sabato, ottobre 14, 2006

No sex in the city: Mauro Suttora e le diavolesse di New York

Testo di Mara Malda e foto in www.marellagiovannelli.com


Quando il dilettevole diventa utile è ancora meglio...e può nascere un libro come “No sex in the city. Amori e avventure di un italiano a New York”. L’autore è il giornalista-saggista Mauro Suttora e questo suo ultimo lavoro, edito da Cairo Publishing, è un ritratto dissacrante e godibile, in chiave autobiografica, della sua lunga e produttiva esperienza nella Grande Mela.
Il giornalista italiano, durante il suo soggiorno a New York, oltre ad essere inviato della Rizzoli per il settimanale “Oggi”, collaborava con Newsweek e teneva una seguitissima rubrica sul New York Observer. Qui raccontava le abitudini, le manie e le stravaganze delle donne americane viste con l'occhio e vissute sulla pelle del maschio italiano.
Con una notevole dose di auto-ironia, Mauro descrive i suoi incontri ravvicinati con le donne di New York. Esseri leggendari e misteriosi, celebrati in tv dal serial Sex and the City, tornati ora alla ribalta nel film Il Diavolo veste Prada. Di queste “diavolesse” che si muovono tra Manhattan e Park Avenue, Mauro Suttora svela i segreti più intimi: amore, sesso, lavoro, soldi, cucina. E le manie per shopping, manicure, pedicure, ginnastica (anzi: pilates), lotta contro le carte di credito sempre in rosso, gala di beneficenza, telefonate alle amiche, weekend obbligatori agli Hamptons.
Rientrato in Italia, Mauro Suttora ha raccolto e tradotto quelle storie ambientate tra ristoranti alla moda e quartieri ultrachic, limousine e cene di finta charity. Naturale la scelta di ricavarne un libro che racconta una lunga serie di incontri-scontri, equivoci irresistibili ed avventure esilaranti con un gran numero di donne. C'è Liza, bellissima fashion-victim, che scarica Mauro via e-mail per mancanza di tempo; Maria, pantera a parole, ma agnellino quando si passa ai fatti; Paula disposta a tutto ma non a baciare.
Graffiante, a tratti impietoso, quasi sempre agro-dolce, “No sex in the city” è anche la fotografia di un certo tipo di società che vive e lavora nella città più cosmopolita e internazionale del mondo. E, dietro i fasti e le feste di New York, è tangibile la solitudine. “Questa è la città con la più alta concentrazione mondiale di single - spiega Mauro Suttora nel suo blog http://www.maurosuttora.blogspot.com/ - quasi la metà degli abitanti vive da sola. Il consumo dell’antidepressivo Prozac è decuplicato negli ultimi dieci anni. E la sera e nei weekend tutti sono alla ricerca di compagnia, anche occasionale, nei ristoranti come nei parchi".
Poco spazio per l’amore e anche per il sesso a New York. Eppure è sempre la città dove, più di ogni altro posto al mondo, quando ci si alza al mattino non si sa mai bene in quale letto si finirà alla sera. Ma tutta questa promiscuità, alla fine, sembra di scarsa soddisfazione: le statistiche registrano calo del desiderio, aumento di frigidità, Viagra, autoerotismo. I più annoiati si dichiarano bisessuali.