lunedì, gennaio 01, 2007

Bosa, segni particolari: antica, fluviale e variopinta

Testo e foto di Marella Giovannelli per www.marellagiovannelli.com

Bosa: antica, fluviale e variopinta, dominata dal castello dei Malaspina, è una cittadina di mare, fiume, barche da pesca, orti, casette e palazzi medioevali. Oggi è uno dei più importanti centri turistici della Sardegna ma, anche fuori stagione, ha tanto da offrire, essendo un centro abitato da secoli e vivace tutto l’anno. I residenti oggi sono circa ottomila.
Spettacolare è la passeggiata lungo il corso del fiume Temo caratterizzato, sulla riva sinistra, dalla presenza delle ottocentesche concerie, rimaste attive fino al 1962 e dichiarate monumento nazionale di archeologia industriale con un decreto del 1989. Nella zona bassa del città vecchia si trovano le cantine dove è possibile gustare l’ambrata e corposa Malvasia tipica di questa zona.
Tra vicoli e portici si è sviluppato il coloratissimo centro storico, uno dei più grandi della Sardegna. La floridezza dei traffici mercantili del passato ha i suoi “segni” architettonici nell’imponenza delle chiese e dei vecchi palazzi nobiliari del Corso, nell’eleganza di piazze e caffè. Pittoresco è il quartiere de "Sa Costa" cresciuto sul borgo medioevale del colle di Serravalle dove sorge il castello dei Malaspina.
Il rosso, l'indaco e il giallo delle case si sposano meravigliosamente bene con una tavolozza di altri colori: il rosa dei tufi e delle trachiti dei costoni, il verde brillante dei campi coltivati, il blu del mare e il grigio azzurro del fiume, sulle cui sponde crescono le palme. Un antico ponte in trachite rossa (la pietra-regina di Bosa) e un altro, decisamente più moderno, collegano il quartiere delle concerie,"sas conzas", al centro storico dominato dal Castello. Ad aumentare la suggestione di uno scenario già fiabesco, sono gli avvoltoi grifoni che volteggiano sulla torre.
Ulivi e querce secolari, folti vigneti, ricchi agrumeti e campi di carciofi degradano dolcemente verso la marina e le spiagge. Oltre ai grifoni, nel cielo di Bosa volano aquile e falchi mentre nei boschi dei dintorni vivono martore, gatti selvatici e cinghiali. Una iscrizione fenicia del IX secolo a.C. documenta l'origine di Bosa, fondata probabilmente dal leggendario Sardus Pater.
Ma non si hanno notizie certe fino all'età romana, quando l'antica Bosa sorgeva vicino al fiume, nei pressi dell'attuale chiesa di S.Pietro, costruita nel 1062. La città si sviluppò a partire dagli inizi del XII secolo, in seguito all'edificazione del Castello di Serravalle dei Marchesi Malaspina, sotto il quale si formò e crebbe il piccolo borgo medioevale.
Alla fine del '300 Bosa si organizzò come un comune fino a ricevere la possibilità di coniare moneta; nell'800, divenuto capoluogo di provincia, conobbe un progressivo sviluppo economico e fu famosa per la sua fiorente industria conciaria. Il Temo, unico corso d' acqua navigabile della Sardegna, può essere percorso per circa nove chilometri. Una passeggiata lungo il fiume è sufficiente per capire quanto sia praticata la pesca, soprattutto quella all’aragosta.
Decine e decine di barche, reti, nasse, attrezzi del mestiere e pescherie non lasciano dubbi su quale sia l’attività trainante dell’economia bosana. Una visita non frettolosa merita “Sa Costa”, il rione medioevale delle tradizioni popolari gelosamente conservate, degli altari votivi allestiti dalle famiglie e delle feste religiose celebrate con grande devozione dai bosani.
Ma questo è anche il quartiere delle scalinate e delle case stregate. Leggende e racconti tramandati da generazioni narrano di passaggi segreti che portano fino al castello e di oscuri labirinti da cui provengono lamenti di disperazione di donne e di bimbi morti da secoli ma ancora senza pace.