giovedì, gennaio 24, 2008

Berlusconi Cucù da Emilio Fede su Prodi Caduto

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com

Autentica o finta che sia, è stata comunque esilarante la gongolante sorpresa dipinta sul volto di Emilio Fede che, già euforico, annunciava alla “finestra” del Tg4 la caduta del Governo Prodi. Subito dopo, per un commento a caldo, si è collegato in diretta telefonica con il Senatore Schifani, magicamente trasformatosi in Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, nel giro di un nano-secondo, ha convinto il Direttore di essere proprio lui e non la sua imitazione. “Intercettando” il previsto collegamento telefonico con Schifani, il fulmineo e fulminante Berlusconi è riuscito a regalare il primo commento sul Prodi Caduto all’amico Emilio, felice “vittima” del presunto scherzo e/o della probabile sceneggiata.

Le trash-gambe di Madonna battono le bufale marziane smantellate dal Daily Mail

Testo e foto in http://www.marellagiovannelli.com/ (sez. Mara Malda)

Sul Daily Mail le gambe gonfie, pallide e pelose di Madonna battono le bufale marziane. Nelle foto pubblicate dal popolare tabloid britannico la realtà degli stinchi in disarmo di lady Ciccone supera la fantasia della figurina verde presunta aliena appollaiata su una roccia di Marte. In questi giorni, dal sito ufficiale della Nasa è rimbalzata in tutto il mondo l’immagine della “sirenetta marziana”, ripresa dalla sonda spaziale Spirit.
Secondo alcuni esperti, intervistati proprio dal Daily Mail, si tratterebbe non di un alieno, ma di un tipico caso di pareidolia, un’illusione subcosciente, insita nel nostro cervello, la quale tende a ricondurre a forme conosciute oggetti e profili naturali (oppure artificiali) in un contesto casuale. E’ una tendenza istintiva e automatica, un’associazione che si manifesta in special modo verso le figure e le facce, in presenza di determinati giochi di luce, ombre e prospettive.
Classici esempi sono la visione di animali o visi umani nelle nuvole, la visione di un volto nella luna oppure l'associazione di immagini alle costellazioni. La pareidolia consente spesso di dare una spiegazione razionale a fenomeni paranormali, quali le apparizioni di immagini su muri o la comparsa di "fantasmi" in fotografie. Un precedente famoso, sempre su Marte, filmato dalla sonda Viking 1, aveva la forma di un volto impresso in una formazione rocciosa.
Innumerevoli i casi di pareidolia applicati a Gesù e alla Vergine “apparsi” anche in luoghi assai poco mistici come un bastoncino di pesce e un toast. Ridotta ad un’illusione da pareidolia, la solitaria e verdastra figurina su Marte, desta meno inquietudine delle impietose ma reali immagini di Madonna, fotografata l’altra sera mentre usciva dal Claridge's Hotel in pieno centro a Londra. E il dissacrante Daily Mail ha paragonato, con tanto di accostamento fotografico, le trash-gambe della famosa cantante, disseminate di peli, vene varicose e bozzi, a quelle di Nora Batty, protagonista di una popolare fiction inglese.

martedì, gennaio 22, 2008

Un tranquillo week-end... senza paura ma con 5 squali a Tavolara, già regno di Moby Dick

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)

Nelle giornate di sabato 19 e domenica 20 gennaio sono stati avvistati ben 5 esemplari di squalo elefante (Cetorhinus maximus), nel versante nord dell’isola di Tavolara. Le segnalazioni, tempestivamente inoltrate alla Guardia Costiera e all’AMP di Tavolara Punta Coda Cavallo, hanno consentito l’attivazione di una rete di rilevatori nell’ambito del Progetto Marinet, per la salvaguardia e il recupero della fauna marina.
I ricercatori del CRiMM (Centro Ricerca Mammiferi Marini) hanno avvistato solo 3 gruppi di delfini. Più fortunato il naturalista Egidio Trainito che, come testimoniano le foto, è riuscito ad osservare e filmare uno squalo elefante nei pressi dell’imbarcazione. Gli altri quattro esemplari sono stati avvistati da Riccardo Inzaina, Tonino Bua e Sergio Pisano del Centro Sub Astrea. Per Francesca Magnone, biologa del CRiMM, questa specie è comune nel Mediterraneo; compie migrazioni stagionali nelle acque più fredde in primavera-estate ma si conosce poco dei suoi spostamenti invernali.
Lo squalo elefante in Sardegna è conosciuto anche con il nome dialettale di “canisca”. Colore grigio, più scuro sul dorso, spesso presenta chiazze e bande bianche sul muso e sul ventre. Gli adulti raggiungono in media circa 10 m di lunghezza. Possiede 5 fessure branchiali molto lunghe ed è caratterizzato dalla forma particolare del muso conico e allungato (rivolto all’insù nei giovani) e dalla grande bocca che tiene spalancata mentre nuota lentamente per filtrare il plancton di cui si nutre grazie alle numerosissime appendici cornee filiformi chiamate “branchiospine”. Spesso si avvicina alle coste per alimentarsi, solitario o in gruppo, ed è facile avvistare la pinna dorsale, alta e triangolare, e la caudale che escono dall’acqua.
Il Direttore dell’Area Marina Protetta, Augusto Navone consiglia comunque prudenza nell’avvicinare questo pacifico gigante dei mari, ed invita chiunque ne avvisti uno a segnarlo prontamente al numero 0789/203013. I dati raccolti saranno utilizzati per ampliare le conoscenze su questa specie.
Un avvistamento, ben più clamoroso e praticamente unico nel Mediterraneo, era avvenuto, sempre al largo dell’isola di Tavolara, il 30 maggio 2006. Quel giorno, Giuseppe Galliani ed Alessandro Battaglia, due appassionati di pesca d’altura, rimasero senza fiato davanti ad una balena bianca che nuotava insieme ad altri cetacei. Fortunatamente avevano una macchina fotografica in barca e quindi riuscirono ad immortalare il capodoglio albino maschio, il Moby Dick di Tavolara, e il suo sbuffante harem composto da tre femmine scure.

domenica, gennaio 20, 2008

E’ morto Pino Careddu, giornalista libero e maestro d’irriverenza

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)

Troppo difficile per me scrivere della morte di Pino Careddu, giornalista e amico carissimo, a cui mi legavano ricordi familiari importanti e tante collaborazioni professionali. Ci eravamo sentiti qualche giorno fa e mi aveva parlato, con grande serenità e coraggio, dell’ennesima prova che si accingeva ad affrontare. Un altro ricovero in ospedale per un intervento chirurgico che andava ad aggiungersi agli altri, già subiti in questi ultimi anni. Quella telefonata si è conclusa con un saluto scherzoso da parte sua e un arrivederci a presto. Pino aveva imparato a convivere con la sua malattia; negli intervalli che “lei” gli concedeva, lui faceva sempre sentire la sua voce forte, spesso caustica e scomoda, di uomo libero, imprevedibile e fuori dai cori di potentati e schieramenti. Nel febbraio del 1960 aveva fondato 'Sassari Sera', storica rivista dal taglio sarcastico che riferiva fatti e retroscena di politica, economia e costume della società sarda. Il suo era un giornale definito di "controinformazione", prima settimanale, poi quindicinale e, successivamente, mensile. Da cinque anni l'edizione cartacea era affiancata da una versione sul Web. Per sua volontà testamentaria il giornale finirà con lui. Ho appreso della scomparsa di Pino Careddu dal suo sito che, oggi, in home page, riporta un affettuoso ricordo firmato dal collega Gibi Puggioni. Lo riporto integralmente:

Un abbraccio

"Nella vita di un giornalista arriva sempre un momento in cui si deve scrivere di un caro amico scomparso. Oggi quello che non avrei mai voluto fare tocca a me. Per annunciare che questa mattina poco prima delle 8 è morto al Policlinico di Sassari il giornalista Pino Careddu. Era nato a La Maddalena 74 anni fa. Fondatore del periodico Sassari sera, l'unico giornale di controinformazione che per decenni si è fatto odiare e amare in egual misura per il coraggio delle sue denunce. Pino era stato il mio maestro e un fraterno amico. Era un giornalista coraggioso, irriverente, mai succube dei potenti. Oggi c'è chi lo piange ma forse anche chi avverte il sollievo di essersi tolto di torno un giornalista scomodo. Pino lo si poteva amare totalmente o odiare con tutte le forze. Non c'erano vie di mezzo. Ma anche i suoi avversari, i più intelligenti ovviamente, Cossiga su tutti, pur attaccati dal suo giornale, lo accettavano perché gli riconoscevano un'intelligenza e una cultura che pochi fra quelli che fanno il nostro mestiere hanno. Aveva oggi, come 40 anni fa, la stessa curiosità per tutto quanto accadeva, soprattutto in Regione, e lo stesso amore totale per la sua professione. Anche in ospedale si era portato il computer per cominciare a preparare il materiale per quando sarebbe stato dimesso. La morte non glielo ha permesso".

Gibi Puggioni

giovedì, gennaio 17, 2008

Le primarie Usa commentate da Washington

Testo e foto in http://www.marellagiovannelli.com/ (sez. Marella Giovannelli)

Sulle primarie Usa interviene da Washington Giacomo Bondi. Questo è il suo commento per www.marellagiovannelli.com.

“Per ora le uniche primarie significative sono state in Iowa in cui ha vinto Barak Obama e nel New Hampshire in cui ha vinto Hillary Clinton. Arrivati al 5 Febbraio si sarà votato nella maggioranza degli stati e, solo allora, si potrà con molta probabilità sapere chi saranno i candidati finali dei due partiti.Barak Obama è senza dubbio l'uomo del momento. Intelligente, colto, serio, attraente, carismatico. Tuttavia ha un'esperienza molto limitata, soprattutto nella politica internazionale, per cui la sua candidatura suscita alcuni dubbi. Hillary Clinton, al contrario, di esperienza ne ha forse anche troppa. E' preparatissima su qualunque aspetto della vita e della politica, non solo Americana ma praticamente di qualunque nazione del mondo, dopo 35 anni di vita pubblica, prima First Lady dell'Arkansas, poi per otto anni First Lady alla Casa Bianca ed infine per altri otto anni Senatore dello Stato di New York. I dubbi sulla sua candidatura sono legati ai suoi rapporti con molti di quegli stessi gruppi di potere che hanno, di fatto, governato in modo vicario con George Bush contribuendo così largamente alla campagna di Clinton. Si teme, quindi, che difficilmente potranno essere esclusi da una sua potenziale Presidenza, rendendo difficili alcuni dei cambiamenti e delle riforme che sarebbero necessari.
L'analisi dei candidati Repubblicani è pressochè superflua in quanto, dopo otto anni di malgoverno di George Bush, si potrebbe, parafrasando, dire che è più facile che un cammello entri nella cruna di un ago piuttosto che un Repubblicano diventi Presidente nel 2008.George Bush, certamente un formidabile candidato per essere storicamente considerato il peggiore dei 43 Presidenti Usa, ha per otto anni dissestato le casse dello stato, oggi piene di debiti contratti in gran parte con investitori stranieri, in particolare con la Repubblica Popolare Cinese.
Ha consentito che l'Afghanistan, dopo anni di pseudo-guerra sia diventato il maggiore produttore di oppio del mondo. Questo insieme agli alleati Europei che sono i principali consumatori dell'oppio Afghano, nel caso ci si chieda com'è che i giovani in Europa stanno tornando al consumo di eroina. Ha iniziato. con pretese risultate infondate e fraudolente, una guerra in Iraq che dura già, per gli Americani, più che la seconda guerra mondiale e senza una fine all'orizzonte.
Ha stuzzicato volutamente alcuni dei paesi chiave nella produzione del petrolio, in particolare il Presidente Iraniano Ahmadinejad, vilipeso il giorno stesso in cui è stato eletto dal Segretario di Stato Condoleezza Rice ed il Presidente Venezuelano Chavez, tradizionalmente alleato Statunitense ed ora leader Sudamericano di campagne fomentatrici anti Americane. Il risultato di ciò, unitamente ad altri fattori tra cui ovviamente le guerre, è che il prezzo del petrolio è passato da quindici dollari a barile nel 1998 a quasi cento dollari nel 2008.Oggi, in America, 47 milioni di persone non hanno copertura medica per cui quando si ammalano, o non vengono curati o, per farsi curare, si creano dei debiti con gli ospedali di decine o centinaia di migliaia di dollari. Cifre che non possono pagare e che impediscono loro, nel futuro, l'ottenimento di prestiti e finanziamenti di qualunque genere.
Un numero record di Americani oggi sta perdendo la prima casa in quanto non riesce a pagare le rate dei mutui.Un numero record di Americani oggi sta dichiarando fallimento a livello personale in gran parte per i motivi di cui sopra.
Gli Stati Uniti sono di fatto oggi in recessione. Durante l'alluvione, a seguito dell'uragano Katrina nel 2005, le immagini del caos a New Orleans in cui non solo ratti ma serpenti velenosi e qualche alligatore nuotavano indisturbati nelle strade, hanno mostrato al resto del mondo una immagine degli Stati Uniti da terzo mondo. La totale incapacità dei responsabili della sicurezza civile, nominati da Bush per meriti politici, ha fatto vedere malati che morivano negli ospedali per mancanza di luce, viveri ed acqua. Anziani e bambini rifugiati sui tetti delle proprie case in attesa di aiuto per giorni e quant'altro le televisioni di tutto il mondo hanno mostrato per settimane.Potrei continuare ma penso che già questo vi dia un'idea di quello che sarà lo spirito degli Americani, Democratici, Repubblicani o indipendenti, quando andranno a votare a Novembre”.

Giacomo Bondi

mercoledì, gennaio 16, 2008

Tolleranze ed intolleranze

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)


Sul caso Ratzinger-Sapienza, pubblichiamo l’interessante commento inviato a www.marellagiovannelli.com da Giacomo Bondi, pseudonimo di un nostro lettore, “corrispondente” davvero speciale dagli USA.

"In questi giorni in America si celebra l'anniversario della nascita di Martin Luther King. Si riflette sul suo messaggio di tolleranza e di rispetto dei diritti civili e sul suo conseguente martirio. Il comportamento di intolleranza degli studenti della Università della Sapienza di Roma, che è trasceso in parte in toni goliardici, certamente non palesa molta "sapienza" da parte di quegli studenti sul mondo in cui viviamo e sulle vere problematiche che esistono e su cui sarebbe più opportuno concentrarsi. Basti pensare alla presente crisi del Nord Corea dove un possibile, imminente collasso dell'attuale regime dittatoriale vede oggi ai confini di quella nazione da una parte il Sud Corea e gli Usa e dall'altra la Cina, che ha peraltro in atto un piano contingente per un'eventuale decontaminazione da un possibile uso di uno degli ordigni nucleari presenti nel Nord Corea. Entrambe parti all'erta e pronte ad una immediata invasione. Od alla altrettanto inquietante situazione del Pakistan dopo l'assassinio dell'ex Primo Ministro Bhutto. Per non parlare del genocidio e sistematica orrenda violenza contro le donne che avviene ogni giorno nel Congo.
Gli irriverenti, intolleranti attacchi contro la figura del Papa certamente non contribuiscono in modo positivo all'immagine dell'Italia nel mondo, ed è per questo che l'intervento è stato cancellato da parte del Vaticano, ovviamente non per intimidazione da quella che è stata poco più di una pagliacciata da parte di alcuni studenti.Che poi la anacronistica posizione di rigidità e se vogliamo di intolleranza da parte del Vaticano su alcuni dei temi sociali più controversi del ventunesimo secolo stia creando una emorragia di fedeli Cattolici in Europa e Stati Uniti è una realtà.
Che il proverbiale comportamento di "predicare bene e razzolare male" causato invece dalla tolleranza del fenomeno di pedofilia dei Sacerdoti, diffuso praticamente a macchia d'olio in tutte le Diocesi Statunitensi, abbia esacerbato la posizione del Vaticano è altrettanta realtà.Nel suo discorso "I have a dream" (Ho un sogno) pronunciato su quegli stessi gradini del Lincoln Memorial in cui io stesso, così come altre migliaia di persone da tutto il mondo, mi siedo spesso a riflettere, Martin Luther King disse "E' ora il momento di sollevarci dalle sabbie mobili dell'ingiustizia verso la solida roccia della fratellanza. E' ora il momento di fare della giustizia una realtà per tutti i figli di Dio".
Se potessi parlare agli studenti della Sapienza li esorterei a riflettere su queste parole ed a incanalare le loro inesauribili energie di gioventù sulla tolleranza anziché sulla contestazione, contribuendo, in ciò che possono, al miglioramento di questo nostro meraviglioso pianeta che ne ha veramente tanto bisogno".

di Giacomo Bondi

lunedì, gennaio 14, 2008

Da Isola-lazzaretto a Isola-pattumiera: il precedente storico ricordato da Eugenia Tognotti

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)
Sul caso dei rifiuti campani sbarcati in Sardegna, il commento più interessante, che riportiamo integralmente, è pubblicato sulla Nuova Sardegna di oggi. E’ firmato da Eugenia Tognotti, professore di Storia della medicina all'Università di Sassari, membro della "Society for the Social History of Medicine" di Oxford e nel Comitato Scientifico della rivista Medicina & Storia, oltre che opinionista del quotidiano la Stampa e collaboratore di Panorama.
Nel 1884 toccò all’Asinara. Quando, con il colera si scelse l’Isola come lazzaretto
di Eugenia Tognotti
Sarà “egoista”, politically uncorrect, ma sono contro la scelta di accogliere senza fiatare 6000 tonnellate di immondizia del “paese d’o sole”, divenuto un inferno a causa del rapporto malato fra camorra e politica e della colpevole imprevidenza di chi, in questi anni, ha consentito che i rifiuti inghiottissero una montagna di denaro pubblico senza risolvere mezzo problema.I cumuli di mondezza che ammorbano Napoli e insidiano la salute degli abitanti non sono la conseguenza di una catastrofe naturale, un terremoto o un’inondazione, come quella di Firenze: la solidarietà sarebbe in quel caso un dovere e un obbligo d’onore. Ma l’emergenza rifiuti a Napoli è un disastro annunciato per il quale nessuno sta pagando pegno: non il sindaco di quella città, non il governatore Bassolino, non il ministro dell’ambiente che ha combattuto i termovalorizzatori. Tutti sono rimasti al loro posto e davvero non si riesce a capire quale svolta dobbiamo attenderci dai poteri di mobilitare l’esercito del Commissario straordinario e dal pannicello caldo della divisione della “mondezza” tra le regioni italiane.
Non riesco ad esultare per essere “arrivati primi”. E non capisco perché la nostra regione sia candidata a ricevere più mondezza di tutte le altre in Italia, per decisione del presidente della Regione. Che, di certo, sa che la sua non è la carica “di Governatore delle province” al tempo di Roma imperiale, ma di rappresentante delle comunità, da ascoltare e da informare con chiarezza e precisione, attraverso i loro rappresentanti istituzionali.L’intera vicenda tocca un nervo scoperto: quello dell’antica predestinazione di questa terra-isola ad accogliere di tutto, come accadde, per fare un solo esempio, quando l’isola dovette prendersi a forza il lazzaretto, nel 1884-85.
Le cose andarono così. Il governo italiano - allarmato da un’epidemia alle porte d’Europa - era da anni alla ricerca di un luogo dove stabilire un lazzaretto. La Commissione sanitaria era alle prese con la spinosa questione, quando arrivò il colera, con migliaia di morti a Napoli, assediata dalla sporcizia. L’emergenza spinse ad affrettare i tempi. Sennonché nessun luogo era disposto a ospitare un lazzaretto e violente manifestazioni ebbero luogo a La Spezia e a Napoli. Dall’Italia tutta, appena unificata, si sollevava una sola voce: perché non scegliere “un’isola lontana dal Continente” da destinare alle quarantene. Ed ecco, dunque, il Governo orientarsi sull’isola dell’Asinara. Il 16 giugno 1884 il progetto fu presentato alla Camera dove i deputati sardi espressero la preoccupazione che “il lazzaretto potesse essere una minaccia alla pubblica incolumità” delle comunità locali. La legge fu approvata, anche in Senato, a tempo di record, anche perché l’epidemia continuava. Le “provenienze” spagnole, algerine e corse per le contumacie d’osservazione e di rigore furono dirottate nelle acque del golfo. Lazzaretto e locali di segregazione non erano ancora pronti, così i quarantenati dovevano restare a bordo, mentre una nave da guerra fungeva da ospedale. Decine di imbarcazioni stazionavano in acque sarde, ingenerando paura, allarme, proteste. Allora la Sardegna non era una regione “autonoma”: non sembra troppo pretendere oggi che le decisioni unilaterali siano un fatto del passato.

domenica, gennaio 13, 2008

Vade retro mondezza: sull’Unione Sarda il rifiuto dei rifiuti a Olbia


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)

Ancora in primo piano in Sardegna le polemiche legate allo sbarco dei rifiuti campani. L'Ordine dei giornalisti della Sardegna ha giustamente espresso “piena solidarietà al presidente della Regione, vittima di un'incivile, violenta e preoccupante manifestazione di intolleranza che non ha nulla a che vedere neppure con il più aspro dissenso politico e democratico”. Il “rifiuto dei rifiuti”, da parte di molti amministratori locali della Sardegna, è motivato da considerazioni che investono la vocazione prettamente turistica di alcuni comuni, le preoccupazioni (confermate dall’Ordine dei Medici) per la salute pubblica, le carenze degli impianti di smaltimento e la mancanza di concertazione e di coinvolgimento “preventivo” da parte del Governatore Soru. Sull’Unione Sarda di oggi, il giornalista Lucio Salis ha intervistato il Sindaco di Olbia Gianni Giovannelli. Questa è l’intervista che pubblichiamo integralmente insieme ad un articolo, presente nella stessa pagina, firmato dal giornalista Andrea Busia.
Vade retro monnezza di LUCIO SALIS
Il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, non vuole neppure sentirne parlare. E, per non lasciare dubbi, ieri ha emesso una nuova ordinanza che vieta «qualsiasi ipotesi di trasporto, stoccaggio e smaltimento di rifiuti (napoletani ndr) nella discarica di Spirito Santo». Quindi ha diffidato «l'organo dirigente» del Cines (Consorzio industriale) che la gestisce dall'«autorizzare lo scarico di rifiuti», minacciando querele e richieste di danni. Giusto per far capire al presidente, Pasqualino Chessa, favorevole all'appello di Soru, che non scherzava».
D- Sindaco, perché una nuova ordinanza?
R- «Perché qualcuno poteva considerare troppo vecchie quelle emesse, a suo tempo, da Nizzi e Bardanzellu».
D- L'ordinanza è valida anche nel porto, che è sotto la giurisdizione dell'Autorità portuale?R- «Il comandante Ruffini mi ha detto che non può impedire l'attracco delle navi. Per lo scarico, il discorso è diverso. Bisogna esaminare la competenza nelle aree demaniali, peraltro molto vicine alla città, dove le merci non potrebbero transitare».
D- Il Cines però è favorevole a importare rifiuti.
R- «Posizione adottata solo dal presidente. Il consorzio, per statuto, può trattare soltanto rifiuti territoriali, mentre non rientra nei suoi compiti lavorare quelli di origine extraregionale. Quindi, prima di riceverne dalla Campania, bisognerebbe modificare lo statuto, avere specifiche autorizzazioni, o quantomeno, l'approvazione della Giunta e dell'assemblea generale».
D- Passi che potrebbero essere compiuti nei prossimi giorni.R- «Lo escluderei. So che il Consiglio di amministrazione è assolutamente contrario. Aggiungo che, personalmente, non lascerò nulla di intentato per intervenire in maniera adeguata. Tant'è che ho già diffidato, con una lettera, il consiglio e il presidente dall'autorizzare la movimentazione e il trattamento di spazzatura proveniente dalla Campania».
D- Ha notizie sull'eventuale arrivo di navi a Olbia?
R- «Al momento no».
D- Perché non ha partecipato all'incontro convocato dal presidente Soru?R- «L'assessore regionale all'Ambiente, Cicitto Morittu, mi ha telefonato giovedì pomeriggio, alle cinque, invitandomi a un incontro fissato per le sette, a Cagliari. Gli ho detto che non ci sarei andato, perché un no potevo dirlo anche per telefono. Un no senza alcuna possibilità di ripensamento».
D- Ma perché si oppone all'importazione dei rifiuti in Sardegna?
R-«Qualcuno dovrebbe dimostrarmi perché la regione Campania non si è attrezzata per risolvere il problema per tempo e in questi tempi. Chiedono la nostra solidarietà solo perché non riescono a fronteggiare un'opposizione cittadina e regionale. Però lo Stato non è altrettanto solidale con la Sardegna in materia di cessione di beni demaniali, continuità territoriale e altro».
D- Mi sembra che lei contesti anche il modo in cui la Regione ha gestito la vicenda.R- «Non si può contattare il sindaco di una città alle cinque perché arrivi a Cagliari alle sette. A cose fatte. In questa occasione, non abbiamo avuto dalla Regione alcun segnale di correttezza formale».
D- Però tutto è nato in nome della solidarietà nei confronti di una regione in stato di emergenza ambientale.
R- «La solidarietà, in questa vicenda, non c'entra niente. Per quanto mi riguarda, faccio testimonianza di solidarietà nel mondo del volontariato e dell'accoglienza. E lo stesso fa la mia città ospitando migliaia e migliaia di extra comunitari. Però, non possiamo accettare di essere considerati la pattumiera d'Italia. In questo modo, così supino nei confronti di un'autorità statale dimostratasi totalmente incapace di gestire la situazione».
D- Nella vicenda della Campania, a suo giudizio, ci sono responsabilità politiche statali e regionali?R- «Soprattutto a livello di amministratori della regione Campania. Che non hanno saputo far fronte a un problema che dichiaravano ai quattro venti di poter risolvere. Non ci sono riusciti in passato e non riescono a farlo neppure ora, nella fase dell'emergenza. O meglio, vorrebbero risolverlo in maniera assolutamente inaccettabile, vessando regioni, cittadini, opposizioni politiche e la loro stessa maggioranza. Insomma, un flop su tutta la linea».
D- Non crede che, prima o poi, anche la Sardegna, dicendo no ai termovalorizzatori, si possa trovare in una situazione simile a quella della Campania?
R- «Credo che questa sia una buona occasione per fare una grande riflessione a livello di problemi energetici e ambientali. Il presidente Soru, anziché promuovere crociate contro le seconde case, introducendo la tassa sul lusso, bene farebbe ad avviare un ragionamento serio con le amministrazioni locali per programmare una politica energetica e ambientale a misura di una Sardegna che dovrebbe avere ben altri condottieri».

Gli ingegneri del Cines: non ci sta più niente di ANDREA BUSIA
Se a Cagliari si è sfiorato il dramma, in Gallura ormai si può parlare di farsa. Le ecoballe napoletane per il sindaco Gianni Giovannelli devono restare ben lontane da Olbia, gli ingegneri del Cines sono d'accordo con lui e precisano che nella discarica consortile di Spirito Santo non c'è posto per altri conferimenti. Il presidente del Consorzio Industriale olbiese Ninni Chessa, senza una maggioranza ormai da mesi, ha dato la disponibilità per un po' di tonnellate da portare nella discarica consortile. Per chiudere il quadro il presidente della Provincia Pietrina Murrighile, dopo un sopralluogo a Spirito Santo, ieri mattina, ha detto: «Se arriva altra spazzatura qui, ovviamente la discarica dovrà essere chiusa prima della data prevista per il suo esaurimento». Ossia, una posizione che dice tutto e niente e si inserisce in una vicenda quasi da operetta.
Ma non basta, perché da tre giorni, poi, c'è il discorso delle navi che salpano da Napoli e vengono date in attracco a Olbia o Golfo Aranci. Mentre Capitaneria di Porto, Autorità portuale, Prefettura di Sassari, cercano di capirci qualcosa, arrivano anche i controlli e le delucidazioni che smentiscono le indicazioni di partenza. Il caso della spazzatura napoletana sta confermando tutti i problemi e le tensioni del quadro politico gallurese. Ieri mattina, ad esempio, l'Udc, tramite i suoi vertici provinciali, ha confermato un'azione preventiva di contrasto a qualsiasi ipotesi di conferimento nella discarica di Spirito Santo. É stata annunciata la costituzione di un comitato spontaneo di cittadini per la tutela degli interessi e della salute della comunità della piccola frazione di Murta Maria, località che confina con il sito utilizzato per lo smaltimento dei rifiuti dal Cines. Già oggi potrebbero essere organizzati sit-in e un presidio permanente in tutta la zona con ll'obiettivo di intercettare eventuali automezzi destinati alla discarica. Sempre ieri mattina, però, è arrivata la notizia di una convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale olbiese per domani pomeriggio alle ore 17.

sabato, gennaio 12, 2008

Rifiuti campani amarcord: questione di feeling per Renato Soru


Testo e foto www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)


Spulciando nell’archivio di Mara Malda, all’interno di questo sito, mi ha colpito un mio pezzo, scritto il 27/10/06 e intitolato:
Soru: chi di monnezza ferisce di monnezza perisce
"Grazie Sardegna ma inviarvi i rifiuti dalla Campania costa troppo. Figuraccia doppia, per Renato Soru cornuto e mazziato. Il suo "atto di solidarietà", tanto contestato dai Sardi, è stato ufficialmente rispedito al mittente perchè, in pratica, si sarebbero accorti che il gioco non vale la candela. Fatti due conti, il pragmatico Guido Bertolaso, Commissario Straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, ha deciso che non conviene economicamente trasportare i rifiuti campani nell'Isola. Potevano pensarci prima, se la motivazione è davvero questa. Ma, forse, sull'onda delle furiose polemiche, ha fatto scuola (politica) l'immortale Fedro con la sua volpe che, non riuscendo a raggiungere l'uva, disse di non volerla cogliere perchè era ancora acerba".
P.S. Riproposto integralmente, compresa la foto della prima pagina dell’Unione Sarda di quel giorno, a dimostrazione che la solidarietà del Governatore della Sardegna per i rifiuti campani è cronica e recidiva almeno quanto l’emergenza. Ma, quindici mesi fa, l’offerta di Soru venne cortesemente rifiutata, a differenza di oggi...

venerdì, gennaio 11, 2008

Sui rifiuti campani sbarcati in Sardegna: opinioni a confronto


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Marella Giovannelli)
Sul caso dei rifiuti campani sbarcati ieri sera in Sardegna pubblico il commento inviato a www.marellagiovannelli.com da Cosimo Andretta e la mia risposta con alcuni ritagli dei quotidiani locali oggi in edicola.

Cosimo Andretta scrive:

“Vedi Marella, il gesto del Governatore della Sardegna, quello cioè di dare una mano accettando di smaltire una parte dei rifiuti della Campania mi ha davvero commosso. Personalmente mi dico da sempre "napoletano dissociato", perchè ci sono molte cose della mia città che non mi piacciono, ma è da un po' che ho, come si suol dire, una mosca sulla spalla. Oggi l'immagine di Napoli è quella che è , ma comincio a credere seriamente che le disgrazie napoletano siano un po' la fortuna degli altri, storia che va avanti dalla Unità d'Italia. L'estate scorsa, per fare un esempio, il dossier spazzatura ci ha fatto perdere il 20% di turisti, percentuale che guarda caso è esatta quella che si è registrata in aumento nella città di Roma. Ma anche l'aeroporto internazionale di Napoli che non si riesce a fare chissà perchè mi mette il dubbio che Fiumicino tema quel 30% di traffico che passa per Roma solo come transito verso Capodichino. Potrei continuare con la notizia della camorra che sversa in Campania rifiuti pericolosi non napoletani, come quelli industriali del nord che tanto si dicono penalizzate da questo sud parassita (c'è una allarme tumori e nascita di bambini deformi nella mia regione). E perchè non parlare delle aziende Lombarde, di quelle che non hanno accettato la "monnezza napoletana" ma poi danno in subappalto i loro ricchi contratti ad imprese camorriste giusto perchè risolvono il problema del lavoro nero, della mancanza di sicurezza nei cantieri edili, insomma un bel bypass della legalità senza "sporcarsi le mani", tanto per capirci. Comunque ed infine, voi che siete una isola lontana dall'Italia potreste oggi dare lezioni di Italianità ; con la presente e nel mio piccolo, per quello che può valere, ho inteso omaggiare il vostro nobile gesto”.

Marella Giovannelli risponde:

“Prendo atto delle tue toccanti riflessioni ma una decisione come quella assunta dal Governatore della Sardegna, avrebbe richiesto una concertazione ed un coinvolgimento delle comunità che, invece, sono state completamente bypassate. Il territorio isolano ha caratteristiche ambientali che richiedono particolari attenzioni ed una viabilità molto carente. Inoltre ci sono forti e concreti rischi di saturazione dei pochi impianti di smaltimento esistenti. Il mancato coinvolgimento delle popolazioni e delle istituzioni locali, si aggiunge all'allarme, lanciato in queste ore dall'Ordine dei medici della Provincia di Sassari che, in una nota stampa, ha espresso "forte preoccupazione per le ricadute sulla salute dei cittadini a causa dell' arrivo nell'Isola di una quota di rifiuti della Campania". Nel comunicato si cita il recente rapporto Censis sullo stato di salute dei cittadini che individua la Sardegna come la regione più ammalata d'Italia. L'Ordine dei medici ricorda che il nord ed il sud dell'Isola sono sede di due siti (a Porto Torres e a Portovesme) di interesse nazionale quanto al degrado ambientale, ma anche altre zone della Sardegna registrano livelli di inquinamento allarmanti. “Nonostante ciò la nostra continua ad essere – dicono i medici - l'unica regione d'Italia che non dispone di una Agenzia per la Protezione dell'Ambiente in grado di individuare la presenza di sostanze tossico-nocive nel territorio”. Salvatore Meloni, responsabile nazionale del Partidu Indipendentista Sardu, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Cagliari contro il presidente Renato Soru, nel quale si ipotizza il reato di abuso d'ufficio per la decisione di accogliere e smaltire nell'isola un quantitativo di rifiuti della Campania. Molti Sardi piuttosto vorrebbero che il Governo Prodi manifestasse verso i tanti problemi dell'Isola un'attenzione maggiore di quella finora riservata, ad esempio sulla continuità territoriale, sui costi energetici e sulle politiche fiscali. Il presidente Soru, magari anche animato da un'impetuosa nobiltà d'intenti, sembra non aver considerato tutta una serie di elementi, agendo "in solitario" e alla velocità del fulmine. La disponibilità immediata, offerta a Prodi per l'accoglienza in terra sarda dei rifiuti campani, andava forse discussa e concordata a livello locale. Ora infuriano le polemiche come testimoniano le immagini andate in onda ieri sera, in tutti i telegiornali. Risse e tafferugli al Porto di Cagliari all'arrivo della nave, Comuni e popolazioni in rivolta e lo stesso concetto (nobilissimo) di solidarietà messo sotto accusa, strumentalizzato e politicizzato. Purtroppo.

venerdì, gennaio 04, 2008

L'Unione Sarda su Il giostraio a riposo di Marella Giovannelli


Sull'Unione Sarda, pagina Cultura, o4-01-2008

Poesia “Il giostraio a riposo” Suono d'acque chiare e giorni bui: ecco la mia isola

Aveva ragione Inge Feltrinelli, quando, qualche anno fa, parlando del primo libro di Marella Giovannelli, L'estranea , disse che di questa nuova poetessa avremmo sentito ancora parlare. E aveva ragione anche Alberto Cappi parlando di Mareamore , suo secondo parto (Marella considera i suoi libri veri e propri figli): «La poesia della Giovannelli è una poesia giovane, con ritmi incisivi, sintetica, a volte, fino alla scarnificazione; una poesia "operativa" che costruisce, scalpella, scheggia, fa».
Parrebbe dello stesso segno delle due precedenti anche Il giostraio a riposo , la nuova raccolta di poesie appena pubblicata dalle Edizioni Della Torre. Ma questa di oggi ha, nelle sue poesie nuove (alcune sono state riviste e riproposte), una più riuscita sublimazione del "fatto" nel quale la poesia ha le radici. Per convincersene bisogna leggere con attenzione, oltre ai testi, la sorprendente introduzione dell'autrice, che racconta il momento «prepotente e capriccioso» in cui il poeta è visitato dall'ispirazione; e la puntuale prefazione di Bachisio Bandinu.La crescita di valore di questo nuovo libro sta nel fatto che, pur restando nello stesso codice espressivo delle prime raccolte, le nuove poesie sono più aderenti a certe riflessioni poetiche di questi ultimi anni. È noto che molti poeti di oggi (e anche alcuni critici) affermano che la poesia viaggia su un binario parallelo a un altro binario in cui scorre la realtà, nuda e cruda, del nostro quotidiano. Il compito della poesia è di tener d'occhio questo treno della realtà per fare di essa qualcosa di diverso, di più profondo, di più vero. Lo scotto che si paga non è leggero perché il più delle volte ciò che ci appare bello e appassionante non lo è affatto. La poesia non fa sconti: ed è forse per questo che Marella Giovannelli, e non solo lei, quando ne viene visitata si considera in emergenza.
La forza della poesia di Marella in questa nuova silloge sta nella scelta dell'autrice di far viaggiare la pariglia Poesia-Realtà attraverso i quattro regni universali del Fuoco, della Terra, dell'Acqua e dell'Aria. Questi quattro reami, legati fra di loro, rappresentano nell'intuizione dell'autrice un'entità reale che è la Sardegna, luogo scelto e amato; e un'entità spirituale-laica che è l'amore. E quale istituto, se non quello della Poesia, potrà attribuire a queste due entità il giusto valore positivo o negativo?La Sardegna nei versi dell'autrice ha suono d'acque chiare ma anche sottolineature di storie e giorni bui: «...orgoglio di mare, vergogna di fuoco / storie crudeli in una terra di miele / odori aspri di lavanda e timo / uomini antichi e donne senza tempo».
Ma anche l'amore ha la dolcezza del nettare del succiamele e di quello amaro dell'àlbatro: «Ingabbiato fra la terra e il cielo / ti sento / nelle onde del mio desiderio regalarmi raggi di sole / subito inghiottiti da inutili ombre / in un cielo senza padroni». Una voce, quella di Marella, che emerge da una vita giovane e forte, toccata da gioie solari ma anche provata da amarezze e delusioni. E che, pensando alla "macchia nera dei ricordi", riesce a levare il suo canto di vittoria: "Da tutto questo / sono volata via".

FRANCO FRESI
04/01/2008

martedì, gennaio 01, 2008

Marella Giovannelli e il suo Giostraio nel giorno del battesimo

Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sezione Mara Malda)

“Il giostraio a riposo”, il nuovo libro che raccoglie tutte le poesie di Marella Giovannelli, è stato presentato il 28 dicembre scorso ad Olbia. Non potendo, per comprensibili motivi, fare io la cronaca di una serata così speciale per me, “passo la mano” ai due colleghi Stefania Costa e Alessandro Pirina che, insieme ad altri (Martine Frey, Claudio Chisu, Pino Careddu) sono stati, sin dall’inizio, vicini al mio Giostraio.
A tutti loro va il mio personale ringraziamento. Ma la cronaca della presentazione è anche nelle immagini, tratte da alcuni servizi televisivi andati in onda il giorno dopo.
Stralcio del testo scritto dalla giornalista Stefania Costa per il filmato trasmesso dall’emittente Cinquestelle Sardegna.
“...E’ Marella Giovannelli, poetessa e giornalista olbiese. Gambe incrociate davanti al fuoco del camino che le illumina il viso mentre recita e interpreta le sue poesie. “Il giostraio a riposo” è la terza raccolta di versi della eclettica giornalista pubblicata da Edizioni La Torre, presentata ieri , a Olbia, nel centro culturale di Corso Umberto. Orecchie tese e sguardi sognanti. Un pubblico attento ha accarezzato le poesie di Marella, recitate dal poeta originario di Tempio, Franco Fresi e da Mauro Orrù, presentatore, curatore tecnico del sito del comune, collega e amico della poetessa.
Il libro è un viaggio tra quattro elementi, fuoco-terra – acqua-aria attraversati da due binari sui quali scorre la vita dell’autrice compresa tra due realtà, quella concreta e quella poetica. Il vissuto e il voluto. Frammenti di vita che raccontano la forza fragile di una donna donna. Che ieri, nascosta nel suo completo gessato da adulta, sembrava un’adolescente emozionata. Capace di trasmettere emozioni, di mettersi a nudo.Di parlare di quelle bugie che al buio diventano incubi, di amori totali e fugaci, dell’adolescenza negata e “di un giostraio a riposo che gira ancora in tondo. A vuoto”.
Stralcio dell’articolo, firmato da Alessandro Pirina, pubblicato sulla Nuova Sardegna.
"Il giostraio a riposo: nuova raccolta di poesie di Marella Giovannelli.
…A introdurre l’autrice il noto poeta gallurese Franco Fresi, mentre Mauro Orrù ha recitato alcuni brani della raccolta e Mauro Mibelli si è occupato della parte musicale. «Ognuno di noi - ha sottolineato l’autrice nell’introduzione - a un certo punto della vita, e per motivi diversi, può sentirsi un giostraio a riposo. Ecco, io dedico il mio lavoro a chi su quella giostra è appena salito, a chi ancora gira e a chi è già sceso».La raccolta di poesie contiene moltissimi elementi autobiografici dell’autrice, ma ad avere un ruolo predominante sono i quattro elementi che costituiscono la materia dell’universo. «Fuoco, terra, acqua e aria mi sono sembrati i compagni di viaggio più adatti per seguire il percorso di questa raccolta», afferma ancora la Giovannelli.
La prefazione del libro è stata curata dal noto antropologo Bachisio Bandinu, le illustrazioni originali sono di Lino Pes, mentre la pubblicazione è ad opera di Edizioni Della Torre. Prima di dare alle stampe «Il giostraio a riposo» Marella Giovannelli aveva già pubblicato tre raccolte di poesie: «L’estranea», «Mareamore», «Equatore celeste» oltre al libro «Porto Rotondo, storia di un’emozione».