Testo e foto di Marella Giovannelli in www.marellagiovannelli.com
Una piazza, a due passi dal porto, sta affiorando dal sottosuolo di Olbia.
Nel corso degli scavi per il rifacimento della rete idrica, è stato riportato alla luce un lastricato di epoca romana. La scoperta è stata definita molto significativa e, secondo l’archeologo Rubens D’Oriano, le dimensioni del bordo meridionale dello slargo fanno pensare più ad una piazza che a una strada.
Purtroppo, parte del lastricato, risulta mancante; forse venne asportato tantissimi anni fa, per consentire il passaggio delle condutture fognarie.
Nelle prossime settimane, sarà possibile avere un quadro più preciso visto che l’impresa continuerà gli scavi nell’area prospiciente il palazzo Municipale di corso Umberto. Questa mattina, tra i lastroni, ancora in ottimo stato e situati mezzo metro sotto l’attuale piano di calpestio, sono affiorati cocci di anfora e un osso.
Gli archeologi della Soprintendenza, coordinati da D’Oriano, non hanno dubbi: questo è l’ennesimo “segno” che attesta l’importanza urbanistica, commerciale e portuale dell’antica Olbia. E’ ancora presto per dire se si è in presenza della piazza principale della città romana ma l’ipotesi non è da escludere. La valorizzazione dell’area, con la sua sistemazione “a vista”, darebbe il giusto risalto alla zona dell’avamporto al centro di un’intensa attività di riqualificazione estesa su tutto il waterfront urbano.
La scoperta di questi giorni riporta alla mente lo straordinario ritrovamento, avvenuto sempre nella zona del porto vecchio di Olbia, tra il luglio del 1999 e il dicembre del 2001. Il bilancio finale di quella campagna di scavi, ha attirato l’attenzione del mondo scientifico e dei media internazionali e nazionali.
In totale sono stati recuperati 24 relitti di navi, di cui due dell'epoca di Nerone, 16 risalenti al periodo dell'invasione vandalica e due, importantissimi, dell'età giudicale. Ritrovati anche tre alberi di nave, di cui uno lungo otto metri; cinque timoni, strutture ed attrezzature di un cantiere navale romano più una eccezionale quantità di materiale archeologico, sistemato in 600 casse, a documentare 25 secoli di storia della città.
Relitti e reperti, ora in fase di restauro, sono i resti, la memoria e la prova di un evento traumatico e drammatico: l’affondamento ad opera dei Vandali di una flotta ormeggiata nell’antico porto di Olbia. E l’antico lastricato, che oggi ha rivisto la luce, costituisce un’ulteriore, preziosa testimonianza di un passato non certo da coprire ma da riscoprire e valorizzare.