venerdì, ottobre 24, 2008

Lotta ai topi sull’isola di Molara: intervento dal cielo e da terra, il primo in Europa




Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Marella Giovannelli)

Lo scorso 21 ottobre, con un’azione combinata dal cielo e da terra (la prima del genere in Europa) si è entrati nel vivo della guerra alle migliaia di ratti neri, diventati i padroni dell’isola di Molara nell’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo. Il Consorzio di Gestione, diretto dal biologo Augusto Navone, ha ottenuto un co-finanziamento UE per attuare un intervento ormai diventato indispensabile.
I topi facevano strage delle uova e dei pulcini della berta minore mediterranea ma, proprio le isole di Molara e Tavolara, sono stati riconosciuti come i siti di riproduzione di maggior importanza, a livello globale, di questa specie molto rara. L’Area Protetta, essendo responsabile della gestione di circa metà delle coppie di berta minore mediterranea esistenti al mondo, deve garantire ogni sforzo per la loro tutela.
Inoltre, il ratto nero è coinvolto nella trasmissione all’uomo e al bestiame di numerose malattie, fra cui la leptospirosi, la toxoplasmosi, la febbre bottonosa mediterranea e il tifo endemico. Si vogliono quindi evitare rischi sanitari considerati i numerosi turisti che, durante la stagione estiva, frequentano i litorali dell’isola, infestata, fino a qualche giorno fa, da migliaia di topi.
L’intervento si è basato su metodologie miste, utilizzate soprattutto in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti. Queste prevedono la distribuzione, sia terrestre che via elicottero, di esche topicide dell’ultima generazione di ridotto impatto per l’ambiente, oltre che velocemente deperibili.
In totale sono stati distribuiti 350 grammi di principio attivo per l’intera isola, poco più del peso di un ratto adulto. L’intervento è stato predisposto alla luce degli allarmanti risultati di un’indagine scientifica triennale relativa al 2006, 2007 e 2008: sull’isola di Molara, ora disabitata, il ratto nero è in grado di annullare il successo riproduttivo della berta minore, predando tutte le uova e/o i pulcini prima dell’involo (100% dei nidi ispezionabili predati nel 2006 e 2007).
I segnali attuali, sebbene siano passati solo pochissimi giorni dalla conclusione dell’intervento sono già positivi. Questo significa che, quest’anno, ciascuna delle almeno 300 coppie di berta minore dell’isola, vedrà nuovamente il proprio pulcino prendere il volo. La spettacolare isola di Molara ha una forma circolare, vallate e piccole colline, una folta vegetazione dove i cespugli di cisto si alternano agli olivastri, ai ginepri e ai lentischi.
Ci sono anche due sorgenti perenni, i resti di una chiesetta romanica, dedicata forse a San Ponziano, alcuni stazzi, ora disabitati, appartenenti alla famiglia proprietaria dell’isola e i ruderi, a picco sul mare, del Castello di Molara. La fortificazione, in posizione strategica, faceva parte del quadrilatero difensivo creato dai Giudici di Gallura a protezione della città di Olbia, delle sue coste e dell'agro.
Nello specchio d’acqua fra Molara e Tavolara, in questi anni sono stati avvistati capodogli, delfini, squali elefante e grandi tartarughe. Le due isole sono state scelte da numerose colonie di gabbiani corsi, marangoni dal ciuffo e berte minori destinate ad estinguersi o a ridursi drasticamente, in assenza di interventi diretti di tutela come l’eradicazione del ratto nero a Molara.

sabato, ottobre 18, 2008

George Clooney sogna un film con Caterina Murino? Salvatore Niffoi lancia un’idea










Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Mara Malda)
“George Clooney sogna un film con Caterina Murino? Lo vedrei bene nel ruolo del brigadiere Centini nella pellicola tratta dal mio libro La vedova scalza che sta girando il regista Ciro Ippolito”.
Così, da San Pietroburgo, Salvatore Niffoi commenta la notizia lanciata dalla rivista inglese Star Magazine e ripresa con grande clamore dalle agenzie di stampa di tutto il mondo. George Clooney, elogiando la Murino neo-incoronata “The most beatiful Hollywood face” alla prima edizione del Martini Premiere Award, ha espresso il desiderio di recitare insieme a lei. “Ho visto Caterina recitare in Casino Royale - ha spiegato Clooney - insieme a grandi attori come Eva Green e Daniel Craig, e mi ha molto colpito.
Una Bond Girl difficile da dimenticare, per bellezza e capacità recitativa. Ho proprio invidiato il mio amico Daniel e non nascondo che avrei voluto essere io al suo posto nella scena in cui abbraccia Caterina, fasciata in un sontuoso abito rosa di seta, dopo averla sedotta nella sua camera da letto. Io, però, il giorno dopo mi sarei fatto qualche scrupolo in più a ucciderla”. L’outing di George Clooney non ha sorpreso più di tanto Salvatore Niffoi, altro grande ammiratore di Caterina Murino che si appresta a fare scintille sul grande schermo negli austeri panni della passionale Vedova scalza barbaricina Mintonia Savuccu.
Il ruolo del suo giovane e amatissimo marito Micheddu, ferocemente ammazzato, non sembra adatto a George Clooney che, invece, secondo Niffoi, sarebbe perfetto in quello del brigadiere Centini, protagonista, insieme alla sensuale e vendicativa Mintonia, di una scena fatale, ad altissima tensione, in tutti e per tutti i sensi.

“Un giorno sapremo abbracciare il cielo senza restare a mani vuote”: parola di Lorenzo Mullon, il poeta del parco


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)


“Un giorno sapremo abbracciare il cielo senza restare a mani vuote”. Così mi ha scritto Lorenzo, forse intercettando a distanza, il mio bisogno di sentirmi dire qualcosa del genere. In un mio articolo del settembre 2006, intitolato “Non è un folletto, ma un poeta che si aggira nei parchi di Milano” raccontavo la singolare storia di Lorenzo Mullon. Nel sito digilander.libero.it/lorenzo.mullon/, dopo una delle sue fulminanti micro-poesie (“Non siamo altro che un soffio di materia intorno al cuore”) di lui si legge che “è rinato a Milano il 10 giugno 2003, dopo un lungo periodo di gestazione. Da allora gira quasi tutti i giorni nei parchi pubblici declamando poesie alle persone che incontra e proponendo, a prezzo poetico, offerta libera, i suoi libricini autoprodotti e autopubblicati da Edizioni Del Parco e Carmina Dant Panem Editore. Lorenzo ha compiuto cinque anni con entusiasmo e una gran voglia di crescere, nonostante qualche piccolo acciacco dovuto all’età e al tanto camminare avanti e indietro”.
Prima di “rinascere” poeta con una forte vena pittorica ( ha dipinto i Tarocchi del Desiderio, 1 Reliquiario e 15 icone dedicate a San Girolamo da Tubinga, patrono dei poeti vagabondi e mendicanti) Lorenzo lavorava a Milano in un’agenzia di pubblicità. Per quattro anni si è occupato di strategie di marketing; era ben pagato ma non si sentiva felice. Si è licenziato ha vissuto di pittura fino a quando il suo gallerista americano James Skeldon ha chiuso l’attività negli Stati Uniti e si è trasferito in Brasile. Poi ha cominciato a scrivere poesie, sempre più semplici, dopo quelle ermetiche ed arrabbiate degli inizi. Ha “fatto in casa” il suo primo libretto e tutti quelli che ha realizzato in questi anni, declamando poesie nei parchi di Milano.
Il rinato Lorenzo oggi in realtà ha 47 anni e segue le orme di quei poeti del passato che andavano incontro alla gente; spesso erano mendicanti e vagabondi come il grande Mendele Moher Seferim, ebreo che componeva in yiddish. In India e in Giappone i poeti girovaghi erano molto rispettati e ricevuti ovunque. Lorenzo ogni mattina infila in una morbida sacca di tela decine di libretti confezionati da lui. In copertina ci sono i suoi disegni; come nome d’arte ha scelto la sigla El, che significa “verso l’alto”. In primavera, estate, autunno e nelle belle giornate d’inverno, è facile trovarlo nei parchi dove ormai tutti lo conoscono. Il suo approccio è molto semplice come lui stesso racconta: “Io vedo una persona seduta sulla panchina o sull’erba, mi avvicino e chiedo se posso recitare una poesia". In quel momento nasce una comunicazione da cuore a cuore e in un attimo, nella città che corre, la magia della poesia crea un rapporto che dura per sempre.
Alla fine chiedono tutti i suoi libretti: le giovani mamme, le nonne che accudiscono i nipotini, studenti di tutte le età e poi, impiegati, manager e grandi industriali che lo hanno persino invitato a seguirlo in crociera. Lorenzo vende i suoi libretti a a un prezzo “poetico” e quindi, a offerta libera. Dice di aver trovato la felicità, in un mondo dove si comunica molto ma si dialoga poco. E, se i suoi amici sono lontani dai parchi di Milano, lui li raggiunge via posta elettronica con un semplice Ciao! e una “pillola” balsamica di stupefatta e stupefacente poesia.

giovedì, ottobre 16, 2008

Contro la calunnia una voce intelligente e un bel quadro per un brutto puzzle



Il nostro S.O.S per una bufala paesana in odore di “infamata” (ancora tristemente in corso) è stato raccolto dalla dottoressa Liliana Pascucci (Consigliere Comunale di Olbia del Partito Democratico). Contro la calunnia, ecco il pensiero e la voce intelligente di una donna, impegnata in politica e nel mondo del lavoro:
"Da qualche tempo in città, e non solo, anche in diversi centri vicini, tira un' aria pesante fatta di maldicenze e mezze frasi : se ne è parlato tempo fa perfino in Consiglio Comunale ad Olbia. Le parole dette, pesanti più di macigni, fanno pensare al venticello dell’opera lirica di Rossini "Il Barbiere di Siviglia" e fanno venire in mente il termine “calunnia” che, come un vento lieve, si diffonde e prende quota fra la gente. Infatti quanto sta avvenendo nella nostra Comunità non si può catalogare come maldicenza o gossip: vocaboli troppo moderni che sanno di salotto buono, di riviste patinate, di divertimento e spensieratezza. No, la parola è calunnia: brutto, vecchio, antico vocabolo che faceva orrore ai nostri padri, ed era da essi fermamente condannato. Oggi abbiamo perso il senso della Comunità, sono venuti meno alcuni punti di riferimento: non sentiamo più nostre le città e i paesi, non li viviamo più come luoghi familiari in cui gruppi organizzati di Persone si comportano secondo regole riconosciute e fatte proprie, che possono essere scritte (come Leggi) o stabilite dalla propria religione e credo politico, o possono anche essere principi etici tramandati oralmente. Oggi citiamo spesso l’espressione “Società Civile”, quasi come se la civiltà, il rispetto delle regole, il riconoscimento dei valori, fosse appannaggio di una sola parte della Comunità. Appunto quella civile.
E con questa espressione rimarchiamo l’assenza dell’etica, ci rassegniamo al fatto che principi radicati profondamente in ognuno di noi ed universalmente riconosciuti non siano accettati da tutti. Alcuni sostengono che questo vuoto di valori sia dovuto ai nostri comportamenti adeguati al tempo che stiamo vivendo: siamo persone voraci, bulimiche, che divorano tutto, lavoro, tempo e affetti. Ma forse molto di questo disagio comportamentale è riconducibile al senso di vuoto, alla solitudine, alla mancanza di solidarietà, alla curiosità morbosa, che spesso è l’unico motivo che ci porta a parlare dell’altro. E questo genera atteggiamenti scorretti che a loro volta determinano grande sofferenza in tutti quelli che non possono difendersi da tanta travolgente malvagità: specialmente bambini ed anziani (genitori) che non capiscono perché una parola possa essere cosi feroce da inserirsi subdolamente nel loro mondo fatto fino allora di serenità e distruggerlo con la cattiveria e la violenza. C’è negli Uffizi di Firenze il quadro La Calunnia, è un dipinto del Botticelli: vi sono rappresentate l’Ignoranza ed il Sospetto che sussurrano a Re Mida parole convincenti mentre l’Invidia incappucciata conduce verso il Re Mida la Calunnia che si fa accarezzare i capelli dalla Perfidia e dalla Frode. La Calunnia, con la torcia accesa, trascina con sé la sua vittima impotente,e c’è infine la Verità che è riconosciuta solo dal Rimorso: è un quadro bellissimo e capace di riprodurre chiaramente tutti gli elementi che compongono un brutto puzzle. Questo dunque è un fenomeno che è sempre stato condannato duramente nella Storia dell’Uomo ed è stato stigmatizzato dall’Arte e dalla Comunità. Nel nostro tempo la calunnia si riferisce a comportamenti e costumi che fanno parte dell’aspetto più intimo di ogni individuo, ma è in linea con i messaggi che vengono dai mass media generalisti che suggeriscono liberismo e comportamenti sessuali irresponsabili, che sono sicuramente dannosi per l’ equilibrio psico-fisco –sessuale delle Persone, soprattutto se Giovani.
Cosa possono fare oggi le Istituzioni, cosa possiamo fare noi Cittadini? Per esempio mettere in campo strumenti che servano a rafforzare la conoscenza, l’informazione,l’analisi profonda del nostro IO, a valorizzare l’Arte e la Cultura, a condannare ed isolare chi assume comportamenti che destrutturano la Comunità. Tutti insieme quindi dobbiamo lavorare facendo in modo che anche in momento difficili si rafforzi il nostro senso di appartenenza ad una Città, che solo nei valori della Solidarietà, della Cultura, della Verità e dell’Etica può continuare a crescere e a progredire."
Liliana Pascucci

giovedì, ottobre 09, 2008

Bufala paesana in odore di "infamata"


Testo e foto www.marellagiovannelli.com

La bufala paesana, per evidenti motivi geografici, non potrà mai diventare una leggenda metropolitana ma se il venticello della calunnia diventa un ciclone è inutile ricorrere alla solita madre dei cretini che, insieme a quella dei vigliacchi, è sempre incinta.
Per dare più forza ad una "voce" grottesca che, questa settimana, ha coinvolto due giovani e noti imprenditori galluresi, è stato tirato in ballo un campionario di fantasmi più o meno istituzionali: dall’ambulanza agli infermieri, passando per qualche medico, carabinieri, poliziotti e altre comparse, tutte inserite nella calunniosa invenzione tanto paradossale quanto condita ed infiocchettata.
La mancanza totale di riscontri avrebbe dovuto arginare subito l’effetto-slavina di quella che, in gergo, rientra a pieno titolo nella categoria delle "infamate", passatempo molto poco nobile, ancora troppo praticato a Olbia. Invece, l’assurdo tam-tam lievitato giorno dopo giorno, con particolari scabroso-pietosi in salsa più fantozziana che erotica, si è diffuso in modo vergognosamente abnorme e non accenna a placarsi malgrado l’assoluta infondatezza della storia.
P.S. A questo mio pezzo (scritto il 9-10-08) aggiungo il seguente articolo, sempre sullo stesso caso, pubblicato oggi (11-10-08) sulla Nuova Sardegna:
Il pettegolezzo è una bufala: scatta la querela per calunnia
OLBIA
Nella capitale del pettegolezzo succede che una storia boccaccesca del tutto inventata diventi una notizia vera di cronaca giudiziaria. Così l’immaginaria liaison tra due notissimi imprenditori olbiesi finisce sul tavolo di un sostituto procuratore della Repubblica di Tempio: la querela per calunnia è stata depositata ieri dagli avvocati difensori dei due imprenditori (entrambi padri di famiglia) nelle mani dell’ispettore Andrea Chiminelli, comandante della polizia stradale di Olbia. Nell’attesa di scoprire il calunniatore (gli investigatori seguono già una pista ben precisa), la «bufala» ha fatto il giro della Gallura: i due sarebbero rimasti coinvolti in un incidente stradale e soccorsi dalla polizia stradale e dal servizio 118. Roba da pettegolezzo piccante, di quelli che girano da un bar all’altro seminando infamia e imbarazzo. Niente di più falso, naturalmente, come confermano la Asl e lo stesso comandante della polizia stradale che riferisce di non aver mai effettuato alcun intervento del genere («In Gallura e in tutta la provincia di Sassari», dice l’ispettore Chiminelli). Insomma, tutto lavoro di fantasia. Una leggenda metropolitana messa in giro ad arte per colpire, come spesso accade, persone piuttosto note in città. L’unica notizia vera resta la querela per calunnia.

sabato, ottobre 04, 2008

Trecento americani in Sardegna con happy end più Matteo Marzotto al Cala di Volpe


Testo e foto in http://www.marellagiovannelli.com/ (sez. Marella Giovannelli)

Happy end in Costa Smeralda per i 300 americani (un mix di operatori turistici, agenti di viaggio e giornalisti specializzati) arrivati in Sardegna per l'ottavo Italy Symposium. La trasferta, dal 1° al 5 ottobre, ha coinvolto i rappresentanti di numerose testate internazionali (New York Daily News, Departures, Yacht Vacations, Rsn Tv, Global Traveler Magazine, Travel e Leisure) che hanno visitato l’Isola in lungo e in largo. Il maxi-gruppo ha iniziato il tour sardo da Santa Margherita di Pula; da qui hanno proseguito per Cagliari, Nora, Maracalagonis, Barumini, Cabras, Oliena e Orosei.
Ultima tappa: la Costa Smeralda con tavola rotonda seguita da una cena di gala al Cala di Volpe e workshop domenicale al Conference Center di Porto Cervo. L’imponente comitiva è stata accolta in Costa Smeralda dai vertici del Consorzio (Renzo Persico e Salvo Manca) e della Smeralda Holding (Franco Carraro). Il gran finale al Cala di Volpe ha avuto come protagonista Matteo Marzotto, neo-presidente dell’Enit che, fianco a fianco con l’assessora (lui preferisce il femminile) regionale Luisanna Depau, ha incontrato la stampa locale. Insieme a loro c’erano anche Eugenio Magnani (Direttore Generale Enit), Riccardo Strano (direttore dell'Enit Nord America) e Mauro Galli (presidente dell’Itpc).
Giustamente cauto e pragmatico l’intervento di Matteo Marzotto, acceso sostenitore del “brand Italia”, oggi molto preoccupato per gli effetti che la crisi internazionale potrà avere sul turismo. Condivisibile anche “il bisogno di numeri certi” espresso dal presidente Marzotto che vede bene per l’Enit un futuro come “Agenzia aggregante di coordinamento”. Dalla conferenza stampa sono emerse alcune conferme, qualche novità e diverse sorprese. I 300 americani sbarcati in Sardegna con l’Italy Symposium tornano negli USA letteralmente entusiasti di quanto hanno visto, ascoltato, toccato, mangiato e bevuto sia all’interno che lungo le coste di un’isola ancora poco conosciuta negli Stati Uniti. E, proprio queste sono le carte sulle quali puntare per attirare i turisati americani: natura, enogastronomia, arte, cultura, folklore e relax.
Tutti d’accordo su un punto: la classica accoppiata sole & mare non rappresenta più una formula vincente vista la concorrenza internazionale ben più attrezzata e competitiva. L’offerta quindi deve essere integrata senza dimenticare che gli americani vogliono riscoprire la realtà, conoscere luoghi autentici, la gente e gli usi del posto. La Sardegna, eccezionale museo a cielo aperto, ha tanto da offrire oltre alla Costa Smeralda, marchio sempre prestigioso e dal fascino inossidabile anche negli Stati Uniti, come ha confermato il direttore dell'Enit Nord America. La Sardegna, oggi, secondo un monitoraggio effettuato da 522 esperti in collaborazione con la George Washington University, si piazza al trentunesimo posto nell'elenco generale che comprende le 111 isole più affascinanti del mondo. Per la rivista specializzata Condè Nast la Sardegna è fra le mete più amate ed ambite del mondo mentre per il “National Geographic Traveler”, è l'isola italiana più incontaminata.

mercoledì, ottobre 01, 2008

Marengo d’oro svizzero a Francesco Dotti per “Ridere sotto il tasso 2008”


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez. Marella Giovannelli)

Neanche il tempo di archiviare il successo della prima edizione di “OlbiaHumour” (concorso da lui ideato) che Francesco Dotti si è visto recapitare a casa il premio “Ridere sotto il tasso 2008” accompagnato dalla seguente lettera:
“Con la presente abbiamo il piacere di rimetterle il marengo svizzero d’oro che Le è stato assegnato dalla giuria della 19^ Rassegna di vignette umoristiche “Ridere sotto il tasso” di Verbania Cavandone, il suo lavoro essendo giudicato uno dei tre migliori disegni presentati”.
Seguono complimenti e auguri all’artista da parte di Gianni Bevilacqua, Presidente di Arti Artigiane Verbano, società organizzatrice della manifestazione.
Quest’anno Francesco Dotti è stato “marengato” per la sua vignetta dedicata al ministro Gelmini in sintonia con il tema della Rassegna “W la squola! Eccessi e miserie della scuola d’oggi”. L’argomento è stato trattato da 31 professionisti e 10 aspiranti tali in 86 vignette esposte per l’intera giornata nei pressi del plurisecolare tasso di Cavandone.
I tre marenghi d’oro svizzero sono andati a Francesco Dotti di Olbia (per posta), a Fabrizio Pani di Iglesias e Paolo Piccione di Manduria. Il vignettista toscano, olbiese d'adozione, (imperdibile il suo ceccodotti.blogspot.com), naturalmente conserva il marengo d’oro da lui appena conquistato insieme a quello vinto due anni fa, sempre in trasferta da Olbia a Verbania per il concorso “Ridere sotto il tasso 2006”.