mercoledì, luglio 13, 2011

Fotograffiati: il nuovo libro di Marella Giovannelli nella prefazione di Bachisio Bandinu


Luogo della memoria e della dimenticanza

Una raccolta di fotografie si fa libro per aprire una vetrina di volti e di scene che raccontano otto stagioni di teatro turistico nel palcoscenico della Costa Smeralda e di Porto Rotondo.
Il montaggio cronologico dal 2003 al 2010 dispone le singole inquadrature in un accattivante film narrativo. Ogni foto una didascalia che fissa un istante ma dice di un prima e di un dopo. Sono immagini del tempo eccezionale delle vacanze nelle località più rinomate d'Europa, aperte alla liberalità dell'accoglienza dopo aver riscosso il dazio secondo la scala graduata delle disponibilità finanziarie. E così c'è posto per aristocratici e borghesi, industriali e politici, attori e cantanti, artisti e scrittori, giornalisti e paparazzi, veline e calciatori. Tempo di vacanza, cioè tempo vacante da colmare secondo il principio del piacere.
L'artefice è Marella Giovannelli, poetessa e giornalista, che prende le sembianze di Mara Malda e fa dagospia per cogliere di sorpresa un gesto incontrollato, per fissare la schiettezza disarmata di una espressione o la messa in posa di un personaggio tutto compreso di sé, per riprendere la scansione di passioni vere o finte e di giochi spontanei o artefatti.
È un racconto fotografico che offre una vasta gamma di facce, di volti e di maschere: la faccia di Marta Marzotto, il volto di Karim Aga Khan, la maschera di Lele Mora. Ad essere intercettati sono anche espressioni, sguardi e gesti: tra i tanti, quelli di Silvio Berlusconi e di Saif al-Islam Gheddafi, figlio del Colonnello Gheddafi.
Sono i personaggi a fare storia in Costa Smeralda e in Porto Rotondo, dai padri fondatori, il principe Karim e il conte Donà dalle Rose, fino ai nostri giorni. Attraverso i cambiamenti si snoda una storia di presenze che esaltano la propria notorietà nel teatro sempre aperto della visibilità smeraldina.
Marella Giovannelli fa una rappresentazione mondana del turismo d'alto bordo ricca di sfumature, con fotografie che hanno l'austerità del ritratto e la caricatura della maschera. Volti che si nascondono alla esposizione e facce che si mostrano con ostentazione: un curioso rapporto tra volto e maschera che nel gioco turistico perde il suo carattere inquietante per mostrare invece la libertà espressiva e disinibita delle circostanze festive. Un intendimento non celebrativo né moralistico. D'altronde l'autrice conosce bene personaggi e ambiente, anzi è di casa, fa parte della tribù turistica ed è ben accetta perché usa riservatezza. Partecipa al gioco di società ma ha anche coscienza del gioco. È personaggio tutto interno al teatro ma interprete capace di un distanziamento. Ed è per questo che le sue fotografie denotano uno sguardo ironico rimarcando curiose ambivalenze e simpatici paradossi. Così una fotografia accarezza senza servilismo, un'altra graffia senza cattiveria e, al di là di una precisa volontà documentaria, finisce per darci uno squarcio eloquente della scena turistica smeraldina e portorotondina. Certo, si potevano ordinare le fotografie per status o ruolo sociale, per gruppi di appartenenza e familiarità o per professioni. C'è una nutrita presenza di cantanti: Franco Battiato, Milva, Zucchero, Laura Pausini, Amii Stewart, Gianna Nannini; ancora più numerosa è la rappresentanza del mondo dello spettacolo: Bonolis, Venier, Smaila, Boldi, De Sica, Crozza, Ventura, Zanicchi, Parietti, Villaggio, Marini; ben presenti i calciatori: Cannavaro, Vieri, Vialli, Ferrara; non mancano i politici: Berlusconi, anche nel suo risvolto vacanziero, e poi Putin, Aznar, Sarkozy, Fini, Pisanu, Santanché; in primo piano gli aristocratici: Carlo Giovanelli, Marta Brivio Sforza, Beatrice Borromeo, i Ruspoli, i Colonna e i Borbone; ci sono anche le celebrità internazionali come Woody Allen, Elton John, Andy Garcia, Meryl Streep; e infine una rappresentanza sarda: Antonio Marras, Paolo Fresu, Pinuccio Sciola, Salvatore Niffoi, Gavino Sanna, Graziano Mesina.
La scelta di una disposizione cronologica permette di cogliere i caratteri distintivi di ogni stagione, il mutare delle mode, i giochi di intrattenimento e le forme del divertimento.
In questa litania di fotografie ciascun personaggio compare secondo un proprio stile; Mario Ceroli, Inge Feltrinelli, Krizia e Lina Wertmuller mostrano un atteggiamento diverso da quello di Flavio Briatore, di Simona Ventura e di Lele Mora.
Una rilevante presenza fotografica è dedicata a Marta Marzotto, la vera regina delle feste aperte agli ospiti più diversi, dall'artista all'intellettuale, dai divi dello spettacolo e della musica ai personaggi del cinema e della televisione. Ora come allora, quando nella sua villa di Punta Volpe tutte le mattine si apparecchiava per 100 persone e, anche senza invito, per l'ora di colazione arrivavano tutti da terra, mare e cielo. Le feste di quegli anni, documentate da una sezione di foto vintage, sempre scattate da Marella Giovannelli, si svolgevano in un'atmosfera di semplicità e convivialità tra chiacchiere, balli e buona cucina.
La tipologia dello spettacolo turistico ha una tendenza al mascheramento e al picaresco: non è pedestre la foto di Marta Marzotto con i sandali di gomma tempestati di brillanti nel gioco contrastante del paradosso. Evidente anche nella foto di Flavio Briatore con la tuta della Renault, sorpreso dalla eleganza dei costumi africani durante la festa in onore degli extracomunitari.
Certamente il periodo più trasgressivo è stato il triennio dal 2004 al 2006 quando il Billionaire diventa tappa obbligata per protagonisti eccellenti e palestra per aspiranti alla notorietà. Luogo della mondanità più manifesta e della trasgressione più ostentata, mostra pruriginosa per la piazza mediatica.
Onnipresente è Lele Mora con il suo variegato e talvolta bizzarro corteo.
L'eros si fa erotismo. Sono gli anni ruggenti che annunciano un cambiamento di stile, un abbassamento di tono che culmina nell'intreccio di sesso e potere. Anni dell'edonismo sfrenato e della compravendita sessual-carrieristica che porterà allo scandalo di Vallettopoli. Un vero e proprio tradimento del modello originario della Costa Smeralda: l'eros della tradizione smeraldina chiedeva alti costi ed esigeva prezzi adeguati, offriva un menù di concessioni ma secondo un codice improntato a riservatezza.
Natura-arte-eros erano confezionati come prodotti di prestigio: al turista era concesso il godimento secondo uno stile. Non c'era posto per il libertinaggio che è la parodia dell'eros. Vigeva una sorta di legilazione simbolica che regolava la contabilità del godimento.
La liturgia del turismo di lusso è un'indovinata tessitura del ludico, dell'estetico e dell'erotico, nello scenario di un naturalismo culturalizzato.
Positiva è stata la svolta culturale con mostre d'arte, premi letterari, incontri con scrittori, manifestazioni musicali, eventi sportivi.
Il libro di Marella Giovannelli è documento di realtà e gioco di simulazione, luogo della memoria e della dimenticanza, le immagini ci stanno davanti per dire dell'attualità e, nello stesso tempo, hanno un'aura di lontananza: bisogna guardarle, secondo le intenzioni dell'artista, con partecipata curiosità e con ironico estraniamento.