozione del patrimonio naturalistico locale, all’attrazione di nuovi flussi turistici nazionali ed internazionali e alla tutela della ricca biodiversità che caratterizza gli splendidi ambienti naturali delle coste sarde.
Riccardo e Roberta, oggi si ritrovano con cinque chili di meno ciascuno e dieci itinerari in più per la Guida “Sentiero Mare” (editore “Terre di mezzo”). I due camminatori, nel loro spettacolare giro a piedi della Sardegna in piena estate, hanno superato non pochi problemi dovuti alle difficoltà nell’approvvigionamento idrico e al proliferare di recinzioni, chiusure e vincoli (compresi quelli militari) che rendono impraticabili o inaccessibili diversi itinerari.
Sono però riusciti a sensibilizzare gli amministratori locali e l’opinione pubblica sull’importanza di ritrovare i sentieri perduti, cancellati o sacrificati tra incuria e speculazione, nell’indifferenza generale.

giovedì, settembre 13, 2007

Intervista di Francesco Canino a Marella Giovannelli pubblicata sul settimanale “Tu” in edicola dal 12 al 18 settembre 2007




www.marellagiovannelli.com (sezione Mara Malda)

Se pensi che la Costa Smeralda sia solo feste targate Lele Mora o serate in stile “Billionaire”, ti sbagli di grosso: c’è un’altra Costa, fatta di party super esclusivi, in cui la protagonista è Marella Giovannelli, giornalista e poetessa sarda che ha una villa a Punta Lada, considerata la regina del gossip: dietro lo pseudonimo di “Mara Malda”, sul sito www.marellagiovannelli.com svela i rumor più inediti. L’abbiamo chiamata per fare un bilancio di fine estate.
D- Pronto Marella come stai?
R- Bene, stavo riguardando le mie raccolte di poesie per trovare un sonetto in cui parlo della regressione della Costa Smeralda: dopo“Vallettopoli” speravo che certe persone tenessero un profilo basso. Invece sono diventati dei modelli. Terrificante!
D- Da anni non perdi un evento mondano…
R- Certo, è il mio lavoro. Solo che sono stufa: la Sardegna è diventata una vetrina dove chiunque può attingere un po’ di visibilità. Se ripenso a cosa è accaduto in piazzetta a Porto Cervo mi viene ancora da ridere.
D- Forza, raccontaci.
R- Un pomeriggio è arrivato l’Aga Khan (il principe Ismaelita che negli anni ’60 ha creato la Costa Smeralda, ndr). Ho visto un codazzo di persone che si muovevano nella sua direzione e ho pensato: “Se la gente ha così tanta curiosità per lui, qualcosa sta cambiando”. Invece, pochi metri più in là c’era Lele Mora e la gente voleva a tutti i costi fotografare lui.
D- Sei stata l’unica giornalista ad incontrare Woody Allen a Porto Rotondo.
R- Ha fatto tappa qui prima di volare a Venezia. E’ di una semplicità disarmante: è arrivato tenendo per la mano i suoi figli, scortato dalla moglie e baby sitter.
D- Dalla tranquillità della famiglia Allen a Zucchero che ha insultato il pubblico durante un concerto al Cala Di Volpe.
R- Già al concerto io c’ero: è stato arrogante e maleducato. Credo che si cerchi di riempire la noia e il nulla che avanza con la rissosità e altri aspetti negativi.
D- Di Mora e Corona che dici?
R- Lele è abile e fa molto bene il suo mestiere. Di Fabrizio Corona ho letto che a Venosa gli hanno tirato i pomodori: hanno fatto bene così si ridimensiona un po’. Però mi intristisco quando sento episodi come quello accaduto giorni fa qui in Sardegna. Corona è stato ospite in una discoteca ed entrando il dee-jay ha gridato: “Ecco l’uomo che ha cambiato l’Italia”. Certe parole fanno riflettere.
D- Un auspicio per la prossima estate?
R- Vorrei che fosse l’anno della rinascita sarda, che non si parlasse di questa terra solo per gli avanzi di balera e di galera, ma per la grande voglia di cultura e di arte. Abbiamo toccato il fondo: ora si può solo risalire!

lunedì, settembre 10, 2007

Imbiancare l’affresco di Guttuso? Bufala d’autore di fine estate


Testo e foto esclusive di Mara Malda per www.marellagiovannelli.com

I tetti affrescati da Renato Guttuso nell’ex-villa Marzotto a Porto Rotondo possono dormire sonni tranquilli. Irina Garber, l’affascinante russa che, insieme al marito (felicemente in carica) ha acquistato la villa appartenuta, prima a Marta e poi a Paola Marzotto, non hai mai contemplato l’idea di una loro “rimbiancata”. L’indiscrezione, apparsa a pagina 51, all’interno di un lungo articolo, firmato da Agostino Gramigna e pubblicato sull’ultimo numero del Corriere della Sera Magazine, ha fortemente disturbato la signora.
Irina e il marito (già brillante psicoendocrinologo e ora banchiere specializzato in investimenti internazionali), proseguendo nella lettura, si sono anche fatti delle grandi risate. “Non sapevamo di essere separati - spiega lei - visto che siamo sposati ( e conviventi) con reciproca soddisfazione da diciassette anni”. Esilarante, per la signora Garber, anche un’altra bufalotta, sempre contenuta nel servizio di Gramigna che, pur usando il “pare” scrive di una Lamborghini regalata al figlio dodicenne per il suo compleanno.
“Nostro figlio – precisa mamma Irina – non ha dodici anni ma dieci; non avendo la patente l’unica Lamborghini che ha ricevuto è un modellino da mettere sul comodino della sua cameretta”. Incontriamo Irina Garber nella villa acquistata alla fine del 2006 da Paola Marzotto. E’ ancora molto risentita per le frasi che la riguardano, lette con sua grande sorpresa e notevole rabbia sul Magazine del Corriere. “Totalmente falsa ed inventata di sana pianta - continua - anche l’affermazione del giornalista, secondo il quale io sarei rimasta un po’ male, quando sono entrata per la prima volta nella villa, perché Paola Marzotto s’era portata via pure le lampadine”.
Irina ribadisce che “questa affermazione, oltre ad essere priva di ogni fondamento, mi ha fatto male anche perché ho un’ottima opinione di Paola Marzotto che si è sempre dimostrata disponibile e gentile con me e con mio marito”. Ma, in cima alla “classifica delle sciocchezze” riportate dal giornalista, Irina mette sicuramente il suo presunto “dubbio” sul mantenimento dei celebri tetti affrescati da Renato Guttuso nel salone della villa abitata, in quegli anni, dalla sua amata “musa” Marta Marzotto, madre di Paola.
“Siamo talmente orgogliosi e innamorati di questo affresco – ribadisce la Garber – da aver chiamato degli specialisti nel restauro conservativo che hanno esaminato sia i Tetti del salone che le Colombe dipinte nel bagno per evitare qualsiasi rischio causato dall’umidità o da altri fattori. Abbiamo anche ordinato la scritta “Omaggio a Guttuso” che verrà incisa sulla grande pietra sistemata davanti all’ingresso della villa. Nell’articolo è scritto che io ho “cambiato i connotati della dimora”, riempiendola di divani in seta con filamenti di oro. Anche questa è un’invenzione visto che, in casa, non c’è niente di simile.
Proprio per esaltare la bellezza dei tetti di Guttuso, ho studiato un arredamento molto semplice, pulito e senza fronzoli. Naturalmente ho dovuto mettere a norma l’impianto elettrico visto che la casa è stata costruita tanti anni fa e, forse da questo particolare, è nata la storiella delle lampadine". Il giornalista, per Irina, riferisce almeno una mezza verità quando scrive del Buddha sistemato in giardino; in effetti lui c’è ma è rosso e non azzurro.
Irina Garber vorrebbe capire perché si è ritrovata su un magazine così prestigioso e diffuso, descritta come una ex-moglie con dubbi sul mantenimento di un’opera d’arte mai messa in discussione. “In questi giorni - racconta - continuo a ricevere telefonate da amici sconcertati che mi chiedono notizie sul mio matrimonio e sull’affresco di Guttuso. A tutti rispondo che stanno entrambi benissimo e vorrei invitare Maria Luisa Agnese, Direttrice del Corriere della Sera Magazine, a Porto Rotondo. Sarà nostra gradita ospite e potrà verificare personalmente lo stato reale delle cose".

giovedì, settembre 06, 2007

La Certosa vista dall’alto, aspettando i cinghiali


Marella Giovannelli per www.marellagiovannelli.com
Foto esclusive
Svolazzando su Porto Rotondo in queste giornate settembrine è difficile resistere alla tentazione di fotografare case già realizzate o in costruzione, giardini e scorci più o meno noti, lavori in corso e qualche sorpresa.
Visto il pollice sempre più verde di Silvio Berlusconi, il nostro viaggio comincia dal parco della Certosa a Punta Lada.
Dopo l'anfiteatro per gli spettacoli e quello che ospita i cactus, sono stati realizzati l’orto mediceo, l’agrumeto, l’uliveto, il palmeto, il roseto, la grande serra e la voliera-giardino delle farfalle.
La preoccupazione degli “addetti ai lavori” ora sono le incursioni dei cinghiali, da sempre affezionati visitatori del parco certosino che cominciano a frequentare appena finisce l’estate.
Un giardiniere particolarmente creativo ha suggerito di creare un percorso “civetta” per attirare i cinghiali nella pizzeria e nella gelateria del Cavaliere; un altro ha proposto di sistemare esche irresistibili all'ingresso del labirinto e della grotta con lo Zodiaco.


P.S Foto esclusive, vietata la riproduzione.

mercoledì, settembre 05, 2007

Coda d'estate con "Stella" più altre sorprese greco-spagnole e sarde




Testo e foto di Mara Malda per www.marellagiovannelli.com

Coda d’estate attorcigliata per Mara Malda, alle prese con una serata spagnola al Melià di Olbia più una serie di impegni precedenti e successivi.
Il gemellaggio culinario con la città di Valencia include l’assaggio di antipasti, tre tipi di paella e dolci con accompagnamento di vini squisiti.
Il tutto dopo una visita-lampo al leggendario yacht “Christina O”, attraccato al porto vecchio di Olbia.
Il panfilo, già appartenuto ad Aristotele Onassis, ora è una nave da crociera ma il suo valore aggiunto è quello dei ricordi. Saloni e stanze del “Christina O.”, in tempi non lontanissimi, hanno ospitato amori & personaggi entrati (e non ancora usciti) dalla storia.
L’elenco, comunque sommario, comprende Maria Callas, John e Jacqueline Kennedy, Winston Churchill, Grace Kelly, Ranieri di Monaco, Elizabeth Taylor, Marilyn Monroe, John Wayne, Ava Gardner, Marlène Dietrich e Rudolph Nureyev.
Ancora emozionata dopo la visione, più pragmatica che leggendaria, dei croceristi del “Christina O.” tra il camino di lapislazzuli e gli sgabelli del bar foderati con pelle di scroto di balena, mi sono consolata con la cena spagnola. Gustata moltissimo malgrado il pensiero dell’alzataccia fantozziana alle quattro e trenta del mattino per non rischiare di perdere il primo aereo diretto a Roma.
Invitata da Maurizio Costanzo che, dopo la pausa estiva, ha ripreso il suo nuovo programma “Stella” su Sky Vivo, ho dormito circa tre ore svegliandomi come un pitone stordito dopo gli eccessi della seratina iberica.
Miracolosamente arrivata, prima in aeroporto, e poi al teatro Parioli di Roma, ho trovato, fra gli ospiti in studio da Maurizio Costanzo, anche due Alfonsi(Pecoraro Scanio Ministro e Alfonso Signorini Direttore di Chi), Melita la Diavolita (molto dispiaciuta per la calendario-polemica in corso con il Sindaco di Gibellina) e Mataji Booker, una cantante-chitarrista straordinaria accompagnata dal percussionista Daniele Amato.
Nella frenetica coda estiva maramalda, rientrata a Porto Rotondo subito dopo la diretta televisiva, inserisco anche l’incontro con la metà di Rosanna Cancellieri, vista a casa di Gabriele e Giulia Cumini a Porto Rotondo.
L’altra metà della Cancellieri, con sua grande soddisfazione, è stata praticamente prosciugata da tre anni intensivi di Pilates.
In attesa di altre emozioni e/o indigestioni, il concerto dei Tazenda, applauditi ad Olbia da più di diecimila persone, resta fra le cose più belle dell'estate 2007.