domenica, marzo 16, 2008

Tra dipinti e poesie gira il Giostraio


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Mara Malda)

Parto da un commento (lasciato ieri notte da Erminio Sirianni nel sito http://www.marellagiovannelli.com/) e dalla mia risposta, per cercare di descrivere un incontro tanto informale quanto emozionante, tra “Il giostraio a riposo” di Marella Giovannelli e “Donna Nuovo Millennio”, una mostra di pittura allestita nella Galleria dell’Hotel Melià ad Olbia.
"Memento Audere semper.
Ricordati di osare sempre .... così si può tradurre il motto latino ma anche la tua presentazione. Sono rimasto piacevolmente sorpreso per la forza d'espressione, d'animo, sentimento, etc etc . che ho percepito stasera. Le due lettrici al Melià sono state bravissime ma ti ringrazio per aver dato ad Olbia la tua lettura personale. I tuoi sospiri (veri e sinceri) erano un universo di emozioni che, si sentiva, ti riportavano a quei momenti. Tu, la penna e ... solo tu sai cosa.
Sono certo che molte delle persone presenti ri-inizieranno a scrivere con maggior coraggio e, chi non aveva ancora osato... inizierà a farlo perchè gli hai dato un punto fermo : Il Dolore, La Tristezza, La Sofferenza, Le Paure - tutte con la Maiuscola - si possono e si devono combattere e vincere, la Poesia è un ottimo mezzo…” Erminio Sirianni.
Questa la mia risposta:
“Prima mi ero sempre limitata a leggere al massimo due mie poesie, scelte tra quelle meno intime. Ieri ho voluto superare, non lo scoglio, ma la tempesta di emozioni che mi assale quando rivivo, rileggendoli (anche da sola) i momenti ispiratori dei miei versi. Ci ho provato perchè ho pensato alle donne che mi hanno invitato a presentare “Il giostraio a riposo” nel contesto di una mostra di pittura molto vicina ai temi delle mie poesie. Mi sono detta che queste donne hanno dipinto le violenze subite, gli amori perduti e ritrovati, l'angoscia del tradimento, i loro sogni e i loro incubi. E quindi anche io dovevo riuscire a stabilire con queste mie "compagne di percorso", un rapporto diretto, leggendo personalmente le mie poesie.
Per questo ho voluto condividere il microfono con due donne che non conoscevo fino a qualche giorno fa, al loro debutto con la recitazione di versi; così ho coinvolto Franca Secchi e Silvia Caturano.
Quanto alla giovanissima chitarrista (Ilaria ha solo 14 anni); lei è stata un'altra bella sorpresa: ha preparato degli accordi apposta per Il giostraio, lavorandoci da sola, un paio di giorni. Il suo felice debutto, ieri sera, è stato ulteriore motivo di gioia per me. E' piaciuta moltissimo anche a me l'atmosfera che si è venuta a creare al Melià; mi sono sentita tra amici eppure conoscevo solo alcune delle persone presenti…”
Oltre che Franca, Silvia e Ilaria, devo ringraziare la promotrice dell’incontro, la pittrice messicana Ana Maria Serna, Mauro Orrù che ha coordinato le varie fasi del reading e tutti quelli che hanno partecipato, prima con l’ascolto e poi dando vita a un dibattito. Finite le domande “pubbliche”, è iniziato un altro momento altrettanto interessante. Ad avvicinarmi sono stati alcuni uomini e tante donne che hanno espresso considerazioni significativamente diverse sul “mettersi a nudo” attraverso la poesia.
I primi hanno manifestato pudore e imbarazzo mentre dalle seconde sono arrivati segnali diametralmente opposti, efficamente espressi anche nei quadri esposti al Melià. Il filo conduttore dell’interessante collettiva è la donna nei suoi vari ruoli: figlia, sorella, compagna, lavoratrice, madre. La mostra, pur coinvolgendo artisti di generazioni e tendenze diverse, rappresenta in modo coralmente efficace i conflitti, le contraddizioni e le tensioni dell’universo femminile.
La violenza, fisica e psicologica, è uno dei temi centrali di questa esposizione non convenzionale, per niente “edulcorata”, che colpisce proprio per la forza e il significato profondo del suo messaggio. Le donne del nuovo millennio, esattamente come quelle di ieri, sono troppo spesso vittime all’interno delle loro famiglie e sul posto di lavoro. Non sempre trovano il coraggio di denunciare violenze e soprusi, di ribellarsi a vecchie e nuove schiavitù.
Fra i 35 lavori in mostra al Melià, ci sono anche “visioni” più serene ma la complessità della condizione femminile è il filo rosso che poeticamente lega l’intera esposizione. Nelle tele si ritrovano, intensi, i piaceri e i dolori dell’essere donna, vista come portatrice di una molteplicità di aspetti tra loro non antitetici ma complementari e ricchi di una sensibilità diversa da quella maschile.