domenica, gennaio 13, 2008

Vade retro mondezza: sull’Unione Sarda il rifiuto dei rifiuti a Olbia


Testo e foto in www.marellagiovannelli.com (sez.Marella Giovannelli)

Ancora in primo piano in Sardegna le polemiche legate allo sbarco dei rifiuti campani. L'Ordine dei giornalisti della Sardegna ha giustamente espresso “piena solidarietà al presidente della Regione, vittima di un'incivile, violenta e preoccupante manifestazione di intolleranza che non ha nulla a che vedere neppure con il più aspro dissenso politico e democratico”. Il “rifiuto dei rifiuti”, da parte di molti amministratori locali della Sardegna, è motivato da considerazioni che investono la vocazione prettamente turistica di alcuni comuni, le preoccupazioni (confermate dall’Ordine dei Medici) per la salute pubblica, le carenze degli impianti di smaltimento e la mancanza di concertazione e di coinvolgimento “preventivo” da parte del Governatore Soru. Sull’Unione Sarda di oggi, il giornalista Lucio Salis ha intervistato il Sindaco di Olbia Gianni Giovannelli. Questa è l’intervista che pubblichiamo integralmente insieme ad un articolo, presente nella stessa pagina, firmato dal giornalista Andrea Busia.
Vade retro monnezza di LUCIO SALIS
Il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, non vuole neppure sentirne parlare. E, per non lasciare dubbi, ieri ha emesso una nuova ordinanza che vieta «qualsiasi ipotesi di trasporto, stoccaggio e smaltimento di rifiuti (napoletani ndr) nella discarica di Spirito Santo». Quindi ha diffidato «l'organo dirigente» del Cines (Consorzio industriale) che la gestisce dall'«autorizzare lo scarico di rifiuti», minacciando querele e richieste di danni. Giusto per far capire al presidente, Pasqualino Chessa, favorevole all'appello di Soru, che non scherzava».
D- Sindaco, perché una nuova ordinanza?
R- «Perché qualcuno poteva considerare troppo vecchie quelle emesse, a suo tempo, da Nizzi e Bardanzellu».
D- L'ordinanza è valida anche nel porto, che è sotto la giurisdizione dell'Autorità portuale?R- «Il comandante Ruffini mi ha detto che non può impedire l'attracco delle navi. Per lo scarico, il discorso è diverso. Bisogna esaminare la competenza nelle aree demaniali, peraltro molto vicine alla città, dove le merci non potrebbero transitare».
D- Il Cines però è favorevole a importare rifiuti.
R- «Posizione adottata solo dal presidente. Il consorzio, per statuto, può trattare soltanto rifiuti territoriali, mentre non rientra nei suoi compiti lavorare quelli di origine extraregionale. Quindi, prima di riceverne dalla Campania, bisognerebbe modificare lo statuto, avere specifiche autorizzazioni, o quantomeno, l'approvazione della Giunta e dell'assemblea generale».
D- Passi che potrebbero essere compiuti nei prossimi giorni.R- «Lo escluderei. So che il Consiglio di amministrazione è assolutamente contrario. Aggiungo che, personalmente, non lascerò nulla di intentato per intervenire in maniera adeguata. Tant'è che ho già diffidato, con una lettera, il consiglio e il presidente dall'autorizzare la movimentazione e il trattamento di spazzatura proveniente dalla Campania».
D- Ha notizie sull'eventuale arrivo di navi a Olbia?
R- «Al momento no».
D- Perché non ha partecipato all'incontro convocato dal presidente Soru?R- «L'assessore regionale all'Ambiente, Cicitto Morittu, mi ha telefonato giovedì pomeriggio, alle cinque, invitandomi a un incontro fissato per le sette, a Cagliari. Gli ho detto che non ci sarei andato, perché un no potevo dirlo anche per telefono. Un no senza alcuna possibilità di ripensamento».
D- Ma perché si oppone all'importazione dei rifiuti in Sardegna?
R-«Qualcuno dovrebbe dimostrarmi perché la regione Campania non si è attrezzata per risolvere il problema per tempo e in questi tempi. Chiedono la nostra solidarietà solo perché non riescono a fronteggiare un'opposizione cittadina e regionale. Però lo Stato non è altrettanto solidale con la Sardegna in materia di cessione di beni demaniali, continuità territoriale e altro».
D- Mi sembra che lei contesti anche il modo in cui la Regione ha gestito la vicenda.R- «Non si può contattare il sindaco di una città alle cinque perché arrivi a Cagliari alle sette. A cose fatte. In questa occasione, non abbiamo avuto dalla Regione alcun segnale di correttezza formale».
D- Però tutto è nato in nome della solidarietà nei confronti di una regione in stato di emergenza ambientale.
R- «La solidarietà, in questa vicenda, non c'entra niente. Per quanto mi riguarda, faccio testimonianza di solidarietà nel mondo del volontariato e dell'accoglienza. E lo stesso fa la mia città ospitando migliaia e migliaia di extra comunitari. Però, non possiamo accettare di essere considerati la pattumiera d'Italia. In questo modo, così supino nei confronti di un'autorità statale dimostratasi totalmente incapace di gestire la situazione».
D- Nella vicenda della Campania, a suo giudizio, ci sono responsabilità politiche statali e regionali?R- «Soprattutto a livello di amministratori della regione Campania. Che non hanno saputo far fronte a un problema che dichiaravano ai quattro venti di poter risolvere. Non ci sono riusciti in passato e non riescono a farlo neppure ora, nella fase dell'emergenza. O meglio, vorrebbero risolverlo in maniera assolutamente inaccettabile, vessando regioni, cittadini, opposizioni politiche e la loro stessa maggioranza. Insomma, un flop su tutta la linea».
D- Non crede che, prima o poi, anche la Sardegna, dicendo no ai termovalorizzatori, si possa trovare in una situazione simile a quella della Campania?
R- «Credo che questa sia una buona occasione per fare una grande riflessione a livello di problemi energetici e ambientali. Il presidente Soru, anziché promuovere crociate contro le seconde case, introducendo la tassa sul lusso, bene farebbe ad avviare un ragionamento serio con le amministrazioni locali per programmare una politica energetica e ambientale a misura di una Sardegna che dovrebbe avere ben altri condottieri».

Gli ingegneri del Cines: non ci sta più niente di ANDREA BUSIA
Se a Cagliari si è sfiorato il dramma, in Gallura ormai si può parlare di farsa. Le ecoballe napoletane per il sindaco Gianni Giovannelli devono restare ben lontane da Olbia, gli ingegneri del Cines sono d'accordo con lui e precisano che nella discarica consortile di Spirito Santo non c'è posto per altri conferimenti. Il presidente del Consorzio Industriale olbiese Ninni Chessa, senza una maggioranza ormai da mesi, ha dato la disponibilità per un po' di tonnellate da portare nella discarica consortile. Per chiudere il quadro il presidente della Provincia Pietrina Murrighile, dopo un sopralluogo a Spirito Santo, ieri mattina, ha detto: «Se arriva altra spazzatura qui, ovviamente la discarica dovrà essere chiusa prima della data prevista per il suo esaurimento». Ossia, una posizione che dice tutto e niente e si inserisce in una vicenda quasi da operetta.
Ma non basta, perché da tre giorni, poi, c'è il discorso delle navi che salpano da Napoli e vengono date in attracco a Olbia o Golfo Aranci. Mentre Capitaneria di Porto, Autorità portuale, Prefettura di Sassari, cercano di capirci qualcosa, arrivano anche i controlli e le delucidazioni che smentiscono le indicazioni di partenza. Il caso della spazzatura napoletana sta confermando tutti i problemi e le tensioni del quadro politico gallurese. Ieri mattina, ad esempio, l'Udc, tramite i suoi vertici provinciali, ha confermato un'azione preventiva di contrasto a qualsiasi ipotesi di conferimento nella discarica di Spirito Santo. É stata annunciata la costituzione di un comitato spontaneo di cittadini per la tutela degli interessi e della salute della comunità della piccola frazione di Murta Maria, località che confina con il sito utilizzato per lo smaltimento dei rifiuti dal Cines. Già oggi potrebbero essere organizzati sit-in e un presidio permanente in tutta la zona con ll'obiettivo di intercettare eventuali automezzi destinati alla discarica. Sempre ieri mattina, però, è arrivata la notizia di una convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale olbiese per domani pomeriggio alle ore 17.