Testo e foto di Marella Giovannelli per www.marellagiovannelli.com
“Si chiama Lorenzo. Non è un folletto, ma un poeta che si aggira nei parchi di Milano. Se sei fortunata puoi incontrarlo: si avvicina e ti dedica una poesia. Puoi anche decidere di comprare una sua raccolta. Così, all’improvviso dimentichi il caos, i problemi di tutti i giorni e incominci a volare attaccata ad una poesia”.
Questa breve nota firmata “Nonna Angela” mi è stata mostrata dalla stessa autrice che l’aveva inviata a Lorenzo per ringraziarlo dopo averlo casualmente conosciuto ed ascoltato nel parco. Incuriosita ho chiesto ad Angela il numero di telefono del poeta per concordare un incontro durante il mio soggiorno milanese dello scorso giugno. Illuminante il primo impatto con la segreteria telefonica; ad accogliermi è il canto di mille uccellini e una voce festosa che mi dice: “Ciao sono in giro per i boschi lasciami un messaggio dopo il bip”. L’appuntamento con Lorenzo è, naturalmente, sulla panchina di un parco dove io lo aspetto in compagnia di Angela. Dimostra meno di trent’anni e invece ne ha quarantacinque; ha una bellezza forte, armoniosa e serena. Esattamente come la sua storia che sa di favola ma è vita vissuta, ogni giorno, ormai da molti anni.
Lorenzo Mullon, nato a Trieste, racconta:
“Lavoravo a Milano in un’agenzia di pubblicità. Ero stato assunto perchè al presidente della società piacevano le mie poesie e i miei disegni. Per quattro anni mi sono occupato di strategie di marketing; ero ben pagato ma non mi sentivo felice. Ho preso una piccola casa e mi sono licenziato. Per otto anni ho vissuto di pittura fino a che il mio gallerista americano James Skeldon ha chiuso l’attività negli Stati Uniti e si è trasferito in Brasile. Lui aveva lanciato i miei quadri in America dove si vendevano molto bene. Ho passato lunghi periodi specialmente in California mentre in Italia, per qualche tempo, ho organizzato incontri di poesia e musica nelle gallerie d’arte. Ho conosciuto tanti poeti che lamentavano la difficoltà di comunicare la poesia; erano tutti tristi. Ho cominciato a scrivere poesie più semplici dopo quelle più ermetiche e più arrabbiate degli inizi. Realizzai il primo libretto e, nelle prime tre ore, ne vendetti diciotto. Declamando poesie incontro tante persone, stringo amicizie vere e forti ma non ho scoperto niente di nuovo. Sino all’Ottocento erano i poeti che andavano incontro alla gente; spesso erano mendicanti e vagabondi come il grande Mendele Moher Seferim, ebreo che componeva in yiddish. In India e in Giappone erano molto rispettati e ricevuti ovunque”.
Lorenzo mi ripete che la poesia “non è un merito ma un dono”; ogni mattina infila in una morbida sacca di tela, decine di libretti confezionati da lui. In copertina ci sono i suoi disegni. Come nome d’arte ha scelto la sigla El, che significa “verso l’alto”, autore unico delle sue Edizioni Del Parco uscite dal “nido della poesia” che Lorenzo ha allestito nella sua piccola casa milanese. In primavera, estate, autunno e nelle belle giornate d’inverno, è facile trovarlo nei parchi dove ormai tutti lo conoscono. Per il terzo compleanno della casa editrice, un gruppo di insegnanti di lettere ha organizzato una "ciliegiata" per il poeta che spesso viene invitato a recitare i suoi componimenti nelle case e persino sulle barche. Ma Lorenzo preferisce il suo approccio tradizionale: “Io vedo una persona seduta sulla panchina o sull’erba, mi avvicino e chiedo se posso recitare una poesia. In quel momento nasce una comunicazione da cuore a cuore e in un attimo, nella città che corre, la magia della poesia crea un rapporto che dura per sempre.
Io giro molto e trovo sempre persone disposte ad ascoltarmi; in genere superano subito la diffidenza e, già dai primi versi, hanno un’aria più serena. Alla fine chiedono tutti i miei libretti: le giovani mamme, le nonne che accudiscono i nipotini, studenti di tutte le età e poi, impiegati, manager e grandi industriali che mi hanno persino invitato a seguirli in crociera. La poesia ti regala la possibilità di aprire un canale di comunicazione speciale, naturale, autentico e diretto con le persone. Ho un repertorio molto vasto, tanti “cavalli di battaglia” brevi. Come questa: “Per volare come un aquilone l’amore ha bisogno di qualcosa di sottile che lo trattenga e di qualcuno con i piedi per terra.” L’anno scorso Lorenzo ha venduto 2.383 libri a un prezzo “poetico” e quindi, a offerta libera. Dice di aver trovato la felicità, in un mondo dove si comunica molto ma si dialoga poco, perchè, le sue poesie, recitate nel parco, luogo di tutti, sono un antidoto contro la diffidenza e la chiusura, prime cause della solitudine.