giovedì, giugno 21, 2007

Non solo Templari in mostra a Tempio

Testo e foto di Mara Malda per www.marellagiovannelli.com

Sorprese musicali fra i Templari nel Palazzo Pes-Villamarina a Tempio. La visita guidata della mostra ha avuto, come colonna sonora, la musica medioevale suonata da Sandro Fresi e Alessandro Deiana. Suggestioni ed atmosfere evocate da ghironda, laud, benas, launeddas, bouzuki e harmonium, sono state “esportate” dalla Gallura fino in Australia. Nella terra dei canguri e, precisamente, a Canberra, Sydney, Brisbane e Melbourne, il compositore-ricercatore Sandro Fresi, con il suo gruppo Iskeliu, ha registrato il tutto esaurito in una lunga serie di concerti.
Reduce dai successi australiani il maestro Fresi è tornato a Tempio, giusto in tempo (sembra un gioco di parole ma è così) per ritrovare, oltre ai Templari, uno straordinario ricordo del suo amico ed estimatore Fabrizio De Andre’. Infatti, al piano terra dell’antico seminario (che ora ospita il Museum Templensis diocesano) c’è il bar-ristorante di Salvatore Mandaresu, cultore e custode della memoria di De Andre’.
In una vetrina del suo locale tiene esposte due canzoni, Rimini e Coda di Lupo, scritte a mano dal cantautore genovese ed una chitarra molto speciale, appartenuta all’indimenticabile Fabrizio che la suonava nella sua residenza dell’Agnata, l’ex stazzo diventato albergo rurale esclusivo, a pochi chilometri da Tempio. L’atto notarile, firmato da Dori Ghezzi e dalla Fondazione De Andre’, certifica l’origine e l’autenticità della chitarra rimasta in Gallura.
Qui è rimasta (a differenza di un’altra chitarra di De Andre’, acquistata all’asta per 168 milioni, nel 2001, dagli abitanti di via del Campo a Genova) non per caso, ma per precisa volontà del suo legittimo proprietario: l’avvocato Mario Rosati, figlio del compianto capitano dei carabinieri Vincenzo Rosati che ebbe un ruolo di primissimo piano nella soluzione di 47 sequestri di persona, compreso quello di De Andre’ e Dori Ghezzi. Tra Fabrizio e il suo “liberatore” nacque un’amicizia profonda che, negli anni, ha coinvolto le due famiglie. Mario, sin da ragazzino, frequentava l’Agnata e Fabrizio gli insegnò a suonare la chitarra. Al figlio del valoroso
ufficiale dei carabinieri, ritratto accanto a lui in una foto che parla più di tante parole, il cantautore-poeta regalò la sua chitarra spagnola, quella che vide nascere “Creuza de ma”. Mario Rosati, ha voluto onorare la memoria del padre Vincenzo, scomparso nel 1999, e quella di Fabrizio De Andre’, lasciando la chitarra nel cuore della Gallura, perché, come lui stesso dice “fa parte di questa terra”.
Ha scelto il locale dell’amico Salvatore Mandaresu, nella piazza principale di Tempio, dove, tra tanti ricordi c’è anche una nota incorniciata, scritta da Fabrizio De Andre’: “La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi. Dovrebbe coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso”.