venerdì, ottobre 06, 2006

Squali bianchi di Sardegna: non favola ma scienza

Tutte le foto e il testo in www.marellagiovannelli.com

Lo squalo bianco, the great White Shark scientificamente noto come Carcharodon carcharias, è stato al centro del progetto S.L.E.D. (Sardinian Large Elasmobranch Database) promosso e condotto da ricercatori dell’Istituto di Scienze Naturali e Biologia Marina di Olbia, dell’Università degli Studi di Sassari e del Laboratorio di Ricerche e Studi DNAquA. Le foto qui pubblicate, fanno parte dell’indagine svolta dal 2002 al 2005 e finalizzata al reperimento di evidenze più o meno recenti relative alla presenza di squali bianchi nei mari della Sardegna. L’esame dei reperti e del materiale raccolto (mascelle e denti, documenti, prove fotografiche e testimonianze attendibili) ha portato alla registrazione di 15 segnalazioni di squali bianchi nelle acque sarde: 2 catture storiche (anteriori al 1900) e 13 casi recenti. Questi ultimi comprendono 10 catture in tonnara, 1 evidenza di predazione su tartaruga marina e 2 avvistamenti, tutti avvenuti negli ultimi 35 anni, ad eccezione di una cattura avvenuta a Capo Testa risalente al 1959. La determinazione del sesso è stata possibile nel 20% delle segnalazioni per le quali si è trattato di maschi adulti in tutti i casi. La localizzazione delle segnalazioni riguarda le coste nord-occidentali della Sardegna (9 casi) e quelle sudoccidentali (6 casi, compresi quelli storici). La frequenza delle osservazioni è maggiore in inverno e primavera, pur risultando comunque sporadica e strettamente connessa (86.67% tot. casi) alla pesca tradizionale del tonno. Il 33.33% delle segnalazioni relative alla Sardegna è concentrato nel decennio 1970-1979, quota che rappresenta il 16.92% di tutte le segnalazioni note di squalo bianco nel Mediterraneo nello stesso periodo. La ricerca è stata effettuata da Benedetto Cristo, Tiziano Storai, Luca Zinzula, Marco Zuffa e Antonello Floris, con metodi innovativi. Dopo un primo controllo delle 24 specie di squali (appartenenti a 12 famiglie) che vivono nei mari sardi, sono iniziate le indagini storiche, mai svolte prima d’ora, sulla presenza dello squalo bianco.
Alcune scoperte sono state sensazionali come il rinvenimento, in una collezione privata, di tre mascelle di squali catturati a Capo Testa in epoche diverse, con denti superiori ai 5 centimetri. Altre segnalazioni riguardano le isole sulcitane (i primi due casi storici, nella tonnara dell’Isola Piana nel 1879 e 1882; l’ultimo, una “predazione su tartaruga” nel 1997). Altre ancora si riferiscono a Capo Testa (dal 1959 fino al 1996, anno nel quale si segnala un attacco a un’imbarcazione). E poi ci sono quelle relative a Stintino, Porto Conte, Santa Caterina di Pittinuri e Torre delle Stelle (ultimo avvistamento in mare, non distante dalla costa, nel 2001). Rilevati anche esemplari superiori ai 6 metri, catturati a Capo Testa (1975) e Stintino (1999). Tutto ciò senza contare quegli esemplari sfuggiti alla ricerca o rimasti sconosciuti alle cronache. Nessuna evidenza di attacchi ad esseri umani è stata riscontrata dai ricercatori che vedono nella biodiversità degli organismi presenti nel mare della Sardegna, squali compresi, una risorsa da tutelare nell' ambito di un progetto complessivo riguardante tutto il bacino del Mediterraneo.