domenica, novembre 02, 2008

Olbia, il passato ritrovato: dai cassetti alla tv e al web


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)


“Le piccole storie di Olbia” era il titolo di una trasmissione televisiva di Marella Giovannelli andata in onda nel 1990 su Cinquestelle Sardegna. Il programma, articolato in cinque puntate da 25 minuti ciascuna, è stato un “viaggio” nella memoria collettiva della nostra comunità in un arco di tempo ben preciso: dal 1920 al 1950.
Il lavoro, basato su una lunga ricerca svolta tra le famiglie olbiesi, ha portato alla luce testimonianze, usi, costumi, aneddoti e piccole storie documentate da centinaia di foto d’epoca, gentilmente concesse dagli stessi cittadini, entusiasti di far parte di un lavoro che li ha coinvolti tutti.
Il testo delle prime puntate è inserito nella sezione di www.marellagiovannelli.com/ riservata alle pubblicazioni in formato PDF e nel sito ufficiale del Comune di Olbia (www.comune.olbia.ot.it/) che curo da sette anni come giornalista.
Nel 1921 D. H. Lawrence nel suo “Sea and Sardinia” descrive così Terranova: “ ...Ed ecco un porto magico, chiuso dalla terra, un bacino scintillante circondato da alberature di navi e dalla scura terra... una baia solenne, misteriosa... con i colli raggruppati intorno, azzurro-cupa e invernale nel bagliore dorato del crepuscolo, ancora accerchiava la grande baia dove l'acqua riluceva come uno specchio.
Passata una ferrovia, dalla strada piatta sempre più buia entrammo di corsa in una piatta città di case scure abbandonate da Dio, sulla paludosa estremità della baia. Più che una città pareva un accampamento. Ma era Terranova- Pausania…"
Risale invece al 1833 la testimonianza di un altro viaggiatore famoso, il francese Paul Valery, autore del “Voyage en Corse, à l’ile d’Elbe et en Sardaigne”:
“Il villaggio marittimo di Terranova, insalubre, spopolato, non ha duemila abitanti, occupa il sito dell'antica e celebre Olbia. L'aspetto delle case è quello delle grandi fattorie, allineate e bianche. Vi fui ricevuto molto bene dal signor Puccio, un sardo pieno di spirito, d’intelligenza e di capacità, che, dopo una vita avventurosa trascorsa in viaggi, è tornato a coltivare i campi.... Dal punto detto Cucotto (Su Cuguttu), dov'era l'antico arsenale, si gode la più bella vista del golfo.
Nella campagna, la chiesa di San Simplicio, che risale ai Pisani, è press'a poco abbandonata, e vi si celebra Messa solo due volte all'anno; nel mese di maggio, per la festa del Santo, e nel mese di Settembre, anniversario della consacrazione.
Quando v'entrai, la chiesa era una vera uccelliera: v'erano tanti uccelli che facevano uno schiamazzo spaventevole coi loro gridi e con lo sbattere delle ali, mentre cercavano d'uscire dalle finestre lunghe e strette…
Una cisterna cinta di granito, scavata nella roccia, e del tempo della chiesa, fornisce un'acqua abbondante e freschissima. Dalla chiesa di San Simplicio si gode una vista superba della pianura coronata da colline di forme diverse, collo sfondo dell'isola di Tavolara. Lì vicino vi sono le tracce di una strada romana.
Tutto questo deserto spira antichità: si vedono gli avanzi di muri e d'un acquedotto, e si può immaginare l'estensione della città antica che il console Lucio Cornelio Scipione non aveva osato attaccare, e per poterla assediare fu costretto a tornare in Italia per cercare rinforzi alla sua armata. Questa bella pianura di Terranova, un tempo così fiorente da contare fin dodici città e settanta comuni, così felicemente situata in riva al mare, riparata dalle montagne e favorita da un bel clima, potrebbe nutrire più di cinquantamila abitanti, possedendo ancora tutti gli elementi della sua antica prosperità... “.