mercoledì, agosto 15, 2007

La Costa dei panzoni cattivi fa più rumore di Berlusconi in festa ma non troppo

Testo e foto (esclusive) di Mara Malda per www.marellagiovannelli.com

Risveglio ferragostano traumatico per tutti i panzoni della Costa Smeralda. La difesa d’ufficio di Zucchero, firmata da Francesco Merlo su “Repubblica”, ha arroventato i cellulari più dei commenti sul nuovo look sfoggiato da Silvio Berlusconi alla festa in casa di Anna Betz e Sergio Di Cesare.
Sulle prime qualcuno, vedendo il Cavaliere, ha bisbigliato: “Direi che è uno stile alla John Travolta: giacca bianca, camicia blu, comode Hogan ai piedi, cordino in caucciù al collo e croce appesa. Evidentemente ha intenzione di cantare e ballare come lo scorso anno, se non di più”.
E, invece, Berlusconi aveva lasciato a casa, oltre al maglioncino, anche la voglia di danze e coretti. Per evitare equivoci e strumentalizzazioni l’ex-Premier ha scelto di trascorrere un’estate di semi-clausura.
Ogni giorno, in elicottero, parte dalla Certosa di Porto Rotondo per andare a trovare la madre, rimasta a casa per motivi di salute.
“Lei mangia solo con me - ha detto Berlusconi - quindi io faccio su e giù ogni giorno”. Ha poi assistito, praticamente ipnotizzato, a dei fuochi d’artificio che hanno fatto impallidire persino quelli certosini.
Il Cavaliere, in religioso silenzio davanti ai giochi pirotecnici, forse rimuginava su come stupire i quaranta ospiti che, stanotte, festeggeranno il Ferragosto a casa sua, fra l'anfiteatro, la gelateria, il labirinto e colate laviche telecomandate.
Molti volti e corpi noti fra i trecento ospiti di Anna Betz che ha fatto arrivare da Fonni sopraffini porcetti, salumi e formaggi della Barbagia. Silvio Berlusconi, a differenza dello scorso anno, si è concentrato sul cibo sardo e sulla conversazione, evitando palco e microfono.
In compenso ha confermato di voler ripetere un esperimento già fatto qualche mese fa: riaprire i cancelli della Certosa agli studenti di Olbia per delle visite guidate all’orto botanico e ai giardini.
Ma il tam-tam del giorno dopo su “cosa ha fatto il Cavaliere, chi c’era e chi non c’era” , è passato decisamente in secondo piano.
Fanno più discutere le “perle” di Ferragosto inanellate da Francesco Merlo e pubblicate a pagina 19 di Repubblica, con richiamo, naturalmente, in prima.
Trattasi di un articolo (lungo e serio per l’autore ma esilarante per ogni Lettore di buon senso, preferibilmente non schierato) dove si generalizza, stigmatizza e demonizza “l’Italia sardoestiva all’ostrica e champagne”, facendo di tutta un’erba un fascio.
Imperdibile il suo distinguo tra pance e pance. Per il Merlo, forse troppo canterino nel solleone di Ferragosto, : “Zucchero ha smascherato il Paese dei cafoni…ci sono panze e panze….L’artista è grasso perché pensa alla musica mentre i riccastri trimalcioneschi di Porto Cervo ricordano…gli otri gonfiati che camminano”.