Tutte le foto in www.marellagiovannelli.com
di Mara Malda
Lele Mora convertito (o precettato) si inchina alla mutazione virtuosa della Costa Smeralda? Il dubbio serpeggia ma intanto lui, quatto quatto, seguito dalla bandanata Lilian Ramos (che ancora rideva per le barzellette di Berlusconi) e da altre due succose Morasitas, è arrivato all’aperitivo letterario domenicale nella piazzetta di Porto Cervo. Lele, quindi, ha risposto all’appello dello staff di Tom Barrack, sostenuto dalla madrina globe-trotter Marta Marzotto, impegnato a far decollare la convivenza tra cultura e mondanità in Costa Smeralda.
Tanti offesi brusii invece per il forfait last-minute dell’ex premier Berlusconi alla presentazione del libro di Pietrangelo Buttafuoco, preceduto, nei giorni scorsi, da Salvatore Niffoi, Bruno Vespa, Laura Laurenzi e Nori Corbucci. Per la serata finale della maratona letteraria, dedicata appunto al sontuoso “Le uova del drago” di Buttafuoco, il Cavaliere aveva annunciato, oltre alla presenza, un intervento suo e di Emilio Fede.
Per questo, in tutta fretta, alcune copie del libro (caso mai Berlusconi non l’avesse ancora letto) gli sono state recapitate alla Certosa di Porto Rotondo. La disdetta, arrivata solo un’ora prima dell’inizio serata, ha assunto quindi il sapore amaro della buca. Marta Marzotto, rimasta sola ma abbondante, ad introdurre Buttafuoco, inizia con il botto: “Ho sentito Berlusconi alle tre del mattino, mi ha promesso che sarebbe venuto. Evidentemente ha fatto tardi....”
A questo punto, a tutti quelli che gli stavano vicino o che passavano nei dintorni, Lele Mora spiegava : “Certo, eravamo a cena insieme al Cipriani Grill del Billionaire. Al mio tavolo, con Silvio ed Emilio, c’erano anche la figlia e il genero di Aznar e altre amiche. E a quelli che continuano a parlare male della Costa Smeralda senza motivo, io dico che, sempre sabato notte, al Billionaire c’erano personaggi famosissimi come Denzel Washington e Jennifer Lopez , oltre ai soliti principi arabi, uomini politici internazionali e anche il presidente della Regione Sicilia.
Eppure nessuno ne parla perchè, quest’anno, qualcuno ha deciso che l’immagine della Costa Smeralda deve essere appannata, out. Non ho ancora capito chi porta avanti questa strategia altrimenti farei il nome. E’ un disegno fin troppo evidente, smentito dalla realtà dei fatti”. Lele Mora, dopo aver lanciato l’idea di un complotto mediatico teso a sminuire l’appeal costaceo, ha diligentemente acquistato il libro di Buttafuoco e si è messo pazientemente in fila per farselo firmare dall’autore.
Durante la presentazione, sempre a proposito dell’assenza di Berlusconi, l’ottimo giornalista-scrittore siciliano, ha esternato un suo umilissimo dubbio: “Magari questo mio libro non è piaciuto al Cavaliere visto che gli americani ci fanno la figura degli invasori”. Meno storica e più agganciata alla stretta attualità l’ipotesi di Marta Marzotto: “Dopo la nottata al Billionaire, Silvio avrà preferito riposare”. Qualche irriverente risatina è partita dal pubblico, impegnato anche a fotografare con i cellulari personaggi più o meno noti. Lele Mora, con il solito look meringato è stato subito riconosciuto da una signora locale che, sardizzando il suo nome e cognome, lo ha chiamato: “Signor Lello Moro”. Molto fotografati anche Giancarlo Antognoni, Eleonora Vallone, Gigi Moncalvo e le due povere stelle marine (vere) montate come orecchini e finite infilzate nei lobi di Roberta Balsamo. Al posto di Berlusconi si è seduto l’avvocato Renzo Persico, presidente del Consorzio Costa Smeralda, promotore della maratona culturale che, a Porto Cervo, ha deliziosamente sfiancato (complice il clima torrido) autori, amici, appassionati e curiosi. Indifferente alla transumanza letteraria da Porto Rotondo a Porto Cervo anche Veronica Berlusconi rimasta alla Certosa di Punta Lada.
La libera uscita del marito al Billionaire con Emilio Fede e il gruppetto Lele Mora, non ha turbato l'olimpica serenità della paziente (e previdente) neo-cinquantenne che preferisce farsi massaggiare da una professionista tanto brava quanto riservata ed evitare gli stress superflui.
Siti e foto by Marella Giovannelli (Mara Malda)
lunedì, luglio 31, 2006
mercoledì, luglio 26, 2006
Dal pontile russo alla Sardite: novità brutte e belle dalla Costa Smeralda
Mara Malda per www.marellagiovannelli.com (con foto)
Un pontile galleggiante nato come un fungo by-night sta creando grande scompiglio nella spiaggia di punta Volpe a Porto Rotondo. I ringhiosissimi pissi pissi bau bau dicono che la concessione regionale sia stata concessa a tempo di record alla Minerva Finanziaria Srl. Ma, dietro questo nome, già da tempo non c’è più Veronica Berlusconi. La sua villa, chiamata Minerva, infatti, da qualche anno è passata di mano; ad acquistarla (con grande clamore) per 34 miliardi di vecchie lire è stato il magnate russo Roustam Tariko che, con la sua Russian Standard Vodka, ha accumulato una fortuna stimata attorno agli 870 milioni di dollari. Sembra che, nel giro di pochi mesi (non a caso Tariko ha debole per la Formula 1) il suo entourage sia riuscito ad ottenere l’autorizzazione dalla Regione Sardegna.
Così le tante famigliole che solitamente si ritrovano sulla spiaggetta di Punta Volpe, l’altro ieri non credevano ai propri occhi. Vicino al neonato pontile lungo 12 metri, fa orrenda mostra di sé la chiattona (intesa come macchinario) utilizzata per ancorare la piattaforma al fondale con dei corpi morti extra-large. Le proteste dei bagnanti hanno dato l’avvio ad inchieste ufficiali ed ufficiose. In attesa che il rilascio di una simile concessione venga giustificato dal competente ufficio regionale, protestano pure i vicini di villa Tariko, anche loro russi ma in affitto.
Al momento viene difficile pensare che l’intrepido Roustam (pilota spesso trionfante alla guida del suo Primatist) possa utilizzare il nuovo pontile per attraccarci il gioiellino con il quale è solito sfrecciare nelle acque della Costa Smeralda. Saltando di palo (di pontile) in frasca, sia a Porto Rotondo che a Porto Cervo è tutto un florilegio di manifestazioni culturali che vedono protagonista (era ora!) la Sardegna.
Spettacolare la mostra di costumi sardi allestita nella galleria del teatro portorotondino. Lo scrittore-antropologo Bachisio Bandinu, circondato dai “Merdules e Boes” ha raccontato la storia degli splendidi abiti recuperati nelle soffitte delle abitazioni degli anziani di tutta l’Isola. Pubblico praticamente ipnotizzato dalle maschere barbaricine salite sul palcoscenico insieme alla parca sarda fuso-munita “Sa Filonzana”. La Colony di Tom Barrack , a Porto Cervo, sta proponendo la “Settimana Sarda” e anche santa a giudicare dalla serietà degli argomenti. Vittorio Sgarbi, un paio di giorni fa, in piazzetta, ha presentato “L’isola del rimorso” un reportage della Sardegna dell’interno tra gli anni Cinquanta e Sessanta, firmato da Franco Pinna fotografo ufficiale di Federico Fellini e Luchino Visconti. Sabrina Colle, nei prossimi giorni, riuscirà a stupire anche il suo vecchio Sgarbone, recitando Grazia Deledda, sempre a Porto Cervo. Lo ha annunciato mentre gustava il gelato di cipolle con il pesce spada affumicato e prosciuttino croccante, preparato dallo chef sardo Roberto Petza, superstar all’esclusivo hotel Pitrizza.
Alla cena sarda, stupefacente per la qualità ed originalità dei piatti, ha partecipato anche Eleonora Abbagnato , prima danzatrice all'Opera di Parigi. Al suo stesso tavolo il grande fotografo Marco Glaviano e i due noti paparazzi Salvo la Fata e Riccardo Frezza. Poco distante, appena arrivata dalla sua martoriata Beirut, un’ospite fissa di Tom Barrack e Renzo Persico: la libanese Raja el Daouk. Insieme a Milena Maffei sardo-sciallata e a Marta Marzotto accorallata c’era anche la figlia Diamante con il marito-scultore Gyula Jakabffy. Le due Marzotto madre e figlia, il 1° agosto esporranno le loro creazioni (cornici, gioielli e abiti) al Cala di Volpe. La serata intitolata “ Dal thè nel deserto allo Champagne del Cala di Volpe” promette artigianato di lusso per beneficenza. La mostra-mercato includerà anche le borsette create da Roberta Balsamo e le collane di Vitti Ferria Contin.
Un pontile galleggiante nato come un fungo by-night sta creando grande scompiglio nella spiaggia di punta Volpe a Porto Rotondo. I ringhiosissimi pissi pissi bau bau dicono che la concessione regionale sia stata concessa a tempo di record alla Minerva Finanziaria Srl. Ma, dietro questo nome, già da tempo non c’è più Veronica Berlusconi. La sua villa, chiamata Minerva, infatti, da qualche anno è passata di mano; ad acquistarla (con grande clamore) per 34 miliardi di vecchie lire è stato il magnate russo Roustam Tariko che, con la sua Russian Standard Vodka, ha accumulato una fortuna stimata attorno agli 870 milioni di dollari. Sembra che, nel giro di pochi mesi (non a caso Tariko ha debole per la Formula 1) il suo entourage sia riuscito ad ottenere l’autorizzazione dalla Regione Sardegna.
Così le tante famigliole che solitamente si ritrovano sulla spiaggetta di Punta Volpe, l’altro ieri non credevano ai propri occhi. Vicino al neonato pontile lungo 12 metri, fa orrenda mostra di sé la chiattona (intesa come macchinario) utilizzata per ancorare la piattaforma al fondale con dei corpi morti extra-large. Le proteste dei bagnanti hanno dato l’avvio ad inchieste ufficiali ed ufficiose. In attesa che il rilascio di una simile concessione venga giustificato dal competente ufficio regionale, protestano pure i vicini di villa Tariko, anche loro russi ma in affitto.
Al momento viene difficile pensare che l’intrepido Roustam (pilota spesso trionfante alla guida del suo Primatist) possa utilizzare il nuovo pontile per attraccarci il gioiellino con il quale è solito sfrecciare nelle acque della Costa Smeralda. Saltando di palo (di pontile) in frasca, sia a Porto Rotondo che a Porto Cervo è tutto un florilegio di manifestazioni culturali che vedono protagonista (era ora!) la Sardegna.
Spettacolare la mostra di costumi sardi allestita nella galleria del teatro portorotondino. Lo scrittore-antropologo Bachisio Bandinu, circondato dai “Merdules e Boes” ha raccontato la storia degli splendidi abiti recuperati nelle soffitte delle abitazioni degli anziani di tutta l’Isola. Pubblico praticamente ipnotizzato dalle maschere barbaricine salite sul palcoscenico insieme alla parca sarda fuso-munita “Sa Filonzana”. La Colony di Tom Barrack , a Porto Cervo, sta proponendo la “Settimana Sarda” e anche santa a giudicare dalla serietà degli argomenti. Vittorio Sgarbi, un paio di giorni fa, in piazzetta, ha presentato “L’isola del rimorso” un reportage della Sardegna dell’interno tra gli anni Cinquanta e Sessanta, firmato da Franco Pinna fotografo ufficiale di Federico Fellini e Luchino Visconti. Sabrina Colle, nei prossimi giorni, riuscirà a stupire anche il suo vecchio Sgarbone, recitando Grazia Deledda, sempre a Porto Cervo. Lo ha annunciato mentre gustava il gelato di cipolle con il pesce spada affumicato e prosciuttino croccante, preparato dallo chef sardo Roberto Petza, superstar all’esclusivo hotel Pitrizza.
Alla cena sarda, stupefacente per la qualità ed originalità dei piatti, ha partecipato anche Eleonora Abbagnato , prima danzatrice all'Opera di Parigi. Al suo stesso tavolo il grande fotografo Marco Glaviano e i due noti paparazzi Salvo la Fata e Riccardo Frezza. Poco distante, appena arrivata dalla sua martoriata Beirut, un’ospite fissa di Tom Barrack e Renzo Persico: la libanese Raja el Daouk. Insieme a Milena Maffei sardo-sciallata e a Marta Marzotto accorallata c’era anche la figlia Diamante con il marito-scultore Gyula Jakabffy. Le due Marzotto madre e figlia, il 1° agosto esporranno le loro creazioni (cornici, gioielli e abiti) al Cala di Volpe. La serata intitolata “ Dal thè nel deserto allo Champagne del Cala di Volpe” promette artigianato di lusso per beneficenza. La mostra-mercato includerà anche le borsette create da Roberta Balsamo e le collane di Vitti Ferria Contin.
domenica, luglio 23, 2006
Gianna Nannini resuscita Lazzaro Costa Smeralda
di Mara Malda
Le foto in www.marellagiovannelli.com
“Lei ha resuscitato la dolce vita in Costa Smeralda!” Questo commento e altri dello stesso genere, hanno accompagnato il concerto di Gianna Nannini extra-adrenalinica sul palcoscenico del Cala di Volpe. Tra i cigni finti e i gamberoni veri si aggiravano anche Gianluca Vialli e Alfonso Signorini arrivato con l’amica iper-sensitiva Maddy. Con tono suadente da allarme rosso, Signorini ha cominciato discretamente ad informarsi. La sostanza del quesito era: “Ma la Costa Smeralda tira ancora?”.
In attesa di fare i conti a fine stagione, almeno per una notte, i seicento attovagliati a bordo piscina, hanno fatto finta di essere nell’estate 2005 quando ancora Soru non s’era inventato le tasse sul lusso; le case, gli aerei privati e il mare non erano così “salati” e, in compenso, non mancava l’acqua dolce come spesso accade quest’anno in tutta la Gallura, Costa Smeralda compresa. Intorno ai due grandi buffet, uno freddo e uno caldo, e nell’angolo delle grigliate al carbone di legna, si sono baciate sempre a distanza per evitare ingorghi botulinici le solite “care carissime” Cicci, Picci, Titti e Chicchi. Aspettando la Nannini, grande struscio di personaggi dai tavoli agli zoo-buffet decorati con animali e figure più o meno mitologiche scolpite in un burro speciale a prova di sauna. Per la cronaca: gira ancora abbarbicata all’attuale marito-ministro austriaco Karl Heinz, Fiona Swarovski già signora Pacifico, Mahler, Balzarini e ora Grasser. Tavolo più minimal del solito per Lele Mora seguito da un codazzo molto ridotto rispetto alla scorsa stagione. A chi gli chiede come va, Lele risponde “alla grande” svolazzando in un tunicone bianco con sotto pantaloni lunghi e sbuffanti (almeno loro). Il gruppetto delle bellezze Morasitas ha il suo pezzullo forte in Francesca Lodo ma, a tavola con Lele, siede anche Fatma Ruffini. Cena di gala al Cala in attesa della Nannini, anche per Roberta Capua e il suo nuovo compagno.
Molto coreografica l’aristo-coppia in bianco lui (il biondo Leonardo Donà dalle Rose) e nero lei (la sua bruna innamorata italiana). Nazionale (Francesca Oldini) anche l’ultima new-entry nel carnet di Massimo Gatti già noto acchiappatope esterofilo. ’ultima new-entry nel carnet di Massimo Gatti noto acchiappatope esterofilo. Il principe Carlo Giovanelli, a chi gli chiede un parere sulla figuraccia savoiarda fatta dall’amico suo Vittorio Emanuele, risponde con tono affranto: “Eppure non è cattivo credetemi!” Ha pure garantito che, almeno per questa estate, l’Irreal coppia non metterà piede in Sardegna dove, in alcuni paesi, hanno persino cambiato i nomi delle vie intitolate ai Savoia. I sardi, infatti, non hanno (giustamente) ancora digerito gli insulti a loro rivolti dall’intercettato Vittorio Emanuele.
Il monarchico ad oltranza Carlo Giovanelli ha poi preferito dirottare il discorso sulle vip-reazioni alle tasse di Soru . Incavolatissimo sarebbe il Paperone svizzero Sergio Mantegazza, peraltro fraterno amico del ramPollo Savoia. Il Mantegazza, proprietario di uno dei più bei panfili del mondo, ha deciso “per una questione di principio” che diserterà i porti sardi dopo decenni di assidua frequentazione. Finita la cena, è iniziato il concerto al fulmicotone di Gianna Nannini con un doppio spettacolo, sul palcoscenico e negli immediati dintorni grazie alla benedetta assenza degli odiosi privè. Gli strepitosi successi della muscolosa Gianna zompante nei suoi anfibi, hanno così riunito in una ballonzolante mescolanza Valeria Marini, Linda Batista e Marta Marzotto, giornalisti e cameramen, fotografi e pubblico pagante (tanto) ma almeno contento. Danzanti a bordo piscina e a bordo palco anche Sandra Carraro, lo scultore Gianni Manganelli e la principessa Maria Pia Ruspoli. Non potevano mancare le emozioni ruffianamente mondiali (anche se d’annata) con la canzone “Notti magiche” e un piccolo mistero. Gianna Nannini aveva chiamato sul palcoscenico Gianluca Vialli e Giancarlo Antognoni per cantarla insieme a loro.
Ma l’invito è stato accolto solo dall’ ex-giocatore della Fiorentina mentre Vialli (timido o stonato?) non si è schiodato dal suo tavolo. Assente Tom Barrack che, ai primi di agosto, ospiterà in Costa Smeralda l’Ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli. Finito il concerto, tutti in coda per salutare e ringraziare Gianna Nannini. In attesa davanti al camerino anche Eleonora Vallone alla vigilia del suo primo giorno di lavoro nella piscina del Cala di Volpe come insegnante di gymnuoto.
Le foto in www.marellagiovannelli.com
“Lei ha resuscitato la dolce vita in Costa Smeralda!” Questo commento e altri dello stesso genere, hanno accompagnato il concerto di Gianna Nannini extra-adrenalinica sul palcoscenico del Cala di Volpe. Tra i cigni finti e i gamberoni veri si aggiravano anche Gianluca Vialli e Alfonso Signorini arrivato con l’amica iper-sensitiva Maddy. Con tono suadente da allarme rosso, Signorini ha cominciato discretamente ad informarsi. La sostanza del quesito era: “Ma la Costa Smeralda tira ancora?”.
In attesa di fare i conti a fine stagione, almeno per una notte, i seicento attovagliati a bordo piscina, hanno fatto finta di essere nell’estate 2005 quando ancora Soru non s’era inventato le tasse sul lusso; le case, gli aerei privati e il mare non erano così “salati” e, in compenso, non mancava l’acqua dolce come spesso accade quest’anno in tutta la Gallura, Costa Smeralda compresa. Intorno ai due grandi buffet, uno freddo e uno caldo, e nell’angolo delle grigliate al carbone di legna, si sono baciate sempre a distanza per evitare ingorghi botulinici le solite “care carissime” Cicci, Picci, Titti e Chicchi. Aspettando la Nannini, grande struscio di personaggi dai tavoli agli zoo-buffet decorati con animali e figure più o meno mitologiche scolpite in un burro speciale a prova di sauna. Per la cronaca: gira ancora abbarbicata all’attuale marito-ministro austriaco Karl Heinz, Fiona Swarovski già signora Pacifico, Mahler, Balzarini e ora Grasser. Tavolo più minimal del solito per Lele Mora seguito da un codazzo molto ridotto rispetto alla scorsa stagione. A chi gli chiede come va, Lele risponde “alla grande” svolazzando in un tunicone bianco con sotto pantaloni lunghi e sbuffanti (almeno loro). Il gruppetto delle bellezze Morasitas ha il suo pezzullo forte in Francesca Lodo ma, a tavola con Lele, siede anche Fatma Ruffini. Cena di gala al Cala in attesa della Nannini, anche per Roberta Capua e il suo nuovo compagno.
Molto coreografica l’aristo-coppia in bianco lui (il biondo Leonardo Donà dalle Rose) e nero lei (la sua bruna innamorata italiana). Nazionale (Francesca Oldini) anche l’ultima new-entry nel carnet di Massimo Gatti già noto acchiappatope esterofilo. ’ultima new-entry nel carnet di Massimo Gatti noto acchiappatope esterofilo. Il principe Carlo Giovanelli, a chi gli chiede un parere sulla figuraccia savoiarda fatta dall’amico suo Vittorio Emanuele, risponde con tono affranto: “Eppure non è cattivo credetemi!” Ha pure garantito che, almeno per questa estate, l’Irreal coppia non metterà piede in Sardegna dove, in alcuni paesi, hanno persino cambiato i nomi delle vie intitolate ai Savoia. I sardi, infatti, non hanno (giustamente) ancora digerito gli insulti a loro rivolti dall’intercettato Vittorio Emanuele.
Il monarchico ad oltranza Carlo Giovanelli ha poi preferito dirottare il discorso sulle vip-reazioni alle tasse di Soru . Incavolatissimo sarebbe il Paperone svizzero Sergio Mantegazza, peraltro fraterno amico del ramPollo Savoia. Il Mantegazza, proprietario di uno dei più bei panfili del mondo, ha deciso “per una questione di principio” che diserterà i porti sardi dopo decenni di assidua frequentazione. Finita la cena, è iniziato il concerto al fulmicotone di Gianna Nannini con un doppio spettacolo, sul palcoscenico e negli immediati dintorni grazie alla benedetta assenza degli odiosi privè. Gli strepitosi successi della muscolosa Gianna zompante nei suoi anfibi, hanno così riunito in una ballonzolante mescolanza Valeria Marini, Linda Batista e Marta Marzotto, giornalisti e cameramen, fotografi e pubblico pagante (tanto) ma almeno contento. Danzanti a bordo piscina e a bordo palco anche Sandra Carraro, lo scultore Gianni Manganelli e la principessa Maria Pia Ruspoli. Non potevano mancare le emozioni ruffianamente mondiali (anche se d’annata) con la canzone “Notti magiche” e un piccolo mistero. Gianna Nannini aveva chiamato sul palcoscenico Gianluca Vialli e Giancarlo Antognoni per cantarla insieme a loro.
Ma l’invito è stato accolto solo dall’ ex-giocatore della Fiorentina mentre Vialli (timido o stonato?) non si è schiodato dal suo tavolo. Assente Tom Barrack che, ai primi di agosto, ospiterà in Costa Smeralda l’Ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli. Finito il concerto, tutti in coda per salutare e ringraziare Gianna Nannini. In attesa davanti al camerino anche Eleonora Vallone alla vigilia del suo primo giorno di lavoro nella piscina del Cala di Volpe come insegnante di gymnuoto.
giovedì, luglio 20, 2006
Dal Cavaliere-gelataio alla terror-Asta Airc: quello che non strozza ingrassa
Le foto in www.marellagiovannelli.com
Il gelato, l’olio e il limoncello del Presidente, tutti rigorosamente prodotti alla Certosa
di Porto Rotondo sono l’ultima passione dell’ex-premier Berlusconi. Si è fatto allestire, vicino all’anfiteatro una gelateria attrezzata di tutto punto; macchinario all’avanguardia, tavolini sotto le fresche frasche del parco; coni e coppette a portata di mano. Il Cavaliere-Gelataio serve personalmente i suoi invitati e, ad alcuni ospiti, regala anche le bottiglie di olio e limoncello “del Presidente” con tanto di logo e di etichetta. Olive e limoni arrivano dagli alberi piantati intorno alla Certosa mentre per i gelati (suo noto peccato di gola) Berlusconi si è messo in proprio dopo aver preso qualche lezione dal “maestro” siciliano Giovanni Lombardo, titolare della famosa gelateria di Porto Rotondo.
Decisamente più orientale l’atmosfera del Safina al Pevero Golf Club dove si è ripetuta la tradizionale serata AIRC per la ricerca sul cancro. Riproposti anche i balletti del ventre, puntuali e scontati come i saldi di luglio. Raccolti 50mila euro di cui 25mila portati a casa AIRC dall’implacabile Marta Marzotto, battitrice della terrorAsta e da Sandra Mondaini, testimonial storica & stoica, meno mobile del solito a causa di una gamba dolorante. Circa 600 i presenti, inizialmente trasformati in altrettante statue di cera all’appello-richiamo della Marzotto: “Aggiudicherò gli splendidi oggetti offerti dai prestigiosi sponsor a chi alzerà un dito, anche solo per grattarsi il naso”. Tutti, o quasi, con le braccia paralizzate, forse per tirchieria, forse per timidezza ma, la previdente Marta si era coperta le spalle portandosi appresso un gruppo di generosi “lanciatori scelti” acquattati nel privè. Lo spazio riservato ha visto comunque, in qualche angolino, la promiscua commistione di nobildonne tipo la principessa Ruspoli e la marchesa Brivio Sforza con alcuni “tronisti” non meglio identificati. Stella brillante di luce propria Beatrice Borromeo, entusiasta del suo prossimo impegno televisivo a fianco di Michele Santoro in “Anno Zero”. E, anche quest’anno, come nell’estate 2005, è risuonato l’urlo marzottiano “Claudio Mercurio e Tiziana De Marchi, aiuto!” con il pronto intervento della munifica billio-coppia. Molto generoso il contributo di Marco Milocco, grande cuore e motore Starwood. Tra le (poche) altre manine alzate si sono distinte quelle della pop-singer Anna Betz; dell’editrice Adelina Tattilo e di Pasquale Ragnedda Sindaco di Arzachena. Nella serie di splendidi oggetti battuti all’asta c’era anche un quadro di Luisa Frigerio, apprezzata pittrice e presto-nonna di Giuseppe Garibaldi jr. (la figlia Cristina ha infatti sposato il discendente diretto dell’Eroe dei due Mondi e, tra un mese, nascerà il loro bambino). L’asta si è chiusa con un gesto di cortesia di Tiziana De Marchi che ha regalato a Sandra Mondaini la collana magnum appena acquistata all’asta. Sempre in Costa Smeralda, proseguono gli aperitivi letterari, sicuramente meno mosci di tante festilenze. Irresistibili gli aneddoti raccontati da Antonio Caprarica e tratti dal suo ultimo libro “Dio ci salvi dagli inglesi...o no!?” presentato nella piazzetta di Porto Cervo da Monica Maggioni. Caprarica strepitoso, Maggioni debole solo nella lingerie: mutandina nera tracimante dai pantaloni candidi ed abbinata a reggiseno bianco.
Mara Malda
Il gelato, l’olio e il limoncello del Presidente, tutti rigorosamente prodotti alla Certosa
di Porto Rotondo sono l’ultima passione dell’ex-premier Berlusconi. Si è fatto allestire, vicino all’anfiteatro una gelateria attrezzata di tutto punto; macchinario all’avanguardia, tavolini sotto le fresche frasche del parco; coni e coppette a portata di mano. Il Cavaliere-Gelataio serve personalmente i suoi invitati e, ad alcuni ospiti, regala anche le bottiglie di olio e limoncello “del Presidente” con tanto di logo e di etichetta. Olive e limoni arrivano dagli alberi piantati intorno alla Certosa mentre per i gelati (suo noto peccato di gola) Berlusconi si è messo in proprio dopo aver preso qualche lezione dal “maestro” siciliano Giovanni Lombardo, titolare della famosa gelateria di Porto Rotondo.
Decisamente più orientale l’atmosfera del Safina al Pevero Golf Club dove si è ripetuta la tradizionale serata AIRC per la ricerca sul cancro. Riproposti anche i balletti del ventre, puntuali e scontati come i saldi di luglio. Raccolti 50mila euro di cui 25mila portati a casa AIRC dall’implacabile Marta Marzotto, battitrice della terrorAsta e da Sandra Mondaini, testimonial storica & stoica, meno mobile del solito a causa di una gamba dolorante. Circa 600 i presenti, inizialmente trasformati in altrettante statue di cera all’appello-richiamo della Marzotto: “Aggiudicherò gli splendidi oggetti offerti dai prestigiosi sponsor a chi alzerà un dito, anche solo per grattarsi il naso”. Tutti, o quasi, con le braccia paralizzate, forse per tirchieria, forse per timidezza ma, la previdente Marta si era coperta le spalle portandosi appresso un gruppo di generosi “lanciatori scelti” acquattati nel privè. Lo spazio riservato ha visto comunque, in qualche angolino, la promiscua commistione di nobildonne tipo la principessa Ruspoli e la marchesa Brivio Sforza con alcuni “tronisti” non meglio identificati. Stella brillante di luce propria Beatrice Borromeo, entusiasta del suo prossimo impegno televisivo a fianco di Michele Santoro in “Anno Zero”. E, anche quest’anno, come nell’estate 2005, è risuonato l’urlo marzottiano “Claudio Mercurio e Tiziana De Marchi, aiuto!” con il pronto intervento della munifica billio-coppia. Molto generoso il contributo di Marco Milocco, grande cuore e motore Starwood. Tra le (poche) altre manine alzate si sono distinte quelle della pop-singer Anna Betz; dell’editrice Adelina Tattilo e di Pasquale Ragnedda Sindaco di Arzachena. Nella serie di splendidi oggetti battuti all’asta c’era anche un quadro di Luisa Frigerio, apprezzata pittrice e presto-nonna di Giuseppe Garibaldi jr. (la figlia Cristina ha infatti sposato il discendente diretto dell’Eroe dei due Mondi e, tra un mese, nascerà il loro bambino). L’asta si è chiusa con un gesto di cortesia di Tiziana De Marchi che ha regalato a Sandra Mondaini la collana magnum appena acquistata all’asta. Sempre in Costa Smeralda, proseguono gli aperitivi letterari, sicuramente meno mosci di tante festilenze. Irresistibili gli aneddoti raccontati da Antonio Caprarica e tratti dal suo ultimo libro “Dio ci salvi dagli inglesi...o no!?” presentato nella piazzetta di Porto Cervo da Monica Maggioni. Caprarica strepitoso, Maggioni debole solo nella lingerie: mutandina nera tracimante dai pantaloni candidi ed abbinata a reggiseno bianco.
Mara Malda
lunedì, luglio 17, 2006
Da Porto Cervo a Porto Rotondo tra Zen-sorprese, il Califfo e un Campanile
Le foto in www.marellagiovannelli.com
di Mara Malda
Flavio è innamorato come una pera cotta di Elisabetta ma gli affari di cuore della coppia Briatoraci sono meno interessanti (almeno per buongustai) della nuova Zen-star della Costa Smeralda: Roberto Okabe, gran maestro del sushi. Lo chef nippo-brasiliano, insieme al calciatore del Milan Clarence Seedorf, ha “clonato” il Finger’s di Milano al Tennis Club dell’hotel Cervo.
Con la collaborazione dello staff Starwood e la benedizione del noto volpone Barrack, qualcosa di nuovo e diverso, è stato creato a Porto Cervo. Traslocato il Nikki Beach in altri lidi, alla velocità di un fungo giapponese, è nato un lounge bar-ristorante con terrazzino ideale per incontri molto ravvicinati di qualsiasi tipo. Atmosfera extra-soft; effetto speciale rugiada rinfrescante con nuvolette di vapore spruzzato a tradimento; luci finalmente ruffiane; arredi e corredi raffinati ma non stucchevoli; infernali le dannatissime bacchette, purtroppo indispensabili per non rovinare la nippo-coreografia.
Stupefacenti per squisitezza ed originalità le specialità preparate da “Roby Sushi” Okabe, considerato uno dei migliori cuochi del mondo. Utilizzando i coltelli, simili a spade di samurai, si esibisce “in diretta” culinaria multietnica. Armonizza il salmone tritato con uova di salmone e porri (Sushi Gio); l’aragosta tritata con maionese, sesamo e porri (Gunkan Lobster); il salmone grigliato all'arancia e il formaggio philadelfia; la mousse di patate con tartufo e nero di seppia. Prepara sorpresine al caviale e serve anche nei bicchieri pezzettini di pesce con salsa segreta dove l’unica base riconoscibile è il pomodoro. Tutti entusiasti davanti al bancone per fotografare con i cellulari Okabe in azione.
Più interessato a farsi intervistare sulle disgrazie della Fiorentina Giancarlo Antognoni; distratte e già con la testa al Pepero che inaugurava la stessa sera, Marta Marzotto e Sandra Carraro. Avvistata sul tatami anche Eleonora Vallone mentre Alessandro Cecchi Paone ha fatto una sosta sotto “la macchina della rugiada” prima di spostarsi al vicino Porto Vecchio per la presentazione del suo documentario “L’oceano visto con gli occhi di Ulisse”.
Cultura anche a Porto Rotondo dove l’Ensemble Strumentale Scaligero si è esibito in una piazzetta San Marco compostamente “piena e colta” con i Barilla e i Donà dalle Rose in prima fila, vicini ma non troppo a Sabina Stilo e Massimiliano Maselli.
Assente (ma nessuno l'aspettava)l’ex-premier Silvio Berlusconi, in retiro non più tanto bueno alla Certosa. In compenso il posto d’onore, accanto all'orchestra, era riservato al nascituro Campanile di Porto Rotondo in effigie. Disegnato da Mario Ceroli sarà innalzato a fine estate; per finanziare la costruzione è stata avviata una campagna di raccolta fondi tra i consorziati. Una targa posta sulla Torre tutta di legno, e per questo unica al mondo, riporterà la lista dei soci del Campanile Fan Club, capeggiato dal Conte-attuale presidente del Consorzio di Porto Rotondo Luigino Donà dalle Rose.
PS. Sempre a Porto Rotondo, nei giorni scorsi, ha riaperto il Country Club. A risollevare le sorti di una serata inaugurale alquanto moscia ha provveduto Franco Califano con un concerto mini solo per la lunghezza della rischiosa esibizione a bordo piscina.
di Mara Malda
Flavio è innamorato come una pera cotta di Elisabetta ma gli affari di cuore della coppia Briatoraci sono meno interessanti (almeno per buongustai) della nuova Zen-star della Costa Smeralda: Roberto Okabe, gran maestro del sushi. Lo chef nippo-brasiliano, insieme al calciatore del Milan Clarence Seedorf, ha “clonato” il Finger’s di Milano al Tennis Club dell’hotel Cervo.
Con la collaborazione dello staff Starwood e la benedizione del noto volpone Barrack, qualcosa di nuovo e diverso, è stato creato a Porto Cervo. Traslocato il Nikki Beach in altri lidi, alla velocità di un fungo giapponese, è nato un lounge bar-ristorante con terrazzino ideale per incontri molto ravvicinati di qualsiasi tipo. Atmosfera extra-soft; effetto speciale rugiada rinfrescante con nuvolette di vapore spruzzato a tradimento; luci finalmente ruffiane; arredi e corredi raffinati ma non stucchevoli; infernali le dannatissime bacchette, purtroppo indispensabili per non rovinare la nippo-coreografia.
Stupefacenti per squisitezza ed originalità le specialità preparate da “Roby Sushi” Okabe, considerato uno dei migliori cuochi del mondo. Utilizzando i coltelli, simili a spade di samurai, si esibisce “in diretta” culinaria multietnica. Armonizza il salmone tritato con uova di salmone e porri (Sushi Gio); l’aragosta tritata con maionese, sesamo e porri (Gunkan Lobster); il salmone grigliato all'arancia e il formaggio philadelfia; la mousse di patate con tartufo e nero di seppia. Prepara sorpresine al caviale e serve anche nei bicchieri pezzettini di pesce con salsa segreta dove l’unica base riconoscibile è il pomodoro. Tutti entusiasti davanti al bancone per fotografare con i cellulari Okabe in azione.
Più interessato a farsi intervistare sulle disgrazie della Fiorentina Giancarlo Antognoni; distratte e già con la testa al Pepero che inaugurava la stessa sera, Marta Marzotto e Sandra Carraro. Avvistata sul tatami anche Eleonora Vallone mentre Alessandro Cecchi Paone ha fatto una sosta sotto “la macchina della rugiada” prima di spostarsi al vicino Porto Vecchio per la presentazione del suo documentario “L’oceano visto con gli occhi di Ulisse”.
Cultura anche a Porto Rotondo dove l’Ensemble Strumentale Scaligero si è esibito in una piazzetta San Marco compostamente “piena e colta” con i Barilla e i Donà dalle Rose in prima fila, vicini ma non troppo a Sabina Stilo e Massimiliano Maselli.
Assente (ma nessuno l'aspettava)l’ex-premier Silvio Berlusconi, in retiro non più tanto bueno alla Certosa. In compenso il posto d’onore, accanto all'orchestra, era riservato al nascituro Campanile di Porto Rotondo in effigie. Disegnato da Mario Ceroli sarà innalzato a fine estate; per finanziare la costruzione è stata avviata una campagna di raccolta fondi tra i consorziati. Una targa posta sulla Torre tutta di legno, e per questo unica al mondo, riporterà la lista dei soci del Campanile Fan Club, capeggiato dal Conte-attuale presidente del Consorzio di Porto Rotondo Luigino Donà dalle Rose.
PS. Sempre a Porto Rotondo, nei giorni scorsi, ha riaperto il Country Club. A risollevare le sorti di una serata inaugurale alquanto moscia ha provveduto Franco Califano con un concerto mini solo per la lunghezza della rischiosa esibizione a bordo piscina.
martedì, luglio 11, 2006
Il marito-zecca della Pivetti, l'Estrada furiosa e i ritorni in Costa
Testo di Mara Malda (con foto) per www.marellagiovannelli.com
“Irene, mi raccomando: petto in fuori e stai attenta a non scoprire le gengive quando sorridi!” E' una vera zecca, a tratti molesta, Alberto Brambilla marito della Pivetti ex-presidente della Camera e neo-arruolata nella scuderia di Lele Mora. E' Brambilla il regista della sua imprevedibile e mutante consorte che gli obbedisce come un soldatino. Almeno così riferiscono dalla spiaggia della Costa Smeralda dove è stato “montato” il servizio fotografico pubblicato sul settimanale “Oggi” con la coppietta Irene -Costantino sparata persino in copertina.
Vitagliano è stato tirato a lucido (con olio di gomito, muscolo dopo muscolo) dal parrucchiere Paolo Isoni che ha poi truccato ed acconciato la Pivetti. La lunga seduta in spiaggia (con fuoriuscita di queste foto non ufficiali) ha rivelato tutta la tempra di Alberto Brambilla, marito-consigliere-stratega del Pivetti look. Solo che l’onnipresenza di un coniuge così appiccicoso ha reso ancora più improbabile il romantico scenario allestito da Lele Mora per Costantino & Irene. E neanche un similgossip ha potuto propagarsi dagli scogli che per ore hanno dovuto sorbirsi le zeppe della Pivetti mai-scalza e per niente perforata dagli sguardi fintoassassini del Depilato Vitagliano.
Avvistata e fotografata (da lontano) all’hotel Cervo l’onorevole Daniela Santanchè in caftano lungo con spacco vertiginoso come i tacchi dei sandali farciti di cristalli swarovski. Commento generale: “Rieccola! Ma non aveva detto che non avrebbe più messo piede in Sardegna in segno di protesta contro le tasse sul lusso imposte da Soru?” Nello stesso hotel alloggia Natalia Estrada con il nuovo fidanzato. Un paparazzo non autorizzato, nascosto dietro un cespuglio, è stato scoperto e rincorso dalla furiosa caliente spagnola che, alla stessa ora, aveva dato appuntamento ad un suo fotografo di fiducia per un servizio “posato”, concordato e non rubato.
Nessuna sorpresa per il ritorno in Costa Smeralda delle due Marte: Brivio Sforza e Marzotto già in frenetica transumanza da Porto Rotondo a Porto Cervo. Presente anche Silvio Berlusconi, in versione sempre più familiare nella sua Certosa a Punta Lada. L’ex-premier, dopo un inizio stagione decisamente moscio, ha ripreso a sperimentare nel parco nuovi effetti speciali, sia luminosi che botanici.
“Irene, mi raccomando: petto in fuori e stai attenta a non scoprire le gengive quando sorridi!” E' una vera zecca, a tratti molesta, Alberto Brambilla marito della Pivetti ex-presidente della Camera e neo-arruolata nella scuderia di Lele Mora. E' Brambilla il regista della sua imprevedibile e mutante consorte che gli obbedisce come un soldatino. Almeno così riferiscono dalla spiaggia della Costa Smeralda dove è stato “montato” il servizio fotografico pubblicato sul settimanale “Oggi” con la coppietta Irene -Costantino sparata persino in copertina.
Vitagliano è stato tirato a lucido (con olio di gomito, muscolo dopo muscolo) dal parrucchiere Paolo Isoni che ha poi truccato ed acconciato la Pivetti. La lunga seduta in spiaggia (con fuoriuscita di queste foto non ufficiali) ha rivelato tutta la tempra di Alberto Brambilla, marito-consigliere-stratega del Pivetti look. Solo che l’onnipresenza di un coniuge così appiccicoso ha reso ancora più improbabile il romantico scenario allestito da Lele Mora per Costantino & Irene. E neanche un similgossip ha potuto propagarsi dagli scogli che per ore hanno dovuto sorbirsi le zeppe della Pivetti mai-scalza e per niente perforata dagli sguardi fintoassassini del Depilato Vitagliano.
Avvistata e fotografata (da lontano) all’hotel Cervo l’onorevole Daniela Santanchè in caftano lungo con spacco vertiginoso come i tacchi dei sandali farciti di cristalli swarovski. Commento generale: “Rieccola! Ma non aveva detto che non avrebbe più messo piede in Sardegna in segno di protesta contro le tasse sul lusso imposte da Soru?” Nello stesso hotel alloggia Natalia Estrada con il nuovo fidanzato. Un paparazzo non autorizzato, nascosto dietro un cespuglio, è stato scoperto e rincorso dalla furiosa caliente spagnola che, alla stessa ora, aveva dato appuntamento ad un suo fotografo di fiducia per un servizio “posato”, concordato e non rubato.
Nessuna sorpresa per il ritorno in Costa Smeralda delle due Marte: Brivio Sforza e Marzotto già in frenetica transumanza da Porto Rotondo a Porto Cervo. Presente anche Silvio Berlusconi, in versione sempre più familiare nella sua Certosa a Punta Lada. L’ex-premier, dopo un inizio stagione decisamente moscio, ha ripreso a sperimentare nel parco nuovi effetti speciali, sia luminosi che botanici.
martedì, luglio 04, 2006
Alla scoperta dei tesori nascosti nell’agro di Olbia
Le foto in www.marellagiovannelli.com
Una full-immersion, non in acqua, ma nel vicino e ricco patrimonio archeologico, può costituire una valida alternativa alla routine balneare. Proponiamo ai lettori della “Gazzetta di Porto Rotondo” un itinerario...a puntate. Il primo ci porta a visitare l’agro di Olbia.
Lo storico greco Pausania attribuisce la fondazione della “Città Felice” a Iolao, nipote e compagno di Eracle. La possibilità di una frequentazione greca precedente la fondazione ufficiale di Olbia da parte dei Cartaginesi, avvenuta nella metà del IV secolo avanti Cristo, prende ora sempre più piede alla luce di significativi ritrovamenti archeologici nel centro urbano e nel territorio. La prima tappa è alla Tomba di giganti di Su Monte ‘e S’Abe che, per le sue dimensioni, è una delle più importanti in Sardegna. Il monumento è facilmente raggiungibile in auto percorrendo il sentiero, segnalato da appositi cartelli, che si apre sulla destra della strada Olbia-Loiri all'altezza del km 3.3. Le Tombe di Giganti erano sepolture collettive d'epoca nuragica in uso dal 1500 al 1100 a. C., sempre situate nei pressi di un villaggio.
I defunti erano posti nel corridoio, mentre nello spazio antistante all'esedra (il semicerchio formato dai lastroni), oltre alle possibili offerte, si svolgevano i riti periodici legati al culto dei morti, molto sentiti dalle genti nuragiche. A piedi, dalla Tomba dei Giganti, è possibile raggiungere il vicinissimo Castello di Pedres. Le prime notizie scritte sulla fortezza risalgono alla fine del Duecento, quando il Giudicato di Gallura, di cui Olbia era capoluogo, era diventato ormai un possesso della potente famiglia pisana dei Visconti.
Il complesso è costituito da due piazzali cintati, di cui il superiore mostra un insieme di edifici tra cui spicca il mastio, originariamente ripartito al suo interno da quattro ripiani lignei. L'ingresso era notevolmente rialzato dal suolo per motivi di sicurezza. Nella tipologia generale e nei dettagli tecnico-costruttivi il castello riflette l'intervento di maestranze toscane. Poco distante, rientrando ad Olbia, sulla riva destra del fiume Padrongianos-Loddone, merita assolutamente una visita la Fattoria Romana de S’Imbalconadu. Lo scavo ha evidenziato la presenza di ambienti specializzati per la macinazione del grano e per la cottura del pane, come anche per la produzione del vino, che avveniva mediante pigiatura in due vasche rettangolari. La casa-torre costituiva la dimora del conduttore della fattoria e della sua famiglia. La fattoria è stata datata al 125 circa, quindi bruciata ed abbandonata tra l'80 ed il 70 a.C.
Un’altra zona di grande interesse archeologico è quella di Cabu Abbas. Percorrendo la strada vicinale che si imbocca in corrispondenza del cavalcaferrovia di Via dei Lidi, si arriva all’Acquedotto Romano in località Sa Rughittola. Sicuramente, è l’esempio meglio conservato in Sardegna di questa classe di monumenti tipici del mondo romano. Arcate e cisterne testimoniano le grandi dimensioni dell’opera datata tra la fine del II e l'inizio del III secolo. L’impianto raccoglieva le acque di alcune sorgenti dalle pendici del colle di Cabu Abbas (traduzione in sardo dal latino caput aquarum, cioè "capo delle acque"). Il tracciato dell'acquedotto si snodava per circa 7 km e si immetteva nel centro urbano dove erano ubicate le Terme.
In età Romana Olbia contava almeno 5000 abitanti; la sua prosperità ruotava intorno al porto che, oltre ad essere il principale punto d’imbarco del grano sardo destinato a Roma, era molto importante come base militare e commerciale, al centro di una rete di traffici con l’Africa, la Spagna e la costa tirrenica della Penisola. Ma, sempre a Cabu Abbas, si può fare anche un viaggio a ritroso nel tempo e passare dalle imponenti vestigia romane ai suggestivi resti del Nuraghe di Riu Mulinu risalente all’Età del Bronzo (1300-1200 a. C.)
Una sua caratteristica è il grande e alto recinto con accessi contrapposti che circonda la vetta del colle, occupata da un piccolo nuraghe monotorre. Da qui si osserva un panorama spettacolare della piana di Olbia e del suo golfo, ed è facile capire la funzione strategica che il nuraghe svolgeva. Nello scavo del 1939 si rinvenne, tra gli altri reperti, un bronzetto raffigurante una portatrice di brocca. Un altro monumento-simbolo del territorio si trova poco distante da Cabu Abbas: il pozzo sacro di “Sa Testa”, a Cala Saccaia dove si arriva percorrendo la strada per il Porto Industriale, direzione Pittulongu.
Testimonianza del culto delle acque per le genti nuragiche, Sa Testa è uno dei monumenti più noti e meglio conservati della Sardegna. La riqualificazione del sito è stata purtroppo svilita da una nuova ed enorme costruzione
commerciale edificata nelle immediate vicinanze. Scavato nel 1930 da Doro Levi, il pozzo sacro di Olbia, restituì, oltre a reperti nuragici, anche materiali di età punica e romana. Di straordinaria importanza, il ritrovamento di una statuetta votiva lignea risalente alla fine del VII-prima metà del VI secolo a. C. di produzione greco-orientale. Si trova ad Olbia anche la Basilica di San Simplicio, il più importante monumento della Sardegna nord-orientale. La chiesa, in stile romanico-pisano, venne eretta tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo all'interno di una vasta area cimiteriale, quindi nettamente al di fuori dell'abitato antico.
Ora si attende il completamento del restauro dei relitti delle antiche navi romane rinvenute durante i lavori per la realizzazione del tunnel. Il tesoro riemerso dal fango comprende una straordinaria quantità di materiale archeologico, sistemato in 600 casse, a documentare 25 secoli di storia della città. Si spera che scafi e reperti, con il completamento del Muso Archeologico, possano presto trovare un’adeguata collocazione.
Marella Giovannelli per la Gazzetta di Porto Rotondo
Giugno 2006
Una full-immersion, non in acqua, ma nel vicino e ricco patrimonio archeologico, può costituire una valida alternativa alla routine balneare. Proponiamo ai lettori della “Gazzetta di Porto Rotondo” un itinerario...a puntate. Il primo ci porta a visitare l’agro di Olbia.
Lo storico greco Pausania attribuisce la fondazione della “Città Felice” a Iolao, nipote e compagno di Eracle. La possibilità di una frequentazione greca precedente la fondazione ufficiale di Olbia da parte dei Cartaginesi, avvenuta nella metà del IV secolo avanti Cristo, prende ora sempre più piede alla luce di significativi ritrovamenti archeologici nel centro urbano e nel territorio. La prima tappa è alla Tomba di giganti di Su Monte ‘e S’Abe che, per le sue dimensioni, è una delle più importanti in Sardegna. Il monumento è facilmente raggiungibile in auto percorrendo il sentiero, segnalato da appositi cartelli, che si apre sulla destra della strada Olbia-Loiri all'altezza del km 3.3. Le Tombe di Giganti erano sepolture collettive d'epoca nuragica in uso dal 1500 al 1100 a. C., sempre situate nei pressi di un villaggio.
I defunti erano posti nel corridoio, mentre nello spazio antistante all'esedra (il semicerchio formato dai lastroni), oltre alle possibili offerte, si svolgevano i riti periodici legati al culto dei morti, molto sentiti dalle genti nuragiche. A piedi, dalla Tomba dei Giganti, è possibile raggiungere il vicinissimo Castello di Pedres. Le prime notizie scritte sulla fortezza risalgono alla fine del Duecento, quando il Giudicato di Gallura, di cui Olbia era capoluogo, era diventato ormai un possesso della potente famiglia pisana dei Visconti.
Il complesso è costituito da due piazzali cintati, di cui il superiore mostra un insieme di edifici tra cui spicca il mastio, originariamente ripartito al suo interno da quattro ripiani lignei. L'ingresso era notevolmente rialzato dal suolo per motivi di sicurezza. Nella tipologia generale e nei dettagli tecnico-costruttivi il castello riflette l'intervento di maestranze toscane. Poco distante, rientrando ad Olbia, sulla riva destra del fiume Padrongianos-Loddone, merita assolutamente una visita la Fattoria Romana de S’Imbalconadu. Lo scavo ha evidenziato la presenza di ambienti specializzati per la macinazione del grano e per la cottura del pane, come anche per la produzione del vino, che avveniva mediante pigiatura in due vasche rettangolari. La casa-torre costituiva la dimora del conduttore della fattoria e della sua famiglia. La fattoria è stata datata al 125 circa, quindi bruciata ed abbandonata tra l'80 ed il 70 a.C.
Un’altra zona di grande interesse archeologico è quella di Cabu Abbas. Percorrendo la strada vicinale che si imbocca in corrispondenza del cavalcaferrovia di Via dei Lidi, si arriva all’Acquedotto Romano in località Sa Rughittola. Sicuramente, è l’esempio meglio conservato in Sardegna di questa classe di monumenti tipici del mondo romano. Arcate e cisterne testimoniano le grandi dimensioni dell’opera datata tra la fine del II e l'inizio del III secolo. L’impianto raccoglieva le acque di alcune sorgenti dalle pendici del colle di Cabu Abbas (traduzione in sardo dal latino caput aquarum, cioè "capo delle acque"). Il tracciato dell'acquedotto si snodava per circa 7 km e si immetteva nel centro urbano dove erano ubicate le Terme.
In età Romana Olbia contava almeno 5000 abitanti; la sua prosperità ruotava intorno al porto che, oltre ad essere il principale punto d’imbarco del grano sardo destinato a Roma, era molto importante come base militare e commerciale, al centro di una rete di traffici con l’Africa, la Spagna e la costa tirrenica della Penisola. Ma, sempre a Cabu Abbas, si può fare anche un viaggio a ritroso nel tempo e passare dalle imponenti vestigia romane ai suggestivi resti del Nuraghe di Riu Mulinu risalente all’Età del Bronzo (1300-1200 a. C.)
Una sua caratteristica è il grande e alto recinto con accessi contrapposti che circonda la vetta del colle, occupata da un piccolo nuraghe monotorre. Da qui si osserva un panorama spettacolare della piana di Olbia e del suo golfo, ed è facile capire la funzione strategica che il nuraghe svolgeva. Nello scavo del 1939 si rinvenne, tra gli altri reperti, un bronzetto raffigurante una portatrice di brocca. Un altro monumento-simbolo del territorio si trova poco distante da Cabu Abbas: il pozzo sacro di “Sa Testa”, a Cala Saccaia dove si arriva percorrendo la strada per il Porto Industriale, direzione Pittulongu.
Testimonianza del culto delle acque per le genti nuragiche, Sa Testa è uno dei monumenti più noti e meglio conservati della Sardegna. La riqualificazione del sito è stata purtroppo svilita da una nuova ed enorme costruzione
commerciale edificata nelle immediate vicinanze. Scavato nel 1930 da Doro Levi, il pozzo sacro di Olbia, restituì, oltre a reperti nuragici, anche materiali di età punica e romana. Di straordinaria importanza, il ritrovamento di una statuetta votiva lignea risalente alla fine del VII-prima metà del VI secolo a. C. di produzione greco-orientale. Si trova ad Olbia anche la Basilica di San Simplicio, il più importante monumento della Sardegna nord-orientale. La chiesa, in stile romanico-pisano, venne eretta tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo all'interno di una vasta area cimiteriale, quindi nettamente al di fuori dell'abitato antico.
Ora si attende il completamento del restauro dei relitti delle antiche navi romane rinvenute durante i lavori per la realizzazione del tunnel. Il tesoro riemerso dal fango comprende una straordinaria quantità di materiale archeologico, sistemato in 600 casse, a documentare 25 secoli di storia della città. Si spera che scafi e reperti, con il completamento del Muso Archeologico, possano presto trovare un’adeguata collocazione.
Marella Giovannelli per la Gazzetta di Porto Rotondo
Giugno 2006
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